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PREFAZIONE
I - ALCUNI RILIEVI DI CARATTERE INTRODUTTIVO
Il predominio dell'oralità nella cultura greca fino al quinto secolo e il decisivo mutamento della tecnica della comunicazione nella prima metà del quarto secolo
La posizione di Platone nel momento del passaggio conclusivo dalla cultura dell'oralità alla cultura della scrittura
Una svolta importante, ma assai parziale, operata da Havelock negli studi platonici
I grandi meriti del libro di Havelock e i suoi limiti strutturali
La critica platonica alla scrittura trascurata per intero da Havelock
Havelock non spiega perché Platone smantella l'oralità poetico-mimetica e ad un tempo afferma che l'oralità è assiologicamente al di sopra della scrittura
La problematica della poesia e della mitologia
Havelock ha fortemente contratto o addirittura eliminato tutti gli elementi connessi con la problematica metafisica, con quella religiosa e con quella erotica
Perché il libro di Havelock resta comunque un punto di riferimento irrinunciabile per capire Platone
II - L'ORALITÀ POETICO-MIMETICA CARDINE DELLA CULTURA E DELLA FORMAZIONE SPIRITUALE DEI GRECI E SCONTRO FRONTALE DI PLATONE CON ESSA
La Repubblica come manifesto programmatico di un nuovo e rivoluzionario tipo di educazione spirituale che Platone proponeva ai Greci
La poesia comunicata mediante l'oralità era presso i Greci la fonte delle conoscenze storiche, politiche, morali, tecnologiche della comunità
La memoria come asse portante per la comunicazione e per la conservazione della poesia nella cultura dell'oralità
La «mimesi» come fondamento della creazione e della comunicazione degli enunciati poetici nell'àmbito dell'oralità
La radicale critica di Platone all'oralità poetica fondata sulla «mimesi» della forma
Le motivazioni della negatività della mimesi su cui si fondano i contenuti degli enunciati poetici oltre che la loro forma
Carattere puramente doxastico della mimesi poetica
L'addio a Omero nel libro decimo della Repubblica e l'apertura di una nuova epoca culturale
III - LA NUOVA FORMA DI ORALITÀ CREATA DALLA FILOSOFIA E CONSIDERATA DA PLATONE UN MEZZO DI COMUNICAZIONE IRRINUNCIABILE
Insieme con il sorgere della speculazione filosofica è nata una nuova forma di oralità nettamente distinta da quella poetico-mimetica
La scrittura non è un mezzo di comunicazione del tutto autonomo, ma dipende in larga misura dall'oralità
Havelock. riconosce di fatto anche se non di principio che i Presocratici hanno creato una forma nuova di oralità
Il modo rivoluzionario in cui Senofane e Parmenide si sono espressi mediante la poesia dissolvendone alcuni essenziali contenuti tradizionali
I grandi concetti «astratti» di Melisso e la dialettica di Zenone
Pitagora è ridotto da Havelock a «fantasma», in quanto costituiva un «controfatto» nell'àmbito del suo paradigma ermeneutico
Socrate e i vertici dell'oralità dialettica
IV - IL MODO PROVOCATORIO CON CUI PLATONE DIFENDE LA SCRITTURA E SI PRESENTA COME VERO MAESTRO DELL'ARTE DELLO SCRIVERE
Il Fedro come manifesto programmatico di Platone come «scrittore» e come «filosofo»
L'agone oratorio presentatoci nel Fedro in un giorno d'estate, sotto il «platano» lungo il fiume Ilisso
La prima prova della superiorità di Platone su Lisia nell'arte dello scrivere
La grandiosa prova di maestro dello scrivere fornita da Platone mediante il secondo discorso di Socrate nell'agone oratorio
Platone difende la scrittura da certe accuse rivolte contro di essa da alcuni uomini politici: non è biasimevole scrivere, ma scrivere male
Le regole dello scrivere in modo corretto non possono essere quelle dei retori di per sé considerate
Il metodo dialettico e le tre grandi regole dell'arte dello scrivere discorsi in modo corretto teorizzate nel Fedro e che Platone ha seguìto nella composizione dei propri dialoghi
Le ragioni per cui la maggior parte degli scritti platonici si intitola con il nome del deuteragonista e le conseguenze che questo comporta
La via lunga e difficile che si deve percorrere per imparare e praticare la vera arte dello scrivere
V - LA SCRITTURA NON PUÒ SOSTITUIRE L'ORALITÀ DIALETTICA
Le idee-cardine dell'autotestimonianza contenute nel finale del Fedro
Scrittura e memoria: la scrittura non è un farmaco della memoria ma solamente un mezzo per richiamare alla memoria ciò che si è già appreso
Scrittura e sapienza: la scrittura non crea uomini sapienti ma portatori di opinioni
