Se andate in Italia e incontrate un italiano, quasi sicuramente, vi invita a prendere un caffè, espresso naturalmente! Il rito del caffè per gli italiani è molto importante: li accompagna in tutti i momenti della loro giornata, dalla mattina alla sera.
La mattina al risveglio si prepara subito la macchinetta e dopo qualche minuto in cucina si diffonde il profumo, l’aroma inconfondibile del caffè. Spesso prima di cominciare a lavorare si fa una capatina al bar per prendere un altro espresso: un’altra dose di energia per affrontare la giornata. Se volete conoscere più a fondo gli italiani dovete assolutamente andare al bar la mattina presto; vedete il barista occupatissimo a preparare numerosi tipi di caffè: ristretto (molto concentrato), doppio (due caffè in una tazzina), macchiato (con una goccia di latte), in tazza, al vetro (in un bicchierino di vetro), corretto (con un po’ di liquore) e molti altri. Le richieste sono moltissime e molti sono anche i modi di berlo: senza zucchero, con molto zucchero, con zucchero dietetico, con zucchero di canna, ecc.
Il caffè torna anche a pranzo: in casa, preparato con la fedele macchinetta moka o con la più moderna macchina per l’espresso, e fuori al ristorante o al bar, seduti o in piedi ma sempre bevuto in un sorso. Il caffè, infatti, deve essere preparato al momento, ma anche bevuto subito, altrimenti che “espresso” è?! Attenzione però: preparato al momento ma anche con molta cura! Un bravo barista deve, infatti, sapere la quantità giusta del caffè macinato, scegliere la miscela migliore e scegliere anche la tazzina giusta: la tazzina ha un ruolo molto importante, deve avere determinate caratteristiche per poter gustare un buon espresso. Ma niente paura: chi non è esperto può frequentare l’Università del caffè, perché in Italia il caffè è cultura!
se andate (andare): if you go (to go)
incontrate (incontrare): you meet (to meet)
quasi sicuramente: almost certainly
vi invita a prendere: (he) will offer to buy you
rito: ritual
giornata: day, the whole day
mattina alla sera: morning till night
al risveglio: on awaking
subito: right away
dopo: after
cucina: kitchen
si diffonde il profumo (diffondersi): the aroma spreads (to spread)
spesso: often
cominciare: to start
lavorare: to work
affrontare la giornata: to face the day
se volete conoscere (volere): if you want to know (to want)
andare: to go
la mattina presto: early in the morning
vedete (vedere): you see (to see)
tazzina: little cup
goccia di latte: drop of milk
tazza: cup
bicchierino di vetro: small glass
modi di berlo (bere): ways to drink it (to drink)
zucchero: sugar
torna anche (tornare): reappears (to return)
a pranzo: at lunch time
fedele: loyal
seduti (sedere): seated (to sit down)
in piedi: standing
ma sempre: but always
bevuto in un sorso: drunk in one go
altrimenti: otherwise
con molta cura: with a lot of care
sapere: to know
giusta: right
scegliere: to choose
la miscela migliore: the best blend
poter gustare: to be able to relish
ma niente paura: but don’t panic!
Capita spesso di sentir parlare degli italiani come di un popolo profondamente cattolico. Non si può certo negare che quasi tutti gli italiani sono stati battezzati e cresimati, così come non si può negare che la grande maggioranza si considera cattolica.
D’altra parte, nelle città di oggi i riferimenti sono aumentati a dismisura e il peso della religione, nella vita di tutti i giorni, non è più lo stesso. In altre parole, italiani cattolici sì. Profondamente cattolici, non più. Il punto è che nell’Italia del dopoguerra, l’Italia rappresentata ironicamente dai personaggi di Guareschi, Don Camillo e Peppone, il prete e il sindaco (comunista) rappresentavano le due visioni del mondo. Nell’Italia del terzo millennio, è impossibile pensare a un conflitto così semplice e sembra quasi assurdo immaginare una vita “casa e chiesa”, perché gli spazi sono troppo ampi e contorti, gli stress sono più complessi, le ambizioni sono spesso irraggiungibili e la fiducia – anche verso un prete (figuriamoci verso un sindaco) – è estremamente fragile. Peraltro, la graduale e costante riduzione dei matrimoni in chiesa e la crescente crisi delle vocazioni testimoniano la perdita di carisma della religione cattolica, dovuta anche, ma non solo, ai gravi danni d’immagine all’intero mondo ecclesiastico procurati dai recenti scandali.
Detto questo, Tg1 e Tg5, i telegiornali più visti d’Italia, continuano a trasmettere ogni giorno un servizio di trè o quattro minuti sulla giornata del Papa, anche quando non dice o fa niente di nuovo. Inoltre, i partiti politici non prendono mai una decisione rilevante senza prima chiedere all’amico più in alto in carica al Vaticano cosa ne pensa la Chiesa. Insomma, mentre il cattolicesimo perde forza per strade e vicoli d’Italia, la chiesa cattolica mantiene il peso di sempre nei corridoi del potere.
