L’olio d’oliva è un prodotto tipico italiano presente in varie regioni ed esportato in molti paesi. Questo prodotto fa parte della tradizione alimentare italiana e viene fatto solo nelle regioni a clima mediterraneo. L’olio d’oliva è caratterizzato da un contenuto molto elevato di grassi monoinsaturi, che sono più dietetici di quelli saturi. Inoltre ha delle capacità benefiche, grazie alla presenza di sostanze antiossidanti e alla sua proprietà di combattere il colesterolo. Per questo viene utilizzato soprattutto in cucina, principalmente nelle varietà extravergine e vergine, per condire insalate, insaporire vari alimenti e conservare verdure in barattolo ed è molto adatto per le fritture.
L’Italia è il secondo produttore in Europa e nel mondo di olio di oliva, con una produzione nazionale media di oltre sei milioni di quintali. Le regioni che ne producono di più sono, nell’ordine, la Puglia, la Calabria e la Sicilia. L’Italia è di conseguenza anche il paese europeo che consuma più olio d’oliva, davanti alla Spagna ed alla Grecia.
Le olive sono ancora raccolte prevalentemente a mano, in particolare in molte zone dell’Abruzzo, della Basilicata, della Calabria, della Puglia e della Sicilia. Questa tecnica poco tecnologica e molto dispendiosa è ancora la preferita, perché si evita di causare danni alle olive ed agli alberi e consente di raccogliere i frutti integri ed al giusto livello di maturazione.
A differenza della raccolta, l’estrazione dell’olio d’oliva si basa esclusivamente su processi meccanici. La lavorazione, nell’estrazione meccanica, può avere diversi metodi ma generalmente la linea di produzione di un oleificio comprende cinque fasi fondamentali: le operazioni preliminari, la molitura, l’estrazione del mosto, la separazione dell’ olio dall’acqua e infine l’imbottigliamento.
olio d’oliva: olive oil
esportato: exported
paesi (paese): countries
alimentare: food
viene fatto (fare): is made (to make)
clima: climate
contenuto: content
grassi monoinsaturi (grasso): monounsatured fats
dietetici (dietetico): dietetic
saturi (saturo): saturated
inoltre: furthermore
grazie alla: thanks to the
antiossidanti: antioxidant substances
combattere: to fight
per questo: for this reason
viene utilizzato (utilizzare): (it) is used (to use)
soprattutto: especially
cucina: cooking
condire: to season
insalate (insalata): salads
insaporire: to flavor
alimenti (alimento): foods
verdure (verdura): vegetables
barattolo: jar
adatto: suitable
fritture: frying
mondo: world
producono (produrre): produce (to produce)
nell’ordine: in order
davanti: ahead of
raccolte (raccogliere): picked (to pick)
mano: hand
dispendiosa: wasteful
perché: because
si evita (evitare): it avoids (to avoid)
causare: to cause
danni (danno): damages
integri (integro): intact
al giusto livello: at the right level
estrazione: extraction
lavorazione: processing
oleificio: oil mill
comprende (comprendere): includes (to include)
molitura: milling
acqua: water
infine: finally
imbottigliamento: bottling
Uno dei dolci italiani più apprezzati anche oltre confine è il tiramisù, le cui origini sono controverse. Alcuni dicono che il dolce nacque alla fine del 1600 a Siena, in occasione della visita del Granduca di Toscana Cosimo III de Medici. I pasticceri della città decisero di preparare in suo onore un dolce e crearono il tiramisù, detto anche “zuppa del Granduca”. Il dolce fu così apprezzato da Cosimo da essere portato a Firenze, da dove si diffuse.
Alcuni ritengono che quella inventata a Siena fosse solo una torta spugnosa e a strati e che la vera ricetta sia di origine veneta. Altri lo credono piemontese, non solo perché la ricetta originale prevede l’uso dei savoiardi, biscotti creati in onore dei Savoia ma anche perché sostengono che fu Camillo di Cavour, primo ministro, a chiedere a pasticceri piemontesi di confezionargli un dolce che potesse tirarlo su durante l´unificazione dell’Italia. Il nome tiramisù sembra derivi dalle virtù afrodisiache che gli si attribuivano. Numerose le varianti, che sostituiscono gli ingredienti originali, come i savoiardi, con pan di Spagna, il marsala con il brandy e il mascarpone con lo yogurt nell’illusione di rendere dietetico un dolce che non lo è.
Ingredienti:
500 gr di mascarpone
300 gr di savoiardi
150 gr di zucchero
6 uova
1 bicchier di Marsala
caffè quanto basta
In una ciotola sbattete tuorli e zucchero sino ad ottenere una crema liscia e spumosa. Aggiungete gradualmente il mascarpone e parte del Marsala e mescolate bene. Incorporate gli albumi montati a neve. A parte mescolate il caffè con il rimanente Marsala. Sul fondo di una terrina stendete uno strato di crema, poi uno di savoiardi inzuppati velocemente nella miscela di caffè e Marsala e proseguite alternando strati di crema a strati di biscotti. Ultimate il dolce con uno strato di crema che spolverizzerete con cacao amaro. Ponete in frigo per tre ore prima di servire.
dolci (dolce): sweets, desserts
apprezzati (apprezzare): appreciated (to appreciate)
controverse: controversial
dicono (dire): say (to say)
nacque (nascere): was born (to be born)
alla fine del: at the end of
pasticceri (pasticcere): pastry chefs
città: town, city
decisero (decidere): decided (to decide)
onore: honor
crearono (creare): they created (to create)
da essere portato (portare): that it was brought (to bring)
si diffuse (diffondere): it spread (to spread)
ritengono (ritenere): (some) think (to think)
inventata (inventare): invented (to invent)
torta spugnosa: sponge cake
la vera ricetta: the real recipe
lo credono (credere): they consider it (to consider)
prevede (prevedere): requires (to require)
savoiardi (savoiardo): ladyfingers
sostengono (sostenere): they claim (to claim)
chiedere: to ask
su: could cheer him up
sembra (sembrare): it seems (to seem)
derivi (derivare): comes from (to come from)
gli si attribuivano (attribuire): they attached to it (to attach)
pan di Spagna: sponge cake
rendere dietetico: to make it dietetic
zucchero: sugar
uova (uovo): eggs
bicchiere: glass
quanto basta: enough to taste
cacao amaro: unsweetened chocolate
polvere: powder
ciotola: bowl
sbattete (sbattere): whisk (to whisk)
tuorli (tuorlo): yolks
ottenere: to get
liscia e spumosa: smooth and frothy
aggiungete (aggiungere): add (to add)
mescolate bene (mescolare): mix well (to mix)
montati a neve: whipped
rimanente: remaining
fondo: bottom
stendete uno strato: spread a layer
velocemente: quickly
miscela: mixture
proseguite (proseguire): continue (to continue)
alternando (alternare): alternating (to alternate)
ultimate (ultimare): finish (to finish)
spolverizzerete (spolverizzare): you will sprinkle (to sprinkle)
ponete (porre): put (to put)
in frigo: in the fridge
per tre ore: for 3 hours
prima di servire: before serving
“Qui al sud voi cucinate tutto con l’olio, invece noi, al nord, facciamo tutto con il burro”, dice una simpatica signora piemontese a Totò, famoso attore napoletano, in uno dei suoi film più divertenti, “Miseria e nobiltà”. Questa, infatti, sembra essere la differenza più grande fra la cucina settentrionale e quella meridionale.