La scrittura separa il discorso fissato nel libro dal suo autore, lo rende came una immagine inerte di quello orale e lo priva di quel «soccorso» di cui necessita da parte dell'autore
Lo scritto come «gioco» e l'oralità dialettica come «serietà»: lo scrivere sui rotoli di carta e lo scrivere nell'anima degli uomini
Il filosofo non mette per iscritto le cose che per lui sono «di maggior valore» anche se su di esse si fonda il «soccorso» ultimativo agli scritti
Ripresa e sviluppi dell'autotestimonianza del Fedro nell'intermezzo della Lettera VII e drastica affermazione di Platone che un suo scritto sulle cose di maggior valore non ci sarebbe mai stato
Le «dottrine non scritte» di Platone tramandateci dai discepoli e i nessi strutturali che le collegano strettamente agli scritti
La «situazione di soccorso» come struttura drammaturgica di base degli scritti platonici sia come riflesso dell'oralità sia come rimando ad essa
VI - POESIA E LOGOS
Nato poeta, Platone non poteva se non rimanere poeta per tutta la vita, anche dopo essere diventato-filosofo
La poesia intesa come ispirazione arazionale che proviene dalle Muse o invasamento dato per «sorte divina» è per Platone completamente diversa dall'arte e dalla scienza
Ricupero del valore di una poesia rinnovata e ispirata a criteri assiologici nello Stato ideale
Implicanze e conseguenze di questo ricupero della poesia nello Stato ideale
Come Platone ha mostrato con i suoi dialoghi di essere il più grande poeta «comico» e «tragico» del suo tempo e come lo ha espressamente dimostrato nel Simposio
Platone nelle Leggi conferma di considerate i propri dialoghi come la nuova forma di poesia e come punto di riferimento per l'educazione dei giovani
VII - LA METAFORA DELLA «SECONDA NAVIGAZIONE» E LA RIVOLUZIONARIA SCOPERTA PLATONICA DELL'ESSERE INTELLIGIBILE METASENSIBILE
La metafora emblematica della «seconda navigazione» presentata nel punto-chiave del Fedone e il suo significato
La scoperta del mondo delle Idee e delle Forme intelligibili
Significato dei termini «Idea» e «Eidos» in Platone
I caratteri ontologici ed henologici delle Idee platoniche
I Princìpi primi al di sopra delle Idee: l'Uno e la Diade
Struttura bipolare della realtà a tutti i livelli
Valenze ontologiche, gnoseologiche e assiologiche dei Princìpi
La struttura bipolare come cifra caratteristica del modo di pensare dei Greci
Importanza e portata epocale della teoria delle Idee e della dottrina dei Princìpi
VIII - UNA SIGNIFICATIVA CIFRA EMBLEMATICA DELLA SCUOLA DI PLATONE
La questione della presunta epigrafe scritta sul portone dell'Accademia di Platone
Numeri ideali e struttura numerica delle Idee
Significative corrispondenze della concezione platonica dei nessi fra Idee e Forme e rapporti numerici con alcuni concetti di base della architettura e della scultura dei Greci
Gli enti matematici «intermedi» fra mondo delle Idee e mondo sensibile e loro funzione determinante
Rapporti strutturali fra la matematica e l'ontologia
L'Accademia ha impresso una svolta decisiva alla geometria in senso euclideo
Alcuni rilievi conclusivi
IX - ASTRAZIONE E DIALETTICA
La posizione di Havelock sull'«astrazione»
Il significato che l'«astrazione» aveva nel pensiero antico in generale e in Platone in particolare
La via dialettico-astrattiva che porta al Bene e la sua definizione come Uno, Misura suprema di tutte le cose
I libri centrali della Repubblica come immagine scritta dei concetti centrali delle «dottrine non scritte» e delle lezioni Intorno al Bene
Il più cospicuo «passo di omissione» nel libro settimo della Repubblica con gli espliciti rimandi all'oralità
Messaggi trasversali presenti nella Repubblica e fortemente allusivi alla definizione del Bene riservata all'oralità dialettica
X - EROTICA BELLEZZA E ANAMNESI
L'erotica come fruizione spirituale del Bello nelle dimensioni ontologiche e assiologiche
Dimensione cosmica dell'Eros inteso come legame che tiene insieme l'universo
Eros forza creatrice nel Bello e ricerca di immortaliità
Bellezza e «anamnesi» del mondo intelligibile
Eros e filosofia: due facce della stessa realtà
Salita nella «scala di Eros» e ascensione nella via della dialettica
Eros come nostalgia dell'Uno
Il Bello come manifestazione del Bene-Uno a vari livelli
XI - CONTEMPLAZIONE E MIMESI NELLE DIMENSIONI ASSIOLOGICHE E ONTOLOGICHE
Il senso ellenico della «contemplazione» portato da Platone e da Plotino alle sue estreme conseguenze.