capita spesso (capitare): it often happens (to happen)
sentir parlare: to hear it said
popolo: people
non si può certo negare: it can’t be denied
battezzati (battezzare): baptized (to baptize)
cresimati (cresimare): confirmed (to confirm)
sono aumentati (aumentare): have increased (to increase)
a dismisura: out of proportion
nella vita di tutti i giorni: in everyday life
lo stesso: the same
in altre parole: in other words
dopoguerra: postwar period
personaggi (personaggio): characters
prete: priest
sindaco: mayor
mondo: world
pensare: to think
sembra (sembrare): it seems (to seem)
quasi assurdo: almost absurd
casa e chiesa: home and church
perché: because
spazi (spazio): spaces
ampi: wide
contorti: twisted
ambizioni (ambizione): ambitions
spesso irraggiungibili: often unreachable
fiducia: trust
crescente crisi: increasing crisis
perdita di carisma: loss of charisma
dovuta anche (dovere): also due to (to be due to)
procurati (procurare): provided (to provide)
detto questo: that said
Tg1 e Tg5: News, Italian channels 1 and 5
inoltre: moreover, furthermore
senza: without
più in alto in carica: in the highest position
cosa ne pensa (pensare): what do people think (to think)
insomma: in a word, in short
perde forza (perdere): loses strength (to lose)
nei corridoi del potere: in the corridors of power
In Italia, come in molti paesi europei, fino a qualche anno fa, si trovavano intere famiglie che vivevano sotto lo stesso tetto da parecchie generazioni. Non era raro trovare genitori, figli, nonni, zii e nipoti che condividevano la stessa casa. Questo in genere accadeva nei piccoli paesi rurali che vivevano di agricoltura e pastorizia. Tutti davano una mano a portare avanti la famiglia dal più piccolo al più anziano.
Il concetto della famiglia italiana, molto unita, quasi come se fosse scritto sul proprio DNA, in realtà oggi è più una necessità dettata dalle difficoltà da parte dei giovani di trovare un posto di lavoro. Infatti molti di loro sono costretti a rimanere a carico dei propri genitori anche oltre i 30 anni. A volte persino dopo essersi sposati continuano a condividere la stessa casa perché non hanno la disponibilità economica di comprarne una. Questo fenomeno è più evidente nella parte sud dell’Italia.
Secondo studi intrapresi dal 1998 al 2000 l’85% degli uomini italiani compresi tra i 18 e i 33 anni vivono con i propri genitori. Mentre il 45% dei nonni accudiscono i propri nipoti. Questa percentuale è più del doppio di quella degli Stati Uniti, della Francia, della Gran-Bretagna e del Regno Unito.
paesi (paese): countries
fino a: until
qualche anno fa: some years ago
intere: whole
vivevano sotto lo stesso tetto: lived under the same roof
parecchie: a good many
trovare: to find
genitori (genitore): parents
figli (figlio): children
nonni (nonno): grandparents
zii (zio): uncles, aunts
nipoti (nipote): grandchildren
condividevano (condividere): shared (to share)
pastorizia: sheep breeding
davano una mano (dare): gave a hand (to give)
portare avanti: to carry out
dal più piccolo al più anziano: from the youngest to the oldest
fosse scritto (scrivere): it was written (to write)
proprio: own
dettata dalle (dettare): dictated by the (to dictate)
posto di lavoro: job
infatti: indeed, as a matter of fact
costretti (constringere): compelled (to compel)
rimanere a carico dei: to stay dependent on
anche oltre: even beyond
a volte: sometimes
persino dopo: even after
essersi sposati: getting married
disponibilità economica: disposable income
secondo: according to
studi (studio): studies
intrapresi (intraprendere): undertaken (to undertake)
compresi (comprendere): included (to include)
tra: between
accudiscono (accudire): look after (to look after)
Regno Unito: United Kingdom
Comodità o necessità? In Italia il termine più comune per definire questi giovani che ancora dipendono dalla propria famiglia è “mammone” termine che deriva da “mamma” e che indica l’incapacità di un figlio di staccarsi dalla propria madre. Oggi sono pochi i giovani che optano per questa scelta volontariamente, purtroppo la scarsità di lavoro, gli stipendi bassi, il costo della vita sempre più alto, non consentono a volte di poter sopportare le spese di gestione di una casa in proprio, di un’automobile e del vitto. Pertanto sono costretti a condividere le spese con i propri genitori, che se da una parte sono felici di vivere con i propri figli, dall’altra si sentono mortificati perché non vedono prospettive di indipendenza per loro.
E’ normale infatti che un genitore si auguri per il proprio figlio di andare avanti con la propria vita di raggiungere dei propri obiettivi, magari di cambiare città. Questa co-dipendenza invece sta portando ad un fenomeno ben più grave del mammismo, e cioè sta creando i così detti “bamboccioni” cioè giovani che non vogliono assumersi nessuna responsabilità, che vivono di notte e dormono di giorno, che non aspirano ad avere una propria famiglia e che finchè ci sono i genitori a provvedere alle loro necessità tirano a campare.
CULTURE NOTE
Italian families maintain strong bonds over generations. Children, after leaving home to establish new families, maintain strong relationships with their parents. Usually they live very near to one of the two parental families, make daily telephone calls to their parents, and visit them weekly. Their relationships with their parents typically display strong reciprocal support and exchanges, including childcare, care of the elderly and ill, help with economic troubles, loans, and advice. One of the main characteristics of Italian families is the strong intergenerational solidarity that allows Italians to overcome difficulties, find jobs, look after children, and ask for loans in situations in which the family network provides what, in other Western countries, is granted by public or private institutions. This sense of connectedness explains the great relevance that family as an institution assumes in Italian culture.
dipendono dalla (dipendere): (they) are dependent on (to be dependent)
propria: own
staccarsi: to let go
optano per (optare): (they) opt for (to opt)
scelta: choice
purtroppo: unfortunately
scarsità: scarcity
stipendi bassi: low wages
non consentono (consentire): (they) don’t allow (to allow)
spese: expense
vitto: food
pertanto: therefore, hence
felici: happy
vivere: to live
si auguri (augurarsi): wishes for (to wish for)
andare avanti: to carry on
magari: maybe
cambiare: to change
città: city
invece: however
assumersi nessuna responsabilità: to take no responsibility at all
non aspirano ad (aspirare): do not aspire to (to aspire)
finchè: until
provvedere: to provide
loro … tirano a (tirare): (they) … aim to (to aim)
campare: to get by
Ancora oggi, quando si parla degli italiani, c’è qualcuno che recita il solito ritornello: “Mafia, pizza, mandolino”. Altri fanno riferimento a gli spaghetti, al romanticismo o alla moda; talvolta citano l’eccessiva gestualità, l’essere rumorosi, il talento musicale, la classe e la creatività.