Troviamo testimonianze anche nei testi più antichi, dove c’è scritto che il burro viene prodotto in zone settentrionali ed è invece sconosciuto nelle zone mediterranee.
A questo proposito, si racconta un aneddoto molto simpatico che riguarda Giulio Cesare. In visita nella zona di Milano, viene invitato a pranzo insieme ai suoi generali. Quando arrivano gli asparagi conditi con il burro, Cesare e i generali rimangono molto stupiti perché a Roma il burro è usato come unguento e sicuramente non come condimento. I generali esprimono chiaramente il loro disgusto chiamando “barbaro” il burro, mentre Cesare, pur non gradendo molto, dice la frase, diventata poi un proverbio famoso, “de gustibus non dispuntandum est”: ognuno ha i propri gusti e questi non si possono giudicare.
Ai giorni nostri olio e burro si alternano nella cucina italiana, ma indubbiamente il burro ha bisogno di temperature più basse, quindi viene ancora prodotto, ed usato, maggiormente nel nord; l’olio, invece, continua ad essere il prodotto tipico delle zone mediterranee, dove le temperature più calde aiutano la coltivazione degli ulivi migliori.
sud: south
cucinate (cucinare): you cook (to cook)
olio: oil
nord: north
facciamo (fare): we do (to do)
burro: butter
dice (dire): she says (to say)
signora: lady
piemontese: from Piedmont
divertenti (divertente): amusing
sembra essere (sembrare): it seems to be (to seem)
settentrionale: northern
meridionale: southern
troviamo (trovare): we find (to find)
antichi (antico): ancient
scritto: written
viene prodotto (produrre): is produced (to produce)
sconosciuto: unknown
riguarda (riguardare): (it) concerns (to concern)
viene invitato (invitare): is invited (to invite)
a pranzo: to lunch
insieme: together
asparagi (asparago): asparagus
conditi (condito) con: seasoned with
rimangono molto stupiti (rimanere): they remain very surprised (to remain)
perché: because
unguento: ointment
sicuramente non: certainly not
esprimono (esprimere): they express (to express)
chiaramente: clearly
disgusto: disgust
chiamando (chiamare): calling (to call)
non gradendo (gradire): not enjoying (to enjoy)
de gustibus non dispuntandum est: there’s no accounting for taste
ognuno: everyone
ha (avere): has (to have)
gusti (gusto): tastes
non si possono giudicare: cannot be judged
alternano (alternarsi): alternate (to alternate)
cucina: cuisine
ha bisogno (bisognare): needs (to need)
continua ad essere (continuare): continues being (to continue)
calde (caldo): hot
aiutano (aiutare): helps (to help)
ulivi (ulivo) migliori: best olive trees
La differenza di clima sicuramente influisce sulle caratteristiche delle cucine del nord e del sud. La cucina settentrionale è caratterizzata, infatti, da minestre e piatti caldi, per combattere il freddo. Ad esempio in Piemonte troviamo la bagna cauda, un brodo caldissimo in cui si intingono tanti tipi di verdure di stagione, spesso accompagnata dal vino rosso.
Altro prodotto tipico del Nord è la polenta. La polenta è un impasto di acqua e farina di granoturco, cotto in una pentola chiamata “paiolo” e servito ancora caldo a cucchiaiate. Di solito si mangia con una salsa di pomodoro, di funghi o con dei salumi. A volte si fa raffreddare per avere un impasto solido che si taglia poi a fette; le fette vengono poi fritte o arrostite e usate come bruschette o come tartine.
Un prodotto tipico del sud, invece, sono le friselle, chiamate anche “frise” o “freselle”, fette di pane essiccate, a forma di ciambelline. L’uso delle friselle è vario, ma forse il modo più comune di mangiarle è bagnarle leggermente con acqua e condirle con olio, sale e pomodori freschi.
Una caratteristica importante della cucina meridionale è il sapore piccante di molti prodotti. La Calabria, ad esempio, è famosa per la “nduja”, un salame morbido da spalmare e piccantissimo. Anche nella vicina Basilicata esistono inoltre una grande produzione di salumi piccanti e un’intensa coltivazione di peperoncino.
Anche i formaggi presentano delle differenze. Nel sud, infatti, è notevole la produzione di mozzarelle e altri latticini; nel nord troviamo formaggi cremosi e dal gusto molto forte come il tomino e il gorgonzola. Ricordiamo, a questo proposito, la “competizione” fra il parmigiano, formaggio del nord, e il pecorino, più usato nell’Italia centrale e meridionale.
clima: climate
minestre (minestra): soups
piatti caldi (piatto): hot dishes
combattere: to fight
ad esempio: for example
troviamo (trovare): we find (to find)
un brodo caldissimo: a very hot stock
si intingono (intingere): you dip (to dip)
verdure (verdura): vegetables
stagione: season
vino rosso: red wine
acqua: water
farina: flour
granoturco: corn
pentola: pot
chiamata (chiamare): called (to call)
caldo: hot
cucchiaiate: spoonful
si mangia (mangiarsi): it is eaten (to eat)
pomodoro: tomato
funghi (fungo): mushrooms
si fa raffreddare: you leave it to cool
fritte (fritto): fried
arrostite (arrostito): roasted
tartine (tartina): canapés
fette di pane (fetta): bread slices
essiccate (essiccato): dried
ciambelline (ciambellina): donuts
ma forse: but maybe
bagnarle (bagnare): sprinkle them, dip them (to sprinkle, to dip)
condirle con (condire): season them with (to season)
sapore: taste
morbido: soft
spalmare: to spread
piccantissimo: very spicy
vicina (vicino): nearby
notevole: remarkable
latticini: dairy products
cremosi (cremoso): creamy
gusto: taste
Simbolo universalmente conosciuto della gastronomia italiana, la pasta ha origini antichissime, tanto che era conosciuta e apprezzata già dai romani e prima ancora dagli etruschi.
In alcune tombe etrusche di Cerveteri, risalenti al IV secolo a.C., sono state trovate delle pitture che raffigurano attrezzi come matterelli e rotelle, simili a quelli usati ancora oggi per la preparazione della pasta ripiena. Sembra che sempre gli etruschi amassero preparare delle lasagne di farro e i romani invece, secondo quanto ci racconta Apicio nel I secolo d.C nel De Re Coquinaria, fossero ghiotti di lagana, strisce di pasta fatta con acqua e farina che utilizzavano anche per torte e timballi.
