Amore proibito al monastero

Tina Isabel Leung


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Diritti d'autore

Breve riassunto di “Amore proibito al monastero”

“Amore proibito al monastero”

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Diritti d'autore

 

AMORE PROIBITO AL MONASTERO

 

Copyright © 2020 Tina Isabel Leung

Titolo originale: The Monastery Master’s Love

Pubblicato da: Sunflower Romance Press

Numero ISBN: 9788395834684.

Progetto di copertina di Sunflower Romance Press. Tutte le persone rappresentate nelle immagini stock fornite da Deposit Photos sono modelli e tali immagini sono utilizzate esclusivamente a scopo illustrativo. Tradotto da Agata Privitera.

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, archiviata o introdotta in un sistema di recupero o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico, fotocopia, registrazione o altro) senza previa autorizzazione scritta dell'editore – a eccezione di brevi citazioni a fini di recensione.

Questa è un'opera di finzione. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotti dell'immaginazione dell'autore o sono stati usati in modo fittizio. Qualsiasi somiglianza a eventi, luoghi o persone reali, vive o morte, è del tutto casuale.

Quest'opera contiene contenuti sessuali espliciti ed è destinata esclusivamente a un pubblico adulto.


Breve riassunto di “Amore proibito al monastero”

 

Amore proibito al monastero è un gay romance dolce che si sviluppa lentamente, che racconta la relazione d'amore segreta tra due giovani che vivono in un monastero isolato sulle montagne.

 

Isamu è l'erede del Monastero di Mayu. Ryu è un traditore che ha disertato dalle truppe del Duca Ozuru. Quando i monaci portano Ryu al monastero, Isamu prega suo nonno di lasciargli aiutare l'uomo ferito. L'anziano maestro glielo concede e, così, Isamu si assume la responsabilità di prendersi cura di Ryu e insegnargli le arti marziali. Con il tempo, la loro amicizia si trasforma in amore; tuttavia, le relazioni romantiche tra i monaci sono severamente vietate. I due saranno costretti a nascondere i propri sentimenti per sempre?

Nel frattempo, il Duca Ozuru progetta di radere al suolo il Monastero di Mayu. Riusciranno Isamu e Ryu a sopravvivere e vendicare l'anziano maestro?

 

Quest'opera include contenuti sessuali espliciti ed è rivolta a un pubblico di soli adulti.


“Amore proibito al monastero”

 

Dopo la morte del vecchio imperatore, marchesi e marchese si fecero guerra per il dominio della regione. Non c'era pace autentica da nessuna parte, neanche al Monastero di Mayu, che era situato sulla cima isolata di una montagna.

Il monastero prendeva il nome da Mayu, una dea leggendaria, che si diceva si mostrasse sotto le sembianze di una tigre bianca. I suoi due figli apparivano come due cuccioli di tigre. Si chiamavano Presenza e Assenza. Un giorno, Assenza scomparve. Presenza pianse lacrime che si trasformarono in fiumi che scorrevano dalla cima della montagna. Questi irrigarono le coltivazioni, permettendo ai paesani di diventare ricchi e costruire magnifiche città. Nel tentativo di ringraziare la dea e i suoi figli, i cittadini costruirono il Monastero di Mayu.

Le sue pareti custodivano un prezioso manufatto: la collana di Mayu. Lei la portava al collo in entrambe le sue forme. La pietra incastonata nel ciondolo aveva due facce: una era frastagliata, e l'altra liscia come la superficie di un lago calmo. La collana ricordava a tutti che nella vita ci sono sia momenti difficili, sia momenti facili. Si diceva anche che trasformasse la negatività in positività. Per via di questa qualità unica, molte persone illustri visitavano il monastero sulla montagna. Si affidavano ai monaci, sperando di ricevere la loro benedizione. I monaci permettevano loro di toccare la collana. Questo piccolo rituale faceva davvero la differenza nelle vite di molte persone. Perciò, la collana divenne l'oggetto dei desideri di chiunque.

I monaci dovevano proteggerla dai ladri. Quindi inventarono la loro personale arte marziale. Divenne l'orgoglio del monastero sulla montagna, che rimase al sicuro per molti secoli.

Tuttavia, dopo l'improvvisa morte dell'imperatore, un periodo turbolento sorse sull'impero. Senza nessuno da temere, i malviventi cominciarono a saccheggiare gli edifici, e molti giovani venivano al tempio, pregando i monaci di insegnare loro qualcosa della propria arte marziale, così che potessero proteggere le loro mogli e i loro figli.

I monaci si prestavano e insegnavano loro alcune tecniche, ma la maggior parte rimasero segrete. Il Monastero di Mayu era come un uccello appollaiato tra i rami più alti di un albero. Doveva restare abbastanza vicino alle persone da influenzarle con il suo canto, ma abbastanza lontano da evitare che lo rinchiudessero in una gabbia o che gli sparassero.

 

*

 

Comunque, non tutte le persone importanti per la comunità religiosa della regione nascevano all'interno del complesso del tempio. Un'eccezione degna di nota era Isamu, il nipote dell'anziano maestro che dirigeva il monastero al tempo della morte dell'imperatore.

Non era chiaro quando fosse nato esattamente Isamu, ma non importava. Aveva lasciato la casa familiare intorno ai dieci anni. Suo nonno lo preparò per dirigere il tempio dopo la sua morte. Isamu aveva una missione critica da compiere: proteggere il suolo dai soldati del Duca Ozuru. Il Duca Ozuru era un reggente locale che sosteneva un altro credo religioso, che veniva dall'Oriente. Aveva dichiarato che sarebbe entrato in possesso della collana e avrebbe messo fine al culto di Mayu e dei suoi figli. Non c'era nessun imperatore a fermarlo, perciò avrebbe potuto attaccare da un momento all'altro.

Isamu non si sentiva pronto nemmeno dopo altri dieci anni di allenamento intensivo. Era un ventenne calmo e riservato che avrebbe fatto ricorso alla diplomazia ed evitato lo spargimento di sangue a qualunque costo. Aveva una vasta cultura personale e l'aspetto di un principe. Portava una tonaca elegante, blu zaffiro, composta da diversi strati. I suoi capelli setosi e lisci erano legati in uno chignon maschile e adornati con argento. Aveva occhi indaco che osservavano il mondo con sguardo riflessivo, e il suo viso aveva un aspetto delicato e nobile.

Isamu amava la poesia ed era un calligrafo di talento. Si sentiva più ispirato durante la primavera, che trasformava il monastero sulla montagna in un paradiso ultraterreno. Le foglie degli alberi tremavano dolcemente sotto la pressione delle piogge passeggere, e i fiori facevano capolino tra la nebbia. Anche le piccole goccioline d'acqua che colavano dalla grondaia di bambù avevano il loro fascino quando cadevano in pozzanghere traslucide sul pavimento, schizzando intorno.

 

*

 

Un giorno, al tramonto, i precipizi che isolavano la montagna del monastero dal resto del mondo si riempirono all'improvviso di nubi tumultuose. I cieli, un mix tra lo zaffiro della tempesta e l'oro dell'alba, apparivano pesanti e metallici. Ricordavano a Isamu un dipinto classico, donato a suo nonno da un altro continente. Suo nonno non l'aveva mai appeso a nessuna parete perché lo avrebbe distratto troppo . Sembrava che il quadro si stesse vendicando, e che i suoi colori sfuggissero al loro polveroso deposito per essere dipinti fuori.

 

*

 

Pioveva da giorni e giorni. Il sole compariva solo di tanto in tanto, a sbirciare Isamu che stava preparando la sua colazione in cucina. Finì di tagliare pomodoro e insalata per il suo sandwich, poi mise via il coltello bagnato. Gocce d'acqua brillarono alla luce del sole. Poi, all'improvviso, il rombo di un tuono echeggiò nel cielo. Non ci volle molto perché un oceano d'acqua cadesse sul suolo del monastero.

Isamu capì di dover controllare di nuovo le porte per evitare che i corridoi si allagassero. Andò verso l'ingresso e fu sorpreso di trovarvi suo nonno e un altro monaco. Tra i loro piedi c'era un mucchio di stracci bagnati.

“Buongiorno a voi”, li salutò. “Che cos'è questo?”

“Qualcuno è quasi annegato nel Lago dell'Eccellenza per venire qui”, rispose il monaco.

Isamu guardò in basso e si rese conto con terrore che il mucchio di stracci bagnati era in realtà una persona.

