Molti ci scrivono perché si trovano in difficoltà all’idea di comunicare ad amici e famigliari la loro intenzione di iniziare a mangiare vegetale. Nella maggior parte dei casi queste persone sono motivate a cambiare la propria alimentazione, ma restano frenate dalla paura del giudizio altrui.
A pensarci è paradossale: cambiare alimentazione è qualcosa che «fa paura» a livello sociale. Chi si mette a dieta in vista della «prova costume» è perfettamente accettato, compreso e condiviso. Anche nel portare i figli al fast food non c’è nulla di male: «Lo fanno tutti, posso farlo anche io». Ma se decidiamo di smettere di mangiare la carne perché vogliamo evitare che i nostri soldi contribuiscano ad alimentare un mercato crudele, poco sostenibile e dannoso per la salute, allora iniziano dubbi e paure del confronto con il mondo esterno.
Ma quel timore l’abbiamo avuto anche noi. Abbiamo iniziato a pensare: e quando andremo dalla nonna, che cosa le diremo? E quando ci inviteranno gli amici per una grigliata? Quando dovremo partecipare a una cena di lavoro?
Per quanto paradossale, sentirsi in qualche modo «in difetto» è assolutamente normale perché, come già detto, quando si parla di cibo in realtà non si parla solo di alimenti, ma entrano in gioco moltissimi fattori, tra i quali anche la cultura e le relazioni. Nella nostra società mangiare insieme ad altre persone è infatti un momento importante: per esempio, chi rifiuta di mangiare il cotechino a Capodanno rompe schemi culturali a cui siamo tutti abituati.
Se ci pensiamo razionalmente, però, nella scelta di mangiare vegetale non c’è assolutamente niente di male.
Quello che hai tra le mani è un libro di gioia, amore e inclusione. Parlare di alimentazione senza affrontare il tema delle relazioni umane avrebbe dato un ritratto incompleto di ciò che siamo.
Non ci nutriamo solo di cibo, ma giocano un ruolo fondamentale nel nostro stato di benessere anche come lo viviamo e con chi lo condividiamo.
Per questo proponiamo alcuni consigli che possono risultare utili nel gestire le relazioni quando si è cambiato il modello di alimentazione o, semplicemente, quando è ora di comunicare ai propri cari l’intenzione di mangiare vegetale. Sono stati maturati a partire dalla nostra esperienza personale, dal confronto con parenti e amici: speriamo possano aiutarvi nel vostro percorso.
Apertura
Alla base di un dialogo e di relazioni sane devono esserci una buona dose di apertura mentale e di condivisione.
So bene che può risultare complicato condividere certe esperienze con determinate persone. Nel comunicare che abbiamo cambiato alimentazione molto spesso pensiamo che non saremo capiti, o addirittura verremo derisi. Ma posso affermare, in base alla nostra esperienza, che sono state più numerose le volte in cui siamo rimasti stupiti da quanto le persone ci capissero, più che il contrario.
Se sin dall’inizio rendi partecipi i tuoi amici e i tuoi cari della tua idea di mangiare più sano e vegetale, sarà molto più semplice instaurare un dialogo aperto e sincero, dimostrare a chi ti ascolta che la tua scelta è ragionata e pensata, e non una moda passeggera come spesso si sarebbe portati a credere. Renderli parte del tuo percorso renderà la tua scelta meno «traumatica» per chi ti è vicino e certamente servirà a far comprendere meglio quello che senti.
Apertura significa anche tentare di capire l’altro ed essere, appunto, aperti alle sue considerazioni. A meno che non sia nato in una famiglia vegana, è molto probabile che tu abbia sempre mangiato carne e derivati animali senza mai pensare che ci fosse nulla di male. Poi qualcosa è scattato in te e hai iniziato a vedere le cose in modo differente.
Quando ti confronti con gli altri sii aperto, pensa come se stessi parlando al te stesso di qualche tempo fa, a quella persona che non ci era ancora arrivata.
Apertura, gentilezza ed empatia è tutto ciò che serve, e non importa se ti sembra che gli altri magari non le usino nei tuoi riguardi. Tu devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo: quando cambi tu, cambia tutto.