Il Medioevo ci consegna diverse testimonianze che documentano l’abitudine di consumare la pasta: dal De arte Coquinaria per vermicelli e macaroni siciliani di Martino Corno, cuoco presso il patriarca di Aquileia nel 1000, a due documenti genovesi del 1244 e del 1316 che parlano di pasta secca in Liguria, a un inventario, sempre ligure, del 1279, dove si menziona “una bariscela plena de macaronis”.
La pasta era nota anche nei paesi arabi e la Sicilia, allora colonia araba, ha un posto chiave perché già nel 1154 veniamo a sapere dal geografo Al Idrisi che a qualche decina di chilometri da Palermo, a Trabia, si produceva molta pasta in forma di fili che veniva esportata in tutto il bacino del Mediterraneo e anche oltre. A Napoli, nel 1546, si crea la corporazione degli artigiani della Pasta mentre a Genova nasce nel 1574 la Corporazione dei Pastai e nel 1577 a Savona la Regolazione dell’Arte dei Maestri Fidelari.
conosciuto (conoscere): known (to know)
ha origini antichissime (avere): has very ancient roots (to have)
apprezzata (apprezzare): appreciated (to appreciate)
prima ancora: even earlier
tombe etrusche (tomba): Etruscan graves
risalenti (risalire): dated back (to date back to)
secolo: century
sono state trovate (trovare): they were found (to find)
raffigurano (raffigurare): depict (to depict)
attrezzi (attrezzo): kitchenwares
matterelli (matterello): rolling pins
rotelle (rotella): roller
usati (usare): used (to use)
ripiena: stuffed
sembra (sembrare): it seems (to seem)
amassero (amare): they loved (to love)
farro: spelt
invece: instead
racconta (raccontare): tells (to tell)
fossero ghiotti (essere): they were greedy (to be)
strisce (striscia): strips
acqua: water
utilizzavano (utilizzare): they used (to use)
torte (torta): pies
timballi (timballo): timbales (a dish of finely minced meat or fish)
consegna (consegnare): gives (to give)
documentano (documentare): prove (to prove)
abitudine: habit
consumare: to consume
cuoco: cook
parlano (parlare): talk about (to talk about)
secca (secco): dried
ligure: from Liguria
si menziona (menzionare): they mention (to mention)
una bariscela plena de a bowl full of
nei paesi arabi: in Arabian countries
ha un posto (avere): has a place (to have)
chiave: key, important
perché: because
veniamo a sapere (venire): we come to know (to come)
decina: tens
fili (filo): threads
veniva esportata (esportare): was exported (to export)
bacino: basin
si crea (creare): they create (to create)
Sino ad allora la pasta generalmente si gustava in bianco con formaggio o con salse speziate. Se nel 1300 le spezie pregiate furoreggiano sulle tavole dei nobili, nel 1500 i banchetti rinascimentali vedono un abbondante uso dello zucchero come ingrediente per condire la pasta. Bisognerà attendere il 1600, secolo in cui venne diffusa la gramola e inventato il torchio meccanico che accelerò la produzione, per avere il primo accostamento della pasta al pomodoro, portato nel vecchio mondo in seguito alla scoperta dell’America e ritenuto a lungo pianta velenosa.
Nel 1740 a Venezia, Paolo Adami apre il primo pastificio e nel 1800 il connubio pasta e pomodoro è ormai ampiamente diffuso e apprezzato non più solo dalle classi povere, per le quali la pasta era l’unico alimento possibile, ma anche dalle classi più borghesi e agiate. Sempre nel 1800 a Napoli alcuni artigiani aprirono un laboratorio industriale di pasta, aiutati anche dal clima che favoriva una rapida essiccazione della pasta.
Il mercato si sviluppa e cresce l’esportazione verso gli Stati Uniti, anche grazie ai flussi di emigrazione. È in questo periodo che i pastai cominciano ad utilizzare nuove trafile, cioè stampi in bronzo, per produrre nuovi formati di pasta.
Tra i principali formati di pasta abbiamo la pasta corta, a cui appartengono penne, maccheroni e fusilli, quella lunga, la pasta per minestre, la pasta ripiena come ravioli e tortellini e le lasagne. Per i condimenti, tanto numerosi sono i formati di pasta, quanto innumerevoli sono le salse, legate anche alle tradizioni regionali e alle disponibilità territoriali e stagionali degli ingredienti. La pasta diviene al tempo stesso simbolo di una nazione ma anche portavoce delle abitudini culinarie locali.
si gustava (gustare): they used to taste, to enjoy (to taste, to enjoy)
in bianco: white, without tomato
salse (salsa) speziate: spicy sauces
tavole dei nobili: nobles’ tables
banchetti rinascimentali: Renaissance banquets
vedono (vedere): they saw (to see)
zucchero: sugar
condire: to season
attendere: to wait
diffusa (diffondere): spread (to spread)
la gramola: kneading machine
inventato: invented
torchio meccanico: mechanical press
accelerò (accelerare): sped up (to speed up)
pomodoro: tomato
portato (portere): brought (to bring)
vecchio: old
mondo: world
in seguito: following
scoperta: discovery
ritenuto (ritenere): considered (to consider)
a lungo: for a long time
pianta: plant
velenosa: poisonous
connubio: union
povere (povero): poor
alimento: food
borghesi (borghese): bourgeois
agiate (agiato): leisured
artigiani (artigiano): artisans
aprirono (aprire): opened (to open)
clima: climate
essiccazione: drying
mercato: market
si sviluppa (svilupparsi): develops (to develop)
cresce (crescere): increases (to increase)
grazie ai flussi: thanks to the flow
cominciano ad utilizzare (cominciare): begin to use (to begin)
nuove trafile (trafila): new procedures
stampi (stampo): molds
corta: short
appartengono (appartenere): belong (to belong)
minestre (minestra): soups
ripiena: stuffed
legate: related
disponibilità: availability
stagionali (stagionale): seasonal
diviene (divenire): becomes (to become)
al tempo stesso: at the same time
portavoce: spokesman, mouthpiece
abitudini (abitudine): habits
La storia della pizza si è persa nel tempo, ma tuttavia rimangono alcuni indizi che ci possono aiutare a ritrovare le tracce delle sue origini. La storia della pizza risale al periodo di Virgilio, celebre poeta e autore morto nel primo secolo a.C, il quale prima della sua morte volle annotare una ricetta della pizza per i posteri. Intorno all’anno 1000, la parola “picea” iniziò a comparire nel vocabolario italiano: consisteva in un cerchio di pasta composto da diversi tipi di farina, cotto al forno senza lievito. Più tardi fu aggiunto il lievito e la pizza è diventata come la conosciamo tutt’oggi.
Risalgono alla fine del diciottesimo secolo alcuni documenti contenenti annotazioni storiche che menzionano il “calzone”, fatto di una sottile sfoglia che viene arrotolata e farcita con pomodoro e mozzarella e modellato come una mezzaluna.
La storia della pizza non sarebbe completa senza la storia classica della pizza Margherita. La pizza ebbe il suo momento di massimo fulgore nel 1889, in occasione della visita a Napoli degli allora sovrani d’Italia, il Re Umberto I e la Regina Margherita. La leggenda racconta che il miglior pizzaiolo di Napoli, Raffaele Esposito, realizzò per l’avvenimento una pizza con ingredienti dai colori della bandiera italiana, bianco, rosso e verde: mozzarella, pomodoro e basilico.