“Posso dargli un'occhiata senza correre rischi?” Isamu si voltò verso suo nonno.

“Sì”, rispose l'anziano maestro. “È stato trovato senza armi o veleno.”

Isamu si inginocchiò per rimuovere strati di tessuto e dare un'occhiata allo sconosciuto. Quando lo fece, rimase colpito dalla bellezza tradizionale dell'uomo. Aveva lineamenti aristocratici e lunghi capelli neri dallo stile orientale. Avrebbe potuto essere un signore o un principe; decisamente non un soldato. Ma era gravemente ferito, come se fosse appena sfuggito a una battaglia. Respirava con difficoltà e quasi non reagì al tocco leggero delle mani di Isamu.

Isamu cercò di essere quanto più delicato possibile quando controllò le ferite dell'uomo, ma aveva un tornado di emozioni dentro il suo cuore.

Era sempre stato una persona compassionevole, che aveva pietà per tutte le creature viventi. Aiutare le altre persone e anche gli animali era un istinto naturale per lui. Non se n'era mai vergognato. Ma ora... Non riusciva a riconoscersi. Era sopraffatto dall'urgenza di salvare quell'uomo e riportarlo in salute. Era come se l'uomo l'avesse afferrato per il cuore. Era semplicemente troppo bello per morire.

“Dobbiamo portarlo in infermeria, maestro.” Isamu guardò suo nonno con occhi supplicanti. La decisione finale spettava a lui, non a Isamu. “So che è pericoloso portare dentro degli estranei, ma non possiamo lasciarlo morire nella foresta.”

L'anziano maestro rimase in silenzio, considerando la scelta più giusta.

“Per favore”, lo sollecitò Isamu, e chinò la testa. “Maestro, per favore. Se ci fa del male... metterò fine alla sua vita con le mie stesse mani, come tu mi hai insegnato. Lo giuro.”

L'anziano maestro si aggiustò la tonaca maestosa, quasi regale. “Portalo in infermeria”, decise.

“Grazie infinite, maestro.” Isamu toccò quasi il pavimento con la fronte. Suo nonno non rispose nulla. Si allontanò, col bastone incastonato che ticchettava sul pavimento di legno.

“Ti aiuto a portarlo”, si offrì l'altro monaco.

 

*

 

L'infermiere era andato al villaggio per comprare erbe medicinali, così Isamu aiutò il medico al suo posto. Lo sconosciuto si svegliò la sera stessa ma non parlò per tre giorni. La sua mandibola era gravemente danneggiata, e poteva solo inchinarsi verso il dottore, o verso Isamu, per mostrare la sua gratitudine.

Isamu non vedeva l'ora di sentire la voce dello sconosciuto e di parlare con lui. Ma sapeva di non dover affrettare la sua guarigione.

Andò verso l'armadietto dell'infermeria e prese il necessario per l'igiene personale: una tazza di legno, un pettine, una saponetta e un barattolo di dentifricio. Portò tutto allo sconosciuto, attento a non lasciar cadere nulla per terra.

“G-grazie.” Lo sconosciuto lo sorprese col suo tentativo di parlare, poi unì le mani in un gesto di gratitudine. Isamu si morse le labbra, per qualche motivo imbarazzato. Non sapeva cosa rispondere. Non si aspettava nessun riconoscimento per quello che stava facendo. Era scontato .

“Non dirlo nemmeno”, rispose, e tornò versò l'armadietto. Tirò fuori una ciotola di legno e la riempì d'acqua fresca. La passò allo sconosciuto. “Come ti chiami?”

“R-Ryu”, rantolò lo sconosciuto, e fece subito una smorfia di dolore. “E tu?”

“Sono Isamu”, si presentò, un po' dispiaciuto per il dolore che il dialogo stava causando allo sconosciuto. “Che cosa ti è successo?”

“I soldati del Duca Ozuru mi hanno dato la caccia.”

“Perché?”

“Ho disertato dalla loro truppa durante una battaglia, tre mesi fa.”

“Hai disertato?!” Isamu non riusciva a immaginarlo. Se avesse provato a farlo in battaglia, suo nonno l'avrebbe di certo punito severamente.

“Dovevo andare a casa”, spiegò Ryu, poi tornò silenzioso per un momento. “Per vedere un'ultima volta mia madre, che stava morendo”, aggiunse.

“Oh...” Isamu non sapeva cosa dire. Avrebbe voluto allontanarsi per nascondere il suo imbarazzo, ma non aveva scuse: Ryu aveva tutto ciò che gli serviva per lavarsi. “Condoglianze.”

“Grazie... Ho pensato che avrei trovato rifugio nel monastero. Ho cercato di nuotare fino all'altra sponda del lago. Ma mi sono ritrovato in mezzo a una tempesta e sono quasi annegato.”

Isamu confidò all'uomo i suoi pensieri: “Sei stato fortunato. Sei sopravvissuto al Lago dell'Eccellenza ”.

“Quindi è così che chiamate il Lago della Morte ?” Un lampo di divertimento si accese negli occhi di Ryu. Isamu notò che erano vermiglione. E il vermiglione gli ricordava le lacche e i rubini: tutte le cose preziose. “Nome interessante.”

Si lavò la faccia, e Isamu si alzò per gettare via l'acqua sporca. Passò a Ryu un asciugamano pulito e bianco e disse: “Forse potresti rimanere con noi, se cerchi rifugio dal Duca Ozuru”.

“Oh, magari”, sorrise Ryu, poi scosse la testa. Prese il pettine da sopra le lenzuola. Per un attimo, Isamu si sentì tentato di toccargli i capelli. Lottò contro sé stesso con tutta la sua forza per non farlo. “Il maestro del monastero potrebbe non accettare un altro allievo.”

“Potrei provare a convincerlo”, disse Isamu. “Sono suo nipote.”

“Oh.” Ryu lo guardò con occhi diversi: come se si vedessero per la prima volta, e Ryu volesse valutare i punti forti e deboli di Isamu. “Allora... sei tu . Sono sorpreso.”

“Sorpreso?” gli fece eco Isamu.

“Non mi sarei mai aspettato che il nipote dell'anziano maestro si sarebbe preso cura di me.” Ryu sollevò le sopracciglia e un sorrisetto sexy apparve sulle sue labbra rosee. “Sono onorato.”

“Io faccio di tutto qui”, spiegò Isamu, con le guance che bruciavano. “Spazzo i pavimenti, strappo le erbacce e preparo i pasti come chiunque altro. Mio nonno ha voluto che crescessi come una persona modesta e operosa. Lui dice che dobbiamo apprezzare le cose quotidiane, perché ci danno un senso di stabilità. Il che, a sua volta, ci aiuta a costruire la nostra resilienza, che ci aiuterà nei momenti di crisi.”

Ryu aprì la bocca per rispondere, ma in quell'esatto momento il medico entrò nella stanza, interrompendo la loro conversazione.

 

*

 

L'anziano maestro vide del potenziale nella forza di Ryu e nella sua conoscenza delle truppe del Duca Ozuru. Così decise di permettere a Ryu di restare al tempio e allenarsi con gli altri. Ovviamente, qualcuno doveva tenerlo d'occhio. Il compito fu affidato a Isamu, che in ogni caso passava il suo tempo con Ryu.

Isamu si sentiva spinto verso l'altro uomo da una forza magnetica. Il sentimento sembrava reciproco; a Ryu piaceva stare con Isamu, e i due diventarono amici quasi all'istante.

 

*

 

Spesso uscivano di soppiatto all'alba per allenarsi insieme. Usavano spade create con tre stecche di bambù e inserti in cuoio. Indossavano pantaloni ampi, perfetti per i calci in alto, giacche in comoda stoffa e guanti di tessuto. Per proteggersi il volto, portavano degli elmetti con griglie metalliche.

Non appena attraversarono l'uscita est del monastero, furono salutati da una vista spettacolare. L'aurora dorata dell'alba calava luminosa sul paesaggio roccioso, lasciando un velo di vapore acqueo. Sembrava che la dea del sole fosse seduta lì a sorvegliare il complesso del tempio.