Io sono nato in Italia, conosco pregi e difetti dei miei compaesani, non ho nessun problema a criticarli e riconosco che in alcuni stereotipi c’è del vero. In altre parole, credo di essere la persona giusta per approfondire gli stereotipi che riguardano gli italiani.
Partiamo dal classico ritornello (“Mafia, pizza, mandolino”) utilizzato soprattutto da chi non ama i nativi d’Italia, come i francesi e i tedeschi per esempio.
La mafia c’è, in Sicilia e non solo. Forse è meno forte rispetto al passato ma senza dubbio c’è ancora, anche se degli eroici magistrati la combattono da anni. Peraltro, grazie allo scrittore Roberto Saviano e al suo libro Gomorra, tutto il mondo sa che in Campania esiste un’altra potentissima organizzazione criminale, la camorra. Aggiungo che la Calabria è infestata dalla ‘ndrangheta e la Puglia dalla Sacra Corona Unita. Detto questo, le mafie ci sono ovunque e gli Italiani onesti sono molti di più degli Italiani mafiosi.
Ma passiamo alla pizza. In questo caso, non posso certo negare che la pizza ci rappresenta appieno, sia per la sua varietà che per i suoi ingredienti base, tipici della dieta mediterranea. Per di più, i colori della pizza margherita sono gli stessi della bandiera dell’Italia: la mozzarella è bianca, il pomodoro rosso e il basilico verde. Bisogna però ammettere che il maggior venditor e di pizza al mondo non è italiano.
ancora oggi: still today
parla (parlare): talks about (to talk about)
recita (recitare): recites (to recite)
il solito ritornello: the same old story
altri fanno riferimento a: others refer to
moda: fashion
talvolta: sometimes
gestualità: gestures
l’essere rumorosi: being noisy
io sono nato (nascere): I was born (to be born)
conosco (conoscere): I know (to know)
pregi (pregio): merits
difetti (difetto): faults
compaesani (compaesano): countrymen
non ho nessun problema: I don’t have a problem
riconosco (riconoscere): I recognize (to recognize)
c’è del vero: there’s some truth
in altre parole: in other words
credo di essere (credere): I believe I am (to believe)
giusta: right
approfondire: to explain
riguardano (riguardare): concern (to concern)
non ama (amare): doesn’t love (to love)
tedeschi (tedesco): Germans
per esempio: for example
non solo: not only
forse: maybe
meno forte: less strong
rispetto al: compared to
passato: past
ma senza dubbio: but no doubt
ancora: still
degli: some
anni (anno): years
scrittore: writer
libro: book
mondo: the world
ovunque: everywhere
onesti: honest
passiamo alla pizza: let’s talk about pizza
negare: to deny
appieno: fully
gli stessi: the same
bandiera: flag
bianca: white
pomodoro rosso: red tomato
basilico verde: green basil
maggior venditore: greatest seller
In quanto al mandolino, strumento musicale utilizzato nel Meridione tanti anni fa, è assurdo considerarlo ancora un simbolo tricolore. Se vogliamo parlare di stereotipi più seri, ci conviene dare un’occhiata alla seconda lista: spaghetti, romanticismo e moda.
Gli spaghetti ci rappresentano, eccome! Sulla tavola italiana un piatto di spaghetti, o di pasta in genere, non manca mai e quando manca, vuol dire che qualcuno si è messo a dieta. Se vogliamo essere precisi però, dobbiamo dire che in alcune città del Nord la pasta è sostituita spesso dal risotto.
Dalla pasta che non passa mai di moda, passiamo alla moda, che ormai ci rappresenta quanto gli spaghetti, grazie alla classe e al genio di stilisti storici come Valentino e Armani, ma anche alle provocazioni creative di Dolce e Gabbana.
Ma gli Italiani sono ancora romantici e galanti? Prima di tutto consideriamo che le donne italiane sono molto più autonome di un tempo e spesso preferiscono condurre il gioco. In secondo luogo, possiamo sicuramente osservare che ancora oggi molti uomini italiani passano a prendere la ragazza a casa e la riaccompagnano, aprono e chiudono lo sportello della macchina per farla salire e scendere, e le offrono la cena.
Confermo che siamo caotici, parliamo molto e a voce alta e ci esprimiamo con gesti. Se poi mi chiedete di confermare che gli Italiani hanno un innato talento musicale, vi rispondo che mia madre è stonatissima.
In ogni stereotipo, di solito, c’è un pizzico di verità. Quel che è certo è che gli italiani cambiano così tanto da una regione all’altra che è veramente difficile rappresentare un popolo così attraverso pochi stereotipi.
tanti anni fa (anno): many years ago
se vogliamo (volere): if we want (to want)
ci conviene: we’d better
dare un’occhiata: to have a look
eccome: certainly
tavola: dining table
piatto: dish
non manca: it will be for sure, it never fails
dire: to say
si è messo a dieta (mettersi): went on a diet (to go)
dobbiamo (dovere): we must (must, to have to)
non passa mai di moda (passare): never goes out of fashion (to go)
genio: genius
stilisti storici: storied designers
donne (donna): women
un tempo: once
spesso: often
condurre il gioco: to take the lead
osservare: to observe
prendere: to take
la riaccompagnano (riaccompagnare): they take her back home (to take back home)
aprono (aprire): they open (to open)
chiudono (chiudere): they close (to close)
lo sportello: the (car) door
farla salire: to let her get in
scendere: to get down, to get out
le offrono (offrire): they offer her (to offer)
cena: dinner
caotici: chaotic
voce alta: loud voice
con gesti: with gestures
se … mi chiedete (chiedere): if … you ask me (to ask)
confermare: to confirm
stonatissima (stonato): completely tone-deaf
un pizzico di verità: a bit of truth
cambiano (cambiare): they change (to change)
popolo: people, certain group of people
attraverso: through
pochi (poco): few
Sole, mare, canzone, teatro: Napoli, una delle città italiane più antiche e famose, ricca di storia e di cultura. Fondata dai greci, Napoli è stata dominata nei secoli da varie popolazioni straniere e per molto tempo ha avuto un ruolo importantissimo nella storia dell’Italia e dell’Europa. Ancora oggi Napoli si presenta come una metropoli ricca di arte e attrazioni turistiche, nonché come centro culturale, scientifico e universitario. Anche dal punto di vista archeologico offre molto con i suoi monumenti e con la sua città sotterranea, estesa quanto la città in superficie.