Dopo averla assaggiata, la Regina rimase estasiata e volle elogiare per iscritto il pizzaiolo, che in suo onore diede il nome alla pizza tradizionale napoletana più famosa: la pizza Margherita. Possiamo certamente affermare che oggi la pizza è veramente uno degli alimenti più conosciuti e più apprezzati in tutto il mondo.
Molti anni più tardi, gli emigranti italiani portarono la pizza in America. Fu Gennaro Lombardi a dare un enorme contributo alla diffusione della pizza negli Stati Uniti, aprendo la prima pizzeria di New York City nel 1905. Il ristorante fu chiamato Pizzeria Napoletana del Lombardi.
storia: history
si è persa (perdersi): is lost (to get lost)
nel tempo: as time goes by
rimangono (rimanere): remain (to remain)
indizi (indizio): clues
aiutare: help
ritrovare: to find
risale (risalire): traces back (to trace back)
morto: died
volle annotare (volere): he wanted to note (to want)
ricetta: recipe
per i posteri: for posterity
intorno: around
anno: year
parola: word
iniziò a comparire (iniziare): started to appear (to start)
consisteva (consistere): consisted of (to consist of)
cerchio: circle
farina: flour
al forno: in the oven, baked
senza: without
lievito: yeast
fu aggiunto (aggiungere): was added (to add)
diventata (diventare): become (to become)
conosciamo (conoscere): we know (to know)
alla fine: at the end
contenenti (contenere): containing (to contain)
annotazioni (annotazione): notes
storiche (storico): historical
sottile sfoglia: thin pastry
arrotolata (arrotolare): rolled up (to roll up)
farcita (farcire): stuffed (to stuff)
pomodoro: tomato
mezzaluna: half-moon
non sarebbe (essere): it wouldn’t be (to be)
massimo fulgore: greatest splendor
sovrani (sovrano): sovereigns
racconta (raccontare): tells about (to tell about)
il miglior pizzaiolo: the best pizza maker
realizzò (realizzare): made (to make)
bandiera: flag
dopo averla assaggiata (assaggiare): after having tasted it (to taste)
rimase estasiata (rimanere): she remained enraptured (to remain)
elogiare: to praise
per iscritto: in writing
diede il nome (dare): gave it the name (to give)
possiamo … affermare: we can … affirm
uno degli alimenti: one of the foods
apprezzati (apprezzare): appreciated (to appreciate)
mondo: world
portarono (portare): brought (to bring)
alla diffusione: to the spread
aprendo (aprire): opening (to open)
fu chiamato (chiamare): was called (to call)
Parma è una città dell’Emilia Romagna famosa soprattutto per due prodotti alimentari, esportati in tutto il mondo: il parmigiano e il prosciutto crudo. Il parmigiano nasce nel Medioevo nella zona tra Parma e Reggio, piena di terreni con abbondanza di acqua per il bestiame e di sale per la trasformazione casearia. Attualmente si produce nelle colline e nelle montagne tra il Po e il Reno, dove ci sono allevamenti controllati e regolati da un profondo rispetto per l’ambiente. Non sono permessi, ad esempio, additivi chimici o conservanti: il parmigiano deve rimanere un prodotto assolutamente naturale.
Anche la lavorazione viene continuamente monitorata: i casari, cioè i produttori di formaggio, controllano il latte nelle vasche, la temperatura e il lavoro delle macchine, fino al prodotto finale. Ma come si fa il parmigiano? Il latte, raccolto durante la sera precedente, viene messo in grandi vasche per riposare tutta la notte. Al mattino i casari aggiungono il caglio e il siero innesto, sue sostanze che servono per la coagulazione. Si forma una cagliata che viene rotta e poi messa sul fuoco per circa un’ora. Il casaro raccoglie il latte coagulato e lo mette in una fascera tonda, dove resta per circa un anno a stagionare. Prima della stagionatura, il parmigiano viene marchiato e messo in acqua salata. Dopo la stagionatura, viene controllato ancora da alcuni esperti che con un martellino controllano la qualità della forma e decidono se può essere venduta o meno.
Il prosciutto crudo ha una storia molto più antica: ne parlano molti storici antichi già nel I secolo a.C. C’è un aneddoto che riguarda Annibale: nel 217 a.C. entra a Parma e i cittadini per festeggiarlo gli offrono delle cosce di maiale conservate sotto sale in barili di legno. Nella zona di Parma ci sono tante sorgenti saline, quindi la gente da sempre usa il sale per conservare la carne. Il sale, inoltre, è l’unico conservante permesso: anche il prosciutto crudo, come il parmigiano, viene rigorosamente controllato per avere un prodotto del tutto naturale. Attenzione al marchio: il prosciutto di Parma originale è solo quello con la corona.
città: town
soprattutto per: especially for
alimentari (alimentare): foods
esportati (esportato): exported
mondo: world
crudo: raw
nasce (nascere): was born (to be born)
piena di terreni: full of plots of land
acqua: water
bestiame: livestock
sale: salt
casearia (caseario): dairy
colline (collina): hills
allevamenti (allevamento): farming
controllati (controllato): controlled
regolati (regolato): regulated
rispetto: respect
ambiente: environment
non sono permessi (permettere): are not allowed (to allow, to permit)
ad esempio: for example
additivi chimici: chemical additives
conservanti (conservante): preservatives
deve rimanere (dovere): should remain (must, to have to)
lavorazione: processing
monitorata (monitorare): monitored (to monitor)
casari (casaro): dairymen
latte: milk
vasche (vasca): tanks
come si fa (fare): how do they make (to make)
raccolto: gathered
la sera precedente: the night before
riposare: to stand
mattino: morning
aggiungono (aggiungere): add (to add)
caglio: rennet
siero innesto: whey
servono (servire): serve (to serve)
cagliata: curd
rotta: broken
messa sul fuoco: heated
lo mette (mettere): he puts it (to put)
fascera tonda: mold for making cheese
un anno a stagionare: one year to mature
marchiato: branded
acqua salata: salty water
esperti (esperto): experts
martellino: small hammer
se può essere venduta o meno (vendere): if it can be sold or not (to sell)
ne parlano (parlare): they talk about it (to talk)
secolo: century
cittadini (cittadino): citizens
festeggiarlo: to celebrate him
offrono (offrire): offer (to offer)
in barili di legno (barile): in wood barrels
sorgenti saline: saline springs
gente: people
carne: meat
l’unico: the only
marchio: trademark
corona: crown
La cucina italiana è una delle più antiche sopravvissute fino ai giorni nostri, anche se nel corso dei secoli, le abitudini alimentari degli italiani sono cambiate. In passato, ad esempio, la carne rappresentava il piatto principale nelle tavole dei nobili e dei ricchi mentre le zuppe e la verdura erano destinate ai contadini e ai più poveri; oggi invece, i piatti semplici e “campagnoli” sono stati rivalutati e vengono presentati come piatti tipici regionali.