Di solito combattevano sul campo di addestramento di fronte al cancello est, ma quella mattina il sole era troppo caldo. Perciò andarono nella parte sud del lotto. C'erano dei giardini e, dietro questi, cresceva una piccola foresta con prati selvatici. Loro scelsero quello più grande e magnifico. Fiori con enormi calici ondeggiavano dolcemente al vento, e il loro aroma intenso aveva un profumo paradisiaco. Un colibrì con piume dai colori vivaci batteva le ali in lontananza. Poi scomparve tra i petali tinti in diverse gamme di colori. Perfino le foglie dei cespugli vicino alle mura della foresta brillavano come vetro.

“Questo è il posto più magico che abbia mai visto”, sospirò Ryu, riempiendosi gli occhi delle meraviglie della natura.

“Già.” Isamu dovette dargli ragione, anche se si sentiva più incantato dal viso affascinante di Ryu. “È incredibile.”

“Cominciamo l'allenamento.” Ryu si voltò verso Isamu e assunse la posizione corretta. “Abbiamo già perso un sacco di tempo.”

“E di chi è la colpa? Se tu andassi a dormire prima, ti sveglieresti anche prima”, lo punzecchiò Isamu.

Ryu non rispose. Isamu fece un salto brandendo la spada, dando così inizio al combattimento. Ryu scivolò sull'erba. Questa gli frustò le caviglie, lasciando una scia di gocce di rugiada sulla sua pelle. Lui attaccò, ma Isamu era un abile guerriero, capace di schivare quasi qualunque attacco. Le loro spade tintinnavano.

Isamu si puntellò in avanti con il piede e sferrò un colpo che quasi ferì Ryu. Ryu scivolò sull'erba umida, perse l'equilibrio e cadde tra i fiori di campo. Isamu gli saltò addosso ma, prima che riuscisse a mettere la lama al collo dell'amico, i ruoli si erano invertiti. Ryu era addosso a Isamu e lo immobilizzò con le mani e le ginocchia.

Isamu si tolse l'elmetto, indicando così la fine del combattimento. Ryu fece la stessa cosa. A quel punto si guardarono negli occhi. Scintille di luce e frammenti d'ombra danzavano nelle iridi rosse di Ryu, dando loro un aspetto soprannaturale, elettrico. Il solo guardare Ryu provocò a Isamu un'impennata di energia extra. Tutto sembrava più eccitante e intenso, con Ryu accanto. Era come se Ryu gli infondesse nuova vita. Isamu non si era mai sentito in quel modo prima, e non era certo di cosa significasse, ma il suo intuito gli diceva che era speciale.

Fece un movimento goffo, nel tentativo di riguadagnare la libertà, ma Ryu non si spostò.

“Non ti lascerò andare così facilmente”, Ryu sussurrò in faccia a Isamu, col fuoco che gli splendeva negli occhi. “Sei la mia preda, adesso.”

Sentire quelle parole eccitò Isamu. Il sangue gli ribollì nelle vene, e il rossore coprì le sue pallide guance.

“Devi imparare che perdere contro di me è un errore”, mormorò Ryu, avvicinandosi minacciosamente. Adesso era quasi steso sopra Isamu e, mentre parlava, il suo respiro solleticava l'orecchio di Isamu. “Non puoi essere così facile , Isamu: toglie tutto il divertimento ai duelli.”

“Facile?!” Isamu si sentì offeso. Cercò di spingere via Ryu, ma lui non si mosse. Anche se era il nuovo allievo del monastero, era diventato in fretta uno dei suoi guerrieri più forti. Aveva appreso varie abilità da famosi maestri militari. “Che significa che sono facile ?”

Ryu rilasciò tutto il peso del suo corpo contro Isamu, pressandolo sul terreno. La sua mano vagò verso la nuca di Isamu. Vi fece pressione con le dita, ma Isamu sapeva che, se solo Ryu avesse voluto, avrebbe potuto rompergli la schiena. Isamu fece un altro aggressivo tentativo di muoversi, ma Ryu era molto più forte di lui.

“Se fossimo nemici, potrei mettere fine alla tua vita in questo momento”, affermò. “Se fossimo amanti...” Si fermò per un attimo. “Ti farei mio senza difficoltà.”

Gli occhi di Isamu si spalancarono, i suoi muscoli si tesero. “Non puoi essere serio!” ansimò.

Ryu lo ignorò. Si avvicinò ancora di più e passò le dita tra i capelli di Isamu. Il cuore di Isamu scalpitò nel suo petto, e l'eco di quel battito risuonò nelle sue orecchie come una campana tibetana.

“Ti ho desiderato dalla prima volta che ti ho visto”, confessò Ryu, poi chiuse gli occhi. “E ora... siamo qui, in questo posto mozzafiato... da soli... solo io e te.” Afferrò una ciocca dei capelli di Isamu e, dolcemente, gliela infilò dietro l'orecchio.

Il collo di Isamu si coprì di sudore freddo. Il pensiero di Ryu che faceva l'amore con lui accese un desiderio disperato nei suoi lombi. Ma non poteva lasciare che accadesse. Era l'erede del monastero sulla montagna, che era un luogo sacro. Se qualcuno li avesse scoperti...

Doveva controllarsi e trovare un modo per uscire da quella situazione difficile. Ma la voce di Ryu era troppo sensuale e seducente, impossibile opporvisi...

“So che hai paura...” disse Ryu. “Sei così puro ... Così innocente. Ma non c'è nulla da temere. Davvero. Giuro che sarò dolce... Mia bella signora !” La sua voce si incrinò.

E lui scoppiò a ridere.

Quando Isamu sentì quella risata, fu come se mille gelide lame di spada gli perforassero il cuore. La delusione fu così tremenda che quasi gli mancò il respiro. Ryu allungò la mano, aiutandolo ad alzarsi. Quando entrambi furono in piedi, Isamu lo spinse per vendetta.

“Ehi, che cos'era quello?! Dovevo spaventarti!” Ryu prese da terra il suo elmetto e se lo mise sotto il braccio, il che indicava la fine del loro allenamento. “Altrimenti commetteresti gli stessi errori anche al nostro prossimo allenamento.”

“Io combatto seguendo la tecnica del monastero”, obiettò Isamu. Era di cattivo umore, perché Ryu l'aveva preso in giro e costretto a provare cose per cui non era davvero pronto. “È diversa da quella che ti è stata insegnata nella provincia del sud.”

“Ma io non la sto paragonando ai miei insegnamenti originari.” Ryu scosse la testa. “Andiamo a fare colazione, ti spiegherò tutto per strada.”

 

*

 

Circa tre o quattro settimane dopo, l'anziano maestro mandò Isamu ai giardini dell'uscita est per cercare bacche e portare in cucina tre barbabietole da zucchero. Mentre camminava lungo le pareti dell'edificio principale, puntanto al più vicino ingresso del monastero, sentì il suono della cetra. Era così malinconico...

Isamu chiuse gli occhi per perdersi in quel suono, poi si avvicinò alla finestra. Scacciò via due farfalle che gli volavano davanti e sbirciò la persona che suonava.

Non era altri che Ryu. Portava una fastosa tonaca nera. Argento, vetro e piume azzurre di martin pescatore decoravano il suo chignon. Il resto dei suoi capelli copriva le sue braccia come due flussi di un fiume nero. Era concentrato sullo strumento, e questo gli conferiva un aspetto grave e austero. Una volta che Isamu l'ebbe visto, non riuscì a staccargli gli occhi di dosso. Guardò e guardò finché l'imbarazzo lo costrinse ad allontanarsi dalla finestra. Sedette sul sentiero, dando le spalle al muro di pietra, e chiuse gli occhi. Stava cercando di controllarsi; ci stava provando sul serio. Non voleva che Ryu lo seducesse e si prendesse ancora gioco di lui.

 

*

 

Passarono altri due mesi e, in quel periodo, Isamu non perdette contro Ryu nemmeno una volta. Odiava il pensiero di essere preso in giro un'altra volta, e non lo avrebbe permesso a Ryu. Ma Ryu non sembrava interessato a tormentare Isamu. Qualcos'altro occupava i suoi pensieri: la lettera minatoria del Duca Ozuru. Ryu era certo che il Duca Ozuru non avrebbe risparmiato nessuno al monastero sulla montagna, e convinse tutti a dedicare quanto più tempo possibile agli allenamenti.

