Prevenire gli errori con Excel
Seguire i riferimenti a celle e intervalli presenti nelle formule
Usare gli strumenti di Excel per correggere le formule
Le formule rappresentano uno degli elementi chiave di Excel. La creazione di formule è, dopo tutto, lo scopo principale di un foglio di lavoro, e permette di costruire una soluzione per le proprie specifiche necessità. Senza formule, Excel non sarebbe altro che un luogo come un altro per memorizzare informazioni. Niente di più noioso!
Excel consente di utilizzare formule lunghe fino a 8192 caratteri. Formule mostruose! Formule che possono far riferimento a celle che, a loro volta, contengono formule che fanno riferimento ad altre celle, le quali contengono formule che fanno riferimento… insomma… ci siamo capiti!
Ma tutto ha un prezzo: come si può individuare un errore in una formula così lunga? E come è possibile evitare di commettere errori? In questo capitolo vedremo come Excel aiuta a evitare di inserire formule problematiche, e a correggere quelle formule che non funzionano nel modo previsto.
Excel veglia sempre su di noi mentre inseriamo le formule. Ma non preoccupatevi! È una buona cosa. Nessuno vi giudicherà. Excel vuole solo esservi utile e non è certo lì per valutarvi.
Tutte le formule iniziano con il segno di uguaglianza, =
. Quando completate un elemento premendo il tasto Invio o Tab (o facendo clic su un’altra cella), Excel analizza ciò che avete inserito. Se la formula inizia con un segno di uguaglianza, Excel cerca immediatamente se sussistono tre importanti problemi.
Il numero di parentesi chiuse corrisponde al numero di parentesi aperte?
La formula fa riferimento alla cella in cui si trova? Per esempio, se la cella A1 contiene la formula
=A1*5
, si ha un riferimento circolare. È un po’ come un gatto che si morde la coda.
La formula fa riferimento a qualcosa di inesistente?
Ognuno di questi problemi viene gestito in modo differente. Excel offrirà una correzione per una mancanza di corrispondenza delle parentesi, mentre presenterà solo un avvertimento del fatto che la formula fa riferimento alla cella in cui si trova. Per i riferimenti inesistenti, Excel vi chiederà di trovarli: visualizzerà la finestra di dialogo Apri file che vi consentirà di sfogliare i file, supponendo che il riferimento provenga da un’altra cartella di lavoro. Se non era nostra intenzione creare un riferimento a una cartella di lavoro esterna, allora questa finestra di dialogo non ha alcun senso. In tal caso, chiudetela e correggete la formula.
In una formula matematica, per ogni parentesi aperta occorre specificare una corrispondente parentesi chiusa. Excel controlla le formule per assicurarsi che, semplicemente, “stiano in piedi” dal punto di vista matematico. La Figura 4.1 mostra un semplice calcolo economico che richiede delle parentesi per avere un senso. Il risultato si basa sulla moltiplicazione delle unità per il prezzo unitario, sommando un importo aggiuntivo, applicando uno sconto e, infine, applicando le imposte.
In termini matematici, la formula ha il seguente significato:
(unità vendute
× prezzo unitario + costo aggiuntivo)
× sconto
× (1 + tasse)
La collocazione delle parentesi è un elemento critico per il funzionamento della formula. Excel non rileverà alcun problema se una determinata parentesi si trova nella posizione errata, sempre che vi sia lo stesso numero di parentesi aperte e chiuse. Per esempio, utilizzando le celle e i valori della Figura 4.1, ecco alcune possibilità di formule valide che restituiscono risposte errate:
Formula | Risultato |
=B3*(B4+B6) * B8 * (1 + B9) |
5626,84 |
=B3*B4+(B6 * B8) * (1 + B9) |
549,13 |
=(B3*B4+B6 * B8) * (1 + B9) |
589,96 |
=(B3*B4+B6) * (B8 * 1 + B9) |
299,15 |
Figura 4.1 Uso delle parentesi in una formula.
