1. L’amore minacciato

TRUONG: In un libro divenuto celebre, Sarkozy: di che cosa è il nome?1, lei sostiene che «l’amore deve essere reinventato, ma anche semplicemente difeso [perché] è minacciato da ogni parte». Da cosa è minacciato? E in che senso afferma che i matrimoni combinati del passato ritornano oggi sotto una nuova veste? Se non sbaglio, lei è rimasto particolarmente colpito dalla recente pubblicità di un sito di incontri via internet...

BADIOU: Sì, è vero, Parigi era tappezzata di pubblicità del sito di incontri Meetic, i cui slogan mi hanno profondamente colpito. Ne cito qualcuno per spiegare cosa intendo. Ad esempio, ce n’è uno che dice, strizzando l’occhio a un’opera teatrale: «Trovate l’amore senza il caso!»2. Un altro afferma: «Si può amare senza innamorarsi!», ossia senza pericoli, non è così? E ancora: «È possibile essere innamorati senza soffrire!». E tutto grazie al sito di incontri Meetic... il quale offre per di più – l’espressione mi è sembrata davvero degna di nota – un “coaching amoroso”, una sorta di allenatore che ti preparerà ad affrontare la prova. Sono convinto che questa propaganda pubblicitaria si basi su una concezione securitaria dell’“amore”. È l’amore garantito contro tutti i rischi: avrete l’amore, certo, ma avrete così ben calcolato la questione, avrete così ben selezionato il partner su internet – avrete ovviamente la sua foto, i suoi gusti nel dettaglio, la data di nascita, il segno zodiacale e via dicendo – che alla fine di quest’infinita combinazione sarà possibile sostenere: “Con lui non correrò rischi!”. E non dimentichiamo che si tratta di propaganda: è degno di nota che la pubblicità adotti questo registro. Ora, naturalmente, sono convinto che l’amore, nella misura in cui è un’inclinazione universale, nella misura in cui per la maggior parte di noi è ciò che conferisce alla vita intensità e significato non può essere un dono così grande, dato all’esistenza in totale assenza di rischi. Mi ricorda la propaganda fatta qualche tempo fa dall’esercito americano per la guerra a “morte zero”.

TRUONG: Secondo lei ci sarebbe una corrispondenza fra la guerra a “morte zero” e l’amore a “rischio zero”, così come esiste – secondo i sociologi Richard Sennett e Zygmunt Bauman – un’analogia tra il “non ti assumo” che l’agente del capitalismo finanziario dice al lavoratore precario e il “non m’impegno” che dice al suo o alla sua partner l’“innamorato” distaccato in un mondo in cui i legami si intrecciano e si sciolgono a profitto di un libertinaggio effimero e consumista?

BADIOU: Tutto questo fa parte più o meno dello stesso mondo. La guerra a “morte zero”, l’amore a “rischio zero”, nessuna casualità, nessun incontro, qui sta secondo me, veicolata da una propaganda generale, una prima minaccia all’amore che chiamerei la minaccia securitaria. Dopo tutto, non siamo molto lontani dal matrimonio combinato: non è più imposto da genitori dispotici in nome dell’ordine familiare, ma è un patto stretto in nome della sicurezza personale mediante un accordo preliminare che evita ogni casualità, ogni incontro, e in definitiva ogni poesia, per obbedire alla categoria fondamentale dell’assenza di rischi. La seconda minaccia che pesa sull’amore, invece, consiste nel negarne l’importanza. La contropartita di questa minaccia securitaria consiste nel dire che l’amore non è altro che una variante dell’edonismo generalizzato, uno dei molteplici volti del piacere. Si tratta così di evitare ogni prova immediata, ogni esperienza autentica e profonda dell’alterità di cui è intessuto l’amore. Aggiungiamo inoltre che, poiché è impossibile eliminare del tutto il rischio, la propaganda di Meetic – come quella degli eserciti imperiali – sottintende che il rischio lo correranno gli altri! Se un individuo, un singolo con un’identità precisa, è ben attrezzato per l’amore secondo i canoni della sicurezza moderna, avrà gli strumenti, e li avrà solo lui, per scartare chiunque non sia adatto. Se l’altro soffre poco importa, significa che non è al passo con la modernità. In modo analogo, la “morte zero” è riservata ai militari occidentali: le bombe che sganciano uccidono una gran quantità di persone che hanno il torto di vivere sotto quel cielo, ma sono afghani, palestinesi... nemmeno loro appartengono alla modernità. L’amore securitario, come tutto ciò che è a norma di sicurezza, implica l’assenza di rischi per colui che ha una buona assicurazione, un buon esercito, una buona polizia, una buona psicologia del piacere personale, mentre è la persona che gli sta di fronte a correre tutti i rischi. Del resto, non smettono di ripeterci che tutto viene fatto “per il nostro benessere e la nostra sicurezza”, dagli scavi nei marciapiedi ai controlli della polizia nei sottopassaggi del metrò. In fondo, qui ci sono due nemici dell’amore: la sicurezza della polizza assicurativa e la comodità dei piaceri delimitati.

TRUONG: Esisterebbe quindi una sorta di alleanza tra una concezione libertaria e una concezione liberale dell’amore?

BADIOU: Credo in effetti che liberale e libertario convergano sull’idea che l’amore è un rischio inutile, e che sia possibile avere da un lato una specie di vita coniugale preconfezionata che si svolgerà nella dolcezza del consumo e dall’altro accomodamenti sessuali senza impegno e all’insegna del piacere, in un regime di economia della passione. Da questo punto di vista, penso davvero che l’amore, nel mondo attuale, sia intrappolato in questa stretta, in questo circolo, e che di conseguenza sia minacciato. E ritengo sia un compito filosofico, tra gli altri, difenderlo. Il che con ogni probabilità implica anche, come diceva il poeta Rimbaud, reinventarlo. Non si può stare sulla difensiva limitandosi a mantenere lo status quo; il mondo è pieno di novità e anche l’amore deve essere rinnovato. Bisogna reinventare il rischio e l’avventura, contro la sicurezza e il benessere.

1 A. Badiou, Sarkozy: di che cosa è il nome?, tr. it. di L. Boni, Napoli, Cronopio, 2008, p. 53 (N.d.T.).

2 Si riferisce all’opera di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux, Il gioco dell’amore e del caso (1729) (N.d.T.).