Il cortile d'addestramento era pieno di altri monaci, perciò Ryu e Isamu attraversarono l'uscita sud. Impiegarono più tempo di quanto inizialmente previsto e, alla fine, tutti i monaci lasciarono il campo d'addestramento, lasciandoli soli fuori dall'uscita sud. Ryu si tolse l'elmetto e lo poggiò accanto ai suoi piedi. Poi si mise le mani dietro la schiena e si avvicinò al precipizio. Sedette sull'orlo e guardò avanti. Isamu sapeva che Ryu non poteva scivolare giù, ma ebbe l'impulso di afferrarlo da sotto le braccia e trascinarlo verso un punto più sicuro.

“Sta' attento”, lo avvisò, sperando di non sembrare troppo protettivo. “Quando mio nonno era giovane, un altro apprendista si ubriacò e cadde da qui.”

“Oh. Dev'essere stata una morte dolorosa.”

“Sì. Ma fu veloce. Quando mio nonno andò giù per cercare di aiutarlo, era già morto”, ricordò Isamu.

“Una vera disgrazia. Dev'essere stato traumatico per tuo nonno.”

“Sì.” Isamu sedette accanto a Ryu. “Credo che non l'abbia mai superata davvero.”

Ryu guardò nel precipizio e fece un sospiro silenzioso e triste.

“Isamu, ho un peso sul cuore.”

“Che cosa ti preoccupa?”

“Sono un traditore. Ho tradito il Duca Ozuru una volta, disertando dalle sue truppe e cercando rifugio qui. Ora lo sto tradendo per la seconda volta, insegnando ai monaci le sue tattiche e lavorando con tuo nonno. In futuro, quando arriverà qui... lo tradirò di nuovo. Sai come? Combatterò contro di lui, per proteggere te e tuo nonno.”

“Ryu...” Isamu non sapeva cosa dire. “Non è più il tuo maestro.”

“Lui non la pensa così.”

“Come lo sai?”

“Quando siamo andati al villaggio la scorsa settimana, sono stato riconosciuto da una delle sue spie. Mi è stata data una lettera, che dichiara che il Duca Ozuru è pronto a perdonare la mia permanenza qui solo se tradisco il Monastero di Mayu nella prossima battaglia. Ho portato la lettera a tuo nonno.”

“E che cosa ha detto?” Isamu era curioso di conoscere la reazione del suo tutore.

“Il maestro mi ha ordinato di dare al Duca Ozuru una risposta positiva e ingannarlo. So che sto facendo la cosa giusta, ma il Duca Ozuru... non mi perdonerà mai. È potente, e ha tantissimi alleati nella regione. Mi troverà e mi ucciderà. Per questo motivo... potrei dover tornare nella provincia meridionale una volta che avrà scoperto la verità. Questa... potrebbe essere la fine della nostra amicizia.”

“Perché?” gli domandò Isamu. “Possiamo scriverci lettere...”

“Le lettere non saranno sufficienti.” Ryu sorrise tristemente. “Ho pensato a noi e... ho capito una cosa importante. Vorrei che potessi sentirlo tu stesso.”

“Sentire cosa? Non giocare con i miei sentimenti, Ryu. È crudele.”

“Non l'ho mai fatto, Isamu.” Ryu prese la mano di Isamu e la strinse. “Sei davvero importante per me... Ma devo tenere il mio amore segreto, sepolto nel profondo del mio cuore. E quando non ce la faccio più, e sbaglio, devo essere rapido a scherzarci sopra, in modo che nessuno ci scopra.”

“Il maestro non permetterebbe mai una relazione nel territorio del tempio. E anche se lo facesse, gli altri monaci non capirebbero. A tutti noi è stato insegnato che le relazioni sono per la gente comune”, sospirò Isamu. “Vorrei che potessimo scappare via, solo io e te. Ma io sono incatenato a questo posto, come unico erede di mio nonno. Non posso andarmene.”

“Lo so”, disse Ryu. “E io sono un traditore, il che significa che un giorno sarò costretto ad andarmene. Per sempre. E questo... questo mi distrugge. Dico a tutti che sei mio fratello, ma ti desidero ogni singola notte.”

“Per me è lo stesso.” Isamu appoggiò la testa sulla spalla di Ryu. “Non so se può consolarti, o se invece ti rende le cose più difficili.”

“Il nostro amore non ha futuro, ma almeno è reciproco.” Ryu cercò di sorridere. Cinse Isamu con il braccio. “Forse nella prossima vita saremo felici insieme.”

Si abbassò verso Isamu e lo baciò dolcemente sulle labbra. Non appena lo fece, Isamu si sentì come se si fosse svegliato da un lungo sonno senza sogni. La sua vecchia visione del mondo si frantumò in un milione di frammenti. Capì che nulla, nulla al mondo, nessun potere, nessuna vittoria, nessuna meditazione gli avrebbe mai fatto provare quello che provava per Ryu.

“Ti amo”, sussurrò. “Possono proibirmi di stare con te, ma non possono proibirmi di amarti.”

 

*

 

Arrivò la stagione arida. Isamu e Ryu passavano insieme infinite ore: allenandosi, studiando, meditando e sbrigando commissioni. A volte, si scambiavano baci furtivi quando nessuno guardava. Ma dovevano stare incredibilmente attenti, perché una o due volte erano stati quasi beccati.

Isamu sentiva la mancanza di Ryu in modo ossessivo e, invece di esercitarsi con la calligrafia, disegnava ritratti di Ryu. Non era facile perché, per ovvi motivi, Ryu non poteva posare per lui. Isamu continuava a lanciargli occhiate furtive durante il giorno, cercando di memorizzare piccoli dettagli dell'aspetto di Ryu.

La migliore occasione per fissarlo era fare il bagno nella lavanderia. Il locale aveva un imponente focolare con sopra un calderone metallico; così era sempre saturo di vapore caldo. Isamu continuava a scrutare i riflessi di Ryu negli specchi metallici appesi sulle pareti di legno. Il vapore acqueo colava giù dalle scintillanti superfici come lacrime, punteggiando l'immagine del fisico ammirevole di Ryu. Isamu non poteva fare a meno di sognare ad occhi aperti come sarebbe stato avere Ryu tutto per sé; stare insieme da soli. Ma davvero da soli, non solo momentaneamente. Isamu voleva disperatamente un contatto fisico con l'altro. Anche se continuava a toccarsi, questo gli dava solo un sollievo temporaneo. Il suo cuore restava pieno di desiderio.

 

*

 

“Io provo lo stesso”, confessò Ryu, mentre stendevano il bucato in giardino. “Lo stesso, lo stesso, lo stesso, e mi sta facendo impazzire. A volte penso che sarebbe più semplice se morissimo entrambi...”

“Non dirlo nemmeno.” Isamu gli si avvicinò. Approfittò del fatto che erano coperti da due file di ampie lenzuola, e diede a Ryu un bacio veloce. “Dev'esserci una via di scampo. È solo che non l'abbiamo ancora trovata.”

“Spero che tu abbia ragione”, sospirò Ryu.

 

*

 

La sparatoria iniziò alle dieci di mattina.

Isamu e Ryu erano in piedi nel cortile del tempio, a discutere delle prossime elezioni, quando le truppe del Duca Ozuru spararono tre colpi a indicare l'inizio della battaglia.

I due giovani si scambiarono solo un'occhiata, poi il cancello del monastero esplose , lasciandosi dietro una nuvola di polvere da sparo. Ryu tirò fuori all'istante la sua spada e si mise davanti a Isamu. Ma Isamu non voleva che lui rischiasse la sua vita, perciò sguainò a sua volta la spada.

“Che stai facendo?!” lo rimproverò Ryu. “Sono tutti qui per prendere te e tuo nonno, scappa!”

“Non puoi combattere contro di loro da solo!” si oppose Isamu. “E se morissi?!”

“Imparerai a continuare a vivere”, disse Ryu con durezza.

Quelle parole arrivarono dritte al cuore di Isamu e lo spezzarono. Avrebbe voluto dire a Ryu che senza di lui non sarebbe mai stato felice. Ma non poteva, non con le truppe del Duca Ozuru a pochi metri da loro.

Si allontanò e corse ad avvertire suo nonno.

La battaglia per distruggere il Monastero di Mayu ebbe finalmente inizio.

 

*

 

In soli tre giorni, tutto era ridotto in polvere. L'anziano maestro era stato gravemente colpito alla testa e morì all'ospedale. I monaci lottarono con coraggio, ma quando le truppe di rinforzo del Duca Ozuru assaltarono il tempio, l'unica scelta ragionevole era scappare via. Il dipinto a olio fu rubato; per fortuna, Isamu riuscì a salvare la collana di Mayu. Se la mise al collo per protezione.