L'emblematica immagine di Talete presentato da Platone nel Teeteto come colui che contempla e che rappresenta il filosofo in quanto tale
La contemplazione della Verità, presentata da Plantone nel Fedro come facitrice di uomini
La contemplazione dell'essere nella Repubblica come facitrice del filosofo politico
La costruzione della Città, ideale all'interno dell'anima dell'uomo
Il Demiurgo e la produzione del cosmo fisico mediante la visione del modello intelligibile e la sua realizzazione nella dimensione del sensibile
Gli enti matematici come strumenti di cui Platone si serve nel costruire il cosmo fisico
Il messaggio emblematico del Demiurgo agli dèi creati e alle anime
XII - A DUE DIMENSIONI
Come è nato nell'àmbito della cultura greca il concetto occidentale di anima
La corretta posizione assunta da Havelock nei confronti del concetto di anima e della funzione avuta da Socrate
Radicali innovazioni di carattere metafisico apportate da Platone al concetto di anima
Antitesi fra l'anima e il corpo e concezione «dualistica» dell'uomo
Le prove dell'immortalità dell'anima
La struttura dell'anima e la metafora del carro alato con cui Platone ne esprime la natura
Precisazioni concettuali sulla struttura ontologica dell'anima contenute nel Timeo
Uomo e donna e loro uguaglianza
La virtù come un portare ordine nel disordine, unità nella molteplicità, e un attuare la giusta misura
XIII - MYTHOS E LOGOS
Mythos e Logos in Platone
I vari e differenti significati che ha il mito in Platone
«Logos» e «mito» come «sistole» e «diastole» del filosofare platonico
La filosofia platonica della storia come narrazione in forma di immagini e di miti
I due Princìpi primi e supremi come assi portanti della storia
Storia del cosmo, della Polis e dell'uomo
Struttura circolare e spiraliforme dei processi storici
XIV - GRANDI METAFORE E MITI EMBLEMATICI CHE ESPRIMONO IL SIGNIFICATO DELLA VITA E DEL FILOSOFARE E I DESTINI DELL'UOMO SECONDO PLATONE
Le metafore dell'anima bucata e del caradrio
Il mito della caverna e il suo significato
Metafora della «conversione» dalle tenebre alla luce
La libera scelta del destino da parte dell'uomo e il supremo messaggio di Platone: «la virtù non ha padroni»
I miti escatologici sui destini delle anime e il messaggio sul significato supremo per l'uomo del «rischio di credere»
XV - RIFLESSIONI CONCLUSIVE
La posizione di Platone con la sua critica alla scrittura è una posizione di retroguardia, oppure è una posizione di avanguardie che per certi aspetti anticipa di molto i tempi?
La portata «ermeneutica» del dialogo platonico, con la struttura dialettica della «domanda» e della «risposta»
La prima formulazione storica embrionale del «circolo ermeneutico» e della sua dinamica
I dialoghi platonici strutturati in funzione della «situazione-soccorso» sono una vera e propria messa in atto del circolo ermeneutico
I due differenti linguaggi con cui Platone ha composto i suoi scritti
La filosofia platonica come sistema aperto
Un motto di Eschilo che esprime in maniera emblematica il modo in cui Platone ha comunicato i suoi messaggi
NOTE AL TESTO
NOTE AL CAPITOLO I
NOTE AL CAPITOLO II
NOTE AL CAPITOLO III
NOTE AL CAPITOLO IV
NOTE AL CAPITOLO V
NOTE AL CAPITOLO VI
NOTE AL CAPITOLO VII
NOTE AL CAPITOLO VIII
NOTE AL CAPITOLO IX
NOTE AL CAPITOLO X
NOTE AL CAPITOLO XI
NOTE AL CAPITOLO XII
NOTE AL CAPITOLO XIII
NOTE AL CAPITOLO XIV
NOTE AL CAPITOLO XV
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