Sono cambiati anche gli orari e la disponibilità di tempo degli italiani, per cui ad esempio il pranzo, in passato considerato il pasto più importante, viene consumato in fretta e fuori casa mentre la cena è diventata un momento di riunione familiare.
Ciò che non è cambiato è l’amore degli italiani per la buona cucina e la voglia di stare insieme a tavola con amici e familiari. Per questa ragione, la domenica o nei giorni di festa gli italiani si riuniscono, in casa o al ristorante, per gustare un vero pranzo all’italiana con primo, secondo, contorno, dolce, caffè e, naturalmente, l’antipasto. L’antipasto, come si può capire dal nome, viene consumato prima della pasta, quindi nel menù italiano precede il “Primo” piatto. In passato era considerato come un semplice “apri - stomaco”, leggero e semplice pasto in attesa del primo. Di recente gli antipasti sono diventati sempre più richiesti, fino a rappresentare, a volte, la portata principale.
Le varietà di antipasti sono tante e accontentano tutti i gusti: prosciutto, salame, coppa, salsiccia secca e altri affettati costituiscono il famoso antipasto all’italiana, il più tradizionale, accompagnato da olive e formaggi; gamberi e frutti di mare, spesso con olio e aceto o altri tipi di salse, danno vita all’antipasto di mare; fettine di manzo o di salmone con olio e limone sono gli ingredienti più usati per il carpaccio.
una delle più antiche: one of the oldest
sopravvissute: endured
ai giorni nostri: nowadays
secoli (secolo): centuries
cambiate (cambiare): changed (to change)
in passato: in the past
ad esempio: for example
carne: meat
piatto principale: main dish
tavole (tavola): tables
zuppe (zuppa): soups
verdura: vegetables
contadini (contadino): farmers
poveri (povero): poor
oggi: today
invece: instead
rivalutati (rivalutare): revaluated (to revaluate)
presentati (presentare): presented (to present)
orari (orario): schedule
disponibilità: availability
tempo: time
pranzo: lunch
consumato in fretta: eaten in a rush
fuori casa: out of the house
cena: dinner
diventata (diventare): has become (to become)
riunione familiare: family reunion
amore: love
buona cucina: good cuisine
voglia di stare: wish to stay
amici (amico): friends
giorni di festa: holidays
si riuniscono (riunire): meet (to meet)
gustare: to enjoy
vero pranzo all’italiana: true Italian meal
dolce: sweet
come si può capire: as you can understand
nome: name
prima: before
leggero: light
in attesa: waiting for
a volte: sometimes
portata: course
tante (tanto): many
accontentano (accontentare): satisfy (to satisfy)
gusti (gusto): tastes
coppa: seasoned pork shoulder
salsiccia secca: dried sausage
affettati (affettato): cold cuts
costituiscono (costituire): constitute (to constitute)
formaggi (formaggio): cheeses
gamberi (gambero): shrimp
frutti di mare: seafood
olio: oil
aceto: vinegar
danno vita (dare): give life (to give)
fettine di manzo: thin slices of beef
Non possiamo dimenticare il pane, sempre presente sulla tavola degli italiani, usato anche negli antipasti sotto forma di crostino o bruschetta. La differenza tra crostino e bruschetta non è chiara, ma in generale la bruschetta è una fetta di pane abbrustolito con aglio, olio e pomodori freschi, mentre il crostino è una fetta di pane tostato condito con salse varie: paté di fegato, funghi porcini, radicchio e molte altre.
Un tipico antipasto italiano è rappresentato dai fritti: arancini e supplì, cioè polpette di riso con pomodoro, formaggio, prosciutto, piselli, e mozzarella; olive ascolane, cioè olive ripiene di carne e fritte, tipiche della zona di Ascoli; fiori di zucca, zucchine e melanzane, fritti e serviti spesso con olio di oliva o con sugo di pomodoro; crocchette di patate. Non mancano nei menù le tartellette, il vol-au-vent e le pizzette di pasta sfoglia con mozzarella e pomodoro.
Naturalmente anche l’occhio vuole la sua parte, per cui anche gli antipasti sono serviti prestando molta attenzione ai particolari che possono renderli belli, oltre che buoni. Spesso, ad esempio, sono presenti delle foglie di basilico, prezzemolo o altro, come decorazione. A volte sono le stesse fette di salame o prosciutto ad essere arrotolate o disposte per dare l’immagine di un fiore oppure le salse vengono usate per creare delle linee ondulate, dei riccioli o dei cerchi che rendono il piatto quasi artistico. L’antipasto, insomma, è come un biglietto da visita: se è bello, buono ed interessante crea sicuramente un’attesa positiva per il resto del pranzo.
non possiamo dimenticare: we can’t forget
pane: bread
sempre: always
non è chiara: it isn’t clear
fetta: slice
abbrustolito: toasted
aglio: garlic
pomodori (pomodoro): tomatoes
mentre: while
tostato: toasted
fegato: liver
funghi porcini: porcini mushrooms
arancini: rice croquette stuffed with minced meat, tomato sauce, peas, typical of Sicily
supplì: rice croquette stuffed with tomato sauce and mozzarella, typical of Rome
polpette di riso: rice balls
ripiene (riempire): stuffed (to stuff)
fritte (friggere): fried (to fry)
fiori di zucca: zucchini flowers
melanzane (melanzana): eggplants
patate (patata): potatoes
non mancano (mancare): not to be missed (to miss)
vol-au-vent: puff pastry stuffed with various fillings such as mushrooms, prawns, cheese
pasta sfoglia: puff pastry
occhio: eye
vuole (volere): wants (to want)
serviti (servire): served (to serve)
renderli (rendere): make them (to make)
belli: beautiful
oltre che: as well as, beside
buoni (buono): good
foglie di basilico: basil leaves
prezzemolo: parsley
stesse fette (fetta): same slices
ad essere arrotolate (arrotolare): to be rolled (to roll)
disposte (disporre): placed (to place)
dare: to give
fiore: flower
creare: to create
linee ondulate (linea): wavy lines
riccioli (ricciolo): curls
cerchi (cerchio): circles
rendono (rendere): make (to make)
insomma: in short
biglietto da visita: business card
Per i turisti affascinati dalla cultura culinaria italiana, in particolari per gli amanti dei dolci, c’è un appuntamento a cui non si può mancare: il Festival del Cioccolato.
Nato nel 1994 a Perugia, l’Eurochocolate si ripete ogni anno in ottobre, con delle manifestazioni gemelle nelle città di Torino e Roma. Perugia è dunque la località più nota per il cioccolato italiano anche grazie all’azienda chiamata Perugina, che ha creato il famosissimo cioccolatino “Bacio”. Nel 2003 il Bacio Perugina è stato, infatti, il protagonista principale di questa manifestazione perché i maestri pasticceri ne hanno realizzato uno gigante: largo più di sette metri ed alto due, realizzato con 3.500 chili di cioccolato fondente e centinaia di migliaia di nocciole, per un totale di 5.980 chili di peso, il maxi-Bacio è entrato nel Guinness dei primati come cioccolatino più grande del mondo.