Rimanere al monastero sulla montagna era troppo pericoloso, adesso. Così, Isamu e Ryu cercarono rifugio in un santuario abbandonato e nascosto nel cuore della foresta. Non c'erano sentieri visibili che conducessero fin lì, perciò era stato dimenticato dalla maggior parte dei locali. In realtà, gli unici ancora interessati a quel posto erano i monaci del monastero alla ricerca di un rifugio silenzioso. Grazie alle loro visite, il santuario era ancora in buono stato.

Ryu portò un po' di candele dalla stanza di adorazione e le accese. Poi lui e Isamu andarono nel ripostiglio, che fu trasformato in una piccola camera da letto. Ryu si guardò intorno. C'erano polvere e un po' di ragni ma, per fortuna, nessun altro animale.

“Penso che possiamo restare, per stanotte”, valutò.

Isamu non disse nulla. Pensava che si sarebbe sentito al sicuro in quel luogo, ma no. Le sue mani tremavano, e non riusciva a stare fermo. Quasi sussultò quando Ryu toccò il suo braccio, incoraggiandolo in silenzio a togliersi l'armatura. Quando Isamu lo fece, notò che la sua tonaca di seta azzurra era macchiata di sangue. All'improvviso si ricordò dei disinfettanti, gli unguenti e le bende disponibili nella stanza del dottore. Solo una parte di lui desiderò di averli; l'altra parte di lui voleva morire.

“Sono con te, amore”, sussurrò Ryu, e attirò Isamu al suo petto. “Non sei solo, okay? Siamo insieme in questa situazione.”

“R-Ryu...” Gli occhi di Isamu si riempirono di lacrime. Non voleva piangere, ma non riuscì a impedirselo. Era stato forte per troppo tempo, e adesso stava semplicemente crollando. “Non ce la faccio, proprio non posso. Non sono un soldato come te, sono un monaco... Il monastero sulla montagna era la mia casa. Ora sono solo rovine... Il nonno è morto, e...”

Era così traumatizzato da quella situazione da non riuscire a parlare. Sapeva che suo nonno era malato e sarebbe morto, un giorno. In più, neanche lui era perfetto: aveva accumulato un sacco di cattivo karma in gioventù perchè continuava a scappare dal tempio. Comunque non meritava di essere ucciso!

Ryu strinse Isamu con tutta la sua forza, poi lo condusse a letto. Non era che una tavola di legno avvolta nelle coperte, ma era meglio di niente. Ryu si tolse rapidamente l'armatura, e i due si stesero insieme.

“Riposati un po'”, sussurrò Ryu, abbracciando Isamu da dietro.

“Non posso.” Le lacrime rigavano il volto di Isamu. “Ho perso tutto.”

“Non è vero. Io sono ancora qui.”

“Ne abbiamo già parlato, giusto?!” Isamu voltò il viso verso di lui. “Tu progetti di andartene, ma io... io non posso farlo. Sono il futuro di questo posto. Se lo abbandono, la mia vita perderà ogni significato.”

“Non ti sto chiedendo di lasciarlo”, disse Ryu con dolcezza, assicurandosi che i piedi di Isamu fossero ben coperti. Non voleva che nessuno dei due si prendesse un raffreddore. “So quanto il monastero sia importante per te, e sono consapevole della responsabilità che senti nei suoi confronti. È solo... che non possiamo tornarci adesso . Noi siamo solo due, e il Duca Ozuru ha almeno trenta uomini. So che vuoi vendetta, Isamu, ma per il momento è necessario mantenere un profilo basso, per sicurezza.”

Isamu sapeva che le parole di Ryu avevano senso, ma non riusciva a immaginare di lasciare il tempio nelle mani del Duca Ozuru. Gli sembrava di trascurare il suo compito più importante. Non poteva farlo, a prescindere da quanto desiderasse scappare via con Ryu e averlo tutto per sé.

“Non so che cosa fare”, mormorò Isamu. “Proprio non lo so...”

“Potremmo trovare la casa dei tuoi genitori”, suggerì Ryu con delicatezza.

“Non posso credere che il Duca Ozuru li abbia risparmiati...”

“Fidati di me, non oserebbe attaccare semplici civili. Inoltre, come potrebbe scoprire chi sono davvero i tuoi genitori? Non hanno mai visitato il tempio, nemmeno una volta. E io non ti ho mai visto scrivere lettere per loro...”

“Il nostro rapporto era complicato”, ammise Isamu, e sbadigliò. Il suo corpo stanco stava lentamente cedendo al comfort e al calore portati dalla vicinanza di Ryu. Nonostante il trauma, avere il suo amato Ryu a pochi centimetri di distanza rendeva tutto migliore.

“Che cosa intendi per complicato?”

“Non sono stati felici che io abbia scelto di vivere con il nonno.”

“Sul serio?” Ryu accarezzò delicatamente i capelli di Isamu. “Pensavo che fossero fieri di te...”

“No, affatto”, sospirò Isamu con risentimento. “Mio padre voleva che diventassi un soldato, come te. E mia madre, be'... se avesse potuto scegliere, mi avrebbe fatto diventare un artigiano.”

“Capisco, avevano altri progetti per te”, commentò Ryu, tracciando una scia di timidi baci sul collo di Isamu.

Isamu non disse nulla, chiuse solo gli occhi. Una parte di lui considerò l'idea di dimenticare tutto e perdersi senza pudore nel caldo abbraccio di Ryu. Ma sapeva che non avrebbe risolto i loro problemi. Dovevano trovare una soluzione, almeno una temporanea.

“Suppongo che non farà male cercare i tuoi genitori”, suggerì Ryu. “Facciamolo domani.”

 

*

 

Isamu dormì solo un paio d'ore. Non fu proprio un ottimo riposo, comunque. Si voltava e rigirava senza sosta. Alla fine, Ryu scosse leggermente la sua spalla. Era quasi l'alba, e dovevano andare.

Bloccarono in fretta la porta del santuario e si misero in viaggio. Faceva molto freddo fuori, e il vento montano del mattino li accompagnò ad ogni passo nel loro percorso. Si annidò nel cuore di Ryu, portando la speranza di un cambiamento, e fomentò nella mente di Isamu il bisogno di agire.

Camminarono a lungo giù per il pendio. La paura e il dolore tennero Isamu in uno stato di torpore emotivo, che si stava pian piano trasformando in invincibile coraggio. Si stava preparando ad affrontare il Duca Ozuru e vendicare suo nonno, il maestro del monastero. Ma, per il momento, sapeva che Ryu aveva ragione; avevano bisogno di un vero riposo.

La vista delle strade del villaggio risanò un minimo il senso di sicurezza di Isamu. Quel giorno il tempo era bello; così le strade brulicavano di vita. La folla era un perfetto nascondiglio, e Isamu si sentiva meno nervoso all'idea di cercare i suoi genitori.

Prima di bussare alla porta, aveva già provato un paio di volte il suo discorso di ritorno . Ma non era destino che lo pronunciasse: la casa era vuota. E la polvere che copriva le finestre dall'interno indicava che non era una novità. I vicini confermarono i dubbi di Isamu: sua madre e suo padre se n'erano andati molto tempo prima, e si trovavano molto lontano.

“Che cosa facciamo adesso?” chiese Ryu ad alta voce. “Pensi ci sia qualcuno che possa aiutarci?”

“Non lo so”, rispose Isamu. “Devo pensarci.”

Allora si ricordò del panettiere. Era sempre stato un intimo amico del maestro del monastero.

L'uomo riconobbe Isamu all'istante, ma fu sconvolto dalle notizie riguardo agli ultimi avvenimenti al tempio.

“Non sapevamo nulla”, ammise, scuotendo la testa con gli occhi lucidi di autentica tristezza. “Se avessimo saputo, avremmo racimolato degli uomini e vi avremmo mandato aiuto.” Con quelle parole, diede loro del pane dolce da mangiare.

Era stranamente consolante, per Isamu, sedere semplicemente con Ryu e il panettiere in quel posto caldo e pieno di profumi deliziosi. Si rese conto di quante piccole gioie gli passassero davanti quando si trovava al Monastero di Mayu. Non progettava necessariamente di passare lì dentro tutta la sua vita ma, per il momento, doveva salvarlo dalle mani del nemico, e ricostruirlo. Non poteva abbandonare quell'obiettivo, ed era ben consapevole del fatto che tenere un profilo basso, come aveva suggerito Ryu, sarebbe stato davvero difficile.

