XVI. Indegno secondo della Germania (1939-1941)

1 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 328.

2 G. Ansaldo, Il giornalista di Ciano, cit., p. 230. Fu lo stesso Ciano a riferirgli questa frase.

3 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 341.

4 M. Legnani, Guerra e governo delle risorse. Strategie economiche e soggetti sociali nell’Italia, 1940-1943, in «Italia contemporanea», 179, 1990, p. 239.

5 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 343.

6 DDI 9a serie, vol. I, 6, 4 settembre 1939, Ciano a Pignatti, e 650, 7 ottobre 1939, Pignatti a Ciano.

7 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 343.

8 SPDCR 87, 9 settembre 1939, Lanzillo a Mussolini.

9 SPDCR 44, 13 settembre 1939, Farinacci a Mussolini. Caratteristicamente, la lettera occupava tredici pagine.

10 Cfr., per esempio, DDI 9a serie, vol. I, 60, 6 settembre 1939, Grazzi a Ciano, e 85, 7 settembre 1939, Gambara a Ciano.

11 Idem, 22, 4 settembre 1939, Magistrati a Ciano.

12 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 347.

13 Idem, pp. 341, 347.

14 DDI 9a serie, vol. I, 138, 10 settembre 1939, Mussolini ad Attolico.

15 Ibidem.

16 La «Vita Italiana» era naturalmente convinta che la guerra fosse colpa degli ebrei, ma prevedeva pure una pace sollecita (cfr., per esempio, E. Canevari, La guerra giudaica, in «La Vita Italiana», 15 settembre 1939).

17 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 356-57.

18 Cfr. F. Marzari, Projects for an Italian-led Balkan Bloc of Neutrals, September-October 1939, in «Historical Journal», 13, 1970, pp. 767-88; H. Cliadakis, Neutrality and War in Italian Policy 1939-40, in «Journal of Contemporary History» 9, 1974, pp. 171-90.

19 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 358-59.

20 Opera omnia, vol. XXIX, p. 316.

21 DDI 9a serie, vol. I, 523, 30 settembre 1939, Mussolini a Vittorio Emanuele III. Per contrasto, in «Gerarchia» un articolista giustificò la politica nazista di «sterilizzazione», affermando che era determinata dalla necessità di proteggersi e interpretava il volere popolare (cfr. L. Cipriani, Le scienze antropologiche nella Germania hitleriana, in «Gerarchia», 19, dicembre 1939, pp. 787-91).

22 P. Melograni, Rapporti segreti della polizia fascista, cit., p. 46.

23 Cfr., per esempio, DDI 9a serie, vol. II, 443, 4 dicembre 1939, Bonarelli a Ciano e Idem, vol. I, 817, 20 ottobre 1939, Ciano ad Attolico.

24 Idem, vol. II, 633, 17 dicembre 1939, Ciano a Bonarelli.

25 Idem, 646, 18 dicembre 1939, Anfuso a Ciano.

26 Idem, vol. I, 796, 18 ottobre 1939, Anfuso a Rosso.

27 Idem, vol. II, 207, 13 novembre 1939, Rosso ad Anfuso.

28 Idem, 208, 13 novembre 1939, Rosso ad Anfuso.

29 M. Toscano, Storia diplomatica della questione dell’Alto Adige, Bari, Laterza, 1967, p. IX. Toscano, ebreo, nazionalista e «storiografo patriottico all’antica», ha analizzato minuziosamente la continuità della vita accademica italiana durante il fascismo e fino alla Repubblica.

30 A.E. Alcock, The History of the South Tyrol Question, Ginevra, 1970, p. 38.

31 Ibidem. Cfr. anche la relazione aspramente critica di un emigrato, E. Reut-Nicolussi, Tyrol Under the Axe of Italian Fascism, London, 1930. Egli condannò il regime italiano per aver perseguitato le persone di lingua tedesca cancellando con lo scalpello dalle lapidi i nomi dei loro congiunti (Idem, p. 264), cercando di bandire l’albero di Natale (Idem, pp. 228-29) e corrompendo le loro donne con pratiche sessuali «moderne», un’accusa che sembra dimostrare che tutto è relativo (Idem, p. 211).

32 M. Toscano, Storia diplomatica dell’Alto Adige, cit., pp. 145-46.

33 G. Aly, «Final Solution»: Nazi Population Policy and the Murder of the European Jews, London, 1999, p. 25.

34 R. De Felice, Il problema dell’Alto Adige nei rapporti italo-tedeschi dallAnschluss alla fine della seconda guerra mondiale, Bologna, il Mulino, 1973, pp. 15-29.

35 G. Aly, «Final Solution», cit., pp. 25-26.

36 R. De Felice, Il problema dell’Alto Adige, cit., p. 54.

37 Idem, p. 57.

38 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 362.

39 R. De Felice, Mussolini il duce, vol. II, cit., p. 705.

40 SPDCR 12, 8 ottobre 1927, verbale di polizia.

41 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 363. Purtroppo, alla fine di dicembre, Ciano lamentava che Muti faceva a modo suo, convinto di avere Mussolini dalla sua parte (Idem, p. 379).

