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Nichel
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Fine Impero
exlibris
Dedica
Uno
I cipressi allargano le radici
Si osserva tutto ciò che sfila
Dove era la madre
L’anima è secca come un albero
Devo vivere
Due
Le chiacchiere invadevano
L’invidia allunga il laccio
La disperazione esercita una contabilità
Entrato nel Cubo dove si terrà questa sfilata
Qual è la prerogativa delle ore umane?
Più tardi, qualche minuto dopo
È permesso guardare la sventura
E prima di andare alla Casa
È prima del mattino, l’ora più pericolosa
La mattina si curva come una lastra
Dietro le quinte del grande scenario
Sospinta da chi la mente va diritta
Entriamo in un pensiero di autopsia
Andiamo alla Casa dentro un SUV
Prima di avvertire l’urlo lancinante
Il corpo della ragazza è riverso
A piedi, verso la Casa
Questa oscenità è nemesi
«Ti parlerò della fiction»
Costeggio l’indegnità nonostante una perdita assoluta
Fuoriesco dalla Festa
Ho potuto avvicinare il Proprietario
Moltissima gioventù guarda ed è guardata
Il Proprietario è nella stanza buia
Mi comporto piuttosto correttamente
È la costa atlantica del Nordamerica
In un’alba di tungsteno io e lei
Prima di andare via, di scappare
Uscendo dalla Casa degli Affreschi Carnali
Tre
Aveva ragione: io non la vidi più
Sono incinta, ma non ha senso
Risultava una bambina
Usciamo privi di ogni pensiero
Estratto da «Assalto a un tempo devastato e vile»
Estratto da «Italia de Profundis»
Note
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