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NOTA DEL TRADUTTORE INTRODUZIONE
La sessuologia e la salute sessuale L'interesse psichiatrico per la sessualità alla fine del XIX secolo L'innovativo contributo di Krafft-ebing e la nascita del moderno concetto di sessualità. Le cinque caratteristiche della modernità nell'opera di Krafft-ebing La moderna classificazione delle perversioni sessuali: le parafilie
PREFAZIONE _______________________ I FRAMMENTI DI PSICOLOGIA DELLA VITA SESSUALE _______________________ II ELEMENTI DI FISIOLOGIA _______________________ III NEURO-PSICOPATOLOGIA GENERALE49 _______________________
QUADRO SCHEMATICO DELLE NEVROSI SESSUALI
I. — NEVROSI PERIFERICHE II. — NEVROSI SPINALI
1º AFFEZIONI DEL CENTRO DI EREZIONE 2º AFFEZIONI DEL CENTRO DI EIACULAZIONE
III—NEVROSI CEREBRALI
A. — PARADOSSIA. — ISTINTO SESSUALE FUORI DAL PERIODO DEI NORMALI PROCESSI ANATOMOFISIOLOGICI
1º Istinto sessuale nell'infanzia. 2º Risveglio dell'inclinazione sessuale nell'età senile.
Caso 1. — J. René si era dedicato da sempre ai piaceri sessuali, ma mantenendo un certo decoro. A settantasei anni, mostrò un indebolimento graduale delle facoltà mentali contemporaneamente a un progressivo pervertimento del senso morale. Un tempo avaro e molto morigerato, dilapidò buona parte delle sue proprietà con le prostitute, frequentando bordelli, chiedendo a ogni donna per la strada di sposarlo o concedergli un rapporto sessuale, offendendo talmente la morale pubblica, che fu necessario internarlo in un istituto per alienati. In manicomio, la sua eccitazione sessuale si sovraccaricò, diventando un vero stato di satiriasi, che perdurò fino alla morte. Si masturbava senza tregua, anche in pubblico, vaneggiando idee oscene. Scambiava gli uomini che lo circondavano per delle donne e li inseguiva facendo loro le sue proposte oscene (Legrand du Saulle, La Folie [La follia], p. 533). Caso 2. — X..., ottant'anni, elevata posizione sociale, proveniente da una famiglia ereditariamente tarata, cinico, tormentato continuamente da grandi bisogni sessuali. Per sua stessa ammissione, preferiva, da giovane, la masturbazione al coito.
B. — ANESTESIA (MANCANZA DELL'IMPULSO SESSUALE)
1º Anestesia congenita.
Caso 3. — D..., trentatré anni, nato da madre affetta da mania di persecuzione. Il nonno materno era ugualmente affetto da follia persecutoria e finì col suicidarsi. La madre era pazza, e la nonna materna, a sua volta, era stata affetta da follia puerperale. Tre fratelli del malato erano morti in età precoce, un altro, superstite, era di carattere anormale. D... era già, all'età di tredici anni, insediato dall'idea di diventare pazzo. All'età di quattordici anni, compì un tentativo di suicidio. Caso 4. — P..., trentasei anni, lavoratore a giornata, dall'inizio del mese di novembre era stato ricoverato nella mia clinica per una paralisi spinale spastica. Pretendeva discendere da una famiglia sana. Balbuziente dall'infanzia. Cranio microcefalo.54 Il malato era alquanto imbecille. Non era mai stato un tipo socievole e non aveva mai avuto inclinazioni sessuali. La vista di una donna non gli diceva niente. Non si era mai manifestata in lui l'inclinazione alla masturbazione. Aveva frequenti erezioni, ma solamente di mattina, al risveglio, a vescica piena, e senza traccia di eccitazione sessuale. Le polluzioni erano molto rare durante il sonno, circa una volta l'anno, e solo allora sognava di avere a che fare con le donne. Questi sogni, tuttavia, non avevano un carattere erotico molto definito. Affermava di non provare sensazioni di vera voluttà al momento della polluzione. Sosteneva che suo fratello, di trentaquattro anni, fosse, dal punto di vista sessuale, nella sua identica condizione; e lo stesso pensava di sua sorella. Suo fratello minore, a quanto diceva, era sessualmente normale. L'esame dei genitali del malato non permise di rilevare alcuna anomalia, salvo una fimosi. Caso 5. — W..., trentatré anni, vigoroso, sano, con genitali normali, non aveva mai esperimentato desideri sessuali. Aveva provato, ma invano, a risvegliare il suo istinto sessuale mancante con letture oscene e rapporti con prostitute. Caso 6. — X..., ventisette anni, genitali normali, non aveva provato mai desideri sessuali. L'erezione poteva aver luogo mediante stimoli meccanici o termici; ma, al posto della libido, si manifestava allora in lui un'inclinazione agli eccessi alcolici. Questi ultimi provocavano erezioni spontanee e, in questi casi, talvolta si masturbava. Aveva un'avversione per le donne e il coito gli causava disgusto. Caso 7. — La signora O..., di normale costituzione, sana, con mestruazioni regolari, di trentacinque anni, sposata da quindici, non aveva provato mai desideri sessuali, e mai aveva sperimentato sensazioni erotiche nel rapporto sessuale con suo marito. Non aveva avversione per il coito, e sembrava che talvolta lo trovasse piacevole, ma non sentiva mai il desiderio di ripetere l'accoppiamento. Caso 8. — F... J..., diciannove anni, studente. La madre era nervosa, e una sorella di quest'ultima era epilettica. A quattro anni, aveva sofferto di un'affezione cerebrale acuta, durata quindici giorni. Il bambino si mostrava apatico, freddo con i genitori. Come studente, era strano, chiuso, s'isolava, leggeva molto. Assai dotato per lo studio. Si era dedicato alla masturbazione dall'età di quindici anni. Dalla pubertà, palesava un carattere eccentrico, e un entusiasmo continuamente esitante tra la religione e il materialismo, ora incline alla teologia, ora alle scienze naturali. All'università, i suoi compagni lo consideravano matto. Leggeva allora esclusivamente Jean Paul e disertava la scuola. Caso 9. — E..., trent'anni, imbianchino senza occupazione, fu arrestato in flagrante mentre tentava di tagliare lo scroto a un ragazzo che aveva attirato in un bosco. Diede come giustificazione il fatto di voler distruggere quella parte del corpo, affinché il mondo non si popolasse oltre. Caso 10. — La querelante chiedeva il divorzio a causa dell'impotenza del marito, con cui non aveva mai compiuto l'atto sessuale. Aveva trentuno anni ed era vergine. Il marito era un poco debole di mente ma fisicamente forte; i genitali esterni erano ben costituiti. Affermava di non aver mai avuto un'erezione completa né un'eiaculazione. Sosteneva che i rapporti con le donne lo lasciavano assolutamente indifferente.
2º Anestesia acquisita.
C. — IPERESTESIA (ESALTAZIONE MORBOSA DELL'ISTINTO SESSUALE)
Caso 11. — Il 7 luglio 1874, nel pomeriggio, l'ingegner Clemens si recava per affari da Trieste a Vienna. Lasciato il treno alla stazione di Bruck, e, attraversata la città, si diresse nel comune di Saint-Ruprecht, situato nei pressi di Bruck, dove compì un tentativo di stupro su una donna di settant'anni rimasta sola in casa. Fu catturato dagli abitanti del villaggio e arrestato dalle autorità locali. Interrogato, affermò di aver cercato un canile per saziare su una cagna il suo istinto sessuale sovreccitato, poiché soffriva spesso di analoghi accessi di sovreccitazione. Non negava le sue azioni, ma le scusava adducendo la sua malattia: il caldo, le scosse del vagone ferroviario, la preoccupazione per la famiglia che intendeva raggiungere, gli avevano turbato completamente i sensi, sconvolgendolo. Non manifesta né vergogna, né pentimento. Il suo atteggiamento era franco; aveva l'aria calma; gli occhi arrossati, lucenti; la testa calda, la lingua biancastra, il battito del polso accelerato, fiacco, oltre le 100 pulsazioni, le dita tremanti. Caso 12. — La signora E..., quarantasette anni. Uno zio materno era pazzo; il padre era un uomo esaltato dedito a eccessi venerei. Il fratello della paziente era morto per un'affezione cerebrale acuta. Fin dall’infanzia, E... era stata nervosa, eccentrica, sentimentale, e manifestò precocemente, poco più che bambina, un'eccessiva inclinazione sessuale. Indulse, fin dall'età di dieci anni, ai godimenti sessuali. Caso 13. — Da tre anni, il coltivatore D..., di trentacinque anni, sposato e godente di stima generale, aveva accessi di eccitazione sessuale che diventavano sempre più frequenti e violenti. Da un anno, questi accessi si erano aggravati, diventando vere crisi di satiriasi. Nulla di rilevante fu constatato dal punto di vista ereditario e da quello organico. Caso 14 (Iperestesia sessuale, delirio acuto dovuto all'astinenza). — Il 29 maggio 1882, F..., ventitré anni, calzolaio, celibe, fu ricoverato alla clinica. Il padre era un uomo collerico, molto violento. La madre era neuropatica. Uno zio, fratello della madre, era pazzo. Caso 15. — L'undici luglio 1884, R..., trentatré anni, inserviente, affetto da paranoia persecutoria e nevrastenia sessuale, fu ricoverato in clinica. Sua madre era neuropatica. Il padre morì per una malattia del midollo spinale. Fin dall'infanzia, ebbe un istinto sessuale molto potente di cui prese piena coscienza all'età di sei anni. Da quell'epoca, iniziò la masturbazione. Dai quindici anni, in mancanza di meglio, si dedicava alla pederastia; talvolta aveva tendenze sodomitiche. In seguito, da sposato, abusò del coito maritale. Talora aveva anche impulsi perversi, come l'idea di praticare il cunnilinguo, di somministrare della cantaride a sua moglie per aumentarne la libidine e portarla così al suo stesso livello di eccitazione. Caso 16. — La signora V... soffriva, dalla sua prima gioventù, di andromania. Di buona famiglia, istruita, di carattere affabile, dotata di un decoro che la spingeva ad arrossire per un nonnulla, divenne, già da ragazza, il terrore della sua famiglia. Infatti, quando era sola con una persona dell'altro sesso, a prescindere dal fatto che si trattasse di un bambino nel fiore della vita, o di un vecchio, o di un individuo dall'aspetto gradevole oppure orrendo, si denudava ed esigeva immediatamente che si soddisfacesse il suo desiderio, altrimenti cominciava lei a mettere le mani addosso all'altro. Si tentò di guarirla con il matrimonio. Amava suo marito ardentemente, tuttavia non poteva esimersi dal richiedere rapporti sessuali a qualsiasi uomo con cui le capitava di rimanere sola, indifferentemente dal fatto che si trattasse di un servitore, di un gigolò o di un ragazzino.
D. — PARESTESIA DEL SENSO SESSUALE (PERVERSIONE SESSUALE)
I. — AFFEZIONI DELL'ISTINTO SESSUALE DIRETTO VERSO PERSONE DELL'ALTRO SESSO, CON MANIFESTAZIONE PERVERSA DELL'ISTINTO.
1. — Relazioni tra crudeltà attiva, violenza e voluttà. — Sadismo.58
A. — ASSASSINIO PER VOLUTTÀ67 (VOLUTTÀ E CRUDELTÀ, PASSIONE OMICIDIARIA SPINTA FINO ALL'ANTROPOFAGIA)
Caso 17. — Il 18 aprile 1880, una bambina di quattro anni sparì dalla casa dei genitori. Il 16 fu arrestato Menesclou, uno degli inquilini dello stabile. Nelle sue tasche si rinvennero gli avambracci della bambina; nel camino si ritrovarono la testa e le viscere a metà carbonizzate. Altre parti del corpo furono recuperate al gabinetto. I genitali non furono ritrovati. Menesclou, interrogato sulla loro sorte, si turbò. Le circostanze e anche una poesia lasciva trovatagli addosso, non lasciarono più alcun dubbio: aveva assassinato la bambina dopo averne abusato. Menesclou non manifestò nessun pentimento; il suo atto, diceva, era stata solo una disgrazia. Caso 18. — Alton, garzone di negozio in Inghilterra, mentre passeggiava nei dintorni della città attirò una bambina in un boschetto. Ritornato, dopo qualche tempo, in ufficio, scrisse sul suo taccuino la seguente nota: Killed to day a young girl, it was fine and hot [Assassinato oggi una ragazzina, era bella e calda]. Caso 19. — Léger, bracciante vignaiolo, ventiquattro anni, fin dalla sua giovinezza, era stato un tipo fosco, chiuso e sfuggente ogni compagnia. Essendo in cerca di un lavoro, per otto giorni vagò in una foresta. Catturò una ragazzina di dodici anni, la violentò, ne mutilò i genitali, le strappò il cuore e lo mangiò, bevve il sangue e nascose il cadavere. Arrestato, in un primo momento, negò le proprie responsabilità, ma finì per confessare il suo crimine con sangue freddo e cinismo. Accolse, prima di essere giustiziato, la sua sentenza di morte con indifferenza. Durante l'autopsia, Esquirol constatò delle aderenze patologiche tra le meningi e il cervello (Georget, Compte rendu du procès Léger [Resoconto del processo Léger], Feldtmann, etc.). Caso 20. — Tirsch, beneficiario dell'ospedale di Praga, cinquantacinque anni. Appariva sempre assorto, bizzarro, brutale, molto irascibile, uggioso, vendicativo, condannato a vent'anni di prigione per lo stupro di una ragazzina di dieci anni. Aveva, negli ultimi tempi, destato l'attenzione per i suoi accessi di rabbia insorgenti per le più futili ragioni e a causa del suo tædium vitæ. Caso 21. — Vincenzo Verzeni, nato nel 1849, arrestato l'11 gennaio 1872, era accusato: 1º di avere provato a strangolare sua cugina Marianna, mentre questa, quattro anni prima, era allettata a causa di una malattia; 2º di aver commesso lo stesso reato sulla persona della signora Arsuffi, di ventisette anni; 3º di aver provato a strangolare la signora Gala, alla quale serrò la gola mentre era inginocchiato sul suo corpo; 4º era, inoltre, sospettato di aver commesso i seguenti assassini: Caso 22. — Un uomo di nome Gruyo, quarantuno anni, in passato di una condotta esemplare e che era stato sposato tre volte, aveva strangolato sei donne in dieci anni. Le vittime erano quasi tutte prostitute non più giovani. Dopo averle strangolate, estirpava loro gli intestini e i reni attraverso la vagina. Abusò di alcune delle sue vittime prima di assassinarle; su altre non commise alcun atto sessuale, a causa dell'impotenza subentrata. Operava le sue atrocità con tanta precauzione che, per dieci anni, poté restare al riparo da ogni sospetto.
