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Gli accusati
I. Franz Kafka
Sulla accusa, nulla si sa.
Una fuga di porte.
Pregnanti e polivalenti perché visioni.
L'apparato giudiziario.
L’Hôtel Ramses e gli uffici del Castello.
Una realtà vissuta minuziosamente descritta, un futuro assurdo angosciosamente presentito.
La crisi storica è solo la atmosfera, il sottofondo inconsapevole.
Il 1914 e i trentun anni di Kafka.
Il motivo immediato è una crisi esistenziale.
Kafka è poeta e profeta delle alienazioni del futuro ...
... perché dà durata all'attimo della disumanità del capitalismo ‘ classico
Il motivo dell’attesa in Beckett e in Kafka.
Immobile, ma proteso.
L’anfiteatro naturale di Oklahoma.
Accusati sono solo alcuni.
Alla base, il problema della infanzia?
Alla base, il problema della solitudine?
Impossibile la comunione, impossibile la solitudine.
Poesia e angoscia di un « gravoso ebraismo »?
In discussione la possibilità di una sintesi.
« Id facit exiguum clinamen ».
L’enigma del quotidiano.
Nessuno nasce straniero, tutti possiamo diventarlo.
Dio, grazia, provvidenza come libero arbitrio della natura.
Nessuna garanzìa. Eppure...
Provvidenza o « clinamen »?
Kafka, poeta ed eroe di un’etica laica.
Il convegno di Liblice su Kafka e i « precursori spirituali della controrivoluzione ».
Contro il pluralismo, si afferma la determinazione univoca del socialismo.
Tendenze conservatrici e innovatrici nel marxismo.
Passare al vaglio tutte le nostre credenze.
Una divergenza nel merito tra Garaudy e Lukács.
La angoscia sempre negativa?
Franz Kafka o Thomas Mann?
II. Michail Afanas’evic Bulgakov
Una grandiosa autobiografia.
La Città, « bellissima nel gelo », la Casa sulla ripidissima collina.
Gli otto anni del ginnasio.
Ricordi di un giovane medico.
I conti dei Turbin e di Golubkov con la rivoluzione bolscevica.
Sfacelo di una classe dirigente, alla quale i Turbin sono estranei.
I bolscevichi.
Cosa difendono i Turbin.
Che cosa difendono i Turbin.
Il dibattito sui « Giorni dei Turbin » nel 1926-1927.
Cultura contro ideologia.
Una fuga dalla storia c’è, ma non c’è soltanto questo.
Il potere sovietico: fine di anni grandi, terribili, disumani.
Il potere sovietico: speranza di un nuovo principio.
Amaro inizio della vita di scrittore a Vladikavkaz, nella provincia sovietica.
Febbre cerebrale.
Il motivo del diavolo: prime variazioni.
Il ritorno di Čičikov e dell’Ispettore generale.
Endocrinologia della NEP.
Evoluzione e rivoluzione.
Il conformismo rosso e la commedia della censura.
La tragedia del silenzio.
Troppe cose in cielo e in terra che non sa la nostra filosofia.
Scienza, natura, progetti politici.
La critica del futuro al presente.
Potenti e poeti.
Il Maestro e Margherita.
Il romanzo del diavolo.
Principe delle tenebre, non tentatore, Woland non è neppure Mefistofele.
Woland, Behemoth, Fagotto: gli smascheratori.
L'immaginazione al potere a Mosca in un plenilunio di primavera.
Il romanzo di Pilato.
La liberazione di Pilato.
In discussione negli anni sessanta la Mosca degli anni trenta.
La questione del non-conformismo e della responsabilità personale.
La cittadinanza sovietica di Michail Afanas'evič Bulgakov.
Una contraddizione nell’Unione Sovietica.
III. Aleksandr Isaevič Solženitsyn
Nella grande tradizione russa, nazionale-popolare ed etico-politica.
Il primo compito di Solženitsyn: la verità sui lager di Stalin.
L'unilateralità della testimonianza non può essere un pretesto per respingerla.
Il « primo cerchio ».
Uno Stalin non credibile.
Perché la fede in Stalin.
Le due immagini di Stalin.
Semplificatore del marxismo, non scolastico superstizioso.
La logica deformante del pan-statalismo, del potere assoluto e incontrollato.
Mancanza di ‘ retroazioni ’ e distacco dalla realtà.
La crudeltà senza scopo.
« Quali russi abbiamo allevato? ».
Dalla parte dei perseguitati.
Il « segno luminoso » sulla fronte degli « accusati ».
« Sia benedetto il carcere! »
« Loro » e gli altri: necessità o scelta?
Un nuovo tipo di ‘ eroe sovietico ’ in alcune figure di Solženitsyn.
Una incerta battaglia.
Il personaggio centrale rimane però il « Giusto ».
Natura, grazia e scelta.
Un mondo « pieno e strapieno » nella casa di argilla dei Kadmin.
Il gusto della vita nelle piccole cose.
Tutto non morrò! Noi, noi non moriremo!
Non eliminabile il momento della preghiera.
Lo sgomento morale di fronte alla vita-dolore.
L’etica cristiana della testimonianza.
Affrontare sul serio il problema Solženitsyn.
IV. Milàn Kundera
Nel profondo delle vite per scoperte successive.
Un filo conduttore: la storia di Ludvik.
Un « passato stregato », una « galassia devastata ».
Il mondo dei neri.
« Saccheggiate » le esistenze innanzitutto dei comunisti.
La fedeltà disperata: « voglio che la mia vita sia una ».
Il fallimento di Jaroslav.
Un cristiano rivaluta un’epoca di « grandiosa fede collettiva ».
« Il seme era candore e innocenza », ha potuto germogliare di nuovo.
Dalla critica del passato il rinnovato entusiasmo.
V. Il socialismo è in crisi viva il socialismo
Dalla letteratura alla storia e alla politica, e viceversa.
La gravità della crisi pone domande radicali.
Non ritorno al capitalismo, ma socialismo di Stato.
Non più la dinamica del profitto ma la accumulazione socialista, la destinazione sociale del surplus.
Differenza di sostantivi o differenza di aggettivi?
Il capitalismo non ha superato la suo contraddizione di fondo.
Una rivoluzione nella rivoluzione: come?
La lunga via della rivoluzione tecnico-scientifica.
Un nuovo corso è ancora possibile. Ma i tempi stringono.
Note
I. KAFKA
II. BULGAKOV
III. SOLZENITSYN
IV. KUNDERA
V. IL SOCIALISMO È IN CRISI VIVA IL SOCIALISMO
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