Napoli è dunque ricca di cultura, ma quali sono gli aspetti più particolari di questa bellissima terra? Gli stranieri che sentono il suo nome quasi sicuramente pensano alla pizza, al mandolino e al “Oh Sole Mio”. In effetti, la cucina e la musica sono due caratteristiche importanti della società napoletana.
Chi va a Napoli deve assolutamente assaggiare la pizza, orgoglio dei napoletani, ma anche le mozzarelle, gli spaghetti, il ragù e tanti altri prodotti famosi, celebrati in numerosi film ambientati in questa città. Ad esempio, nel film “Sabato, Domenica e Lunedì” il ragù diventa il protagonista di molte situazioni ed è bellissima la scena di Sofia Loren che litiga con altre donne per difendere la propria ricetta di questo buonissimo sugo di pomodoro e carne.
sole: sun
mare: sea
canzone: song
ricca di: rich in
storia: history
fondata (fondare): founded (to found)
greci (greco): Greeks
stata dominata (essere dominato): (it) was dominated (to be dominated)
secoli (secolo): centuries
varie: several
popolazioni (popolazione): populations
straniere: foreign
ancora oggi: still today
nonché: and moreover
dal punto di vista: from the point of view
sotterranea: underground
estesa quanto la città: as wide as the city
dunque: consequently
particolari: particular
terra: region
sentono (sentire): (they) hear (to hear)
nome: name
quasi sicuramente: almost certainly
cucina: cuisine
deve (dovere): (he) must (must, to have to)
assaggiare: to taste
orgoglio: pride
ambientati in: set in
ad esempio: for instance
diventa (diventare): becomes (to become)
litiga (litigare): argues (to argue)
difendere: to defend
propria: own
ricetta: recipe
sugo: sauce
pomodoro: tomato
carne: meat
Questo film è solo uno dei tanti film tratti dalle commedie teatrali di un famoso autore e attore napoletano: Edoardo de Filippo. Il grande Edoardo, come viene definito, nelle sue opere ha cercato di fare il ritratto degli abitanti di Napoli con le loro manie, credenze e tradizioni: il gioco del lotto legato alla tradizione della smorfia, cioè il libro di interpretazione dei sogni con il numero relativo da giocare; il presepe, protagonista principale del Natale napoletano, che ogni anno presenta delle statuine nuove legate ai vari personaggi famosi, politici, attori ecc.; il culto della Madonna e dei santi, primo fra tutti San Gennaro, patrono della città; il caffè, tradizionalmente preparato con la classica caffettiera napoletana.
Il teatro napoletano è sicuramente una delle tradizioni più antiche e famose della città che ha anche una sua maschera nella commedia dell’arte: Pulcinella, lo scanzonato e ribelle servo dal naso curvo e dal vestito bianco. I miti di Napoli, però, sono anche più recenti. Nel cuore dei napoletani, per esempio, c’è la squadra di calcio cittadina e, anche se lontano da Napoli ormai da tanto tempo, la figura di un giocatore in particolare: Maradona. Maradona, famoso e bravissimo calciatore, in realtà è argentino, ma ha regalato tanta felicità ai tifosi del Napoli che lo considerano, tuttora, un napoletano a tutti gli effetti.
Altro mito recente è la musica dei cantautori melodici che spesso cantano anche poesie tradizionali in dialetto napoletano. Parlando ancora di musica non si può dimenticare la “sceneggiata”, una sorta di musical in versione napoletana, con canzoni in dialetto che si inseriscono tra i brani recitati.
Questa città insomma ha veramente tanti aspetti interessanti da conoscere: bisogna solo avere il tempo per vedere tutto l’ oro di Napoli.
tratti dalle: based on the
viene definito (venire): he came to be defined (to come)
opere (opera): works
ha cercato di (cercare): has tried to (to try)
ritratto: portrait
abitanti (abitante): inhabitants
manie (mania): manias, obsessions
credenze (credenza): beliefs
legato alla (legare): related to (to relate)
smorfia: grimace
sogni (sogno): dreams
presepe: nativity scene
statuine (statuina): statuettes
fra tutti: among all
patrono: patron
caffettiera: coffee machine
maschera: mask
scanzonato: witty
curvo: curved
miti (mito): myths
per esempio: for instance
squadra di calcio: soccer team
cittadina: town, small town
giocatore: player
calciatore: soccer player
ha regalato (regalare): has offered (to offer)
felicità: happiness
tifosi (tifoso): supporters, fans
tuttora: still today
a tutti gli effetti: to all intents
spesso: often
poesie: poetry
sceneggiata: scene
si inseriscono (inserirsi): are included (to include)
brani (brano): pieces, tracks (of music)
recitati (recitare): performed (to perform)
insomma: in sum
veramente: truly
conoscere: to know
bisogna (bisognare): it is necessary (to be necessary)
avere il tempo: to have the time
vedere: to see
oro: gold
È impossibile parlare della città di Roma senza pensare al suo passato. La sua storia ormai attraversa tre millenni inizia dal fatto che è la prima metropoli della storia dell’umanità. La città era il cuore di uno dei più grandi imperi della storia che ha conosciuto diversi periodi di conquista, decadenza e caduta. Roma è in assoluto la città con più beni storici e architettonici al mondo ed è considerata il più importante patrimonio storico, artistico e culturale del mondo occidentale. Nei secoli questa città si è guadagnata diversi nomi, tra i quali caput mundi, la capitale del mondo, la città eterna e la città santa.