B.— NECROFILIA
Caso 23. — Il sergente Bertrand era un uomo di costituzione delicata, di carattere strano; sempre taciturno e amante della solitudine fin dall'infanzia.
C. — ABUSI INFLITTI ALLE DONNE (PUNTURE, FLAGELLAZIONE, ECC.)
Caso 24. — X..., venticinque anni, figlio di un padre luetico, morto di demenza paralitica e di una madre costituzionalmente istero-nevrastenica, era un individuo fisicamente debole, geneticamente neuropatico e recante numerose stimmate di degenerazione anatomica. Già da bambino aveva tendenze ipocondriache e ossessioni. Inoltre, il suo stato d'animo oscillava dall'esaltazione alla depressione. Già all'età di dieci anni, il malato provava una strana voluttà nel veder colare il sangue dalle sue dita, che tagliava apposta o pungeva spesso al fine di procurarsi queste ferite, da cui ricavava una felicità indicibile. Nel momento in cui si feriva, aveva delle erezioni, parimenti accadeva alla vista del sangue altrui, per esempio quando una domestica si tagliava un dito. Ciò gli causava sensazioni particolarmente voluttuose. In seguito il suo istinto sessuale diventò sempre più forte. Giunse alla masturbazione senza esservi stato indotto da alcuno. Caso 25. — Z..., medico, costituzionalmente neuropatico, intollerante all'alcol, praticava normalmente il coito in circostanze ordinarie, ma appena beveva del vino, il semplice amplesso non soddisfaceva più la sua accresciuta libidine. In questo stato, era costretto, per avere un'eiaculazione e ottenere una soddisfazione completa, a pungere le natiche di una donna, a tagliarle con una lancetta, a fissare il sangue e sentire come la lama penetrava nella carne viva. Caso 26. — Il pungitore di ragazze di Bolzano (riportato da Demme, Buch der Verbrechen, vol. II, pag. 341). Nel 1829, un'inchiesta giudiziaria fu aperta contro B..., soldato, di trent'anni. In differenti epoche e luoghi, aveva ferito, con un coltello o un temperino, delle ragazze sui glutei, ma di preferenza colpiva la regione dei genitali. Diede come movente dei suoi attentati un desiderio sessuale spinto fino alla frenesia e che poteva essere soddisfatto solo nell'atto concreto di pungere delle donne. Questo impulso lo assillava per giorni. Ciò turbava la sua mente e quest’agitazione cessava solamente quando realizzava il suo desiderio. Al momento di pungerle, provava la stessa soddisfazione che gli dava un amplesso, e questo soddisfacimento era accresciuto dalla vista del sangue grondante dal suo coltello. Fin dall'età di dieci anni, l'istinto sessuale si manifestò in lui violentemente. Si dedicò innanzitutto alla masturbazione, avendo coscienza di come il suo corpo e la sua mente s’indebolissero. Caso 27. — Nei primi anni del 1860, la popolazione di Lipsia fu terrorizzata da un uomo che aveva l'abitudine di assalire, armato di un pugnale, le ragazze per strada e di ferirle nella parte superiore del braccio. Quando si riuscì ad arrestarlo, ci si accorse di avere a che fare con un sadico il quale, nel momento in cui feriva le ragazze, aveva un'eiaculazione. Per costui l'atto d'infliggere una ferita era l'equivalente del coito. (Wharton, A treatise on mental unsoundness, Philadelphia 1873, § 623).80 Caso 28 (riportato da Demme, Buch der Verbrechen, VII, p. 281). — Il tagliatore di ragazze di Augusta, chiamato Bartle, negoziante di vini, aveva già attitudini sessuali all'età di quattordici anni, ma provava un'avversione pronunciata alla soddisfazione dell'istinto tramite il coito, idiosincrasia che andava fino al disgusto del sesso femminile. Già a quell'epoca, ebbe l'idea di procurare delle lesioni alle ragazze e così provvedere, con questo mezzo, a ottenere una soddisfazione sessuale. Vi rinunciò tuttavia per mancanza di opportunità e di audacia. Caso 29. — J.H..., venticinque anni, si presentò nel 1883 per una visita riguardante uno stato molto avanzato di nevrastenia e ipocondria. Il malato confessò di essersi masturbato sin dall'età di quattordici anni; ma solo raramente fino ai diciotto anni, periodo a partire dal quale non ebbe più la forza di resistere all'impulso. Fino a quel momento, non aveva mai avuto la possibilità di avvicinare una donna, perché sorvegliato accuratamente dai suoi genitori che, a causa del suo stato malaticcio, non lo lasciavano mai solo. Del resto, non aveva un desiderio pronunziato per questo tipo di godimento che comunque gli era sconosciuto. Caso 30 (riportato da Albert Moll, di Berlino).—L... T..., ventuno anni, commerciante in una città della Renania, appartenente a una famiglia in cui c'erano diversi membri nervosi e psicopatici. Una delle sorelle era affetta da isteria e da malinconia.
D. — INCLINAZIONE A INSOZZARE LE DONNE
Caso 31. — A..., studente in medicina a Greifswald, era accusato di aver mostrato spesso volte in pubblico, a ragazze oneste, i propri genitali nudi ciondolanti dal pantalone, dopo averli tenuti coperti fino a quel momento con le falde del redingote. Le ragazze scappavano. A volte le inseguiva e, quando le raggiungeva, le stringeva a sé urinando loro addosso. Questi fatti avvenivano pubblicamente; nel compierli A... non profferiva una parola. Caso 32.— Ho conosciuto un paziente che faceva distendere su di un basso divano una donna in abito da sera scollato in una stanza molto illuminata. Lui, in piedi accanto alla porta di una camera adiacente immersa nell'oscurità, spiava la donna per un po', poi irrompeva eccitato nella stanza e defecava sul suo seno. Dichiarava che in questo modo aveva a volte un'eiaculazione. Caso 33. — Un uomo aveva un'amante. I suoi rapporti con lei si limitavano ai seguenti atti: la donna doveva lasciarsi annerire le mani col carbone o la fuliggine, poi doveva mettersi davanti a uno specchio, così che lui potesse vedere le mani riflesse. Durante la conversazione, spesso abbastanza prolungata, con l'innamorata, lanciava senza tregua sguardi all'immagine delle mani sporche riflesse dallo specchio, infine si congedava da lei, con un'aria molto soddisfatta.
E. — ALTRI ATTI DI VIOLENZA SULLE DONNE. SADISMO SIMBOLICO
Caso 34. — (Dr Pascal, Igiene dell'Amore). Un uomo aveva l'abitudine di recarsi una volta al mese, a una data fissa, dalla sua amante e tagliarle, con un paio di forbici, le ciocche di capelli che le cadevano sulla fronte. Questo atto gli procurava il più grande piacere. Non esigeva mai altro dalla ragazza. Caso 35. — Un uomo, a Vienna, frequentava regolarmente parecchie prostitute, limitandosi però a insaponare il loro viso e passandoci poi un rasoio come se volesse raderle. Non aveva mai fatto del male alle ragazze, ma, durante la procedura, si eccitava sessualmente fino a eiaculare.84 Caso 36. — Durante un processo svoltosi in un tribunale penale di Vienna, fu accertato il seguente fatto. In un giardino di un ristorante pubblico, il conte N... si era recato un giorno accompagnato da una donna e aveva scandalizzato gli astanti con la sua condotta. Esigé, dalla donna che era con lui, che gli s'inginocchiasse davanti e l'adorasse a mani giunte. Poi le ordinò di leccare i suoi stivali. Infine pretese da lei, pubblicamente, qualcosa d'inaudito (di essere baciato sulle natiche o una cosa analoga) e si arrese solamente quando la donna giurò di compiere l'atto richiestole, ma nell'intimità.
F. — SADISMO CONCERNENTE UN OGGETTO QUALSIASI. FUSTIGATORI DI RAGAZZI
Caso 37. — R..., venticinque anni, commerciante, si era rivolto a me, nella primavera del 1889, per consultarmi a proposito di un'anomalia della sua sessualità, anomalia che gli faceva prevedere malattia e infelicità nella vita matrimoniale. Caso 38. — Sadismo latente. N..., studente, si presentò nel mese di dicembre 1890 alla mia clinica. Si era dedicato alla masturbazione sin dalla sua più tenera giovinezza. Secondo le sue asserzioni, si era eccitato sessualmente vedendo suo padre infliggere una punizione ai suoi fratelli, e in seguito, guardando l'insegnante punire gli alunni. Testimone di questi atti provava sempre delle sensazioni voluttuose. Caso 39. — P..., quindici anni, discendente di una famiglia altolocata, figlio di una madre isterica. Il fratello e il padre di P... morirono in manicomio, due altri fratelli morirono, durante l'infanzia, di convulsioni. P... aveva del talento, era saggio, calmo, ma, a momenti, collerico, ostinato e violento. Soffriva di epilessia e si dedicava alla masturbazione.
G. — ATTI SADICI SUGLI ANIMALI
Caso 40. — C. L..., quarantadue anni, ingegnere, sposato, padre di due bambini. Discendente di una famiglia neuropatica: il padre era irascibile, accanito bevitore; la madre, isterica, aveva sofferto di attacchi di eclampsia.85 Caso 41. — (Dr Pascal. Igiene dell'Amore.) Un individuo visitava delle prostitute, chiedeva loro di acquistare galline e conigli vivi, ed esigeva che si torturassero questi animali in sua presenza. Teneva a che si strappassero loro gli occhi e le viscere. Quando una ragazza si lasciava convincere a questi gesti e si distingueva per un’insolita crudeltà, era lietissimo, pagava e se ne andava, senza chiederle altro, senza neanche toccarla.
SADISMO NELLE DONNE
Caso 42. — Un uomo sposato si presentò mostrandomi numerose cicatrici di ferite sulle braccia. Ecco ciò che raccontò sull'origine di queste cicatrici. Tutte le volte che provava il desiderio di avvicinarsi alla sua giovane moglie, che era un po' nervosa, era obbligato, per prima cosa, a farsi un taglio sul braccio, facendo uscire il sangue, che lei poi succhiava dalla ferita, ottenendone allora una viva eccitazione sessuale. Caso 43. — La signora H..., ventisei anni, è nata in una famiglia nella quale non ci sarebbero state malattie nervose né alterazioni psichiche. Invece, la malata presentava sintomi d'isteria e nevrastenia. Sebbene sposata e madre di un bambino, la Sig.ra H... non aveva mai avuto il desiderio di compiere il coito. Educata secondo principi molto severi, restò, fino al suo matrimonio, in un'ignoranza ingenua delle cose sessuali. Ebbe le prime mestruazioni, regolari, all'età di quindici anni. Le sue parti genitali non presentavano nessuna anomalia essenziale. Non solo il coito non le procurava alcun piacere, ma era per lei un atto sgradevole, verso cui aveva un'avversione crescente. La paziente non arrivava a comprendere come si potesse considerare un simile atto, la suprema felicità e il compimento dell'amore. Sentimento, quest'ultimo, che, a suo avviso, era troppo sublime perché fosse annesso all'istinto sessuale. Bisogna ricordare, a tal proposito, che la paziente amava sinceramente il marito. Provava molto piacere nel baciarlo; un piacere sulla cui natura non sarebbe stata in grado di dare nessuna indicazione precisa. Eppure non riusciva ad accettare che i genitali potessero giocare un ruolo in amore. La Sig.ra H... era, del resto, una donna molto sensata, dotata di carattere femminile.