“Pensavo che voi due potreste aver bisogno di soldi, se avete intenzione di restare al villaggio”, disse il panettiere. “Isamu, mia moglie sarà felice di portarti alla sua bottega per tingere batik. Penso che tu abbia bisogno di un posto tranquillo per pensare a cosa fare adesso. Per quanto riguarda te, Ryu, il figlio di mio fratello ha bisogno di un istruttore. Vuole passare le prove per il militare l'anno prossimo. Potresti insegnargli quello che sai. Ho una stanza libera a casa mia, posso prepararla per te.”

“Non so come ringraziarla.” Ryu unì le mani e si inchinò. “Siamo molto grati per il suo aiuto, vero, Isamu?”

“Mh, certo”, annuì Isamu, ingoiando l'ultimo boccone del suo pane dolce. “Ovviamente la ripagheremo per tutto.”

“Non ce n'è bisogno. Tuo nonno è sempre stato generoso con me, Isamu”, sorrise il panettiere. “La collana di Mayu che indossi ora ha salvato la vita di mia moglie da una malattia pericolosa, e ha portato prosperità sui nostri bambini. Ora sono più che felice di fare tutto quanto è in mio potere per aiutarvi.”

 

*

 

Un mese dopo, accadde l'imprevedibile: il Duca Ozuru fu ucciso del regnante della regione limitrofa: il Duca Eiji.

Il Duca Eiji stava diventando sempre più popolare perché – a differenza del Duca Ozuru – era attento agli interessi delle persone, invece di pensare solo a sé stesso.

Appena Isamu seppe di più su di lui, capì che quella era la sua occasione. Se fosse riuscito a portare il Duca Eiji dalla sua parte, avrebbe potuto ottenere le risorse necessarie per riconquistare il monastero sulla montagna... I soldati del Duca Ozuru vi risiedevano ancora, e adesso stavano costruendo una torre di osservazione. Isamu moriva dalla voglia di buttarla giù.

“Sei sicuro che metterti in contatto col Duca Eiji sia una buona idea?” Ryu non era convinto. “Non lo conosciamo... è una personalità nuova, ed è difficile fidarsi di lui. Presto ci saranno le elezioni imperiali, e magari lui sta giocando con i sentimenti delle persone per ottenere voti...”

“Il che potrebbe essere la mia occasione”, sottolineò Isamu. “Il Monastero di Mayu aveva il rispetto della gente comune; sono ben consapevole di questo. Quale altra ragione aveva per uccidere il Duca Ozuru? Devo trovarlo. Potremmo essere in grado di aiutarci a vicenda...”

“Ma, Isamu...” Ryu piegò la testa. “Non sarebbe meglio se andassimo nella provincia meridionale, invece? Lì è più sicuro; possiamo sempre imbarcarci su una nave e viaggiare verso un altro paese...”

“Perché insisti sul tornare lì?” Isamu non riusciva a capire. “Non hai mai detto di avere qualcuno di importante lì... o ce l'hai?”

“Non ce l'ho.” Ryu gli prese la mano e la strinse. “Ma...” Si morse il labbro. “È l'unico posto in cui possiamo stare insieme apertamente. Se ci baciamo per la strada, nessuno riderà. E io, io ti amo così tanto che... sono stanco di nasconderlo.”

“Ma io ho una missione, Ryu!” Isamu scostò la sua mano. “Sai quanto sia importante!”

“Sì...” annuì Ryu. “È più importante di noi, quindi?”

“Ryu...” Isamu lo guardò negli occhi. “Io ti amo, ma ci sono dei doveri che non posso trascurare...”

“Perché sei così legato a quel posto?!” sbottò Ryu, stanco di sentire Isamu ripeterlo continuamente. “Stai cercando la verità, lo so. Ma... ma puoi trovarla ovunque, non solo sulla cima di quella montagna! Non hai fame del mondo esterno? Non sei curioso? Non vuoi imbarcarti in nuove avventure insieme a me?”

“Sì che voglio!” lo interruppe subito Isamu. “È solo che non sono libero, Ryu. Ehi, perché non ti unisci a me nel dialogo con il Duca Eiji? Se accettasse di sponsorizzarci, potremmo recuperare il Monastero di Mayu e ricostruirlo... Così potremmo finalmente sentirci di nuovo in pace!”

“E baciarci tra le lenzuola? Sono stanco, Isamu!” protestò Ryu. “Non voglio nascondermi... Non vedi come ti guarda la figlia del panettiere? Sono geloso, e non posso fare nulla!”

“Ryu...” Lo sguardo di Isamu si addolcì. “Sai che non sono interessato a lei. Tu sei l'unico...”

“Se lo sono davvero, allora perché stiamo litigando riguardo alla nostra relazione, tanto per cominciare?” si lamentò Ryu, profondamente ferito. “Potremmo essere molto felici insieme, ma tu devi fare il testardo...”

Isamu non disse nulla. Distolse solo lo sguardo da Ryu, come se volesse evitare di affrontare la verità, ma era impossibile.

“Mi dispiace”, sussurrò alla fine. “Ma non posso impegnarmi di più in questa relazione al momento. Ti amo davvero, ma sono bloccato dai miei obblighi, e non posso ignorarli. Non sarei me stesso, se lo facessi.”

“Va bene”, disse Ryu.

“Va bene?” gli fece eco Isamu. “Senti... possiamo parlarne!”

“Sono stufo di discutere sempre gli stessi problemi!” sbottò Ryu. “Potremmo risolvere tutto se solo lo volessi anche tu... Ma è chiaro che non vuoi . Non avrei dovuto aspettarmi nulla da te; sei un monaco, dopotutto. Il distacco è l'unica cosa a cui sei attaccato”, rise amaramente.

“Tu non puoi sapere che cos'ho nel cuore!” protestò Isamu.

“Me lo stai mostrando! Tutto il tempo!”

“Ah, davvero? Se è così, allora perché sei ancora qui?! Va' nella provincia meridionale, se è lì che vuoi stare! Ma io, io non mi muoverò”, ringhiò Isamu. “Devo prendermi la mia vendetta, riconquistare l'eredità di mio nonno e ricostruirla. Mi aspettavo che mi avresti aiutato a raggiungere questo obiettivo... Sembra che tu riesca a pensare solo ai piaceri carnali. Vattene, se pensi che sia meglio così, ma ti avverto: potrei aver perso tutto, ma ho ancora il mio orgoglio. Non ti correrò dietro. E non ti pregherò.”

“Fantastico.” Ryu aggrottò le sopracciglia. “Questo prova solo che ho preso la decisione giusta... Tu non sai cosa significhi combattere per amore. Addio, Isamu!”

 

*

 

Dopo la loro separazione, il Duca Eiji fu scelto come nuovo imperatore.

Come patrono non-credente delle religioni, sostenne con entusiasmo il progetto di Isamu. Lo aiutò a riconquistare il tempio e investì in esso. Isamu acquisì in fretta nuovi allievi: a differenza di suo nonno, accettava chiunque avesse buone referenze. Insegnava quello che sapeva e, nel tempo libero, studiava per migliorarsi.

Anche se tutto filava liscio, lui continuava a sentirsi perduto. Sapeva di aver fatto la scelta giusta, ma il suo cuore soffriva più di quanto avrebbe osato ammettere.

Quando il dolore per l'amore perduto diventava insopportabile, si ritirava nella terrazza di legno, che aveva costruito proprio fuori dal cancello sud. Lì sedeva su un tappetino e sorseggiava tè verde, guardando la vastità delle montagne azzurre. Gli piaceva molto la vista delle nuvole fluttuanti. Si muovevano lentamente, ricordandogli che il tempo continuava a passare, e che lui, Isamu, era ancora vivo, anche se Ryu gli aveva spezzato il cuore.

 

Tredici anni dopo.

 

Ryu camminava lungo la foresta, accompagnato da tre soldati in armatura brigantina. Appena comparve il cancello del Monastero di Mayu, gli sfuggì un sospiro di sollievo. Era certo che Isamu l'avrebbe aiutato a uscire da quel pasticcio. Era stato catturato perché qualcuno aveva riconosciuto in lui un vecchio soldato del Duca Ozuru. Dopo essere stato accusato di aver lasciato entrare le sue truppe nel Monastero di Mayu – e uccidere il vecchio maestro – era stato imprigionato e aveva ricevuto diverse punizioni corporali. Perfino la sua faccia sanguinava, e la fredda aria autunnale irritava le sue ferite aperte, facendole prudere.