La tradizione vuole che fu fondata nel 753 a.C. in seguito del fratricidio di Remo per mano di Romolo. Successivamente venne governata dai sette re, fino al 509 a.C. quando venne instaurata la repubblica. Il terzo ed il secondo secolo a.C. furono caratterizzati dalla conquista e la fondazione dell’impero. L’età medievale invece vide numerose lotte tra i barbari e la chiesa.
Ma Roma è speciale anche al giorno d’oggi. In nessuna altra città ci si può sentire così a contatto col passato e con il futuro. Basta fare una passeggiata per rendersi conto che i diversi strati di storia convivono tra le mura di questa città che continua ad evolversi, ad aggiungere strati alla sua storia. È impossibile non sentirsi sopraffatti da tanta bellezza. Non è possibile non voler trascorrere più tempo nelle piazze di questa città a sorseggiare aperitivi e osservare il movimento caotico dei cittadini sui loro mezzi di trasporto.
parlare: to talk
senza pensare: without thinking
al suo passato: its past
storia: history
ormai: by now
attraversa (attraversare): goes through (to go through)
inizia (iniziare): begins (to begin)
umanità: humanity
cuore: heart
ha conosciuto (conoscere): has experienced (to experience)
caduta: fall
mondo: world
nei secoli (secolo): over the centuries
si è guadagnata (guadagnarsi): gained (to gain)
fu fondata (fondare): was founded (to found)
in seguito: following
per mano: by the hand
venne governata (governare): was governed (to govern)
sette re: seven kings
venne instaurata (instaurare): was established (to establish)
invece: instead
vide (vedere): saw (to see)
tra i barbari: among the barbarians
chiesa: church
giorno d’oggi: nowadays
in nessuna altra città: in no other city
ci si può sentire (sentirsi): you can feel (to feel)
a contatto col passato: in contact with the past
basta fare una passeggiata: it’s enough to go for a walk
rendersi conto: to realize
convivono (convivere): coexist (to coexist)
mura (muro): walls
evolversi: to evolve
aggiungere: to add
sopraffatti: overwhelmed
bellezza: beauty
non voler trascorrere: do not want to spend
tempo: time
sorseggiare: to sip
osservare: to observe
mezzi di trasporto: means of transport
Chiunque abbia la passione per la buona cucina non potrà che cercare di trasferirsi in questa città dove le migliaia di trattorie e osterie si sovrappongono a ristoranti ed enoteche. Il cibo in questa città non è solamente alimentazione ma qualcosa di molto di più alla quale bisogna dedicare il giusto tempo.
Anche in questi tempi frenetici chi abita a Roma riesce a trovare un buco nella propria agenda per un pasto composto da diverse pietanze. La cucina romana ha origini povere ed è saporita e sostanziosa. Certamente non è per tutti anche se in molti sembrano apprezzarla. Alcuni piatti necessitano di un tempo di digestione che presuppone la possibilità di non lavorare subito dopo pranzo. Si fa difficoltà ad immaginare un manager rampante consumare dei rigatoni alla carbonara e un ossobuco e poi sfrecciare alla prossima riunione. La cucina Romana rispecchia uno stile di vita godereccio che si può ricondurre al periodo della decadenza dell’impero.
Sostanzialmente i cittadini di Roma nascono con questa enorme eredità che è la storia stessa della propria città. La consapevolezza di vivere nella città eterna e la convinzione che tutte le strade portino alla loro città conferiscono ai romani un carattere spensierato e un po’ sbruffone che sembra davvero immune al passare del tempo.
chiunque abbia (avere): whoever has (to have)
buona cucina: good cusine
cercare: to look for, to search for
migliaia: thousands
trattorie (trattoria): small restaurants
osterie (osteria): taverns
si sovrappongono (sovrapporsi): drown out (to drown out)
cibo: food
alimentazione: diet
bisogna (bisognare): it is necessary (to be necessary)
dedicare: to dedicate
il giusto tempo: the right time
riesce (riuscire): can (to succeed)
trovare: to find
buco: gap
propria: own
pietanze (pietanza): dishes
ha origini povere: has origins in poverty
saporita: tasty
sostanziosa: substantial
sembrano apprezzarla (sembrare): they seem to appreciate it (to seem)
presuppone (presupporre): presumes (to presume)
non lavorare: to not work
subito dopo: soon after
pranzo: lunch
rampante: high-flying
prossima riunione: next meeting
rispecchia (rispecchiare): reflects (to reflect)
stile di vita: lifestyle
godereccio: enjoyable
ricondurre: to trace back
nascono (nascere): are born (to be born)
eredità: inheritance
consapevolezza: awareness
vivere: to live
convinzione: belief
tutte le strade portino: all roads lead to
un carattere spensierato: a carefree character
un po’ sbruffone: a bit braggart
sembra davvero (sembrare): it really seems (to seem)
al passare del tempo: as the time goes by
I greci chiamavano la penisola italiana Enotria, la terra del vino e delle vigne. La vite e il vino appartengono all’Italia in maniera viscerale, fanno parte della sua cultura nel profondo. Furono i Fenici, e subito dopo i greci, a diffondere la vite nel Mediterraneo e nell’Italia meridionale mentre a portare la coltivazione della vite, o vitis vinifera, in Toscana e nel nord della penisola fu prevalentemente la civiltà etrusca. L’Impero Romano diffuse invece la viticoltura nel resto della penisola, oltre che in numerose zone d’Europa. Da Roma infatti il vino si diffuse nelle province dell’ Impero, comprese quelle settentrionali e il Nord Africa.