2. Masochismo:89 ossia l'impiego della crudeltà e della violenza su sé stessi al fine di provore piacere.
A. — RICERCA DI MALTRATTAMENTI E UMILIAZIONI COME MEZZO DI SODDISFAZIONE SESSUALE
Caso 44. — “Provengo da una famiglia neuropatica nella quale, a parte ogni tipo di bizzarrie caratteriali e di condotta, sono presenti anche diverse anomalie sessuali. Caso 45. — Z..., ventinove anni, allievo del Politecnico, venne a consultarmi per una presunta tabe. Il padre, morto di tabe, era un uomo nervoso. La sorella del padre era pazza. Caso 46. — X..., letterato, ventotto anni, ereditariamente tarato, sessualmente iperestesico fin dall'infanzia. A sei anni sognava, ripetutamente, di essere sculacciato da una donna. Si risvegliava dal sogno in preda a una viva emozione voluttuosa, sotto il cui influsso era spinto alla masturbazione. All'età di otto anni, chiese un giorno alla cuoca di picchiarlo. Dall'età di dieci anni, soffrì di nevrastenia. Fino ai venticinque anni, sognò di flagellazioni, scene che talvolta rievocava anche nello stato di veglia, masturbandosi. Caso 47. — Un paziente del dottor Tarnowsky faceva affittare un appartamento da una persona di sua fiducia, da utilizzare durante i periodi dei suoi attacchi. Inoltre, faceva istruire tre prostitute su tutto ciò che gli si doveva fare. Caso 48. — X..., trentaquattro anni, fortemente tarato, sofferente d'inversione sessuale. Per diverse ragioni, non aveva mai avuto l'opportunità di accoppiarsi con un uomo, malgrado i suoi intensi bisogni sessuali. Per caso, sognò una notte, che una donna lo frustava. Ebbe una polluzione. Caso 49. — “Ho trentacinque anni; sono fisicamente e mentalmente normale. Nella mia parentela più estesa — in linea diretta e collaterale — non emerge nessun caso di disturbo psichico. Mio padre, che alla mia nascita aveva circa trent'anni, ha avuto, per quanto io sappia, una predilezione per le donne alte e giunoniche. Caso 50. — Masochismo. Z..., funzionario pubblico, cinquant'anni, alto, muscoloso, ben portante, nato, a quanto affermava, da genitori sani; tuttavia, alla sua nascita, il padre aveva trent'anni più della madre. Una sorella di due anni più vecchia di Z..., era affetta da mania di persecuzione. Caso 51. — Un uomo trovava la sua soddisfazione sessuale nel modo seguente. Si recava di tanto in tanto da una ragazza pubblica. Faceva stringere il suo pene in un anello di porcellana, come se ne adoperano per sospendere le tende delle finestre. Legava sull’anello due spaghi che faceva passare all'indietro tra le sue gambe e che legava poi al letto. Quindi pregava la donna di frustarlo senza misericordia e di trattarlo come un cavallo restio. Più la donna lo costringeva a tirare, con grida e frustate, più sentiva aumentare l'eccitazione sessuale. Aveva in questo modo un'erezione, probabilmente avvantaggiata dalla compressione meccanica della vena dorsale del pene che era stretto dall'anello quando gli spaghi erano troppo tesi. L'erezione aumentava, il membro era compresso dall'anello, e infine giungeva l'eiaculazione con una viva sensazione di voluttà. Caso 52. — X..., marito esemplare, di principi morali rigorosi, padre di parecchi bambini, era afferrato, in certi momenti d'intemperanza, dal desiderio di recarsi al bordello, di scegliere due o tre delle ragazze più alte e di rinchiudersi in una stanza con loro. Quindi si denudava il torace e, coricato per terra, incrociava le braccia sull'addome, chiudeva gli occhi e incitava una ragazza a camminare sul suo petto nudo, sul collo e la faccia, pregandola di piantare vigorosamente ad ogni passo i tacchi nella carne. A volte, chiedeva delle ragazze anche più pesanti o escogitava altri esercizi che rendevano il procedimento ancora più crudele. Dopo due o tre ore, ne aveva abbastanza, pagava il conto e tornava ai suoi affari per ricomparire, una settimana dopo, e procurarsi nuovamente lo stesso strano piacere. Caso 53. — Un uomo di mezza età, sposato e padre di famiglia, che aveva sempre condotto una vita sessuale normale, ma che affermava essere nato in una famiglia affetta da problemi nervosi, mi fornì le seguenti informazioni. Caso 54. — Una signora mi raccontò la seguente storia: Quand'era ancora una ragazza innocente, fu sposata a un uomo di circa trent'anni. La prima notte di matrimonio, l'uomo le mise quasi a forza tra le mani una piccola bacinella con del sapone. Richiese allora, senz'altro segno d'amore, che si procedesse a insaponargli il mento e il collo come se dovesse radersi. La giovane donna, completamente inesperta, fece ciò che il marito esigeva, e fu molto stupita di non avere, nelle prime settimane delle nozze, appreso nient'altro dei misteri della vita matrimoniale. Il marito le dichiarò che il suo più grande piacere consisteva nel farsi insaponare la faccia da lei. La giovane donna, che si era nel frattempo confidata con delle amiche, convinse il marito a praticare il coito e, come assicurava, ebbe da lui, in seguito, tre bambini. Il marito era un gran lavoratore, molto ordinato, ma brusco e caratterialmente cupo. Esercitava il mestiere di negoziante. Caso 55. — (Pascal, Igiene dell'Amore). Ogni tre mesi, un uomo di circa quarantacinque anni, si recava da una prostituta e pagava 10 franchi perché la ragazza lo svestisse, legandogli mani e piedi, bendandogli gli occhi e chiudendo le finestre per rendere la camera all'oscurità. Quindi lo faceva sedere su un divano e lo abbandonava in questo stato. Caso 56. — (Dr Pascal, ibid.) A Parigi, un individuo si recava, in serate fissate in anticipo, in un appartamento la cui proprietaria era disposta a sottomettersi alle sue strane inclinazioni. Entrava in abito da sera nel salone della signora, che doveva riceverlo in abito elegante e con un'aria altera. La chiamava "marchesa" e lei lo apostrofava come il "mio caro conte". Parlava poi della felicità di trovarla sola, del suo amore per lei e del romantico incontro. La signora doveva sostenere allora il ruolo di una dama offesa nella sua dignità. Il preteso conte s'infiammava sempre più e chiedeva alla pseudo-marchesa di poterle dare un bacio sulla spalla. Seguiva allora una grande scena d'indignazione da parte della donna che suonava facendo accorrere un valletto ingaggiato apposta a questo scopo, che entrava e metteva il conte alla porta. Il conte se ne andava molto contento e pagava riccamente le persone che avevano recitato in questa commedia. Caso 57. — Z..., ventidue anni, celibe, mi fu condotto da suo padre per una consultazione medica. Il giovane era molto nervoso e sessualmente anormale. Suo padre, al momento del concepimento, aveva sofferto di una malattia di nervi. Caso 58. — Masochismo. Z..., ventisette anni, artista, di robusta costituzione fisica, di aspetto piacevole, a quanto affermava, geneticamente non tarato; sano durante l'infanzia; era, dall'età di ventitré anni, nervoso e incline a idee ipocondriache. Dal punto di vista sessuale, aveva la tendenza alla fanfaronata, tuttavia non era capace di grandi prodezze. Nonostante le avance che faceva alle donne, i suoi rapporti con esse si limitano a carezze innocenti. Accanto a ciò, aveva una tendenza curiosa a bramare le donne che si mostravano ritrose. Dall'età di venticinque anni, aveva notato che le donne, fossero pure le più brutte, provocavano in lui un'eccitazione sessuale non appena scorgeva in loro un tratto di carattere imperioso e altero. Una parola stizzosa dalla bocca di una donna bastava a provocare in lui le più violente erezioni. Un giorno, seduto in un caffè, sentì la cassiera, donna del resto assai brutta, sgridare aspramente e con una voce energica il garzone. Questa scena gli causò una violenta emozione sessuale che, in poco tempo, terminò con l'eiaculazione.
B. — FETICISMO DEI PIEDI E DELLE SCARPE. MASOCHISMO LATENTE
Caso 59. — O. L..., 31 anni, contabile in una città wurtemburghese, discendente da una famiglia geneticamente tarata. Caso 60. — X..., venticinque anni, nato da genitori sani e mai stato seriamente malato, mette a mia disposizione la seguente autobiografia. Caso 61 (Riportato da Mantegazza nei suoi Studi antropologici). — X..., americano, di buona famiglia, ben dotato dal punto di vista fisico e morale, non era, dall'età della pubertà, eccitato che dalle scarpe femminili. Il corpo femminile e persino il piede nudo o anche coperto della sola calza non gli provocavano alcuna impressione. Al contrario, il piede calzato o anche la scarpa da sola gli cagionavano delle erezioni e spesso addirittura delle eiaculazioni. Per ciò era sufficiente la vista di stivali eleganti – vale a dire di stivaletti di cuoio nero abbottonati su un lato, e con tacchi alti. Il suo istinto sessuale era potentemente eccitato quando toccava o baciava queste calzature o quando le indossava. Il suo piacere si accresceva quando poteva piantare dei chiodi nei tacchi, in modo che camminando, le punte gli tormentassero le carni. Ne ricavava dolori spaventosi ma allo stesso tempo un’autentica voluttà. Il suo supremo piacere era quello d'inginocchiarsi ai piedi elegantemente calzati di una bella signora e lasciarsi calpestare. Se la donna in questione era brutta, le scarpe non producevano alcun effetto e l'immaginazione del malato si raffreddava. Se capitava che a sua disposizione non avesse che delle scarpe, arrivava in tal caso, con l'immaginazione, ad annettervi una bella donna, e solo allora si produceva l'eiaculazione. Caso 62. — Giovane uomo vigoroso, ventisei anni. Lo eccitavano sensualmente solo la vista di stivaletti eleganti ai piedi di una donna molto "distinta", soprattutto quando le calzature erano di cuoio nero con un tacco molto alto. Anche lo stivaletto senza la donna era sufficiente per eccitarsi. Era per lui una suprema voluttà guardare lo stivaletto, palparlo e baciarlo. Il piede nudo femminile, o fasciato unicamente da una calza, lo lasciava assolutamente indifferente. Aveva un debole per gli stivaletti femminili sin dall'infanzia. Caso 63. — X..., trentaquattro anni, sposato, nato da genitori neuropatici; durante l'infanzia, aveva sofferto di convulsioni gravi; straordinariamente precoce (all'età di tre anni sapeva già leggere), ma unilateralmente sviluppato, nervoso fin dalla prima infanzia. Fu afferrato, all'età di sette anni, dal violento desiderio di occuparsi di scarpe femminili o piuttosto dei chiodi di queste scarpe. Vederli, ma più ancora toccarli e contarli, gli procuravano un piacere indescrivibile. Caso 64 (Dr Pascal, Igiene dell'amore). — X..., negoziante, metteva in atto periodicamente, soprattutto in caso di mal tempo, i seguenti comportamenti. Abbordava una prostituta, la prima incontrata, e la pregava di andare con lui da un calzolaio dove le acquistava un bel paio di stivaletti di vernice, a condizione che li calzasse immediatamente. Ciò fatto, la donna doveva, per quanto possibile, attraversare le strade, passando nei luoghi più sporchi e oltrepassando rigagnoli per inzaccherare bene gli stivali. Poi, X... la conduceva in un hotel e, chiusosi con lei nella camera, si precipitava sui piedi della donna, strofinandoci le labbra e ricavandone un piacere straordinario. Dopo aver ripulito gli stivaletti in questo modo, faceva un regalo in denaro alla donna e se ne andava. Caso 65. — Ecclesiastico, cinquant'anni. Ogni tanto si presentava in una casa di prostituzione, con il pretesto di voler affittare una camera; entrava in conversazione con una ragazza, lanciava sguardi bramosi verso le scarpe della donna in questione, gliene toglieva una, e colto da estasi libidinosa, baciava e mordeva la scarpa. Poi premeva la stessa contro i suoi genitali, eiaculando e, con lo sperma eiaculato, si strofinava il petto. Risvegliatosi in seguito dalla sua estasi voluttuosa, domandava alla proprietaria della scarpa il favore di poterla custodire per alcuni giorni. Infine, al termine fissato, la riporta con mille ringraziamenti. (Cantarano, La Psichiatria, V. p. 205.) Caso 66. — Z..., studente, ventitré anni, nato in una famiglia tarata. La sorella era malinconica, il fratello soffriva d'isteria maschile. Il malato era stato, fin dalla sua prima infanzia, un essere strano, affetto spesso da malesseri ipocondriaci. Consultato per una "malattia mentale", riscontrai in lui un uomo dall'intelligenza confusa, difettosa, con sintomi nevrastenici e ipocondriaci. I miei sospetti di masturbazione furono confermati. Il malato fece rivelazioni molto interessanti sulla sua vita sessuale. Caso 67. — S..., di New York, era accusato di furti compiuti sulla pubblica via. Nella sua ascendenza c'erano numerosi casi di follia; il fratello e la sorella di S... erano mentalmente anormali. All'età di sette anni, ebbe due violente commozioni cerebrali. All'età di tredici anni cadde da un balcone e a quattordici, soffrì di violenti mal di testa. Al momento di questi attacchi, o immediatamente dopo, manifestava un'inclinazione strana a rubare una singola scarpa (mai un paio) appartenente a uno dei componenti femminili della sua famiglia, e a nasconderla in un angolo. Quando lo si rimproverava, negava o pretendeva di non ricordarsi più della cosa. Il desiderio d'impossessarsi delle scarpe lo assaliva periodicamente ogni tre o quattro mesi. Una volta tentò di rubare una scarpa al piede di una domestica; un'altra volta prelevò una scarpa dalla camera di sua sorella. In primavera, aveva scalzato con la forza due signore che passeggiavano per la strada, portando via le loro scarpe. Nel mese di agosto, S... lasciò di buon mattino il suo alloggio per andare a lavorare nel laboratorio di tipografia dove era impiegato.
C. — ATTI DEGRADANTI COMMESSI ALLO SCOPO DI UMILIARSI E DI PROCURARSI UNA GRATIFICAZIONE SESSUALE. — MASOCHISMO LATENTE
Caso 68. — H.-R. G..., possidente, ufficiale in pensione, morto all'età di sessant'anni, nato in una famiglia dove la leggerezza, i debiti e la rilassatezza morale erano ereditari. Fin dalla sua gioventù, si dedicò alle più folli dissolutezze. Era conosciuto come l'organizzatore "dei balli nudi". Era di carattere brutale e cinico ma severo e preciso nel suo servizio militare, che dovette lasciare a causa di un affare poco pulito mai divulgato; si ritirò a vita privata per 17 anni. Incurante dell'amministrazione delle sue proprietà, s’introduceva dappertutto come un viveur; tuttavia era evitavo a causa della sua lascivia. Nonostante la sua rudezza, risentì molto di essere stato messo al bando dalla buona società. Ciò lo spinse, in seguito, a frequentare di preferenza il mondo ordinario dei cocchieri, degli operai e quello dei cabaret. Caso 69. — Un decrepito principe russo faceva defecare la sua amante sul proprio petto. La donna doveva accovacciarsi su di lui voltandogli la schiena. Solo così poteva risvegliare i rimasugli della sua libidine. Caso 70. — W..., quarantacinque anni, tarato, dedito alla masturbazione fin dall'età di otto anni. Dal suo sedicesimo anno, si procurava una soddisfazione sessuale bevendo urina femminile fresca. Così grande era il suo piacere mentre ne beveva che né il sapore né l'odore, potevano fermarlo. Dopo averne bevuto, provava sempre disgusto e nausea e giurava a se stesso di non farlo più. Un'unica volta provò lo stesso piacere bevendo l'urina di un ragazzo di nove anni con cui una volta aveva compiuto una fellatio. Il malato era affetto da delirio epilettico. Caso 71. — Un notaio, conosciuto nel suo ambiente come un tipo originale e misantropo fin dalla sua giovinezza, mentre compiva i suoi studi, essendo alquanto dedito alla masturbazione, aveva l'abitudine, come lui stesso raccontava, di stimolare i suoi desideri sessuali adoperando fogli di carta igienica usati. Stendeva questi brani di carta sulla coperta del suo letto, li fissava e fiutava finché non si produceva l'erezione, infine si masturbava. Dopo la sua morte, fu rinvenuto, accanto al letto, un grande cesto pieno di questi fogli. Su ogni foglio, era annotata accuratamente la data.
