1

A.N. Whitehead, Science and the Modern World, ed. Pelican, 1926, p. 12. [Trad. it. La scienza moderna e il mondo moderno, Bollati Boringhieri, Torino 1979, ndr]

2

Seguo qui l’ottima esposizione della storia del pensiero filosofico e scientifico nella «rivoluzione del XVII secolo» scritta recentemente da Alexandre Koyré (From the Closed World to the Infinite Universe), 1957, pp. 43 sgg. [Trad. it. Dal mondo chiuso all’universo infinito, Feltrinelli, Milano 1970, 19882, ndr]

1

E.A. Burtt, Metaphysical Foundation of Modern Science (Ancor ed.), p. 38. Cfr. Koyré, From the Closed World to the Infinite Universe, 1957, p. 55, che afferma che l’influenza di Bruno si è fatta sentire «soltanto dopo le grandi scoperte di Galileo al telescopio».

2

Il primo che «ha salvato i fenomeni affermando che il cielo è immobile e che la terra si muove secondo un’orbita obliqua, pur ruotando anche sul proprio asse», fu Aristarco di Samo, nel III secolo a.C.; il primo a concepire la struttura atomica della materia fu Democrito di Abdera nel V secolo a.C. Un’interessante storia del mondo fisico greco dal punto di vista della scienza moderna è in The Physical World of the Greeks, di S. Sambursky (1956). [Trad. it. Il mondo fisico dei greci, Feltrinelli, Milano 19834, ndr]

3

Galileo rivela che «nessuno possa sostenere sulla base della percezione sensibile che la superficie della luna non sia liscia e levigata» (cfr. Koyré, op. cit., p. 89).

4

Bertrand Russell, A free Man’s Worship, in Mysticism and Logic (1919), p. 46 [trad. it. Misticismo e logica, Longanesi, Milano 1980].

5

Cit. da J.W.N. Sullivan, Limitations of Science (Mentor ed.), p. 141.

6

Il fisico tedesco Werner Heisenberg ha espresso questo pensiero in una serie di pubblicazioni recenti. Ad esempio: «Se, partendo dalla situazione della ricerca scientifica moderna, ci si sforza di ristabilire i fondamenti, che si sono messi in movimento, si ha l’impressione che per la prima volta nel corso della storia l’uomo su questa terra si trovi da solo di fronte a se stesso... che in certo modo noi incontriamo sempre e soltanto noi stessi» (Das Naturbild der heutigen Physik,1955, pp. 17-18) [Trad. it. Natura e fisica moderna, Garzanti, Milano 1985, ndr]. Heisenberg insiste sul fatto che l’oggetto osservato non esiste indipendentemente dal soggetto che lo osserva: «In base al genere dell’osservazione si è potuto stabilire quali tratti della natura dovessero essere mantenuti e quali invece si dissolvessero» (Wandlungen in den Grundlagen der Naturwissenschaft, 1949, p. 67).

1

Burtt, op. cit., p. 44.

2

Ibidem, p.106.

1

Cfr. la lettera di Descartes a Marsenne, del novembre 1633.