A quei tempi il vino veniva conservato soprattutto in anfore di terracotta e aveva un sapore molto diverso da quello che conosciamo oggi. Veniva fatto riscaldare e bollire fino a raggiungere un’ aroma affumicato, vagamente simile a quello del Madeira e veniva allungato con acqua e arricchito con spezie e miele. I Romani furono anche i primi a capire che il vino poteva essere invecchiato e dunque in certi casi migliorato. Esisteva un vino chiamato Opimian che veniva ancora servito dopo ben 100 anni. Oggi l’Italia è erede di questa cultura millenaria. Grazie ad un clima ottimale e alla varietà del terreno, la penisola produce centinaia e centinaia di uve autoctone, che non si trovano in nessuna parte al mondo se non in Italia, e offre una enorme varietà di vini dallo stile unico e personalissimo.
greci (greco): Greeks
chiamavano (chiamare): they used to call (to call)
terra: land
vigne (vigna): vineyards
vite: grapevine
appartengono (appartenere): (they) belong to (to belong to)
fanno parte della (fare): (they) are part of (to do, to make)
subito dopo: soon after
diffondere: to spread
mentre: while
a portare … fu: (the people) who brought … were
la civiltà etrusca: the Etruscans
invece: instead
comprese (comprendere): including (to include)
settentrionali: northern
a quei tempi: at that time, in those days
veniva conservato (conservare): it used to be preserved (to preserve)
soprattutto: especially
aveva (avere): used to have (to have)
sapore: taste
conosciamo oggi (conoscere): we know today (to know)
riscaldare: to warm
bollire: to boil
raggiungere: to reach
affumicato: smoked
vagamente: vaguely
acqua: water
arricchito: enriched
spezie: spices
miele: honey
capire: to realize
poteva essere invecchiato: it could be aged
migliorato: improved
chiamato (chiamare): called (to call)
veniva ancora servito (servire): it used to be served (to serve)
grazie ad: thanks to
centinaia: hundreds
uve (uva): grapes
non si trovano (trovarsi): (they) are not found (to find)
mondo: world
La vite viene coltivata in ogni regione del paese, senza eccezioni, e rispetto ai tempi passati, in cui dominava il “vino del contadino”, oggi si sono fatti passi da gigante verso una produzione di qualità e i controlli si sono fatti più severi. Dal Friuli alla Sicilia, ogni regione ha i suoi vitigni e le sue particolarità, legate al clima ed alla terra. Dal Piemonte che è terra di grandi rossi come il Barolo e il Barbaresco all’Alto Adige e al Friuli, terra di grandi bianchi, eleganti e aromatici, dall’Italia centrale, patria del Sangiovese, con la Toscana in testa, alle regioni meridionali, con la Campania e la sua grande varietà di vitigni, con la Puglia e i suoi vini robusti e corposi come il Primitivo di Manduria, con la Sicilia terra ricca di storia e tradizioni.
E come dimenticare il Veneto e il suo Amarone o la Sardegna e i suoi vini scorbutici e di grande fascino? In Italia l’amore per il vino si lega all’amore e alla passione per il cibo e la socialitá e talmente forte è il legame fra il paese e il vino che numerose sono le sagre e gli eventi che ovunque celebrano questa bevanda dalla storia millenaria. Una su tutte la Sagra dell’Uva a Marino, nel Lazio, una delle feste tradizionali più note che si celebra ogni anno ogni prima domenica di ottobre. Nata come festa religiosa, nel corso dei secoli si è trasformata in una festa pagana con fontane che letteralmente danno vino al posto dell’ acqua.
viene coltivata (coltivare): was cultivated (to cultivate)
paese: country
senza eccezioni (eccezione): with no exceptions
rispetto ai tempi passati (rispettare): compared to the past (to compare)
vino del contadino: the farmer’s vine
ha i suoi: has its own
vitigni (vitigno): grape varieties
le sue particolarità: its peculiarities
legate (legare): tied to (to tie, to bind)
clima: climate
grandi: big
rossi: red
bianchi: white
corposi: full-bodied
storia: history
tradizioni (tradizione): traditions
dimenticare: to forget
scorbutici: surly
fascino: charm
amore: love
si lega (legarsi): binds (to bind)
cibo: food
talmente forte: so strong
legame: bond
sagre (sagra): festivals
ovunque: everywhere
celebrano (celebrare): celebrate (to celebrate)
bevanda: drink
feste tradizionali: traditional festivals
anno: year
prima domenica: first Sunday
nata (nascere): born (to be born)
nel corso dei: in the course of the
secoli (secolo): centuries
fontane (fontana): fountains
letteralmente: literally
danno (dare): offer, give (to offer, to give)
al posto: instead of
acqua: water
Il passatempo nazionale italiano è certamente il calcio. Il paese della dolce vita e dell’eccellenza gastronomica è ormai inevitabilmente collegato con questo sport. Chiunque sia residente in Italia, dalle isole del sud alle montagne del nord non può fare a meno di interessarsi a questo gioco che è sulla bocca di tutti. Tuttavia la penisola Italiana fortunatamente è rappresentata nel mondo anche per via di atleti di altre discipline sportive.
Nonostante gli atleti italiani siano riusciti ad ottenere ottimi risultati in altri sport come lo sci, il nuoto o il volley, al calcio è attribuito un posto speciale nel cuore degli italiani.