D. —IL MASOCHISMO NELLA DONNA
Caso 72. — La signorina V. X..., trentacinque anni, discendente di una famiglia fortemente tarata, si trovava da qualche anno nella fase iniziale di una paranoia persecutoria. La malattia aveva avuto origine da una nevrastenia cerebro-spinale, il cui esordio doveva essere cercato in una sovreccitazione sessuale. Dall'età di ventiquattro anni, la malata era dedita alla masturbazione. In seguito a un’aspettativa matrimoniale andata delusa e a una violenta eccitazione sensuale, giunse alla masturbazione e all'onanismo psichico. La signorina V. X... non aveva mai avuto inclinazioni per persone del suo stesso sesso.
TENTATIVO DI SPIEGAZIONE DEL MASOCHISMO MASOCHISMO E SADISMO 3. — Associazione dell'immagine di certe parti del corpo o del vestito femminile con la lussuria. — Feticismo
A. — IL FETICCIO È UNA PARTE DEL CORPO FEMMINILE
Caso 73 (Binet, op. cit.). — X..., trentasette anni, professore di liceo; nell'infanzia aveva sofferto di convulsioni. Cominciò a masturbarsi all'età di dieci anni, con sensazioni voluttuose che si ricollegavano a idee molto strane. Era entusiasmato dagli occhi delle donne; ma siccome voleva ad ogni costo farsi un'idea qualsiasi del coito, ed essendo completamente ignorante in materia sessuale, arrivò a localizzare la sede delle parti genitali femminili nelle narici, luogo che è il più vicino agli occhi. I suoi desideri sessuali molto intensi ruotarono, da quel momento, intorno a quest'idea. Caso 74. — B..., di famiglia neuropatica, molto sensuale, sano di mente, cadeva in estasi alla vista di una bella mano appartenente a una qualche giovane donna, e provando un'eccitazione sessuale che giungeva fino all'erezione. Baciare e stringere una mano, era per lui la suprema felicità. Caso 75. — Un caso di feticismo della mano comunicato dal dottor Albert Moll — P. L..., ventotto anni, commerciante della Westfalia. A parte il fatto che il padre del malato era un uomo lunatico con un carattere violento, nessuna tara ereditaria poteva essere rilevata nella sua famiglia. Caso 76. — Un uomo ereditariamente tarato mi consultò in merito alla sua impotenza che lo spingeva alla disperazione. Caso 77. — X..., ventotto anni, nato in una famiglia gravemente tarata. Era nevrastenico, si lamentava di mancanza di fiducia in sé stesso, aveva frequenti accessi di malumore, con tendenza al suicidio, contro la quale aveva spesso da sostenere una dura lotta. Alla minima contrarietà, perdeva la testa e si disperava. Il malato era ingegnere in una fabbrica della Polonia russa; di robusta costituzione fisica, senza segni di degenerazione. Si lamentava di una strana "mania" che spesso lo induceva a dubitare di essere un uomo sano di mente. Caso 78. — P..., tagliatore di trecce, quarant'anni, fabbro operaio, celibe, nato da padre temporaneamente colpito da alienazione mentale e da madre molto nervosa. Ben sviluppato e intelligente nell'infanzia, ma ben presto, colpito da tic e ossessioni. Non si era mai masturbato; amava platonicamente, faceva spesso progetti di matrimonio, non si accoppiava che raramente con delle prostitute, eppure, nei suoi rapporti con queste ultime, non si sentiva mai soddisfatto: ne provava, al contrario, disgusto. Tre anni fa, subì una grossa disgrazia (rovina finanziaria); inoltre, patì un'affezione febbrile, aggravata da accessi di delirio. Questi eventi avevano gravemente colpito il sistema nervoso centrale del malato che, del resto, era ereditariamente tarato. La sera del 28 agosto 1889, P... fu arrestato in flagrante delitto, in piazza del Trocadéro, a Parigi. In mezzo alla folla, aveva tagliato la treccia di una ragazza. Fu arrestò con la treccia in mano, e un paio di forbici in tasca. Adduceva come giustificazione una confusione momentanea dei sensi, una passione funesta e indomabile. Confessò di aver tagliato già dieci volte delle trecce, che custodiva in casa e che ogni tanto contemplava con delizia. Caso 79. — Tagliatore di trecce. E..., venticinque anni. Una zia dal lato materno era epilettica; un fratello soffriva di convulsioni. E... affermava di essere stato, nella sua infanzia, un bambino sano che apprendeva facilmente a scuola. All'età di quindici anni, provò, per la prima volta, una sensazione voluttuosa accompagnata da erezione, vedendo una bella ragazza del villaggio pettinarsi i capelli. Fino a quel momento le persone dell'altro sesso non avevano esercitato su di lui nessuna impressione. Due mesi più tardi, a Parigi, si eccitò intensamente alla vista delle ragazze che portavano chiome fluenti sulla nuca. Un giorno non poté trattenersi dall'afferrare la treccia di una ragazza e attorcigliarsela tra le dita. Fu arrestato e condannato a tre mesi di prigione. Caso 80. — Feticismo delle trecce. X..., tra i trenta e quarant'anni. Appartenente a una classe sociale molto elevata, celibe, a quanto pare nato in una famiglia senza tare ereditarie; fin dall'infanzia si era mostrato nervoso, incoerente, bizzarro. Affermava che, dall'età di otto anni, si era sentito attratto potentemente dai capelli delle donne, particolarmente quando si trovava alla presenza di giovani ragazze. A nove anni, una ragazza di tredici, compì con lui atti d'impudicizia. Tuttavia non era in grado di comprenderli, e non ne ebbe nessuna eccitazione.
B. — IL FETICCIO È UN ARTICOLO DEL VESTIARIO FEMMINILE
Caso 81. — X..., figlio di un generale, fu allevato in campagna. All'età di quattordici anni fu iniziato da una giovane donna ai misteri dell'amore. Questa signora, bionda e con capelli ricci, per evitare di essere sorpresa in flagrante, teneva indosso abitualmente i suoi vestiti (le ghette, il corsetto e la veste di seta), quando s’intratteneva intimamente col suo giovane amante. Caso 82. — K..., quarantacinque anni, calzolaio, asseriva di non avere nessuna tara ereditaria; carattere bizzarro, mal dotato intellettualmente, di abitudini virili, senza segni di degenerazione. La sua condotta era generalmente irreprensibile. Fu arrestato in flagrante il 5 luglio 1876, di sera, mentre indossava biancheria rubata che custodita in un nascondiglio. Nella sua abitazione si trovarono trecento oggetti di vestiario femminile, tra i quali, camicie, mutande, cuffiette da notte, giarrettiere e anche una bambola. Quando fu arrestò, aveva addosso una camicia da donna. Già dall'età di tredici anni, impulsivamente, si era dedicato a rubare biancheria femminile. Punito una prima volta, divenne più prudente; commetteva i suoi furti con astuzia e molta destrezza. Quand'era sotto l'influsso di questo bisogno compulsivo, provava sempre angoscia e sentiva la testa pesante. In quei momenti non poteva resistere, qualunque cosa dovesse costargli. Non importava a chi rubasse questi oggetti. Caso 83. — C..., trentasette anni, discendente di una famiglia gravemente tarata, cranio plagiocefalo, facoltà intellettuali deboli. All'età di quindici anni vide un grembiule appeso ad asciugare, lo indossò e si masturbò dietro una siepe. Caso 84. — Z..., trentacinque anni, funzionario, figlio unico di madre nervosa e di padre sano. Era stato nervoso fin dall'infanzia. Durante la visita risaltavano i suoi occhi nevrotici, il corpo gracile e delicato, i tratti fini, la voce esile e la barba molto rada. Salvo i sintomi di una leggera nevrastenia, il malato non presentava niente di morboso. I genitali erano normali, come le funzioni sessuali. Il paziente pretendeva essersi masturbato solamente quattro o cinque volte, da ragazzino. Caso 85. — Un garzone panettiere di trentadue anni, celibe e incensurato, fu sorpreso nel momento in cui rubava il fazzoletto a una signora. Confessò, con sincero pentimento, di aver già rubato, con le stesse modalità, tra gli 80 e i 90 fazzoletti. Desiderava soltanto fazzoletti femminili ed esclusivamente di donne giovani che gli piacevano. Caso 86. — Feticismo del fazzoletto in un caso d'inversione sessuale. — K..., trentotto anni, operaio, uomo vigoroso, si lamentava di numerosi malesseri, come debolezza alle gambe, dolori alla schiena, mal di testa, mancanza di impegno sul lavoro, ecc. Le sue lamentele facevano pensare manifestamente alla nevrastenia con tendenza all'ipocondria. Solo dopo aver seguito per parecchi mesi il mio trattamento, confessò di essere anormale dal punto di vista sessuale. Caso 87. — Feticismo della scarpa. — Il signor von P..., di antica nobiltà polacca, trentadue anni, mi consultò nel 1890, a proposito della sua sessualità anormale. Affermava di discendere da una famiglia perfettamente sana, ma di essere stato nervoso sin dall'infanzia e di aver sofferto, all'età di undici anni, di corea minor.128 Soffriva d'insonnia e di malesseri nevrastenici dall'età di dieci anni. Caso 88. — X..., ventiquattro anni, di famiglia tarata (il fratello della madre e il nonno materno erano pazzi; una sorella era epilettica, e un'altra sofferente di emicranie, genitori con un temperamento molto irritabile), ebbe, all'epoca della dentizione, alcuni accessi di convulsioni. All'età di sette anni, fu indotto all'onanismo da una domestica. Le prime volte X... aveva provato piacere a queste manipolazioni, specialmente quando la ragazza gli toccava fortuitamente il pene con un piede. Caso 89. — L..., trentasette anni, commesso, discendente di una famiglia molto tarata, ebbe, all'età di cinque anni, la sua prima erezione osservando un parente adulto, che si coricava nella sua stessa camera, mettere un berretto da notte. Lo stesso effetto si produsse quando, in un secondo momento, vide, una sera, una vecchia mettere una cuffietta da notte.
C. — IL FETICCIO È UNA STOFFA O UN MATERIALE PARTICOLARE
Caso 90. — N..., trentasette anni, discendente di una famiglia neuropatica, lui stesso costituzionalmente neuropatico, dichiara: Caso 91. — Un ragazzo di dodici anni provò una viva emozione sessuale avvolgendosi un giorno, per caso, in una coperta di pelliccia. Da quel momento, cominciò a masturbarsi servendosi di pellicce o facendo salire nel suo letto un cagnolino a pelo lungo. Aveva talvolta eiaculazioni seguite da attacchi isterici. Le sue polluzioni notturne erano occasionate da sogni in cui s’immaginava disteso nudo su una pelliccia setosa che l'avvolgeva completamente. Le attrattive femminili o maschili non avevano alcuna presa su di lui. Caso 92. — C... era un accanito appassionato di velluto. Si sentiva attratto in modo normale verso le belle donne, ma era eccitato particolarmente quando la persona da incontrare e con la quale doveva avere dei rapporti sessuali era in abito di velluto. Caso 93. — Nel mese di luglio del 1891, Alfred Bachmann, fabbro operaio, di 25 anni, comparve davanti alla Seconda Sezione del Tribunale penale di Berlino.
II — ATTRAZIONE SESSAULE DEBOLE O ASSENTE PER L'ALTRO SESSO E SOSTITUITA DA UNA INCLINAZIONE PER LO STESSO SESSO, (OMOSESSUALITA' O INVERSIONE SESSAULE).
A. — L'OMOSESSUALITÀ COME PERVERSIONE ACQUISITA.
Primo grado: Inversione semplice dell'istinto sessuale.
Caso 94. — Inversione acquisita. Caso 95. — Irma S...,132 ventinove anni, non sposata, figlia di un negoziante, nata in una famiglia fortemente tarata. Caso 96. — X..., diciannove anni, la madre soffriva di una malattia di nervi; due sorelle, del padre e della madre, erano pazze. Il malato, di temperamento nervoso, molto dotato, fisicamente ben sviluppato, di conformazione normale, era stato, all'età di dodici anni, spinto dal fratello maggiore a praticare l'onanismo reciproco. Caso 97. — X..., trentacinque anni, celibe, nato da madre malata, depressa. Il fratello era ipocondriaco.
Secondo grado: evirazione (eviratio) e defemminizzazione (defeminatio).
Caso 98. — Sch..., trent'anni, medico, mi comunicò un giorno la sua biografia e la storia della sua malattia, chiedendomi delucidazioni e consigli su certe anomalie della sua vita sessuale.
Terzo grado. Transizione verso la metamorfosi sessuale paranoica.
Caso 99. — Autobiografia. — “Nato in Ungheria, nel 1884, rimasi, per lunghi anni, figlio unico, essendo le mie sorelle e fratelli morti di consunzione; solo tardivamente un fratello venne al mondo, e visse.
Quarto grado. Metamorfosi sessuale paranoica.