Il posizionamento corretto delle parentesi e una solida comprensione della precedenza degli operatori matematici sono fondamentali per calcolare la risposta corretta. È consigliabile ripassare questi concetti base della matematica se non siete certi del modo in cui realizzare le formule.
Potete utilizzare un simpatico codice mnemonico per ricordare l’ordine delle operazioni: Parentesi, Esponenti, Moltiplicazioni, Divisioni, Somme e, infine, Sottrazioni, PEMDSS: “Pierino È Molto Diligente, Sotto Sotto”.
Cosa accade se, durante l’inserimento, dimenticate di inserire una parentesi? Quando tentate di completare l’inserimento, Excel mostra un avvertimento e un suggerimento. In questo esempio, abbiamo deliberatamente tralasciato la prima parentesi chiusa. Ecco la formula errata: =(B3*B4+B6*B8*(1+B9)
.
La Figura 4.2 mostra il modo in cui Excel individua l’errore e offre una soluzione.
Non abbiate troppa fretta! La correzione proposta da Excel correggerebbe certamente il problema del numero delle parentesi, ma non creerebbe la formula corretta. Osservate attentamente il seguente esempio, che usa la correzione proposta da Excel: =(B3*B4+B6*B8*(1+B9))
.
In realtà la formula dovrebbe essere: =(B3*B4+B6)*B8*(1+B9)
.
Figura 4.2 Correzione del numero di parentesi errate.
Excel non ha fatto altro che aggiungere alla fine della formula la parentesi mancante. È una possibilità, anche se errata. Accettando la correzione proposta, l’esempio restituirebbe 549,13
, mentre la risposta corretta sarebbe 268,46
. In questo caso, dunque, dovrete rifiutare la correzione proposta da Excel e correggere la formula manualmente.
Non vi aspettate che le correzioni proposte da Excel siano sempre corrette. Osservate attentamente la correzione e preparatevi a rifiutarla, se è errata.
Un riferimento circolare si verifica quando una cella fa riferimento a se stessa, direttamente o anche indirettamente. Per esempio, se si inserisce nella cella A2 la formula =100+A2
, si crea un riferimento circolare diretto. Un riferimento circolare indiretto si ha quando una formula in una determinata cella fa riferimento a una o più altre celle, le quali, a loro volta, fanno riferimento alla cella di partenza. Per esempio la formula contenuta nella cella A1 potrebbe far riferimento alla cella A2; A2 potrebbe far riferimento ad A3, la quale a sua volta potrebbe far riferimento, di nuovo, ad A1.
La Figura 4.3 mostra un foglio di lavoro contenente un riferimento circolare diretto. La cella D10 dovrebbe sommare i valori sovrastanti ma, per errore, include se stessa nella somma: =SOMMA(D4:D10)
. Excel rileva il problema nel messaggio presentato nella Figura 4.3.
Se il calcolo automatico è disabilitato, il riferimento circolare non verrà notato finché non verrà eseguito un calcolo manuale (premendo il tasto F9) o finché non si attiverà nella finestra di dialogo Opzioni di Excel l’opzione Calcolo cartella di lavoro Automatico.
Figura 4.3 Correzione di un riferimento circolare.
Quando compare la finestra di dialogo rappresentata nella Figura 4.3, avete alcune possibilità.
Potete fare clic su OK, per lasciare a Excel il compito di correggere il risultato, ma il risultato non sarà corretto. Potreste addirittura ottenere il valore 0.
Facendo clic sul pulsante contenente il punto interrogativo aprirete la Guida di Excel sulla pagina dedicata ai riferimenti circolari.
La Figura 4.4 mostra l’aspetto della scheda Formule della finestra di dialogo Opzioni di Excel. Questo è il luogo in cui si imposta il ricalcolo automatico o manuale della cartella di lavoro. Notate anche la presenza della casella Attiva calcolo iterativo. Quando si attiva questa casella, i riferimenti circolari vengono permessi. Il modo in cui vengono calcolati i valori dipenderà, allora, dalle impostazioni Numero massimo e Scarto consentito.