Il soccer viene esportato dagli inglesi alla fine del XVIII secolo. Ed è sempre degli inglesi il merito di avere creato altri meravigliosi sport come il tennis o il polo, solo per citarne due. In pochi si rendono conto che l’appellativo di “Mister” tuttora usato dai calciatori in riferimento al proprio coordinatore tecnico non è altro che un retaggio degli esordi di questo sport. Tra i primi club fondati proprio dagli inglesi in Italia spicca il Milan Football and Croquet Club, che nel 1899 diventa l’Associazione Calcistica Milan e nel corso del secoli successivi diventerà una delle squadre più premiate e famose del mondo.
passatempo nazionale: national pasttime
calcio: soccer
paese: country
dolce vita: sweet life (It is also used to say “live it up.”)
ormai: by now
chiunque: whoever
dalle isole (isola): from the islands
sud: south
montagne (montagna): mountains
nord: north
non può fare a meno di: can’t help but be
interessarsi: to be interested
gioco: game
sulla bocca di tutti: the talk of the town
mondo: world
anche: also
per via: thanks to
atleti (atleto): athletes
nonostante: in spite of
riusciti (riuscire): managed (to manage)
ottenere: to get
sci: skiing
nuoto: swimming
attribuito (attribuire): awarded (to award)
posto: place
nel cuore: in the heart
viene esportato (esportare): was exported (to export)
alla fine del: at the end of the
avere: to have
solo per citarne: just to mention
in pochi: few (people)
si rendono conto (rendersi): realize (to realize)
in riferimento al: in reference to
proprio: own
retaggio: heritage
esordi (esordio): debuts
fondati (fondare): founded (to found)
diventerà (diventare): will become (to become)
Ma in quella fase di nascita nessuno poteva immaginarsi quanto potesse diventare importante per la società italiana quello strano sport che si giocava solamente con i piedi. Al giorno d’oggi basta passare qualche giornata in Italia per rendersi conto che il calcio è diventato ben più di uno sport. La televisione ed i giornali fanno a gara per chi pubblica più notizie. Il dato più significativo è che il quotidiano più letto dagli italiani è la Gazzetta dello Sport, un quotidiano interamente dedicato allo sport stampato su una particolare carta rosa che rende riconoscibili i suoi lettori anche a decine di metri di distanza. Sebbene questa testata dovrebbe occuparsi di sport in generale le pagine dedicate al calcio sono la quasi totalità, mentre tutti gli altri sport sono relegati alle ultimissime pagine.
La divisione del tifo è feroce e purtroppo spesso sfocia anche in scontri di natura violenta. Gli italiani in genere sono un popolo disunito da un forte regionalismo e da un unità d’Italia ottenuta solo in un passato relativamente recente. Il termine che si sente più spesso per descrivere il tifo italiano è “campanilistico”. Con questo termine si fa riferimento alle campane delle numerosissime chiese situate in ogni città d’Italia, ogni cittadino è quindi accusato di interessarsi solamente alla propria causa o campana.
Solo la squadra nazionale riesce parzialmente ad unire queste tifoserie nemiche, ma solo in caso di vittoria. Quando “gli Azzurri” della nazionale non vincono ogni italiano è pronto ad attribuire la colpa ai giocatori della nazionale che militano nei club avversari della sua città.
Per capire il popolo italiano bisogna necessariamente capire il calcio, lo sport che riesce al contempo ad unire e dividere un popolo difficile da decifrare.
fase di nascita: phase of the birth
nessuno poteva (potere): nobody could (can, to be able to)
diventare: to become
si giocava (giocarsi): is played (to play)
piedi (piede): feet
giorno d’oggi: nowadays
passare: to spend (time)
fanno a gara per (fare a gara): they compete (to compete)
quotidiano: daily newspaper
carta rosa: pink paper
rende riconoscibili (rendere): makes recognizable (to make)
lettori (lettore): readers
sebbene: although
testata: newspaper
dovrebbe (dovere): should (must, to have to)
pagine (pagina): pages
tifo: support
feroce: bitter
popolo: people
termine: word
si sente (sentirsi): is heard (to hear)
per descrivere: to describe
campanilistico (campanilista): people who show exaggerated attachment to their town
si fa riferimento (fare): makes reference (to make)
campane (campana): bells
chiese (chiesa): churches
squadra: team
riesce (riuscire): succeeds (to succeed)
parzialmente: partially
tifoserie (tifoseria): supporters
nemiche: opposed
non vincono (vincere): don’t win (to win)
colpa: fault
capire: to understand
decifrare: to decipher
Le piazze italiane raccontano la storia dell’Italia. Da nord a sud ogni paese, ogni cittadina ha la sua piazza, centro nevralgico e cuore pulsante della vita della comunitá, luogo dove per secoli si sono intessuti incontri d’affari e incontri d’amore e dove hanno avuto luogo commerci e fiere, mercati e esecuzioni capitali, manifestazioni e celebrazioni popolari.
Oggi come ieri, nel Medioevo come ai giorni nostri. Nella piazza si andava spesso per vedere e farsi vedere e non é cambiato troppo, da allora. Ancora oggi la “vasca”, o passeggiata in centro, da concludere sulla piazza principale del paese sedendosi ai tavolini di un bar per osservare i propri concittadini e farsi vedere, rimane una delle attivitá preferite, in cui si é attori e spettatori insieme.
La piazza era ed é al tempo stesso luogo di passaggio e luogo di aggregazione sociale, é uno specchio della societá italiana, con i suoi banchi di frutta e verdura, il giornalaio, il bar principale, la pasticceria, il tabaccaio e la chiesa, il municipio e le botteghe artigiane, oggi molto spesso sparite e sostituite da take away dalle insegne al neon o da boutiques di lusso o banche, segno del cambiamento dei tempi.