Caso 100. — K..., trentasei anni, celibe, servo rurale, pervenuto in clinica il 20 febbraio 1889, presentava un caso tipico di neurastenia sessuale, degenerata in paranoia persecutoria con allucinazioni olfattive, sensitive, ecc. Caso 101. — Franz St..., trentatré anni, maestro in una scuola elementare, celibe, probabilmente discendente da una famiglia tarata, neuropatico da sempre, emotivo, pauroso, incapace di reggere l'alcol, aveva cominciato a masturbarsi all'età di diciotto anni. A trent'anni manifestò i sintomi della neurastenia sessuale (polluzioni con conseguente debolezza — le polluzioni occorrevano anche durante il giorno; dolori nella regione del plesso sacrale,140 ecc.). A questi sintomi si aggiunsero: irritazione spinale, pressione intracranica e cerebroastenia. Caso 102. — Metamorfosi sessuale paranoica. Caso 103. — Una donna di mezza età, internata nel manicomio di Greifswalder, si considerava un uomo e si comportava di conseguenza. Si tagliava i capelli e li pettinava con una riga su un lato, secondo la moda dei militari. Un profilo molto pronunciato, un naso imponente e una certa grossolanità di tratti davano al suo volto un'impronta molto caratteristica; i capelli corti e pettinati aderenti agli orecchi finivano di dare alla sua testa un'apparenza completamente virile. Caso 104. — X..., ventisei anni, alto e di bell'aspetto, amava, fin dall'infanzia, indossare vestiti femminili. Diventato grande, sapeva sempre, in occasione di rappresentazioni teatrali dilettanti, racconciare le cose affinché gli si attribuissero dei ruoli femminili da interpretare. In seguito a una forte depressione malinconica, s’immaginò di essere realmente una donna, e provò a convincere di ciò gli altri. Amava spogliarsi, abbigliarsi e pettinarsi da donna e un giorno volle uscire così agghindato. A parte questa fissazione, era del tutto ragionevole. Aveva l'abitudine di pettinarsi tutto il giorno, di guardarsi allo specchio, e, servendosi di una vestaglia, travestirsi, per quanto possibile, da donna. Caso 105. — Madame X..., vedova. Fu mentalmente turbata in seguito alla morte del marito e alla perdita della sua fortuna finanziaria. Diventò pazza; in seguito a un tentativo di suicidio, fu trasportata alla Salpétrière.144
B. — L'OMOSESSUALITÀ COME FENOMENO MORBOSO E CONGENITO.145
1. ERMAFRODITISMO PSICHICO156
Caso 106 (Ermafroditismo psichico in una donna).— La Sig.ra M..., quarantaquattro anni, era un esempio vivente del fatto che, in un individuo, sia esso maschio o femmina, le tendenze all'inversione sessuale possono convivere con una vita sessuale normale. Caso 107 (Inversione sessuale, con gratificazione per i rapporti eterosessuali.) — Z..., trentasei anni, redditiere, mi consultò per un'anomalia della sensibilità sessuale, anomalia che gli appariva rischiosa in vista della conclusione di un matrimonio progettato. Il padre del paziente era neuropatico e soffriva d'improvvisi risvegli notturni, con angoscia. Anche suo nonno era neuropatico. Un fratello del padre era idiota. La madre del malato e la di lei famiglia erano sane, mentalmente normali. Caso 108 (Ermafroditismo psichico; Mancata inversione). — “La mia ascendenza è pesantemente tarata. Mio nonno, dal lato paterno, era un allegro viveur e un faccendiere; mio padre è un uomo dal carattere intemerato, ma che, da trent'anni, è malato di folie circulaire,161 senza essere per ciò seriamente impedito nella conduzione dei propri affari. Mia madre soffre, come suo padre prima di lei, di accessi stenocardici. Il padre e il fratello di mia madre erano sessualmente iperestesici. La mia unica sorella di nove anni più grande di me, fu due volte oggetto di un attacco d'eclampsia; era stata, durante la pubertà, un'esaltata religiosa e probabilmente anche iperestesica dal punto di vista sessuale. Negli anni, ebbe a combattere contro una grave nevrosi isterica; tuttavia adesso è sana. Caso 109 (Ermafroditismo psichico; autobiografia). — “Sono nato nel 1868. Le famiglie di entrambi i miei genitori sono sane. In ogni caso, non recano alcuna affezione mentale. Mio padre è stato un commerciante; adesso ha sessantacinque anni, è da qualche tempo nervoso e assai incline alla malinconia. Si racconta che, prima del matrimonio, fosse stato un valoroso viveur. Mia madre è sana, sebbene non molto forte. Ho una sorella e un fratello sani. Caso 110 (Ermafroditismo psichico; feticismo della bocca).— “Ho trentuno anni; sono impiegato in una fabbrica. I miei genitori sono sani e non hanno niente di cagionevole. Sembra che mio nonno paterno abbia sofferto di una malattia cerebrale; mia nonna materna morì di malinconia; un cugino di mia madre era un'alcolista; parecchi altri parenti prossimi sono mentalmente anormali. Caso 111 (Ermafroditismo psichico; sentimento eterosessuale precocemente sviluppato in seguito a masturbazione episodica ma intensa; sentimento omosessuale perverso ab origine; eccitazione sensuale per gli stivali maschili).— X..., ventotto anni, si presentò da me nel mese di settembre 1887, disperato, per consultarmi in merito a una sua perversione sessuale che gli rendeva la vita quasi insopportabile e che, a più riprese, l'aveva già spinto a tentare il suicidio.
2. OMOSESSUALI O URANISTI.
Caso 112. — Il caso seguente è un brano tratto da una lunga autobiografia che un medico affetto da inversione sessuale ha messo a mia disposizione. Caso 113. — X..., di elevata posizione sociale, mi consultò in merito alla nevrastenia e all'insonnia di cui soffriva da anni. L'indagine eziologica portò il malato a confessare di avere un'inclinazione sessuale anormale per individui del suo stesso sesso, e, in generale, grandi bisogni sessuali, da cui probabilmente derivava la sua malattia nervosa. I seguenti passaggi della cronistoria della malattia di quest'uomo singolarmente intelligente potrebbero presentare qualche interesse scientifico. Caso 114. Autobiografia. — L'autore di queste righe è un uranista dalla nascita. Caso 115. — Una sera d'estate, al crepuscolo, X. Y..., dottore in medicina in una città della Germania del Nord, era stato colto in flagrante da una guardia campestre, nel momento in cui commetteva, su un sentiero, atti di impudicizia con un vagabondo. Masturbava quest'ultimo e infine ne aveva messo in bocca il pene. X... si era sottratto ai procedimenti giudiziari ricorrendo alla fuga. Il procuratore reale omise di sporgere denuncia perché non c'era stato alcuno scandalo pubblico e l'immissione del membro nell'ano non aveva avuto luogo. Una vasta corrispondenza epistolare di natura uranista fu trovata in possesso di X..., la quale permise di constatare che, da anni, l'uomo intratteneva rapporti omosessuali regolari con persone appartenenti a tutte le classi sociali. X... discendeva da una famiglia tarata. Il nonno dal lato paterno, pazzo, morì suicida. Il padre era un uomo di debole costituzione e di carattere bizzarro. Un fratello del malato si era masturbato fin dall'età di due anni. Un cugino era un invertito, e aveva commesso gli stessi atti contro la morale commessi da X...; si trattava di un giovane imbecille che finì i suoi giorni a causa di una malattia spinale. Un fratello del nonno di X... dal lato paterno era ermafrodita. La sorella di sua madre era pazza. La madre passava per essere sana. Il fratello di X... era nervoso e soggetto ad accessi di collera violenta. Caso 116 (Inversione sessuale in una donna).— S... I..., trentotto anni, governante, mi consultò a causa di problemi nervosi. Il padre, temporaneamente folle, morì per una malattia cerebrale. La malata era figlia unica. Già nella sua prima gioventù, soffriva d'angoscia e per delle idee che la tormentavano. Per esempio, l'idea di addormentarsi in una bara e di svegliarsi in seguito quando la cassa era già stata chiusa, oppure quella di avere il dubbio di aver dimenticato di dire qualcosa al confessore e di non essere perciò degna della comunione. Soffriva molto di emicranie, era emozionabile, paurosa, pur avendo però degli impulsi che la inducevano ad assistere a situazioni tragiche, come per esempio la vista di cadaveri. Caso 117. — La signora R..., trentacinque anni, di elevata posizione sociale, mi era stata portata dal marito, nel 1886, per una consultazione. Il padre era un medico e gravemente nevrotico. Il nonno paterno era sano, normale, e aveva raggiunto l'età di novant'anni. Sulla nonna paterna della paziente non si avevano informazioni. I fratelli e le sorelle del padre erano, come mi si diceva, tutti nervosi. La madre della malata era affetta da una malattia di nervi e soffriva di asma. I genitori di quest'ultima erano sani. La sorella della madre era affetta da malinconia. Caso 118. — Madame C..., trentadue anni, moglie di un funzionario, alta, non brutta, esteriormente femminile, nata da madre neuropatica e assai emotiva. Un fratello era psicopatico e morì di potomania.169 La paziente era sempre apparsa bizzarra, ostinata, chiusa, violenta, collerica, eccentrica. Anche i suoi fratelli e sorelle erano persone molto irritabili. Nella sua famiglia ci furono parecchi casi di tisi polmonare. A tredici anni, la malata si distingueva già per i segni di una grande emotività sessuale e per l'amore appassionato per una compagna della sua età. La sua educazione fu molto severa; leggeva tuttavia clandestinamente molti romanzi e scriveva innumerevoli poesie. All'età di diciotto anni, si era sposata, per sfuggire alla sgradevole situazione che viveva nella casa paterna.
3. EFFEMINATEZZA E VIRAGINITÀ
Caso 119. Autobiografia. Caso 120. — La signorina Z..., trent'anni, artista, venne da me per malesseri nevrastenici. Attirava l'attenzione per i tratti grossolani e virili del suo viso, per la sua voce profonda, i suoi capelli corti, i suoi vestiti di taglio maschile, il suo passo virile e il suo aplomb. Per il resto, era completamente femminile; aveva seni abbastanza sviluppati. Il bacino era femminile; non aveva peli sul volto. Caso 121. — “Per dare subito alla mia malaugurata condizione il nome che le si addice, farò notare innanzitutto che essa reca tutti i sintomi dello stato che avete designato sotto il nome di effeminatezza nel vostro libro Psychopathia sexualis. Caso 122. — “Cercherò di esporre, bene o male, la storia delle mie sofferenze, guidato solamente dal desiderio di poter contribuire con questa autobiografia a informare un po' meglio sui malintesi e i penosi errori che regnano ancora in tutti i campi contro l'inversione sessuale. Caso 123. Autobiografia. — “Di seguito troverete la descrizione del carattere, come dei sentimenti morali e sessuali, di un uranista, vale a dire di un individuo che, malgrado la conformazione virile del proprio corpo, si sente completamente donna, e i cui sensi non sono per niente eccitati dalle donne e il cui languore sessuale s'indirizza esclusivamente verso gli uomini. Caso 124. — B..., cameriere in un Caffè, quarantadue anni, celibe, mi fu inviato come un caso di inversione dal suo medico curante, di cui si era innamorato. B... fornì con decenza e di sua volontà informazioni sulla sua vita passata, soprattutto su quella sessuale, molto felice di trovare infine una spiegazione seria del suo stato che, da sempre, gli era sembrato morboso. Caso 125. — Il 1° maggio 1880, le autorità di polizia condussero alla Clinica psichiatrica di Gratz un uomo di lettere, G..., dottore in filosofia. Caso 126. — Taylor ha esaminato una donna di nome Élise Edwards, di ventiquattro anni. L'esame portò alla scoperta che si trattava di un uomo. Élise aveva, dall'età di quattordici anni, indossato vestiti femminili, e persino esordito come attrice. Portava i capelli lunghi, secondo la moda delle donne, con una riga nel mezzo. La conformazione del viso aveva qualcosa di femminile; per il resto, il corpo era completamente virile. Aveva accuratamente rimosso i peli della barba. I genitali maschili, ben sviluppati, erano fissati da un bendaggio sul ventre, verso l'alto. Caso 127. — Un funzionario di mezz'età, sposato a una brava donna e, da parecchi anni, padre di famiglia felice, presentava un curioso fenomeno nel senso dell'inversione sessuale. Caso 128. — C... R..., domestica, ventisei anni, soffriva dalla pubertà di paranoia originaria e di isteria. Ebbe, in seguito alle sue idee fisse (deliri), un passato romanzesco e incappò, nel 1887, in Svizzera, dove si era rifugiata in seguito alla sua monomania di persecuzione, in un procedimento giudiziario. In quell'occasione fu constata la sua inversione sessuale.
4. ANDROGINIA E GINANDRIA.
Caso 129. Androginia. — V... H..., trent'anni, celibe, nato da madre neuropatica. A quanto mi si diceva, nella famiglia del paziente non ci sarebbero state malattie nervose né mentali. Il suo unico fratello era completamente normale dal punto di vista intellettuale e fisico. Il paziente ebbe uno sviluppo fisico ritardato e, per questa ragione, aveva ripetutamente frequentato località di mare e stazioni termali. Fin dall'infanzia, era dotato di una costituzione neuropatica e, secondo la testimonianza di un parente, non era come gli altri ragazzi. Molto precocemente si era fatto notare per la sua avversione ai divertimenti prettamente maschili dei ragazzi della sua età e per la sua inclinazione verso i trastulli femminili. Detestava tutti i giochi dei maschi e gli esercizi di ginnastica, mentre giocare con le bambole e passare il tempo in occupazioni femminili aveva per lui un fascino particolare. In seguito il malato si era sviluppato normalmente dal punto di vista fisico e non aveva sofferto di malattie gravi. Tuttavia, dal punto di vista intellettuale, la sua personalità era rimasta anormale, incapace di considerare la vita in modo serio, e segnata da una disposizione interamente femminile, sia intellettualmente sia emotivamente. Caso 130. — La signorina X..., trentotto anni, si presentò nell'autunno del 1881 per un consulto a causa di violenti dolori spinali, e per un'insonnia persistente che l'aveva portata al morfinismo e al cloralismo.180 Caso 131 (Ginandria183). — Il 4 novembre 1889, il suocero di un certo conte V. Sàndor denunciò quest'ultimo davanti al pubblico ministero per avergli estorto la somma di 800 fiorini, con il pretesto di aver bisogno di questa somma per una cauzione che doveva depositare per diventare segretario di una società di azioni. Si era, inoltre, saputo che Sàndor aveva falsificato dei contratti, che la cerimonia nuziale, svoltasi nella primavera del 1889, quando si era unito a sua moglie, era fittizia. Inoltre, si appurò che questo preteso conte Sàndor non era un uomo, bensì una donna travestita da uomo e il cui il vero nome era contessa Sarolla (Charlotte) di V...