Il controllo e l’applicazione delle iterazioni nella scheda Formule della finestra di dialogo Opzioni di Excel consente di utilizzare riferimenti circolari nelle formule, una situazione utile per alcuni calcoli avanzati che, tuttavia, non rientrano negli scopi di questo libro (a tale proposito consultate la Guida di Excel).
Excel 2013 offre un nuovo approccio nella ricerca dei riferimenti circolari. La scheda FORMULE
della Barra multifunzione offre il riquadro Verifica formule. Qui l’elenco Controllo errori segnala la presenza di eventuali riferimenti circolari (Figura 4.5).
Figura 4.4 Impostazione dei calcoli nella cartella di lavoro.
Figura 4.5 Individuazione dei riferimenti circolari.
L’elenco mostrerà tutti i riferimenti circolari presenti nella cartella di lavoro: facendo clic su uno di essi raggiungerete direttamente la cella contenente il riferimento circolare. Ciò consente di raggiungere con facilità tutti i riferimenti circolari senza dover esaminare tutte le formule. Un sistema perfetto per risparmiare tempo!
Le formule possono far riferimento a cartelle di lavoro esterne. Per esempio, una formula potrebbe essere scritta nel modo seguente: ='C:\Inventario\[Inventario.xlsx]Parti Motore'!$D$8
. La formula utilizza il valore presente nella cartella di lavoro esterna C:\Inventario\[Inventario.xlsx
. Ma cosa accade se tale cartella non esiste?
Quando una formula fa riferimento a una cartella di lavoro inesistente, si apre una finestra di dialogo che consente di indicare la posizione in cui si trova tale cartella di lavoro. La Figura 4.6 mostra che la finestra di dialogo si è aperta dopo aver fatto riferimento a un certo file. Questo file non è stato trovato, ed Excel vi sta chiedendo di trovare un’altra cartella di lavoro da utilizzare al suo posto. Notate nella Barra della formula che la cella fa riferimento alla cartella di lavoro Inventario.xlsx
, ma che vi consente di utilizzarne anche un’altra. Un comportamento molto elastico!
Figura 4.6 Cosa fare quando le formule fanno riferimento a cartelle di lavoro inesistenti.
La finestra di dialogo Modifica collegamenti vi offre altre opzioni per gestire i collegamenti interrotti. Fate clic sulla scheda DATI nella Barra multifunzione e fate clic sul comando Modifica collegamenti nella sezione Connessioni. Si aprirà la finestra di dialogo Modifica collegamenti, rappresentata nella Figura 4.7.
Aggiorna valori: quando le cartelle di lavoro esterne sono dove dovrebbero trovarsi, questo pulsante estrae i valori da tali cartelle di lavoro; le celle contenenti formule con riferimenti esterni vengono ricalcolate. Se vi sono collegamenti interrotti, si apre la finestra di dialogo Aggiorna valori, che consente di indicare un file dal quale trarre i valori. Questo non deve necessariamente essere la cartella di lavoro mancante. Può anche trattarsi di un’altra cartella di lavoro, differente. Un punto da considerare: questo utilizzo di Aggiorna valori non corregge il collegamento. Aiuta a ottenere i valori, ma non cambia la composizione delle formule. Al suo posto utilizzate l’opzione Cambia origine.
Figura 4.7 Uso della finestra di dialogo Modifica collegamenti per correggere i problemi di riferimenti esterni.
Cambia origine: questa opzione visualizza la finestra di dialogo Cambia origine, che consente di selezionare la cartella di lavoro esterna da utilizzare. La selezione di una cartella di lavoro, in questo modo, modifica la formula che fa riferimento alla cartella di lavoro esterno. Questo rappresenta, pertanto, il sistema migliore per correggere in modo permanente un collegamento errato.
Apri origine: in caso di collegamenti interrotti, questa azione non fa nulla, poiché l’origine dei dati (la cartella di lavoro esterno) non può essere trovata. Un messaggio di errore lo confermerà. Nel caso di collegamenti funzionanti, questa azione apre la cartella di lavoro cui si fa riferimento nel collegamento.