“Aprite!” gridò uno dei soldati, e prese a pugni il cancello di legno. Ryu voleva suggerire di usare il campanello, ma sapeva che non sarebbe stato preso sul serio, perciò rimase in silenzio. “Abbiamo portato il traditore !”

Un attimo dopo, la porta si aprì all'improvviso, colpendo il soldato.

“Ehi!” urlò lui indignato. Guardò dall'altra parte, ma non c'era nessuno. La porta si apriva automaticamente, grazie a un ingegnoso meccanismo.

Ryu non poté trattenersi, e fece un commento sul comportamento del soldato di pochi istanti prima: “La prenda come una lezione. È un posto sacro”.

“È stato raso al suolo grazie a te”, sibilò il soldato.

“Io ero allievo del maestro”, protestò Ryu.

“Eppure sei scappato via come un vigliacco, invece di aiutare Isamu a ricostruire il monastero.”

“Avevo le mie ragioni”, spiegò Ryu, riluttante. “Ragioni che non capirà mai.”

“Sì, certo.” Il soldato si strinse nelle spalle. “Lasceremo che sia il Maestro Isamu a decidere il tuo destino.”

“Perfetto”, ringhiò Ryu, impaziente che quella farsa terminasse una volta per tutte.

 

*

 

Il Monastero di Mayu sembrava un po' diverso da come lo ricordava Ryu. Isamu aveva ricostruito tutto in base al vecchio piano, ma si era assicurato che decorazioni sfarzose mostrassero il potere di quel posto. Anche se faceva una certa impressione, a Ryu non avrebbe potuto importare di meno. Tutto quello che voleva era vedere Isamu: la persona che aveva amato e perduto a causa della sua impazienza e mancanza di umiltà.

Isamu viveva nella stanza di suo nonno, adesso. Quando Ryu finalmente lo incontrò, il suo cuore pianse. Isamu era cambiato molto... Il dolore represso aveva affilato i suoi lineamenti. Ma, poiché aveva affrontato molta sofferenza nella sua gioventù, aveva un'aura di pace straordinaria intorno a sé. Si poteva quasi percepire una forza psichica nella sua sagoma possente, avvolta in regali tonache blu.

Non appena i loro sguardi si incontrarono, gli occhi di Isamu si spalancarono per lo shock. Ryu voleva sorridere ma, prima che ci riuscisse, Isamu guardò in basso. Quando alzò di nuovo lo sguardo, i suoi occhi erano freddi e privi di emozioni.

Mi odia, e non posso nemmeno fargliene una colpa , realizzò Ryu, sentendosi svuotato. Nonostante tutto, si inchinò a Isamu.

“Buongiorno, maestro”, cominciò uno dei tre soldati. “Come ha scritto nella lettera il nuovo regnante della nostra provincia, abbiamo trovato il traditore.”

“In realtà, lui non ha tradito il Monastero di Mayu”, disse Isamu con calma. “Al contrario, mi ha salvato la vita e mi ha aiutato a fuggire. Ci siamo separati solo più tardi, prima che io parlassi con il Duca Eiji.”

I tre soldati si scambiarono occhiate sorprese.

Isamu si alzò.

“Ho scritto una lettera spiegando tutta la situazione. Per favore, fatela avere al nuovo governante. Ryu non è nostro nemico, ma un amico. Per questo motivo, vorrei che rimanesse al Monastero di Mayu per qualche tempo, se è possibile.”

 

*

 

Ryu non riusciva a credere che i soldati lo avessero lasciato andare. Quando finalmente se n'erano andati (senza scusarsi, ovviamente), guardò Isamu e disse grazie .

“Nessun problema”, rispose Isamu. “Vedo che sei ferito.”

“Come la prima volta che ci siamo incontrati”, sottolineò Ryu con un sorriso.

Isamu condusse Ryu alla lavanderia, dove avrebbe potuto lavarsi, e più tardi in infermeria. Ryu era certo che qualcun altro si sarebbe occupato delle sue ferite; ma lo fece Isamu. Ryu si chiese se dovesse dire qualcosa ma, dato che Isamu non diceva una parola, anche lui rimase in silenzio.

Quando ebbero finito, Isamu gli chiese di sedersi nella sala principale. Poi portò dalla cucina un piccolo bollitore di porcellana e due ciotole poco profonde. Si sedettero sui tappetini, a un tavolo basso, e Isamu versò dell'infuso di menta. Il vapore volteggiava nell'ambiente, dando agli oggetti un aspetto diverso.

“Grazie”, disse Ryu.

“Se hai fame, posso portarti della frutta.”

“Non voglio mangiare”, disse Ryu. “Voglio... Voglio solo parlare.”

“Bevi la tua menta e andiamo.”

“Andiamo dove?” domandò Ryu.

“Da qualche parte, dove possiamo stare soli...” rispose Isamu enigmaticamente.

 

*

 

Camminarono in direzione del cancello esterno. C'era un boschetto, e il sentiero seguiva il fiume. La superficie dell'acqua cambiava ogni millisecondo e, con essa, le foglie che vi cadevano dolcemente.

In qualche modo quel monastero, con i suoi santuari, i suoi edifici e la natura, richiamava Ryu. Continuava a ricordargli come lui e Isamu si fossero incontrati e innamorati. Quei ricordi erano dolorosi, perché qualunque cosa ci fosse tra loro apparteneva ormai al passato.

Ti amo ancora, comunque , realizzò mentre guardava Isamu passeggiare pacificamente verso una direzione sconosciuta. E oh, quanto ho desiderato che mi amassi anche tu... So che mi amavi, ma adesso tutto è svanito. Non avevamo nulla e, in un battito di ciglia, il nostro nulla era già finito. Ora, riesco solo a ricordarlo come la cosa migliore che avessimo...

Dal boschetto passarono all'orto, che conduceva al magico prato dove una volta avevano combattuto. Ora, un piccolo padiglione era stato costruito al centro: un luogo segreto e pacifico, invisibile dal monastero. Ryu notò che i fiori rosa che ricordava erano stati quasi completamente sostituiti dalle foglie cremisi autunnali.

Seguì Isamu nel padiglione, e si sedettero su balaustrate di legno opposte, faccia a faccia.

“Sai, Ryu...” cominciò Isamu sottovoce. “Avevo tanto da dirti... ma ora che siamo finalmente qui, ho perso le parole.”

“Posso immaginarlo”, sussurrò Ryu. “Non avrei dovuto abbandonarti in quel momento... Volevo tornare, ma... Ma in qualche modo mi è mancato il coraggio. Solo di recente un contratto commerciale mi ha riportato qui, e il destino mi ha fatto tornare... Mi dispiace, Isamu. Ho rovinato tutto, lo so.”

“È anche colpa mia, in realtà”, sospirò Isamu. “Non posso credere di averti lasciato andare... Vorrei aver dimostrato i miei sentimenti con più coraggio... Ma il passato è passato, e non possiamo più cambiarlo. L'unica cosa che possiamo fare è agire meglio nel presente. Senti, Ryu, io... Io...” La sua voce s'incrinò all'improvviso. Quando parlò di nuovo, sembrava avere di nuovo vent'anni. “Voglio solo che la nostra relazione torni ad essere quella che era.”

“Cosa?” Gli occhi di Ryu si spalancarono. Si avvicinò a Isamu e gli toccò la spalla. “Sul... sul serio?”

Isamu annuì.

“Ero molto innamorato di te”, ricordò. “Sono passati tredici anni e, a volte, ho creduto che mi fosse davvero passata... Ma poi tu tornavi nei miei sogni. Ero pentito per il nostro litigio. Quando ho saputo che saresti tornato qui non sapevo che cosa pensare, come sentirmi. Quando ti ho visto proprio di fronte a me, ho capito che per tutto questo tempo ho solo finto che non mi importasse più. Mentre in realtà, sono... sono ancora innamorato di te.”

“Sei... ancora innamorato... di me?” Ryu gli fece eco lentamente, incapace di credere che Isamu l'avesse portato fin lì per dichiararsi. Sembrava un sogno, e tutto intorno a loro divenne improvvisamente molto più bello, vivido e intenso. “Quindi noi... ci amiamo ?”