DIAGNOSI, PRONOSI E TRATTAMENTO DELL'INVERSIONE SESSUALE
Caso 132. — Z... 51 anni. Madre psicopatica. Ammesso in giovane età all'accademia militare, fu indotto all'onanismo. Fisicamente si sviluppò bene; era sessualmente normale. Divenne, a diciassette anni, leggermente nevrastenico in seguito a pratiche di masturbazione; ebbe rapporti sessuali con delle donne e ne provò piacere. Si sposò all'età di venticinque anni, ma un anno più tardi fu colpito da accentuati malesseri nevrastenici e perse allora completamente la sua inclinazione per il sesso femminile, che fu sostituita dall'inversione sessuale. Implicato in un processo per alto tradimento, trascorse due anni in prigione e poi cinque anni in Siberia. Durante questi sette anni, la nevrastenia e l'inversione sessuale si aggravarono sotto l'influenza della masturbazione continua. All'età di trentacinque anni, reso alla libertà, il malato dovette visitare ogni tipo di stazioni termali, a causa dei suoi malesseri nevrastenici molto accentuati. Durante questo lungo periodo, il suo sentimento sessuale anormale non subì alcun mutamento. Viveva per la maggior parte del tempo separato dalla moglie, che stimava molto per le sue qualità mentali, ma che rifuggiva in quanto donna, così come in generale evitava i contatti con ogni essere femminile. La sua inversione sessuale era puramente platonica. L'amicizia, un abbraccio cordiale, un bacio, gli bastava. Polluzioni occasionali si produssero sotto l'influenza di sogni erotici, dove figuravano sempre persone del suo stesso sesso. Anche durante il giorno, la più bella donna lo lasciava indifferente, mentre la semplice vista di un uomo attraente provocava in lui erezione ed eiaculazione. Al circo e alle feste da ballo non c'erano che gli atleti e i ballerini a interessarlo. Nei suoi periodi di grande emotività, anche la vista di statue raffiguranti uomini gli provocava un'erezione. Incidentalmente ricadde nel suo vecchio vizio, la masturbazione. Uomo colto e di sentimenti delicati, aveva in orrore la pederastia. Considerò sempre il suo sentimento sessuale perverso come qualcosa di morboso, senza per questo stimarsi infelice, dato il manifesto indebolimento della sua libido. Caso 133. — Autobiografia di un ermafrodito psichico. — Lotta vittoriosa dell'individuo contro le sue inclinazioni omosessuali. Caso 134. (Inversione sessuale acquisita derivante da masturbazione.) — X..., negoziante, ventinove anni. Caso 135. (Inversione sessuale acquisita. Spiccato miglioramento a seguito del trattamento ipnotico.) — P..., nato nel 1803, funzionario di uno stabilimento industriale, discendente di una nobile famiglia molto in vista nella Germania centrale, nella quale i disturbi nervosi e le malattie mentali erano frequenti. Caso 136. (Inversione sessuale acquisita.) — Z..., funzionario, trentadue anni, nato da madre isteropatica. La nonna materna soffriva ugualmente d'isteria, e tutti i suoi fratelli e le sorelle accusavano malattie nervose. Un fratello era uranista. Z... era poco dotato intellettualmente; apprendeva con difficoltà. All'infuori della scarlattina, non ebbe nell'infanzia altre malattie. A tredici anni, fu spinto dai compagni di scuola a praticare l'onanismo. Era sessualmente iperestesico; cominciò ad avere rapporti sessuali a diciassette anni, con piacere e con piena potenza. All'età di ventisei anni, si sposò per motivi economici e di posizione sociale. Il matrimonio fu infelice. Dopo un anno, la Sig.ra Z..., in seguito a una malattia uterina molto grave, divenne incapace di avere rapporti sessuali. Z... soddisfaceva i suoi ingenti bisogni con altre donne e, in mancanza di meglio, ricorreva alla masturbazione. Si dedicò, inoltre, alla passione del gioco, conducendo una vita affatto dissoluta, diventando gravemente nevrastenico e provando a rianimare i suoi nervi indeboliti bevendo grandi quantità di vino e cognac. Ai suoi malesseri cerebroastenici si aggiunsero allora crisi di pianto e di riso; divenne molto emotivo. La sua libidine restava sempre eccessiva. In seguito al disgusto che aveva sempre provato per le prostitute e al timore di contrarre malattie, si soddisfaceva solo eccezionalmente ricorrendo al coito. Nella maggior parte dei casi, si sgravava con la masturbazione. Caso 137. — “Sono figlio illegittimo, nato nel 1858. Fu solo più tardi, seguendo le oscure tracce della mia origine, che potei avere informazioni, sebbene assai incomplete, sull'identità dei miei genitori. Mio padre e mia madre erano cugini. Mio padre è morto tre anni fa; si era sposato con un'altra donna da cui aveva avuto parecchi figli che, per quanto io sappia, sono sani. Caso 138. (Ermafroditismo psichico.) — V. P., venticinque anni, celibe, discendente di una famiglia neuropatica, aveva sofferto di convulsioni nell'infanzia. Si era ristabilito, rimanendo però mingherlino, emotivo e irascibile. Non aveva sofferto di malattie gravi. La sua sessualità si era manifestata prima dei dieci anni. I suoi primi ricordi a questo riguardo si riferivano a sensazioni voluttuose che aveva sperimentato accanto ai servitori di casa. Quando divenne più grande, ebbe sogni erotici riguardanti rapporti con gli uomini. Al circo s’interessava esclusivamente agli artisti di sesso maschile. Caso 139. — V. X., venticinque anni, possidente. Il padre era neuropatico e irascibile ma, a quanto mi si diceva, sessualmente normale. La madre soffriva di nervi, come le sue due sorelle. La nonna materna era nervosa, il nonno materno era un viveur dedito a eccessi sessuali. Il paziente era figlio unico e assomiglia alla madre. Dalla nascita, era gracile, sofferente di emicrania, sempre nervoso. Nell'infanzia aveva sofferto di diverse malattie e si era dedicato all'onanismo, senza esservi stato indotto, dall’età di quindici anni. Caso 140. (Ermafroditismo psichico. Miglioramento a seguito del trattamento ipnotico.) — K..., 23 anni, discendente di una importante famiglia, molto dotato intellettualmente, affetto da scrofolosi durante l'infanzia. Si diceva che il padre fosse stato un viveur. Il fratello del padre aveva la reputazione di essere un invertito sessuale. Caso 141. — X..., trentuno anni, farmacista, discendente di una famiglia neuropatica, era, fin dall'infanzia, nervoso, emotivo, pauroso e soggetto a emicranie. Ricordava distintamente come da ragazzino gli piacesse contemplare gli operai seminudi nell'officina che si trovava di fronte alla casa paterna e di come si sentisse attratto da essi. Quando iniziò la scuola, provò un sentimento analogo per i suoi compagni. Senza esservi istigato, arrivò, all'età di undici anni, a masturbarsi; durante l'atto, pensava sempre ai suoi amici di scuola. Più tardi, ebbe delle amicizie appassionate. La sua vita sessuale prese il sopravvento. Divenuto grande, s'interessò anche alle donne, ma l'oggetto principale dei suoi desideri erano gli uomini delle classi sociali elevate. Avvertendo l'anomalia di queste inclinazioni, ricercò rapporti con ragazze pubbliche, compiendo parecchie volte il coito, ma senza provare un vero piacere. Si smarrì, così, sempre più sulla strada dell'inversione sessuale: praticava la masturbazione reciproca e il coito inter femora viri. Si dedicava occasionalmente anche alla pederastia passiva, ma vi rinunciò presto perché provava solo dolore. Caso 142. (Ermafroditismo psichico. Trattamento con suggestione ipnotica coronato da successo). Z..., vent'anni, affermava di discendere da nonni sani, da padre sano, ma da madre nervosa. Era figlio unico, rovinato dalle eccessive attenzioni materne. All'età di otto anni, era assai eccitato sessualmente da un servitore che gli mostrava incisioni pornografiche e il proprio pene. Caso 143 (Omosessualità congenita; miglioramento a seguito della suggestione ipnotica). — R., funzionario, ventotto anni, richiese, il 20 gennaio 1880, un aiuto medico. Era il fratello del malato oggetto dell'osservazione 135 e, di conseguenza, discendente di una famiglia tarata. Verso la fine del trattamento, confessò di essere l'autore dell'autobiografia riportata come caso 83 nella quinta edizione di questo libro e che qui andiamo innanzitutto a riprodurre:
IV PATOLOGIA SPECIALE _______________________
ARRESTO DELLO SVILUPPO PSICHICO
Caso 144. — Un uomo di quarant'anni, sposato, era stato, per sedici anni, un esibizionista, esponendosi, nei giardinetti e altri luoghi pubblici, davanti a bambine, a domestiche, ecc. Sceglieva sempre l'ora del crepuscolo e fischiava per attirare l'attenzione su di lui. Alcune persone l'avevano sovente sorpreso e gli avevano somministrato delle sonore correzioni. Da allora evitò quei luoghi, portando avanti le sue pratiche altrove. Idrocefalia. Leggera imbecillità. Il tribunale gli inflisse una condanna minima. Caso 145. — X..., discendente di una famiglia ereditariamente tarata, imbecille, eccentrico, mentalmente ed emotivamente disturbato, giunse, grazie ai favoritismi di cui fu oggetto, a occupare le funzioni di giudice supplente. Era accusato di aver ripetutamente ostentato i genitali davanti alle domestiche e di essersi mostrato da una finestra con la parte superiore del corpo nuda. Oltre a ciò non era presente nessun'altra manifestazione dell'istinto sessuale. Pretendeva di non aver mai praticato la masturbazione. (Sander: Archiv. f. Psych. T. I, p. 655) Caso 146. — Atti di pederastia su un bambino. L'8 aprile 1884, alle dieci di mattina, per strada, un certo V... entrò in conversazione con la Sig.ra X... che teneva sulle ginocchia un bambino di sedici mesi. V... afferrò il bambino col pretesto di condurlo a fare una passeggiata. Si allontanò a una distanza di mezzo-chilometro, ritornò poi dichiarando che il bambino gli era sfuggito dalle braccia e cadendo si era ferito all'ano. L'ano del bambino risultava lacerato e ne colava sangue. Nel luogo in cui era avvenuto l'incidente, furono ritrovate tracce di sperma. V... confessò il suo crimine abominevole, ma durante l'udienza ebbe un atteggiamento così strano, che fu richiesto un esame del suo stato mentale. Ai responsabili della prigione diede l'impressione di un imbecille.
DEBOLEZZA MENTALE ACQUISITA
1.— Debolezza mentale (idiozia) consecutiva a psicosi. 2.—Idiozia consecutiva all'apoplessia.
Caso 147. — B...., cinquantadue anni, affetto da una malattia del cervello (attacco cerebrale) in seguito alla quale era diventato incapace di continuare il suo mestiere di negoziante.
3.—Idiozia consecutiva a lesioni del capo.
Caso 148. — K..., all'età di quattordici anni, fu ferito gravemente alla testa da un cavallo. Il cranio era fratturato in diversi punti; fu necessario rimuovere parecchie schegge ossee. Dall'avvenuto incidente, K... appariva mentalmente assai limitato, violento e irascibile. Si sviluppò poco a poco in lui una sensualità smisurata e propriamente bestiale che lo portava agli atti più dissoluti. Un giorno stuprò una ragazzina dodicenne e la strangolò, affinché non si scoprisse il suo crimine. Arrestato, confessò. Il medico legale lo dichiarò responsabile. Esecuzione capitale.
4.—Idiozia acquisita, probabilmente dovuta alla sifilide.
Caso 149. — X... ufficiale. Aveva ripetutamente violato delle bambine, tra l'altro le aveva indotte a masturbarlo, ostentando i suoi genitali e toccando i loro.
5.—Demenza paralitica (paralisi progressiva).