Interrompi collegamento: questa azione converte le formule che contengono collegamenti esterni ai valori calcolati. In altre parole, le celle che contengono formule con collegamenti esterni vengono sostituite con valori e le formule vengono rimosse. Assicuratevi che questo sia ciò che desiderate. Non potete annullare questa azione e sarebbe un grave problema se doveste sceglierla inavvertitamente. Excel visualizza una conferma per questa operazione, rappresentata nella Figura 4.8.
Verifica stato: fornisce lo stato dei collegamenti. Sono possibili vari risultati (“Errore: origine non trovata” e altri). Nella finestra di dialogo Modifica collegamenti (Figura 4.7), la colonna Stato è una delle più importanti. Qui per ogni collegamento è indicato il relativo stato.
Figura 4.8 Conferma del fatto che intendiamo interrompere il collegamento.
La finestra di dialogo Modifica collegamenti rappresentata nella Figura 4.7 offre anche il pulsante Prompt di avvio, nell’angolo inferiore sinistro. Facendo clic su questo pulsante, potete scegliere cosa deve fare la cartella di lavoro quando viene aperta e non vi sono collegamenti esterni. Sono possibili le seguenti scelte.
Lasciare all’utente la possibilità di scegliere se visualizzare o no l’avvertimento.
Non visualizzare l’avvertimento e non aggiornare i collegamenti automatici.
Non visualizzare l’avvertimento e aggiornare i collegamenti.
Alcuni errori sono immediatamente evidenti, come nel caso di una discrepanza fra parentesi aperte e parentesi chiuse. Altre volte gli errori non sono plateali, ma sembrano errori. In tal caso, Excel vi avverte della possibilità di un problema e vi offre la possibilità di scegliere come gestirlo.
La Figura 4.9 mostra alcuni numeri e una somma nella parte inferiore. La formula nella cella B10 è =SOMMA(B4:B9)
. Non c’è niente di sbagliato qui, nessuna possibilità di errore.
Notate, nella Figura 4.9, che la riga di intestazioni non è adiacente alla riga in cui cominciano le informazioni. Fra le intestazioni e i dati si trovano le righe 2 e 3. Una situazione non insolita, poiché presenta una buona separazione fra i dati e l’intestazione che ne indica il significato.
Tuttavia, osservate cosa accade inserendo accidentalmente un valore nell’area compresa fra le intestazioni e i dati. La formula contenuta nella cella B10 calcola i valori a partire dalla riga 4. Quando viene inserito un valore nella cella B3, Excel vi avverte del fatto che la formula potrebbe essere errata. Potete vedere cosa accade nella Figura 4.10. Excel inserisce un piccolo triangolo all’angolo superiore sinistro della cella B10, la cella contenente la formula.
Figura 4.9 Calcolo di una somma, nessun errore possibile.
Figura 4.10 Excel rileva la possibilità di un errore.
Facendo clic di nuovo sulla cella B10 e spostando il puntatore del mouse sul triangolo, compare un piccolo simbolo contenente un punto esclamativo. Facendo clic su questo simbolo viene visualizzato un elenco di opzioni, rappresentato nella Figura 4.11.
Un errore è rappresentato da un triangolo nell’angolo superiore sinistro di una cella. È una cosa diversa dal quadrato presentato nell’angolo inferiore destro di una cella. Quest’ultimo offre opzioni utili sulla base del contenuto della cella. Per informazioni, consultate il sistema della Guida di Excel.
Il primo elemento dell’elenco è una semplice affermazione del problema. In questo esempio, l’affermazione è: “La formula omette celle adiacenti”. Questo è vero, è proprio così! Ma è veramente un errore? Non è stato piuttosto un errore inserire il valore aggiuntivo nella cella B3? Forse questo valore ha un altro significato o utilizzo.
Figura 4.11 Decidete cosa fare con questo possibile errore.