Comprensione
Sulla scia delle righe precedenti è fondamentale che provi a metterti nei panni dell’altro.
La società in cui viviamo alleva individui che pensano di essere sempre nel giusto e prendono tutto sul personale. Pensiamo di dover essere capiti, e non di capire. Siamo più portati a notare quando gli altri sbagliano, e sembra che noi non commettiamo mai errori; eppure molto spesso siamo noi per primi ad avere preconcetti su come una persona dovrebbe prendere la nostra scelta di mangiare vegetale.
In alcuni casi, per essere capito, devi essere tu per primo a capire l’altro.
Per questo è fondamentale mettersi nei panni dell’altro e chiedersi: «Da che punto di vista osserva il mondo questa persona?» Oppure: «Che cosa desidera questa persona per me?» Se io, Alessia, penso ai miei genitori, per esempio, quando ho comunicato loro la mia decisione di non mangiare più carne inizialmente non erano d’accordo. Non perché siano malvagi o vogliano imporsi, ma perché desiderano che io stia bene, perché si preoccupano per me. Capito questo, mi sono chiesta: «Come posso provare loro che questa scelta mi farà stare bene?» Allora ho incominciato a condividere con loro studi e ricerche scientifiche che informano e rassicurano su questo stile alimentare, e piano piano si sono tranquillizzati.
Mettersi nei panni dell’altro significa anche parlare la sua stessa lingua. Se per esempio sai che la persona che hai di fronte è più sensibile ai temi della sostenibilità ambientale piuttosto che del benessere animale, non parlarle di animali, ma dei benefici per il pianeta. Se hai davanti uno sportivo, invece, cita i numerosi atleti vegani che riescono comunque a conseguire prestazioni incredibili. Insomma, quando capisci l’altro e non ti metti a convincerlo, ma con umiltà e serenità provi a instaurare un dialogo, difficilmente troverai barriere.
Leggerezza
«Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.» Amiamo questa frase di Italo Calvino sin dai tempi del liceo. Sì, ne siamo convinti: si può vivere con leggerezza, senza vedere il dramma in ogni cosa, più propensi a trovare soluzioni anziché problemi.
A pensarci bene, negli anni le cose migliori nella nostra vita sono arrivate quando abbiamo smesso di prenderci troppo sul serio. Se ti accosti alle varie circostanze della vita con leggerezza (che non significa superficialità), diventa tutto più semplice.
Quando sei l’unica persona seduta a un tavolo che rifiuta la mortadella e le costine, le provocazioni e le battutine arrivano, stanne certo. Tutto sta nel modo in cui le gestiamo. E anche se argomenti come la sofferenza animale o la crisi climatica sono temi che tu non tratteresti con leggerezza, devi pensare che il cambiamento è in corso, e in questo momento non tutti lo comprendono con la tua stessa sensibilità. Ciò non significa che tu sei «più avanti» rispetto agli altri, ma che ognuno ha il suo percorso e la sua visione delle cose, e questo lo devi accettare. Noi ci poniamo sempre con il sorriso, anche nelle situazioni in cui le provocazioni si fanno più toste. Se farai altrettanto e sarai anche capace di riderci su, trasmetterai l’idea che stai vivendo serenamente la tua scelta. Che non è una vita di rinunce, anzi!
Mangiare fuori casa
Diciamoci la verità: capiterà sicuramente di trovarti a essere l’unico vegetariano o vegano della situazione. E per quanto possa sembrarti «spaventoso», sappi che puoi cavartela ovunque. In moltissimi ci chiedono consigli su come comportarsi quando non è possibile mangiare a casa, perciò ne abbiamo riassunti alcuni che riteniamo utili.
- Alle grigliate? Porta un paio di burger vegetali da mangiare tu e da offrire agli altri, oppure occupati delle verdure. Porta la salsa per condire le bruschette (trovi la ricetta qui), che non delude mai nessuno.