Ci sono però molte altre sculture in cioccolato che vengono costruite e poi distrutte negli ultimi giorni del festival per distribuire i pezzi di cioccolato a tutti i partecipanti. Le piazze e le strade principali della città per otto giorni si riempiono di mostre espositive di cioccolata, di laboratori all’aperto, e di banchetti per le degustazioni. Inoltre gli chef sperimentano nuovi sapori creando piatti speciali a base di cioccolato, non solo dolci ma anche primi e secondi.
Non mancano gli assaggini di vario tipo offerti dalle più prestigiose aziende dolciarie italiane ed estere che espongono qui i propri prodotti. L’Eurochocolate è, però, anche un’occasione importante per promuovere e valorizzare il cioccolato non solo come prodotto alimentare, ma anche come prodotto della cultura e del costume sociale. Ci sono, infatti, mostre e dibattiti sull’evoluzione della cioccolata, dalla scoperta delle virtù nutrizionali della pianta del cacao circa 4000 anni prima di Cristo, grazie ai Maya, all’utilizzo che ne facciamo oggi.
amanti (amante): lovers
dolci: sweets
non si può mancare: not to be missed
cioccolato: chocolate
nato (nascere): born (to be born)
si ripete (ripetere): it repeats (to repeat)
ogni anno: each year
manifestazioni gemelle: twin events
grazie all: thanks to the
azienda: business, company
chiamata (chiamare): called (to call)
maestri pasticceri: master bakers
ne hanno realizzato (realizzare): they have made (to make)
largo: wide
alto: high
cioccolato fondente: dark chocolate
centinaia: hundreds
migliaia: thousands
nocciole: hazelnuts
mondo: world
molte altre: many other
vengono construite (costruire): are built (to build)
distrutte: destroyed
negli ultimi giorni (giorno): in the last days
pezzi (pezzo): pieces
le strade principali (strada): the main streets
città: city
si riempiono (riempirsi): they are filled (to fill)
mostre espositive: exhibition center
all’aperto: open air
banchetti: banquet
degustazioni: tasting
nuovi sapori (sapore): new flavors
creando (creare): creating (to create)
piatti (piatto): dishes
non solo … ma anche: not only … but also
non mancano (mancare): don’t miss (to miss)
assaggini (assaggiare): tasting (to taste)
offerti (offrire): offered (to offer)
espongono (esporre): (they) display (to display)
promuovere: to promote
valorizzare: to improve
prodotto alimentare: food product
dibattiti (dibattito): discussions
scoperta: discovery
pianta del cacao: cocoa plant
facciamo (fare): they make (to make)
oggi: today, nowadays
Gli italiani amano mangiarlo a tutte le età e in tutte le stagioni, anche se fuori fa freddo. Parliamo del gelato: alla frutta, al cioccolato, al caffè, con la panna, nella crêpe, nella brioche, in spiaggia, al bar, in casa, sempre e dovunque viene consumato anche da chi non ama molto i dolci.
Ma come nasce il gelato? L’antenato del gelato attuale è sicuramente rappresentato da frutta, latte e miele ghiacciati o, con l’avvento degli arabi in Italia, dalla prima forma di granita creata grazie alla canna da zucchero della Sicilia.
Sembra, invece, che la prima versione del gelato simile a quella attuale si debba ad un cuoco siciliano, Francesco Procopio dei Coltelli, famoso in Francia come “Le Procope”. Francesco prova ad usare lo zucchero al posto del miele e a mischiare il sale al ghiaccio per mantenere la consistenza più a lungo. Questa geniale intuizione lo porta al successo che gli permette di aprire il “Café Procope” a Parigi, meta di personaggi famosi del tempo. Altri storici attribuiscono la nascita del gelato moderno a Bernardo Buontalenti, architetto fiorentino, che ha l’idea di usare come ingredienti il latte, la panna e le uova.
Come spesso accade, non abbiamo notizie certe riguardo alla nascita di questo alimento, ma sicuramente l’Italia è nota come la patria del gelato e all’estero la denominazione “vero gelato italiano” è sinonimo di “alta qualità”. Il gelato italiano più ricercato è quello artigianale per cui si affollano le gelaterie che accontentano tutti i palati. Oltre a quelli classici, infatti, troviamo gusti sempre più strani e legati ad alimenti caratteristici delle varie regioni, come “spinaci”, “peperoncino”, “pesto” e molti altri.
Gli italiani, però, amano molto anche il gelato industriale come il cornetto Algida, il famoso “cuore di panna”, semplice ma buonissimo, apprezzato da ogni generazione.
amano (amare): they love (to love)
mangiarlo: to eat it
età: ages
stagioni (stagione): seasons
fuori: outside
fa freddo: it is cold
parliamo (parlare): let’s talk (to talk)
panna: cream
spiaggia: beach
casa: home
dovunque: everywhere
viene consumato (consumare): is eaten (to eat, to consume)
non ama (amare): doesn’t love (to love)
nasce: birth
antenato: origins
latte: milk
miele: honey
ghiacciati: frozen
granita: ice
canna da zucchero: sugar cane
sembra (sembrare): it seems (to seem)
cuoco: cook
prova ad usare (provare): tested the use of (to test)
al posto del: in place of, instead of
mischiare: to mix, to blend
sale: salt
mantenere: to maintain
più a lungo: a little longer
lo porta (portare): it brought (to bring)
aprire: to open
personaggi famosi: famous characters
tempo: time
altri storici: other historians
attribuiscono (attribuire): attribute (to attribute)
uova (uovo): eggs
come spesso accade (accadere): as often happens (to happen)
non abbiamo: we don’t have
notizie: information
patria: home (country)
vero: true
ricercato: sought after
artigianale: traditional, handmade
si affollano (affollarsi): they crowd (to crowd)
accontentano (accontentare): they satisfy (to satisfy)
palati (palato): palates
troviamo gusti (trovare): we find tastes (to find)
molti altri: many others
cornetto: ice cream cone
Algida: a popular ice cream brand
cuore: heart
apprezzato: appreciated
ogni: every
Chi trascorre un periodo in Italia verrà inevitabilmente invitato ad un aperitivo. Con questo invito si intende ritrovarsi in un locale per consumare vini e cocktail insieme a degli stuzzichini prima di cena. I cocktail più in voga negli ultimi tempi sono certamente lo Spritz, il Bellini, il Negroni e il Rossini. Una gran parte di persone preferisce un bicchiere di prosecco, come anche di altri vini, al posto dei cocktail, ma questa è una tendenza soprattutto degli ultimi anni.
Il prosecco è anche conosciuto come lo Champagne italiano, pervia della sua somiglianza con la bevanda francese. Il prosecco più apprezzato è il prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, prodotto unicamente nel territorio trevigiano, in Veneto. Le tipologie di prosecco sono infatti il tranquillo, il frizzante e lo spumante e i cocktail che sipreparano con il prosecco sono principalmente lo Spritz, il Bellini, il Rossini e il Tintoretto.