Gli altri elementi dell’elenco vi offrono alcune possibili soluzioni.
Aggiorna formula per includere celle: la formula viene modificata automaticamente per includere la cella aggiuntiva. Pertanto, la formula contenuta nella cella B10 diverrà
=SOMMA(B3:B9)
. Naturalmente cambierà anche la somma calcolata.
Informazioni sull’errore: richiama la Guida di Excel.
Ignora errore: chiude l’elenco e riporta al foglio di lavoro. Il triangolo sparirà dalla cella in questione. In pratica avete detto a Excel che sapete cosa state facendo e non volete più essere infastiditi da Excel per questa cosa.
Modifica nella Barra della formula: il cursore viene collocato nella Barra della formula, per consentirvi di intervenire con facilità sulla formula stessa.
Opzioni controllo errori: visualizza la scheda Formule della finestra di dialogo Opzioni di Excel (Figura 4.12). In questa scheda potete impostare il modo in cui Excel gestisce gli errori.
Figura 4.12 Impostazione delle regole di controllo degli errori.
Con Excel, potete creare alcune soluzioni piuttosto complesse. Una cella può contenere una formula che utilizza valori tratti da una moltitudine di altre celle o intervalli. Cercare di venire a capo di formule lunghe e complesse per risalire ai potenziali errori che contengono può essere piuttosto noioso. Fortunatamente Excel è sempre pronto a darvi una mano.
Le formule possono essere “dipendenti” da altre formule oppure possono essere “precedenti”, ovvero da esse dipendono altre formule.
I precedenti sono celle o intervalli che influenzano il valore della cella attiva.
I dipendenti sono celle o intervalli influenzati dalla cella attiva.
Ma, come si dice, “tutto è relativo”! Una cella, spesso, funge da precedente e anche da dipendente. La Figura 4.13 mostra un semplice foglio di lavoro contenente alcuni valori e calcoli. La cella B9 contiene la formula =SOMMA(B3:B8)
. La cella F9 contiene la formula =SOMMA(F3:F8)
. La cella B18 contiene la formula =B9-F9
.
Le celle B3:B8 sono precedenti di B9 e, di conseguenza, la cella B9 è dipendente dalle celle B3:B8.
Le celle F3:F8 sono precedenti di F9 e, di conseguenza, la cella F9 è dipendente dalle celle F3:F8.
Le celle B9 e F9 sono precedenti di B18 e, di conseguenza, la cella B18 è dipendente dalle celle B9 e F9.
Figura 4.13 Celle precedenti e dipendenti.
Per consentire di seguire e correggere le formule, Excel fornisce alcuni strumenti di verifica. La sezione Verifica formule della scheda FORMULE
della Barra multifunzione contiene tre pulsanti. La Figura 4.14 mostra il foglio di lavoro della Figura 4.13, in cui vengono mostrate le celle precedenti e dipendenti. I metodi per la visualizzazione di queste linee sono rappresentati nella Barra multifunzione. Le linee dei precedenti e dei dipendenti fanno sempre riferimento alla cella attiva:
per vedere quali altre celle vengono impiegate nella formula contenuta nella cella attiva, fate clic sul pulsante Individua precedenti;
per vedere quali altre celle contengono un riferimento alla cella attiva, fate clic sul pulsante Individua dipendenti.
Il comando Rimuovi frecce offre tre diverse opzioni:
Rimuovi frecce;
Rimuovi frecce precedenti;
Rimuovi frecce dipendenti.
Figura 4.14 Tracciamento delle formule.
Nella Figura 4.14, le celle B9 e F9 hanno delle frecce che hanno origine nelle celle sovrastanti. Ciò mostra il flusso dalle celle precedenti alla cella attiva. La punta della freccia si trova sulla cella nella quale si trova la formula che contiene il riferimento alle celle precedenti.
D’altra parte, le celle B9 e F9 stesse hanno delle linee che partono da qui e terminano sulla cella B18. Pertanto, B9 e F9 sono precedenti della cella B18. In altre parole, la cella B18 dipende dalle celle B9 e F9.