EPILESSIA
Caso 150. — W..., privo di tare ereditarie, precedentemente sano, intellettualmente normale, tranquillo, probo, di abitudini decenti, non dedito al bere, rimase inappetente il 13 aprile 1877. La mattina del 14, in presenza della moglie e dei bambini, si alzò bruscamente dal suo posto, si precipitò su un'amica della moglie scongiurandola di accordargli un coito, poi fece altrettanto con la moglie. Respinto, fu colpito immediatamente da una crisi epilettiforme in seguito alla quale andò in collera, rompendo ciò che trovava, gettando acqua bollente su quelli che volevano avvicinarlo e scaraventando un bambino sul fuoco. Poco dopo si calmò, rimanendo però ancora confuso per alcuni giorni; infine, ritornò in se stesso ma con un'amnesia completa per tutto ciò che era accaduto (Howalewsky, Jahrbuescher f. Psych., 1879). Caso 151. — L..., funzionario, quarant'anni, sposo affettuoso, buon padre di famiglia, commise, in quattro anni, venticinque gravi reati contro la morale per cui ebbe a scontare una prigionia abbastanza lunga. Caso 152. — Un ricco uomo di ventisettenne, visse per un anno con una ragazza che amava molto, compiendo raramente il coito e non mostrandosi mai perverso. Durante questa convivenza, ebbe per due volte, dopo eccessi alcolici, delle crisi epilettiche. Una sera, dopo una cena in cui aveva ecceduto col vino, si recò nell'appartamento della sua amante ed entrò con passo deciso nella stanza da letto, sebbene la domestica l'avesse informato che la sua padrona era uscita. Da lì si recò in un'altra camera, dove un ragazzo di quattordici anni dormiva e iniziò a violentarlo. Alle grida del ragazzo, che aveva ferite al prepuzio e alla mano, la domestica accorse. Allora il malato lasciò il ragazzo e aggredì la cameriera. Poi andò a letto e dormì per dodici ore. Al risveglio si ricordava solo sommariamente della sua ubriachezza e di ciò che aveva fatto. Poi, a più riprese, ebbe altre crisi epilettiche. (Tarnowsky, op. cit., p. 52). Caso 153. — X..., uomo di elevata posizione sociale, conduceva, da qualche anno, una vita molto dissoluta e soffriva di epilessia. In seguito si fidanzò. Il giorno fissato per le nozze, poco tempo prima della cerimonia nuziale, apparve al braccio di suo fratello nella sala piena d'invitati. Giunto davanti alla fidanzata, si denudò i genitali al cospetto di tutti e iniziò a masturbarsi. Fu condotto immediatamente in una clinica psichiatrica; per strada si masturbava senza tregua; rimase ancora per alcuni giorni preda di questa tentazione. Dopo il parossismo, il malato conservava solo un vago ricordo degli incidenti accorsi, e non poté dare nessuna spiegazione dei suoi atti. (Tarnowsky, op. cit., p. 52). Caso 154. — Z..., ventisette anni, ereditariamente tarato, epilettico, violò una ragazza di undici anni e poi la uccise. Negava il fatto. Amnesia. Non fu possibile dimostrare alcuna anomalia psichica al momento del crimine. (Pugliese, Arch. di Psich., VIII, p. 622.) Caso 155. — V..., sessant'anni, medico, commise atti osceni con dei bambini; fu condannato a due anni di prigione. Il dottor Marandon appurò in seguito: accessi di paura epilettoide, pazzia, delirio erotico e ipocondriaco, e, occasionalmente, attacchi d'angoscia. (Lacassagne, Lyon médical, 1887, nº 51.) Caso 156. — Il 4 agosto 1878, H..., una ragazza di quasi quindici anni, coglieva, in compagnia di parecchie ragazzine e ragazzini, il ribes su una strada pubblica. All'improvviso, H... si scagliò sulla piccola L..., di nove anni e mezzo, la denudò, la tenne ferma e invitò A..., di sette anni e mezzo, ed O..., di cinque anni, a effettuare l'unione sessuale con la ragazza e i due ragazzini ubbidirono. Caso 157. (Atti immorali di un epilettico in stato d'incoscienza morbosa). — T..., esattore d'imposta, cinquantadue anni, sposato, era accusato di aver praticato per diciassette anni atti d'impudicizia con dei ragazzi, masturbandoli o facendosi masturbare da essi. L'imputato, un funzionario che godeva della più grande stima, era costernato da questa accusa terribile, e affermava di non sapere assolutamente niente delle azioni che gli venivano imputate. La sua integrità mentale sembrava discutibile. Il suo medico personale, che lo conosceva da vent'anni, notava il carattere cupo e chiuso di T..., come i suoi frequenti cambiamenti d'umore. Caso 158. — P..., quarantanove anni, sposato, internato in un ospedale, fu accusato, il 25 maggio 1883, di avere commesso, nella sua stanza, i seguenti orribili reati di immoralità sulla persona della piccola D..., di dieci anni, e sulla piccola G..., di nove anni.
FOLLIA PERIODICA
Caso 159. — Catherine W..., sedici anni, non aveva ancora le mestruazioni. Il padre era collerico e irascibile. Caso 160. — Signora tranquilla, vicino alla menopausa. Pesanti tare ereditarie. Durante la sua gioventù soffrì di accessi di petit mal.207 Sempre eccentrica, irascibile; principi morali rigidi; sposata senza figli. Caso 161. — Uomo di elevata posizione sociale, quarantacinque anni, ben voluto da tutti, senza tare, assai stimato, di rigorosa moralità, sposato da quindici anni. In precedenza, sessualmente normale, padre di parecchi bambini sani, vivente una felice vita coniugale, ebbe, otto anni fa, uno spavento terribile. In seguito a questo incidente sperimentò, per parecchie settimane, un'oppressione angosciosa con palpitazioni cardiache. Seguirono degli attacchi atipici a intervalli di parecchi mesi e persino di un anno, accessi che il malato chiamava "catarro morale". Divenne insonne e dopo tre giorni si verificarono: perdita di appetito, aumento dell'irritabilità, agitazione, sguardo fisso e vuoto, pallore alternato a rossore, tremito delle dita, occhi rossi e luccicanti con una singolare espressione di lubricità, linguaggio brutale e precipitoso, desiderio per ragazzine di 5-10 anni, persino per le proprie figlie. Supplicava la moglie di mettere le figlie al sicuro. In questo stato, il malato si rinchiudeva nella sua camera per giorni interi. Altre volte aveva avuto l'ossessione di spiare per strada le ragazzine che uscivano da scuola, provando una soddisfazione particolare a mostrare loro i genitali denudati, come nell'atto di urinare.
MANIA SATIRIASI E NINFOMANIA MALINCONIA ISTERIA
Caso 162. — Marianne L., di Bordeaux, di notte, mentre i suoi padroni dormivano sotto l'effetto del narcotico che lei stessa aveva loro somministrato, prelevava i bambini (figli dei suoi padroni) e li consegnava al suo amante per i propri trastulli sessuali, facendoli assistere inoltre a delle scene immorali tra le più oltraggiose. L... era isterica (affetta da emianestesia209 e attacchi convulsivi) e, prima dell'insorgenza della malattia, era stata una persona corretta e degna di fiducia. Dall'insorgere della malattia divenne una sfrontata prostituta, perdendo ogni ritegno morale.
PARANOIA
Caso 163. — M..., mise incinta sua figlia. La moglie, madre di 18 figli ed lei stessa incinta del marito, lo denunciò. M... soffriva da due anni di paranoia religiosa. "Mi è stato annunciato dal cielo che dovevo unirmi con mia figlia, l'eterno sole. Allora dalla mia fede, che data da diciotto secoli, nascerà un uomo di carne e ossa. Quest'uomo sarà un ponte per la vita eterna tra l'antico e il nuovo Testamento." Il matto aveva compiuto l'insano gesto a causa, secondo lui, di un ordine venuto dal cielo. Caso 164. — Una trentenne adescò un bambino di cinque anni che giocava presso di lei, promettendogli del denaro e un pezzo di arrosto. Manipolò i genitali del fanciullo e poi tentò il coito. Questa donna era una governante che, sedotta e poi abbandonata da un uomo, si era dedicata per qualche tempo alla prostituzione, sebbene in precedenza la sua condotta fosse stata rigorosamente morale. La spiegazione della sua corruzione andava ricercata nella diffusa monomania di persecuzione, e nel credersi sotto l'influsso misterioso del suo seduttore che la costringeva a compiere atti sessuali. In tal modo pensava che fosse stato il suo seduttore a porre il ragazzino sulla sua strada. Non era possibile supporre che il movente del suo crimine consistesse in una selvaggia sensualità, perché le sarebbe riuscito più facile soddisfare il suo istinto sessuale nel modo naturale. (Kuessner, Berl. klin. Wochenschrift.)
V LA SESSUALITA' MORBOSA NEI SUOI ASPETTI LEGALI212 _______________________
1. OLTRAGGIO ALLA MORALE PER ESIBIZIONISMO
Caso 165. — Z..., alto funzionario, sessant'anni, vedovo, padre di famiglia, provocò uno scandalo perché, per quindici giorni, a più riprese, ostentò i suoi genitali dalla finestra, mostrandoli a una bambina che abitava di fronte a lui. Parecchi mesi dopo, l'uomo ripeté in circostanze analoghe il suo atto sconveniente. Durante l'interrogatorio riconosceva il carattere abominevole delle sue azioni, ma non era in grado di darne una spiegazione. Un anno dopo morì di un'affezione cerebrale. (Lasègue, op. cit.) Caso 166. — Z..., settantotto anni, marinaio, si era più volte esibito esponendo i genitali nei cortili dove giocavano dei bambini o in prossimità di scuole femminili. Questa era la sua unica forma di soddisfazione sessuale. Z..., sposato, padre di dieci figli, aveva subito, dodici anni prima, una grave ferita alla testa, di cui ancora conservava una cicatrice ossea molto profonda. Una pressione su questa cicatrice gli causava dolore; nello stesso tempo il viso diventava rosso e l'espressione fissa, pietrificata. Il malato appariva sonnolento; aveva spesso degli spasmi all'estremità superiore dell'arto destro, evidentemente segni di uno stato epilettoide in connessione con una malattia della corteccia cerebrale. Inoltre, si notavano una demenza senile e una senilità molto avanzata. È incerto se le esibizioni siano coincise con gli accessi epilettoidi. Demenza senile dimostrata. Assoluzione. (Dr Schuchardt, op. cit.) Caso 167. — X..., commerciante, nato nel 1833, celibe, si era più volte esibito davanti a dei bambini, talvolta urinando davanti a essi. Una volta, in queste circostanze, aveva baciato una bambina. Vent'anni fa, X... soffrì di una grave malattia mentale durata due anni e durante la quale avrebbe subito un attacco apoplettico. Caso 168. — K..., funzionario subalterno, ventinove anni, di famiglia neuropatica, felicemente sposato, padre di un bambino, si macchiò parecchie volte di esibizionismo, al crepuscolo, davanti a delle domestiche. K. era alto, snello, pallido, nervoso, precipitoso nelle maniere. Conservava solo un ricordo sommario dei suoi reati. Dall'infanzia, soffriva di frequenti stati congestizi, con intenso rossore del viso, polso accelerato e teso, sguardo fisso e assente. Occasionalmente, c'erano stati, in questi accessi, perdita di coscienza e vertigine. In questo stato singolare (epilettico), K... rispondeva solo dopo essere stato ripetutamente chiamato a gran voce; allora ritornava in sé, come se si svegliasse da un sogno. K... affermava di sentirsi, alcune ore prima degli atti incriminati, ogni volta eccitato e inquieto, e sperimentava un'angoscia con un senso di oppressione e flussione al capo. Arrivato al culmine di questo stato, usciva da casa senza una meta ed esibiva da qualche parte i suoi genitali. Ritornato a casa, non serbava che un ricordo sognante di ciò che era successo e si sentiva assai stanco e depresso. Inoltre è da notare che, durante l'esibizione, accendeva dei fiammiferi per illuminare i suoi genitali. Il parere dei medici legali stabiliva che gli atti incriminati si erano prodotti sotto l'influsso di una costrizione dovuta all'epilessia. Fu condannato, con l'ammissione di circostanze attenuanti. (Dr Schuchardt, op. cit.) Caso 169. — L..., trentanove anni, celibe, sarto, nato da un padre che era dedito al bere. Aveva due fratelli epilettici, uno dei quali folle. Il paziente stesso presentava delle leggere crisi epilettiche; ogni tanto era soggetto a confusione mentale e allora errava senza una meta e in seguito non ricordava più dove fosse stato. Passava per un uomo dabbene; eppure era ora accusato di avere esposto e giocato con i suoi genitali, dalle quattro alle sei volte, in una casa estranea. Il ricordo di questi atti era molto vago in lui. Caso 170. — L..., trentasette anni, si era reso colpevole, dal 15 ottobre al 2 novembre 1889, di un gran numero di esibizioni davanti a delle ragazze. Aveva commesso questi atti in pieno giorno, per strada, e anche nelle scuole in cui riusciva a penetrare. Occasionalmente capitava che chiedesse la masturbazione o il coito alle ragazze e, quando era rifiutato, si masturbava davanti a esse. A G..., in una locanda, bussò col suo pene denudato sulla finestra, attirando così l'attenzione delle domestiche e dei bambini che erano in cucina. Caso 171. — Il Dr S., professore di ginnasio, provocò uno scandalo pubblico per il fatto di essere stato visto, a più riprese, coi genitali denudati davanti a delle signore e dei bambini. S... ammetteva le sue colpe, ma negava di aver avuto l'intenzione o la coscienza di provocare uno scandalo pubblico. Accludeva come scusa il fatto che correndo velocemente con i genitali scoperti, alleggeriva la sua eccitazione nervosa. Suo nonno dal lato materno era un ipocondriaco e finì col suicidarsi. Sua madre era costituzionalmente neuropatica, soggetta a sonnambulismo (passeggiava nel sonno), e affetta, per breve periodo, da una depressione malinconica. L'incolpato era neuropatico, sonnambulo, e aveva sempre avuto un'avversione per i rapporti sessuali con le donne. In gioventù aveva praticato l'onanismo. Era un uomo timido, nevrastenico, senza energia, che si imbarazzava facilmente e cadeva in confusione. Era sempre stato molto eccitabile sessualmente. Sognava spesso di correre con i genitali denudati. Oppure, di essere vestito della sola camicia, sospeso a una barra da ginnastica in una palestra, a testa in giù, così che la camicia, ricadendo per la forza di gravità, esponesse il membro eretto. Questi sogni gli causavano delle polluzioni, e in tal caso si calmava per un'intera settimana. Caso 172. — X..., trentotto anni, sposato, padre di un bambino. Aveva sempre avuto un carattere cupo, taciturno; spesso sofferente di mal di testa; gravemente nevrastenico, ma non malato fisicamente, tormentato da polluzioni notturne. Parecchie volte aveva inseguito per strada le commesse dei negozi, appostato in un orinatoio; poi esibiva i genitali e li manipolava. Una volta aveva anche inseguito una ragazza fin dentro il negozio. (Trochon, Arch. de l'anthropologie criminelle, III, p. 256.) Caso 173. — R..., cocchiere, quarantanove anni, sposato a Vienna dal 1866, senza figli, nato da padre neuropatico e sessualmente esaltato, morto in seguito a un'affezione cerebrale. Non presentava nessun segno di degenerazione. Caso 174. — G..., ventinove anni, cameriere. Nel 1888, si era sessualmente esibito sotto il portico di una chiesa, davanti a parecchie ragazze che lavoravano in un negozio di fronte. Aveva confessato il fatto, ammettendo anche che, già diverse volte, nello stesso luogo e alla stessa ora, si era reso colpevole dello stesso reato, e che ciò, l'anno prima, gli era valsa una condanna a un mese di prigione. Caso 175. — B..., ventisette anni, nato da madre neuropatica e padre alcolizzato; aveva un fratello ubriacone e una sorella isterica. Quattro parenti prossimi dal lato paterno erano ubriaconi; una cugina era isterica. Caso 176. — X..., garzone di barbiere, trentacinque anni, condannato più volte per reati contro la morale, fu arrestato per l'ennesima volta perché da tre settimane vagava intorno a una scuola femminile, cercando di attirare l'attenzione delle ragazze, e quando vi riusciva si abbandonava immediatamente ad atti di esibizionismo. Occasionalmente, prometteva loro del denaro dicendo: Ho un pene bellissimo, venite da me a toccarlo. Caso 177. — Una sera di primavera del 1891, verso le ore nove, una signora si recava tutta costernata all'ufficio di polizia dello Stadtpark a raccontare il seguente incidentale. Mentre passeggiava, un uomo completamente nudo sul davanti era uscito improvvisamente da un boschetto e si era avvicinato a lei, che spaventata, era fuggita. Un agente di polizia si recò immediatamente sul luogo indicato e trovò un uomo che esponeva agli sguardi ventre e i genitali nudi. L'uomo provò a scappare, ma fu raggiunto e arrestato. Dichiarò di essere stato sessualmente eccitato da una forte ingestione di alcol, e sul punto di mettersi in cerca di una prostituta. Attraversando il parco però si era sovvenuto che l'ostentazione dei genitali gli procurava assai più godimento del coito, che del resto praticava raramente e in mancanza di altro genere di soddisfazione. Dopo essersi rimboccato la camicia e sbottonato la parte superiore del pantalone, si era appostato in un boschetto e quando le donne passavano, le accoglieva esibendo i genitali. Così facendo provava una sensazione di piacevole calore e il sangue gli montava alla testa. Caso 178. — D..., quarantaquattro anni, ereditariamente predisposto, alcolista e affetto da saturnismo,220 si era intensamente masturbato fino a l'anno prima, arrivando persino a disegnare immagini pornografiche che poi mostrava agli amici. A più riprese, trovandosi da solo, si era travestito con abiti da donna. Caso 179. — M..., trent'anni, sposato da sei, padre di quattro bambini, pesantemente tarato, sofferente episodicamente di malinconia. Fu colto sul fatto tre anni fa dalla moglie mentre in abito di seta, si masturbava. Un giorno fu sorpreso in un negozio mentre si strofinava contro una signora. Si mostrò profondamente confuso, chiedendo di essere severamente punito per la sua inclinazione, che del resto era irresistibile. Caso 180. — G..., trentatré anni, ereditariamente tarato, fu sorpreso a una stazione degli omnibus nel momento in cui strofinava il suo membro contro una donna. Era profondamente pentito, ma affermava che alla vista delle natiche prominenti di una donna si sentiva irresistibilmente trascinato allo strofinamento, in preda com'era a un turbamento che lo confondeva, e allora non sapeva più quello che faceva. Caso 181. — Z... nato nel 1850, un passato irreprensibile, di buona famiglia, impiegato in un'amministrazione privata, buone condizioni economiche, senza tare, vedovo dal 1873, dopo un breve matrimonio, si era fatto notare già da un po’ di tempo, in alcune chiese, per la sua mania di pressarsi da dietro contro le donne, giovani o vecchie che fossero, e di palpeggiarle. Un giorno si riuscì a bloccarlo in flagrante. Si mostrò assai costernato; disperando della sua situazione. Pregò, facendo una piena confessione, di essere risparmiato, altrimenti non gli sarebbe rimasto che suicidarsi.