Naturalmente con gli anni cambiano le mode. Negli anni ’80 andavano per la maggiore il Long Island Ice Tea, il Whisky e il Campari e solo alla fine di questo decennio divennero popolari i cocktail di origine sud americana come il Daiquiri o il Margarita. Negli anni ’90 invece, presero piede i cocktail a basa di vodka.
Storicamente l’aperitivo è nato a Torino più di duecento anni fa. Al giorno d’oggi, infatti, l’aperitivo è al centro della vita cittadina di questa elegante città piemontese. Nel resto d’Italia si diffuse velocemente e a macchia d’olio, prima a Genova e poi a Firenze, città nella quale fu inventato il famoso Negroni. Ma oramai in tutta Italia l’aperitivo prima della cena è diventata una consuetudine. Questa moda cosi ben radicata in Italia si sta diffondendo anche nelle vicine nazioni come l’Austria, la Francia, la Svizzera, la Serbia e la Germania.
trascorre (trascorrere): spends (to spend)
verrà … invitato (invitare): will be … invited (to invite)
invito: invitation
si intende (intendere): they mean, they intend (to mean, to intend)
ritrovarsi: to get together
vini (vino): wines
stuzzichini (stuzzichino): appetizers
prima di cena: before dinner
in voga: in vogue
negli ultimi tempi: recently
bicchiere: glass
al posto: instead of
tendenza: trend
soprattutto: especially
ultimi anni: recent years
conosciuto come (conoscere): known as (to know)
per via: because of
somiglianza: resemblance
bevanda: drink
apprezzato (apprezzare): appreciated (to appreciate)
si preparano (prepararsi): that are prepared (to prepare)
cambiano (cambiare): change (to change)
mode (moda): trends
andavano (andare): they would go (to go)
per la maggiore: for the most part
alla fine di questo decennio: at the end of this decade
divennero (divenire): became (to become)
presero piede (prendere): took off (to take off)
storicamente: historically
nato (nascere): born (to be born)
duecento: 200
anni (anno): years
vita cittadina: town life
si diffuse (diffondersi): (it) spreads (to spread)
velocemente: rapidly
a macchia d’olio: like wildfire
fu inventato (inventare): was invented (to invent)
diventata (diventare): become (to become)
consuetudine: custom
ben radicata: deep-seated
sta diffondendo (diffondere): is spreading (to spread)
vicine (vicino): neighboring, close
Le braciole sono legate, nella tradizione culinaria italiana, alla domenica come giorno di festa, quando ci si poteva permettere, unica volta a settimana, di mangiare carne. La braciola, una sottile fetta di carne di manzo o maiale, ma anche di cavallo o pollo, veniva riempita, a seconda della disponibilità e delle tradizioni regionali, con diversi ingredienti, dalle verdure alla pancetta, dal formaggio tipo pecorino, spezie, aglio e pane grattugiato alle uova. Gli involtini ottenuti venivano fatti cuocere nella salsa di pomodoro, che diventava ancor più sapida e gustosa, e con questa si condiva la pasta.
Di solito gli involtini, con un’abitudine che persiste ancora oggi, venivano chiusi e fissati con uno stuzzicadenti che teneva ferma la carne e il ripieno durante la cottura oppure con un filo. Il modo di cucinare questi involtini cambia da zona a zona dell’Italia, celebri le braciole alla napoletana, quelle in bianco di pescespada, tipiche siciliane e quelle pugliesi preparate con carne di cavallo.
Braciole alla Napoletana
Ingredienti per 4 persone:
4 fettine di manzo
150 gr. di salame piccante
100 gr di pecorino
600 gr di passata di pomodoro
1 cipolla
1 bicchiere di vino bianco secco
una manciata di prezzemolo tritato
un pizzico di noce moscata e uno di pepe
50 gr di pinoli
50 gr di uva sultanina
Stendere le fettine di carne e spolverarle di sale e pepe. Aggiungere l’aglio tritato finissimo, il formaggio, il salame tagliato a listarelle, il prezzemolo, l’uva sultanina ed i pinoli. Richiudere le fettine a involtino e fermarle con un filo o uno stuzzicadenti. In una pentola fate rosolare la cipolla tagliata fine con l’olio di oliva, aggiungete le braciole e dopo averle fatte rosolare, bagnatele con il vino bianco fino a farlo sfumare. Aggiungete il pomodoro e cuocete a fuoco lento per circa un’ora e mezza.
legate (legato): related
giorno di festa: holiday
permettere: permitted
unica volta: the only time
settimana: week
mangiare carne: to eat meet
sottile fetta: thin slice
manzo: beef
maiale: pork
cavallo: horse
pollo: chicken
veniva riempita (riempire): is stuffed (to stuff)
disponibilità: availability
verdure (vedura): vegetables
spezie (spezia): spices
aglio: garlic
pane grattugiato: bread crumbs
uova (uovo): eggs
involtini: the rolls of meat
ottenuti (ottenere): obtained (to obtain)
cuocere: cooked
pomodoro: tomato
diventava (diventare): become (to become)
sapida (sapido): tasty
gustosa (gustoso): savory
si condiva (condirsi): they seasoned (to season)
persiste (persistere): persists (to persist)
chiusi (chiudere): closed (to close)
fissati (fissare): fixed
stuzzicadenti: toothpick
cottura: cooking
filo: string
cambia (cambiare): changes (to change)
celebri (celebre): famous
in bianco: white, without tomato
pescespada: swordfish
passata di pomodoro: tomato sauce
cipolla: onion
bicchiere: glass
spicchi d’aglio (spicchio): cloves of garlic
manciata: a handful
prezzemolo tritato: chopped parsley
pizzico: pinch
noce moscata: nutmeg
pepe: pepper
pinoli (pinolo): pine nuts
uva sultanina: grapes
stendere: roll out
spolverarle: sprinkle them
aggiungere: add
tritato finissimo: finely chopped
richiudere: close
fermarle (fermare): to keep them steady (to keep)
pentola: pot
fate rosolare: brown
farlo sfumare: make (the wine) evaporate
fuoco lento: on a low flame
per circa: for about
L’origine del risotto è molto modesta e legata alle tradizioni contadine. Tuttavia la sua preparazione è abbastanza elaborata e prevede trè fasi principali, ovvero il soffritto, la tostatura del riso e la cottura. Per il soffritto occorrono olio extra vergine d’oliva o burro e cipolla tagliata finemente.
La tostatura del riso: il riso più adatto ai risotti è il “superfino”, che deve essere aggiunto al soffritto e continuamente girato con un cucchiaio di legno finché non diventa trasparente. La cottura avviene con l’ aggiunta di brodo, un mestolo alla volta, fino a fine cottura, che dura circa 15–18 minuti. Il risotto si serve ben caldo, aggiungendo del formaggio stagionato.