Si passeggiava nella piazza e nei suoi dintorni all’uscita della chiesa la domenica mattina, prima del luculliano pranzo domenicale, e si passeggiava prima o dopo cena, concludendo la serata con un gelato o, specialmente per gli uomini del paese, bevendo e giocando a carte. Un’immagine dell’Italia quasi cinematografica, da cartolina che, fatte le debite proporzioni con il mutamento dei tempi e delle abitudini, non é cambiata poi troppo, almeno nei piccoli centri.
raccontano (raccontare): tell about (to tell about)
storia: history
nord: north
sud: south
ogni paese: every country
ha la sua (avere): has its own (to have)
centro nevralgico: nerve center
cuore pulsante: pulsating heart
vita: life
secoli (secolo): centuries
intessuti: interwoven
incontri d’affari: business meetings
amore: love
hanno avuto luogo (avere luogo): took place (to take place)
commerci (commercio): trades
fiere (fiera): fairs
mercati (mercato): markets
esecuzioni capitali: executions
ieri: yesterday
ai giorni nostri: nowadays
si andava (andarsi): they used to go (to go)
vedere: to see
cambiato: changed
da allora: since that time
passeggiata: walk
concludere: to conclude
sedendosi (sedersi): sitting (to sit)
osservare: to observe
farsi vedere: to show themselves
al tempo stesso: at the same time
specchio: mirror
verdura: vegetables
pasticceria: the cake shop
chiesa: church
le botteghe artigiane: handicraft workshops
sparite: disappeared
sostituite: replaced
insegne (insegna): signs
lusso: luxury
banche (banca): banks
dintorni: surroundings
domenica mattina: Sunday morning
luculliano pranzo: lavish lunch
cena: dinner
serata: evening
per gli uomini: for men
bevendo (bere): drinking (to drink)
giocando (giocare): playing (to play)
carte: cards
fatte le debite proporzioni: given its due proportions
mutamento dei tempi: shift of time
abitudini (abitudino): habits
almeno: at least
nei piccoli centri: in the small towns
In Italia la tipica settimana lavorativa consiste di circa 40 o 45 ore, dal lunedì al venerdì. Il sabato e la domenica sono giorni dedicati al riposo. A seconda del tipo di lavoro che si svolge e a seconda delle direttive del proprio datore di lavoro, si arriva in ufficio tra le otto e le nove e trenta del mattino. Il mezzo di trasporto più diffuso per arrivare al lavoro è la macchina e anche per questo le strade sono spesso trafficate già dalle prime ore del mattino, anche se sempre più persone utilizzano spesso i mezzi pubblici, però spesso affollati e difficilmente affidabili, soprattutto in città come Roma e Milano. Di solito prima di entrare in ufficio ci si concede una veloce sosta al bar, per un cappuccino.
A metà mattina solitamente è il momento di una piccola pausa dal lavoro, per una sigaretta, un caffè o una chiacchierata con qualche collega di lavoro. La durata della pausa pranzo varia da mezz’ora a un’ora, abitualmente si pranza fra le tredici e le tredici e trenta. Gli uffici possono chiudere fra le sei e le sette di sera, anche se non è raro rimanere a lavorare oltre l’orario diufficio per qualche straordinario.
Il primo maggio si celebra la Festa dei lavoratori e ogni ufficio o esercizio commerciale chiude mentre il mese di vacanza per eccellenza è agosto, quando le città letteralmente si svuotano e alcuni uffici chiudono per l’intero mese. Durante il periodo natalizio invece le vacanze iniziano il 24 dicembre e gli uffici possono riaprire dopo il 6 gennaio, la Festa dell’Epifania.
settimana lavorativa: work week
ore (ora): hours
giorni (giorno): days
riposo: rest
si svolge (svolgersi): is performed (to perform)
proprio: own
datore di lavoro: employer
tra: between
le otto: 8:00
le nove e trenta: 9:30
mattino: morning
trasporto: transport
macchina: car
strade (strada): streets
anche se: although
sempre: always
però: however
spesso: often
affollati: crowded
affidabili: reliable
soprattutto: above all
entrare: get in, enter
ci si concede (concedersi): we allow ourselves (to allow oneself)
veloce: quick
sosta: break
qualche: some
collega: coworker
pausa pranzo: lunch break
varia (variare): it varies (to vary)
si pranza (pranzarsi): one has lunch (to have lunch)
uffici (ufficio): offices
possono chiudere (potere): they may close, can close (can, to be able to)
rimanere: to stay
si celebra (celebrarsi): is celebrated (to celebrate)
la Festa dei lavoratori: Labor day
chiude (chiudere): it closes (to close)
mese: month
si svuotano (svuotarsi): they empty (to empty)
natalizio: Christmas (period)
invece: however, instead
iniziano (iniziare): they begin (to begin)
possono riaprire (potere): they can open again (can, to be able to)
Caffè cultura, page 4
1. If you meet an Italian what might he/she surely do?
2. What is a ristretto?
3. What will you receive if you order a café al vetro?
Il mammone, page 6
1. Who is it common to find living in an Italian home?
2. What percentage of Italians look after their own parents?
3. What are some reasons that might cause a child to have to live at home, not by their own choice?
Stereotipi: veri o falsi?, page 8
1. What are some common stereotypes according to the author?
2. The color of pizza margherita is the same as what Italian emblem?
3. What does the author say you will always find on an Italian dinner table?
L’oro di Napoli, page 10
1. Naples was founded by whom?
2. What foods are particularly popular in Naples?
La città eterna, page 12
1. What is Rome known for having the best of?
2. Roman food reflects what?
La cultura del vino, page 14
1. What did the Greeks call la penisola italiana Enotria?
2. The peninsula produces a number of unique grapes thanks to which two things?
3. Describe the wines of Piemonte and Friuli.
Il passatempo nazionale, page 16
1. In which country did soccer originate, and when?
2. What does the Gazzetta dello Sport do to make itself recognizable from a distance?
3. What word is used to describe the fans/supporters of soccer?
La passeggiata, page 18
1. What do you find in every Italian city and how would you describe it?
2. What has the piazza been used for over the centuries?
3. What would you find men using the piazza for in the evenings?