Facendo doppio clic su una di queste frecce si attiva la cella a un’estremità della linea. Facendo un altro doppio clic, si attiva la cella all’altra estremità.
Il tracciamento dei precedenti e dei dipendenti può portare ad alcune interessanti conclusioni su un foglio di lavoro. Può essere difficile seguire il funzionamento delle formule complesse, ma tramite le frecce è più facile risalire a ciò che sta accadendo. La Figura 4.15 mostra un frammento di un foglio di lavoro utilizzato per una soluzione finanziaria. La cella attiva, H2, contiene una formula complessa, come potete vedere osservando la Barra della formula. Le frecce mostrano come tale calcolo utilizzi numerose celle precedenti del foglio di lavoro.
Quando una cella fa riferimento a un’altra cella che si trova su un altro foglio di lavoro, a un’estremità della linea dei precedenti compare un’icona che ha l’aspetto di un piccolo foglio di lavoro. Questo è un indizio visuale che la formula è costituita da valori tratti da più fogli di lavoro.
Figura 4.15 Esame dei componenti di una formula complessa.
Le frecce di tracciamento facilitano l’individuazione dei valori che entrano nella composizione della formula e, di conseguenza, semplificano l’individuazione dei problemi. Per esempio, la cella H2 potrebbe restituire un valore negativo. La formula somma fra loro determinati valori. I valori positivi sommati con un numero negativo possono dare come risultato un numero negativo. Pertanto, semplicemente osservando il valore negativo fra i valori alle estremità delle frecce potete individuare il problema, e il tutto in pochi secondi.
La Finestra controllo celle consente di osservare i risultati calcolati di una formula, ma senza il limite dell’area di visualizzazione della cella di Excel. Questa funzionalità può essere utile quando si cerca di correggere delle formule che utilizzano precedenti dispersi su tutto il foglio di lavoro o sull’intera cartella di lavoro.
Innanzitutto, ecco come impostare un controllo cella.
1.Fate clic sul pulsante Finestra controllo celle nella scheda FORMULE
della Barra multifunzione.
2.Nella Finestra controllo celle, fate clic sul pulsante Aggiungi controllo cella. Si aprirà la finestra di dialogo Aggiungi controllo cella.
3.Utilizzate il pulsante che si trova a destra della casella per specificare la cella o le celle, oppure digitate l’indirizzo della cella o dell’intervallo.
4.Fate clic sul pulsante Aggiungi nella finestra di dialogo Aggiungi controllo cella per completare l’impostazione del controllo cella.
La Figura 4.16 mostra la Finestra controllo cella, nella quale è già predisposto un controllo. La cella C6 del foglio di lavoro Costi è sotto osservazione. La formula usa dei precedenti, tratti dai fogli di lavoro Ordini e Spedizioni. La Finestra controllo celle è sempre visibile sopra la cartella di lavoro, indipendentemente dal foglio attivo. Questo significa, per esempio, che potreste provare valori differenti nel foglio di lavoro Ordini e vedere i risultati della casella C6 di Costi, ma senza dover passare da un foglio di lavoro all’altro per vedere come i nuovi valori alterino i risultati calcolati.
Figura 4.16 Uso della Finestra controllo celle per osservare i risultati di una formula.
La Finestra controllo celle consente anche di eliminare un controllo, altrimenti vi riempireste di controlli di cui ormai non avete più bisogno! Ecco come eliminare un controllo celle.
1.Selezionate un controllo dall’elenco presentato dalla Finestra controllo celle.
2.Fate clic sul pulsante Elimina controllo.
La finestra di dialogo Valuta formula presenta i passi sequenziali utilizzati nel calcolo del risultato di una formula. Questi passi vengono utilizzati per individuare gli errori nelle formule più lunghe o ricche di precedenti. Per esempio, la formula =SE(MAX(Ordini!B2:B29)>200;MAX(Ordini!B2:B29) *Spedizione!C22;Spedizione!C24)
fa riferimento a più fogli di lavoro. L’utilizzo della finestra di dialogo Valuta formule consente di vedere come questa formula viene elaborata da Excel. L’approccio passo-passo consente di scoprire esattamente il modo in cui Excel calcola il risultato.
