Biografia di Gesù

Nel suo Diario, il filosofo viennese Ludwig Wittgenstein annotava: “Il cristianesimo non è una dottrina, non è una teoria di ciò che è stato e di ciò che sarà nell’anima umana, ma è la descrizione di un evento reale nella vita dell’uomo”. In quegli stessi anni, in un orizzonte culturale differente, uno scrittore francese, François Mauriac, Nobel 1952, nelle sue Nuove memorie intime (1965) affermava parallelamente che “il cristianesimo non è una filosofia, non è un sistema, o un rituale, non è altro che una storia”. Queste dichiarazioni omogenee puntano a quel cuore del cristianesimo che è l’asserto del Vangelo di Giovanni: “Il Lógos/Verbo/Parola divenne carne” (1,14), cioè il divino si fa storia, l’eterno s’incrocia con il tempo, l’infinito si comprime nello spazio. È ciò che la teologia cristiana ha definito con il termine “Incarnazione”.

Fissato questo principio, se però si affronta l’impresa di descrivere e analizzare quell’evento generatore, si deve subito osservare che la documentazione a nostra disposizione rivela una qualità particolare. Essa è costituita sostanzialmente dai quattro Vangeli che, tuttavia, non appartengono in senso stretto al genere storiografico perché impastano insieme dati/fatti/eventi e interpretazione teologica di essi. In pratica, nelle loro pagine storia e fede sono intrecciate in modo inestricabile. In questa luce non è possibile comporre una biografia di Cristo in senso esclusivamente e rigorosamente storico.