“Se ti piaccio ancora dopo tutto quello che abbiamo passato, allora sì. Ci amiamo”, confermò Isamu con un leggero sorriso. Era il primo sorriso che avesse rivolto a Ryu dopo il loro addio e, non appena Ryu lo vide, il suo petto si riscaldò. “Stare con te è meraviglioso... Riempi la mia vita di felicità, non ne ho mai abbastanza di te. Hai toccato il mio cuore e, alla fine, hai anche aperto la mia mente. Sono finalmente pronto a partire con te. Ho compiuto il mio dovere e, adesso, possiamo andare dove nessuno ci conosce. Non ti chiederò più di nascondere la nostra relazione, e sono pronto a soddisfare tutti i tuoi desideri nascosti.” Con queste parole, Isamu si alzò e si avvicinò a Ryu.

Ryu lo fissò, sconvolto. Isamu si abbassò su di lui, facendo saltare qualche battito al cuore di Ryu. Si guardarono per un breve istante. Poi, d'istinto, si avvicinarono. Isamu diede a Ryu un bacio casto e delicato, dolce come un afrodisiaco. Sebbene non fosse la prima volta che si baciavano, dopo quella lunga separazione sembrava che lo fosse.

Non era abbastanza. Ryu si alzò e ricambiò il bacio di Isamu con passione. Lo baciò come non aveva mai baciato nessuno prima, come se fossero da soli nell'intero universo. Il fuoco si era acceso dentro di lui e, ora, l'eccitazione erotica pulsava in tutto il suo corpo. Non aveva mai desiderato tanto un contatto fisico con Isamu quanto lo desiderava adesso. Quanto più si baciavano, tanto più discendevano nel regno della passione. Il cuore di Ryu bruciava di desiderio incandescente.

“Mi sei mancato da impazzire”, sussurrò. “Il tuo viso, il tuo sapore, il tuo odore...”

“Ho un odore?” lo interruppe Isamu.

“Sì”, annuì Ryu. “Profumi di sapone per il bucato e incenso.”

“Oh”, rise Isamu. “Be', adesso anche tu profumi di sapone per il bucato. E un po' anche della lozione alle erbe che ti ho spalmato. Di solito, comunque, sai di legno di sandalo e cuoio.”

Dopo aver detto quelle parole, Isamu slacciò la veste di Ryu e sbottonò la sua camicia. Si fermò un attimo ad ammirare il tuo torace scolpito. Le sue dita danzarono lentamente sulla pelle di Ryu, palesando che lui voleva di più.

“Che stai facendo, Isamu?” domandò Ryu, un po' allarmato.

“Voglio fare l'amore con te”, ammise Isamu, arrossendo leggermente.

“Adesso?!” Ryu non poteva crederci.

“Sì”, annuì Isamu. “Hai idea di quanto io abbia sognato di fare sesso con te? Ho aspettato per tanto tempo, e poi ho perso del tutto la mia occasione. Ora che sei di nuovo qui, niente può fermarmi.” Allungò le mani verso i lacci che trattenevano i pantaloni di Ryu.

“Isamu... Anch'io ti desidero, ma non dovremmo farlo qui.” Ryu spinse via le sue mani con delicatezza. “Se qualcuno ci scoprisse, potresti perdere la tua reputazione per sempre.”

“Non potrebbe importarmene di meno.” Isamu fece spallucce. “Sono stanco di essere una persona rispettabile ma infelice . Per quanto tempo ancora devo negare a me stesso quello che voglio, quello di cui ho così tanto bisogno? Pensi che il mio corpo non brami il tuo?” Guardò intensamente negli occhi di Ryu. “È davvero un tale peccato volere te, che sei il mio amico e il mio amore? Noi monaci cerchiamo di vivere nel modo migliore possibile... Io sono stato costretto a vivere nella perfezione spirituale sin da quando ho memoria. Sono stanco di tutto questo, dopo tutti questi anni. E poi... non mi vuoi anche tu?”

“Sì, ma...” Ryu abbassò la testa. “Non sembra corretto cedere ai nostri desideri erotici in questo luogo sacro. Ne abbiamo già parlato...”

“Sono il nuovo maestro del monastero”, gli ricordò Isamu. “Ho ricostruito questo posto con il mio sangue, il mio sudore e le mie lacrime. Ora sono io che lo governo.”

“Sei sicuro di volerlo davvero?” Ryu esitava.

“Sì. Voglio mostrarti quanto ti amo.”

“Sei pazzo.”

“Ma ti piace”, sottolineò Isamu, e Ryu dovette ammetterlo. Gli piaceva eccome; l'idea di fare sesso con Isamu lo eccitò all'istante. Si tolse la camicia, i pantaloni, le scarpe e l'intimo. Isamu fece lo stesso, e poi guardò Ryu con desiderio.

“Sei così attraente, mi eccita da morire vederti nudo. Muoio dalla voglia di toccarti.”

“Allora fallo”, lo sfidò Ryu. La sua bocca era secca, e tutto il suo corpo era teso dall'aspettativa. Si avvicinò a Isamu, e lo strinse con entrambe le braccia, facendo aderire i loro corpi. Appena lo fece, Isamu sentì un intenso spasmo di desiderio, seguito da un'acuta ondata di lussuria.

“Cos'è che hai sempre voluto che ti facessi?” sussurrò nell'orecchio di Ryu.

“Qualunque cosa”, rispose Ryu.

Isamu si liberò dal loro abbraccio e si inginocchiò. Quando sollevò la testa, Ryu lo fermò. “Aspetta un attimo. Se dobbiamo farlo, voglio mettere una regola.”

“Quale regola?” Isamu piegò la testa.

“Mentre lo facciamo, puoi dire una sola parola: il mio nome.”

“Lo prometto”, sorrise Isamu, e prese in bocca il membro di Ryu. Lo strinse dolcemente tra le labbra e lo stuzzicò con la lingua. Adorava sentirlo turgido e pieno di vita. Ryu gemette piano. Quei secondi di paradiso diventarono minuti, e lui stava pian piano dimenticando tutto quello che succedeva intorno a loro.

“F-fermati”, ansimò alla fine. “Non voglio ancora venire.”

Isamu lo lasciò andare, prendendo invece la sua mano. Tirò giù Ryu sul pavimento di legno. Quando si sedette, Isamu si avvicinò lentamente a lui e lo spinse giù. Poi gli salì addosso, lo abbracciò e cominciò a strusciarsi contro di lui.

Dopo circa trenta secondi, Ryu fece in modo che i loro corpi rotolassero di 180 gradi, in modo da trovarsi sopra. Guardò giù e si rese conto di non aver mai visto Isamu così sciolto, prima. Il suo viso pallido era roseo adesso, e i suoi capelli lunghi e scuri erano scompigliati. Vederlo in quello stato glielo fece desiderare ancora di più. Fece toccare i loro membri, il che fece sussultare Isamu per il piacere incontrollabile.

Ryu sapeva che neanche lui avrebbe resistito a lungo. In meno di un minuto, perse il controllo e venne. Isamu sentì l'umidità calda e cremosa sulla sua pelle, e ansimò per l'eccitazione. Mentre Ryu cercava di recuperare il respiro si mosse impercettibilmente, e questo portò Isamu al limite.

“R-Ryu!” ansimò, fissando il bel volto del suo amante. Prima che Ryu riuscisse a reagire, Isamu venne così intensamente che vide le stelle sotto le palpebre. Adesso il suo cuore batteva così forte che quasi non riusciva a respirare.

 

*

 

Dopo un breve riposo, Ryu prese uno dei suoi indumenti per pulire sé stesso e Isamu. Quando lo fece, Isamu si avvicinò a lui.

“Non lasciarmi di nuovo, Ryu”, sussurrò, spaventato che lui potesse ripensarci.

“Mai.” Ryu lo abbracciò. “Sarai mio in questa vita e nelle prossime.”

“Ma certo.” Isamu strofinò dolcemente il viso contro il suo. “Non credevo che fossimo destinati a stare insieme, ma... Ora so che lo siamo. Ti amo tanto!”

“Ti amo anch'io.” Ryu accarezzò dolcemente i capelli di Isamu.


Ringraziamenti

 

Grazie per aver acquistato questo racconto e avermi sostenuta come autrice indipendente. Significa molto per me! Se ti è piaciuto leggere di Isamu e Ryu, ti prego di lasciare una breve recensione e/o passare la parola ai tuoi amici interessati al genere. Grazie mille!

 

Tina Isabel Leung

 

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