La Figura 4.17 mostra la finestra di dialogo Valuta formula all’inizio del processo di valutazione. Per visualizzare la finestra di dialogo Valuta formula, fate clic sul pulsante Valuta formula presente nella scheda FORMULE
della barra multifunzione. A ogni successivo clic del pulsante Valuta, la finestra di dialogo Valuta formula mostra i risultati intermedi. I pulsanti Entra ed Esci si attivano durante i passi che operano su celle precedenti.
Figura 4.17 Valutazione di una formula.
La finestra di dialogo Valuta formula consente di vedere, passo dopo passo, come si giunge al risultato finale. L’utilizzo di questa finestra di dialogo aiuta a individuare eventuali problemi presenti nelle formule più complesse.
Uno strumento simile per l’individuazione degli errori è la finestra di dialogo Controllo errori (Figura 4.18).
Figura 4.18 Alla ricerca della causa di un errore.
Per visualizzare la finestra di dialogo Controllo errori, fate clic sul pulsante Controllo errori nella scheda FORMULE
della Barra multifunzione.
La finestra di dialogo offre alcuni pulsanti, che consentono di analizzare l’errore e di prendere decisioni appropriate.
Informazioni sull’errore: richiama la Guida di Excel.
Mostra passaggi del calcolo: apre la finestra di dialogo Valuta formula.
Ignora errore: fa sì che Excel non si preoccupi più dell’errore. La cella può continuare a visualizzare un singolo errore, ma Excel non richiamerà più la vostra attenzione su questo problema.
Modifica nella Barra della formula: pone il cursore nella Barra della formula, consentendovi, pertanto, di intervenire sulla sua composizione.
Opzioni: apre la finestra di dialogo Opzioni di Excel.
Precedente/Successivo: passano da un errore all’altro fra quelli presenti nel foglio di lavoro.
Nel menu che si apre facendo clic sulla piccola freccia a destra di Controllo errori nella barra multifunzione, trovate il comando Individua errore.
Solo i precedenti vengono evidenziati dalle linee di tracciamento. Questo semplifica l’individuazione delle celle che entrano nella composizione di una cella che contiene un errore.
Excel ha anche una funzione interessante: SE.ERRORE
. Non è da confondere con VAL.ERRORE
, che è simile, ma non altrettanto utile. La Figura 4.19 mostra la differenza fra le due funzioni. Nella figura, F7 contiene il temuto errore di divisione per zero. Non è mai una bella cosa da vedere e, certamente, non è il caso di mostrarne la presenza al capo o al cliente.
La cella H7 contiene un artificio per far sì che un errore non sembri tale. L’uso della funzione VAL.ERRORE
all’interno di una funzione SE
permette di gestire la visualizzazione dell’errore, come si può vedere nella cella H7 (che fa riferimento alla cella F7). La cella H8 ottiene lo stesso risultato utilizzando la nuova funzione SE.ERRORE
. Le celle J7 e J8 mostrano, rispettivamente, le formule contenute nelle celle H7 e H8.
Figura 4.19 Due modi per impedire la visualizzazione di un errore.
La cella H7 contiene la formula =SE(VAL.ERRORE(F7);0;F7+3)
.
La cella H8 contiene la formula =SE.ERRORE(F7+3;0)
.
La principale distinzione consiste nel fatto che SE.ERRORE
, in un’unica funzione, svolge la stessa operazione di due funzioni. Questo consente di semplificare le cose. Con SE.ERRORE
, viene controllato il primo argomento. Se il test è positivo, Excel procede, altrimenti utilizza il secondo argomento.
Si può usare SE.ERRORE
anche per restituire un messaggio, per esempio qualcosa del genere: =SE.ERRORE(F7+3;”Qui c’è un problema!”)
.