2. STUPRO E ASSASSINIO PER VOLUTTÀ.
Caso 182. (Imbecillità. Epilessia. Tentativo di stupro. Morte della vittima).226 — Il 27 maggio 1888, di sera, il piccolo Blaise, di otto anni, giocava con altri bambini nei pressi del villaggio di S... Un uomo sconosciuto arrivò dalla strada e attirò il bambino nel bosco. Caso 183.228 (Stupro commesso da un idiota su una bambina. Morte della vittima). — La sera del 3 settembre 1889, Anna, figlia di operai, di dieci anni, si recò alla chiesa del villaggio lontana tre quarti d'ora di cammino dalla sua abitazione e non ne ritornò più. L'indomani il suo cadavere fu rinvenuto a cinquanta passi dalla carreggiata principale, in un boschetto; la faccia era rivolta a terra, la bocca intasata da muschio; all'ano c'erano segni di stupro. Caso 184 (Assassinio per voluttà. Imbecillità morale). — Uomo di mezza età, nato in Algeria, affermava di essere di discendenza araba. Servì alcuni anni nelle truppe coloniali, viaggiò poi come marinaio tra l'Algeria e il Brasile e più tardi partì per il Nord America, attirato dalla speranza di potersi guadagnare da vivere più facilmente. Nel suo ambiente era conosciuto come un uomo pigro, vile e brutale. Fu parecchie volte condannato per vagabondaggio. Si sosteneva che fosse un infimo ladro, che si accompagnasse con donne della più meschina specie e che facesse causa comune con esse. Erano noti anche i suoi rapporti sessuali perversi e le sue pratiche in tal senso. Aveva a più riprese morso e picchiato delle donne con cui aveva avuto dei rapporti sessuali. In seguito alla descrizione che fu fatta di lui, si credette riconoscere nella sua persona un ignoto individuo che, di notte, spaventava per strada le donne, abbracciandole e baciandole e che si era guadagnato il soprannome di Jack the Kisser (Jack il baciatore).
3. LESIONI PERSONALI, DANNI ALLA PROPRIETÀ, MALTRATTAMENTI SUGLI ANIMALI IN SEGUITO A SADISMO.
Caso 185. — X..., ventiquattro anni, genitori sani, due fratelli morti di tubercolosi, una sorella sofferente di crisi periodiche. All'età di otto anni, X... provava già una singolare sensazione di voluttà accompagnata da erezione tutte le volte che a scuola premeva il suo addome contro il banco. Caso 186 (Sadismo commesso su ragazzini e bambine da un idiota morale). — K..., quattordici anni e cinque mesi, aveva assassinato un ragazzino in modo crudele. L'inchiesta appurò altri due casi di omicidio, inoltre una serie di sette casi in cui K... aveva torturato crudelmente dei ragazzini. Tutti questi bambini avevano tra i sette e dieci anni. K... li attirava in un luogo disabitato, li denudava completamente, legava loro mani e piedi, li assicurava solidamente a un sostegno qualsiasi, li imbavagliava con un fazzoletto e li picchiava con un bastone, una correggia o un'estremità di corda, infliggendo dei colpi misurati, a intervalli di un minuto tra l'uno e l'altro, e per tutto il tempo sorrideva soltanto, senza mai pronunciare una parola. Costrinse, minacciandolo di morte, uno di questi ragazzini a dire due volte il Paternostro, a giurare di mantenere il silenzio e infine a ripetere delle bestemmie che lui gli dettava. In un'altra occasione, capitata in seguito, inferse colpi di spillo alla guancia di un ragazzo, giocando con i genitali del bambino e infliggendogli punture nella regione genitale e anche tutt'intorno; lo fece coricare sul ventre, lo calpestò, lo punse e lo morse sulle natiche. Un altro ragazzo fu morso al naso, e ricevette diverse coltellate. L'ottava delle sue vittime fu una bambina che aveva attirato nel negozio di sua madre. La assalì da dietro, chiudendole la bocca con una mano, mentre con l'altra le tagliava la gola. Caso 187 (Assassinio per sadismo). — Uomo sposato, trent'anni all'epoca del suo ultimo crimine, quando fu arrestato. Aveva attirato una ragazza nel campanile della chiesa in cui faceva il sagrestano e l'aveva uccisa. Messo di fronte alle prove e agli indizi, confessò di avere commesso anche un altro omicidio.
4. MASOCHISMO E SCHIAVITÙ SESSUALE.
Caso 188 (Assassinio della propria famiglia per schiavitù sessuale). — N..., fabbricante di sapone a Catania, trentaquattro anni, in precedenza godente di buona reputazione, aveva, nella notte del 21 dicembre 1886, ucciso a pugnalate sua moglie che gli dormiva accanto, e strangolato le sue due figlie, la primogenita di sette anni e l'altra di sei settimane. Inizialmente N... negò, provando a deviare i sospetti su un altro; poi fece una piena confessione, scongiurando i magistrati di farlo giustiziare.
5. PERCOSSE E LESIONI, FURTO A MANO ARMATA, FURTO PER FETICISMO.
Caso 189 (Feticismo del fazzoletto. Furto continuato di fazzoletti femminili). — D..., quarantadue anni, bracciante agricolo, celibe, era stato inviato dalle autorità di polizia, il 1 marzo 1892, al manicomio del distretto di Deggendorff (Baviera) affinché il suo stato mentale fosse sottoposto a osservazione medica.
6. LASCIVIA SU INDIVIDUI SOTTO I QUATTORDICI ANNI. VILIPENDIO (AUSTRIA).
Caso 190. — L..., sessantadue anni, pesantemente tarato, dedito alla masturbazione, affermava di non aver mai copulato, ma di aver praticato spesso la fellatio. Era rinchiuso in manicomio, per paranoia. Il suo più grande piacere consisteva nell'adescare bambine di dieci-quattordici anni e di praticare su di esse il cunnilingus e altri orrori. Eiaculava allora con orgasmo. Caso 191. — X..., prete, quarant'anni, accusato di aver adescato ragazzine di dieci-tredici anni, di averle denudate e accarezzate con concupiscenza e infine masturbato. Caso 192. — K..., ventitré anni, suonatore d'organetto di Barberia, era stato accusato e condannato per aver adescato a più riprese dei ragazzi, talvolta anche delle bambine, e di avere, in un luogo isolato, praticato con essi atti d'impudicizia (masturbazione reciproca, fellatio sui ragazzi, carezze alle parti genitali delle bambine).
7. IMMORALITÀ CONTRO NATURA (SODOMIA239).
Bestialità240
Caso 193. — X... contadino, quarant'anni, greco ortodosso. Il padre e la madre erano forti bevitori. Dall’età di cinque anni, il malato ha avuto accessi epilettici. Durante questi attacchi cadeva in terra e perdeva coscienza; restava immobile per due o tre minuti; quindi si rialzava mettendosi a correre senza una meta e con gli occhi spalancati. Il risveglio dell'istinto sessuale avvenne all'età di diciassette anni. Il malato non aveva inclinazioni sessuali né per le donne, né per gli uomini, bensì per gli animali (uccelli, cavalli, ecc.). Praticava il coito con le galline, le anatre, e in seguito con i cavalli e le mucche. Non si era mai masturbato. Caso 194. — Il 23 settembre 1889, a mezzogiorno, l'apprendista calzolaio W..., di sedici anni, acchiappò, nel giardino di un vicino, un'oca e compì su detto animale atti di bestialità, fino all'arrivo del proprietario dell'animale. Ai rimproveri di quest'ultimo rispose: "E allora! Cosa c'è, l'oca è malata?" e su questa risposta si allontanò. Interrogato dal giudice, confessò il fatto, ma si scusò adducendo una temporanea perdita di coscienza. A causa di una grave malattia avuta all'età di dodici anni, soffriva parecchie volte al mese di attacchi accompagnati da una sensazione di calore alla testa. Allora, in questi casi, entrava in uno stato d'intensa eccitazione sessuale e non sapeva come liberarsene né quello che faceva. Fu in uno di questi accessi che commise la violenza sull'animale. Al processo si difese nello stesso modo, pretendendo di non avere appreso degli atti specifici a lui imputati che dalle recriminazioni del vicino. Il padre dichiarava che W... discendeva da una famiglia sana, ma che, da quando aveva avuto, all'età di cinque anni, la scarlattina, era sempre stato malaticcio. Inoltre, diceva che, all'età di dodici anni, W... era stato colpito da una malattia cerebrale febbrile. W... aveva goduto in passato di buona reputazione; a scuola aveva appreso facilmente e in seguito si era dedicato ad aiutare il padre nel suo lavoro. Non era dedito alla masturbazione. Caso 195. — (Sodomia impulsiva). — A..., sedici anni, apprendista giardiniere; figlio illegittimo; padre sconosciuto; madre pesantemente tarata, istero-epilettica. A... aveva cranio e faccia deformi, asimmetrici, come pure l'intera struttura ossea. Era basso; dedito alla masturbazione dall'infanzia; sempre cupo, apatico, amante della solitudine, molto irascibile. Le sue passioni si palesavano in un modo per così dire patologico. Era imbecille; fisicamente molto deperito, probabilmente a seguito dell'intensa masturbazione; nevrastenico. Inoltre, presentava sintomi isteropatici (diminuzione del campo visivo, discromatopsia,241 decremento dell'olfatto e dell'udito sul lato destro, insensibilità del testicolo destro). Caso 196. — Sodomia. — In una città di provincia, un uomo di elevata posizione sociale, di trent'anni, era stato sorpreso durante un rapporto sodomitico con una gallina. Da qualche tempo, si cercava il malfattore, perché le galline della casa deperivano una dopo l'altra.
8. ATTI D'IMPUDICIZIA CON PERSONE DELLO STESSO SESSO (PEDERASTIA, SODOMIA IN SENSO STRETTO).
Caso 197. — Una ragazza affetta da inversione sessuale assassina la sua amante perché non corrispondeva il suo amore. LA PEDERASTIA ACQUISITA E NON MORBOSA248
Caso 198 (Imputazione di pederastia non dimostrata. Informazioni attinte dal dossier giudiziario). — Il 30 maggio 1888 il dottore in chimica S... era stato accusato, da una lettera anonima inviata a suo suocero, d'intrattenere rapporti immorali con G..., il figlio del macellaio, di diciannove anni. Al dottor S... fu mostrata la lettera. Indignato dal contenuto di questa missiva, si rivolse al suo superiore in linea gerarchica, il quale gli promise, procedendo con discrezione, di informarsi presso la polizia di ciò che la gente diceva sul suo conto e delle intenzioni in proposito.
AMORE LESBICO259
9.—NECROFILIA262 10.—INCESTO. 11. — ATTI IMMORALI CON PUPILLI. — SEDUZIONE
Note
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Chief Librarian: Las Zenow <zenow@riseup.net>
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