Alle cene fuori tra amici? Proponi la pizza, che mette sempre tutti d’accordo. Puoi ordinarla con pomodoro, rucola e porcini (la nostra preferita è pomodoro, friarielli, cipolle e olive taggiasche). Non avere timore nel chiedere pizze fuori menù, non c’è nulla di male, ma anzi è probabile che anche i tuoi amici saranno incuriositi dalla tua pizza veg.
Quando sei stanco della pizza, puoi invece proporre di andare al ristorante giapponese o indiano, che offrono sempre diversi piatti senza pesce e senza carne.
Sei invitato a un bel ristorante, magari per una cena aziendale? Niente panico: una pasta al sugo e i contorni fanno parte di qualsiasi menù. Non c’è motivo di essere in imbarazzo: sii di buona compagnia, mostra tu per primo che non è un problema, e non lo sarà per nessuno.
Una cena a casa di amici? Porta tu qualcosa! Una buona insalata russa con maionese di soia, una torta salata (trovi le ricette nel nostro sito www.elefanteveg.it), che piacciono sempre a tutti, oppure un hummus (trovi la ricetta qui) o lo spalmabile di anacardi (trovi la ricetta qui).
Cerimonie, matrimoni e via dicendo? Basta comunicarlo in anticipo al ristorante in questione: ormai tutti offrono un menù dedicato (magari non sempre delizioso, ma certamente non si rimane a stomaco vuoto). Nell’ultimo anno abbiamo partecipato a tre grandi cerimonie e in nessun caso ci sono stati problemi. I ristoratori si sono sempre mostrati disponibili e abbiamo mangiato molto bene.
Nella mensa scolastica? Avere pasti vegani o vegetariani a scuola è un diritto riconosciuto dallo Stato italiano a ogni genitore che ne faccia richiesta, come ribadito chiaramente in una nota del 5 maggio 2016 del ministero della Salute. Perciò, chiunque ha la possibilità di presentare domanda per un menù diverso alla scuola frequentata dal proprio figlio.
Nella mensa aziendale? Purtroppo a tutt’oggi, contrariamente a quanto vale per le mense scolastiche, non esiste una normativa che riconosca il diritto di avere pasti vegani o vegetariani nelle mense aziendali. Tutto sta alla gentilezza e disponibilità del gestore. In altre parole la richiesta si può fare, ma non è garantito che venga accettata. Questo è effettivamente l’unico caso in cui mangiare vegetale può costituire un problema, ovviabile peraltro con la famosa «schiscetta», il pranzo portato da casa.
Tuttavia, restiamo positivi: più ci guardiamo in giro e più vediamo che il mondo si sta adattando (anche abbastanza rapidamente) alla scelta vegetale. Fino a qualche anno fa era impensabile trovare prodotti vegani nei piccoli supermercati, mentre ora sono ovunque. Conosciamo molte persone onnivore che non bevono più il latte vaccino e lo sostituiscono con quello vegetale perché è più digeribile e ormai anche molto facile da trovare.
Ancora, in qualche bar, quando chiedo il cornetto vegano, mi propongono quello integrale o senza glutine, ma in generale i progressi ci sono e sono ben visibili. E chissà che presto non arrivi anche una normativa per le mense aziendali.
Sta diventando sempre più normale conoscere qualche vegetariano o vegano (speriamo che questo libro contribuisca a rendere il passaggio ancora più semplice) e compiere questa scelta diverrà sempre meno strano.
Certo, è possibile che la nonna non capirà mai fino in fondo la tua scelta di non mangiare più i suoi agnolotti in brodo, ma per fortuna le relazioni umane autentiche si basano su ben altro che sul cibo messo in tavola. Anche senza cotechino e agnolotti, rimani sempre tu. Non temere, non perderai nessun amico per il mero fatto che mangi più sano e vegetale. Se qualcuno si allontanerà da te rallegratene, perché evidentemente la vostra non era una vera amicizia. Gli scambi e le divergenze di opinioni arricchiscono le relazioni, non le annullano. Mangiando vegetale puoi continuare a uscire con i tuoi amici, andare alle cene di lavoro e fare tutto quello che hai sempre fatto. È un limite sociale solo finché credi che lo sia.