Parlare del risotto vuol dire conoscere un pò la sua materia prima: il riso! Il riso è la pianta cerealicola più diffusa del mondo. Se ne conoscono infatti circa 120.000 varieta! Il riso è nato in Estremo Oriente e a causa del suo elevato costo, veniva impiegato in piccole dosi. Era infatti ritenuto un elemento raro.
Lo si usava come farmaco, sotto forma di infusi e di decotti, per malati di stomaco e di intestino, e anche come cosmetico, per rendere la pelle più morbida e luminosa. Insomma, nei tempi antichi, il riso veniva utilizzato per tutto tranne che come alimento. L’uso alimentare del riso risale infatti al XIV secolo, quando fu portato a Napoli dagli Aragonesi. Nel regno di Napoli il riso cominciò ad essere consumato in quantità sempre maggiori come alimento ed esportato in nord Italia, dove c’era abbondanza d’acqua, indispensabile per la sua coltivazione. Fu così che l’uso alimentare del riso si affermò soprattutto nel settentrione.
legata: related
contadine (contadino): peasant
tuttavia: however
abbastanza elaborata: quite elaborate
prevede (prevedere): (it) requires (to require)
fasi (fase): phases
soffritto: frying
tostatura: toasting
riso: rice
cottura: cooking
burro: butter
cipolla tagliata finemente: finely cut onion
adatto: suitable
deve essere aggiunto (aggiungere): must be added (to add)
girato: stirred
cucchiaio di legno: wooden spoon
finché non diventa (diventare): until it becomes (to become)
aggiunta di brodo: addition of stock
mestolo: wooden spoon
dura (durare): lasts (to last)
si serve (servire): it is served (to serve)
ben caldo: piping hot
aggiungendo (aggiungere): adding (to add)
formaggio stagionato: mature cheese
parlare: talking
vuol dire (volere dire): means (to mean)
conoscere: to know
cerealicola: cereal
mondo: world
se ne conoscono (conoscere): we know of it (to know)
nato (nascere): born (to be born)
oriente: east
veniva impiegato (impiegare): was used (to use)
piccole dosi: small doses
era infatti ritenuto (ritenere): it was in fact considered (to consider)
lo si usava (usare): it was used (to use)
infusi (infuso): infusions
decotti (decotto): decoctions
rendere: to make
pelle: skin
tempi (tempo) antichi: ancient times
utilizzato (utilizzare): used (to use)
tranne: except
alimento: food
risale (risalire): dates back (to date back)
secolo: century
fu portato (portare): was brought (to bring)
regno: kingdom
consumato (consumare): eaten, consumed (to eat, to consume)
esportato: exported
abbondanza d’acqua: plenty of water
coltivazione: cultivation
si affermò (affermarsi): established itself (to establish itself)
settentrione: north
Fino al 1850, l’unica varietà di riso che veniva coltivata in Italia era il Nostrale. In seguito, grazie ad un missionario, furono introdotte altre 43 varietà. Il riso si distingue fondamentalmente in base alla misura e alle dimensioni dei suoi chicchi: quelli lavorati in Europa, nella Cina del Nord e in Giappone sono corti e tondeggianti, mentre quelli che provengono dalle coltivazioni indiane e del sud-est asiatico sono più stretti e affusolati.
Appartiene a quest’ultimo tipo il profumato riso Basmati, che é caratterizzato da chicchi allungati e da un piacevole aroma di nocciola che conserva anche dopo la cottura. Cresce in India ai piedi dell’Himalaya ed è conosciuto e diffuso in tutto il mondo.
Una varietà molto apprezzata è il riso Jasmine, bianco e profumato, che si serve come contorno nella maggior parte dei piatti orientali. Da ricordare il riso Sushi, che, ricoperto di amido di mais e sciroppo, viene appunto usato nella preparazione del sushi giapponese. Tende a diventare colloso con la cottura. Si sta sempre più diffondendo sul mercato il riso parboiled, i cui chicchi, che rimangono ben sgranati, hanno la caratteristica di non scuocere e di essere resistenti alle alte cotture.
Grazie a queste sue caratteristiche, è indicato per la preparazione di insalate, di piatti freddi e di quelle ricette che richiedono che venga conservato cotto. Il riso viene classificato in base alla lunghezza del chicco, che può essere corto, medio e lungo e diviso in quattro diverse categorie merceologiche: tondo, fino, semifino e superfino. Sono categorie che in nessun modo rappresentano una scala qualitativa.
fino al: up to
coltivata (coltivare): cultivated (to cultivate)
in seguito: later
grazie ad: thanks to
introdotte (introdurre): introduced (to introduce)
si distingue (distinguersi): is differentiated (to differentiate)
misura: size
chicchi (chicco): grains
lavorati: processed
corti: short
tondeggianti: rounded
provengono (provenire): come from (to come from)
stretti: narrow
affusolati: tapered
appartiene (appartenere): belongs (to belong)
quest’ultimo tipo: the latter kind
profumato: fragrant
allungati: long
piacevole: pleasant
nocciola: hazelnut
dopo la cottura: after cooking
cresce (crescere): it grows (to grow)
piedi (piede): feet
conosciuto (conoscere): known (to know)
diffuso (diffondere): spread (to spread)
apprezzata (apprezzare): appreciated (to appreciate)
bianco: white
si serve (servirsi): is served (to serve)
ricordare: to be remembered
ricoperto di amido: covered with starch
mais: maize
sciroppo: syrup
viene appunto usato (usare): is precisely used (to use)
tende a diventare colloso: it tends to become glutinous
si sta sempre più diffondendo: used more and more often
mercato: market
ben sgranati: well separated
non scuocere: not to become overcooked
resistenti: resistant
insalate (insalata): salads
piatti freddi (piatto): cold dishes
richiedono (richiedere): require (to require)
lunghezza: length
può essere (potere): can be (can, to be able to)
tondo: round
in nessun modo: in no way
1. Olive oil is said to have what health benefit?
2. How are the olives harvested?
3. Why is this method preferred?
1. What was the first creation of tiramisu called?
2. The original recipe requires the use of what key ingredient?
3. In the recipe it tells you to mix the sugar with the egg yolks to obtain what consistency?
1. The article begins by stating what two differences in northern and southern Italian cooking?
2. Why was Caesar surprised to find butter on his asparagus?
3. What environmental difference effects the cooking in the north and south?
1. What was found on the walls of the Etruscan tombs?
2. In 1279 what documentation about pasta is made?
3. At the Renaissance banquets what ingredient was used to season the pasta?
1. What word begin to appear in the Italian vocabulary in the year 1000?
2. Historical notes documented what kind of food?
3. How did pizza make it to the United States?
1. When do Italians meet to enjoy a true Italian meal?
2. What is the difference between crostino and bruschetta?
3. What decorations are used to make the trays of antipasto look nice?
1. Braciole is related to what tradition?
2. How can you keep the slices of meat together while cooking?
3. What is the traditional braciole of Naples?
Risotto: leggenda e storia, page 198
1. What are the three main phases in making risotto?
2. Rice was used to treat what ailments?
3. What aroma does Basmati rice have?