42 Poco dopo la caduta di Starace, Mussolini difese di fronte a Bottai il lavoro del segretario del partito sullo stile fascista e dichiarò che sarebbe stato un’eredità permanente (G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 168).

43 Cfr. SPDCR 94, 24 dicembre 1941, Starace a Mussolini, in cui raccontava che andava ancora a cavallo perché il Duce lo preferiva come sport, anche se il disoccupato Starace, in realtà, non poteva più permettersi questa attività così dispendiosa. Cfr. anche SPDCR 94, 28 ottobre 1942, Starace a Mussolini, in cui Starace confessava di essere abbattuto spiritualmente e di attendersi qualche riconoscimento come «vecchio legionario» del Duce.

44 P. Melograni, Rapporti segreti della polizia fascista, cit., p. 50. Cfr., al confronto, i tipici sforzi di Bottai di chiarire che il PNF era ancora un’entità del tutto «intransigente» ([G. Bottai], Il Partito quindici anni dopo il 3 gennaio, in «Critica Fascista», 18, 1° gennaio 1940).

45 P. Melograni, Rapporti segreti della polizia fascista, cit., p. 51.

46 A. Petacco, Il superfascista, cit., p. 87.

47 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 364.

48 Cfr., per esempio, R. Riccardi, Economia fascista. Sanzioni, commercio estero, autarchia, Roma, Unione Editoriale d’Italia, 1939. Rapporti segreti successivi affermavano che Riccardi (altro «amico» di Ciano) era notoriamente corrotto in quanto concedeva licenze di import-export. Inoltre si diceva che giocasse regolarmente a tennis con Osio, della Banca Nazionale del Lavoro, con una posta di 1000 lire, e che Osio si sforzava con impegno di perdere (cfr. SPDCR 91, 28 gennaio 1943, relazione). Si vuole pure che dicesse di non provare il benché minimo pentimento nel continuare a lavorare per il tramite di Oscar Morpurgo, ebreo reduce da un fallimento.

49 Soddu elaborò uno splendido aforisma su come sopravvivere alla vita militare: «Nella vita, quando c’è un buon piatto di pastasciutta assicurato per sempre, e un po’ di musica, non occorre altro». Sembrava esprimere un’incompleta conversione al rigore fascista (cfr. M. Knox, La guerra di Mussolini, cit.).

50 Per il suo ultimo tentativo di discolparsi, cfr. F. Pricolo, Ignavia contro eroismo. L’avventura italo-greca, Roma, Ruffolo, 1946.

51 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 371.

52 Idem, p. 378.

53 Idem, p. 355.

54 DDI 9a serie, vol. II, 118, 6 novembre 1939, Attolico a Ciano.

55 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 374.

56 Idem, p. 380.

57 DDI 9a serie, vol. III, 33, 5 gennaio 1940, Mussolini a Hitler. Si può anche trovare in Opera omnia, vol. XXIX, pp. 423-27.

58 DDI 9a serie, vol. III, 40, 6 gennaio 1940, Mussolini a Ciano.

59 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 380.

60 Un’intercettazione telefonica confermava l’ostilità di Badoglio all’entrata in guerra e la sua decisa sfiducia nel Partito fascista (cfr. SPDCR 67, 29 dicembre 1939, rapporto a Sebastiani).

61 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 385-86.

62 Idem, p. 400.

63 Idem, pp. 386, 395.

64 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 174. Un certa mancanza di realismo era evidente nella discussione avviata sulle pagine di «Gerarchia» su questo periodo infruttuoso dell’attività turistica (cfr. F. Pullé, Turismo e finanziamento, in «Gerarchia», 20, gennaio 1940, pp. 25-30). Bottai aveva in modo analogo tentato di eludere i problemi avanzando la tesi che, sebbene la guerra moderna dipendesse dall’economia, ciò che contava non era tanto la produzione quanto «l’organizzazione» e, sotto questo aspetto, l’Italia fascista era un modello (cfr. [G. Bottai], Guerra e economia, in «Critica Fascista», 17, 1° ottobre 1939, pp. 362-63).

65 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 401-02.

66 DDI 9a serie, vol. III, 78, 10 gennaio 1940, Attolico a Ciano, comprendente una relazione di Magistrati.

67 Idem, 137, 16 gennaio 1940, Attolico a Ciano, con acclusa relazione di Magistrati.

68 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 391.

69 DDI 9a serie, vol. III, 194, 23 gennaio 1940, resoconto del colloquio Ciano-Pavelić.

70 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 387.

71 Idem, p. 394. Ciano aggiunse a titolo un poco difensivo: «Non discrimina tra classe e classe: chiama popolo tutti coloro che si abbandonano agli istinti della vita vegetativa».

72 S. Welles, Ore decisive, trad. it. Roma, Einaudi, 1945, p. 112.

73 Idem, p. 116. Cfr. anche DDI 9a serie, vol. III, 395, 26 febbraio 1940, resoconto del colloquio Mussolini-Welles.

74 S. Welles, Ore decisive, cit.

75 DDI 9a serie, vol. III, 570, 16 marzo 1940, resoconto del colloquio Mussolini-Welles.

76 Idem, 492, 8 marzo 1940, Hitler a Mussolini.

77 Idem, 524, 11 marzo 1940, Mussolini-Ribbentrop. Cfr. anche Idem, 512, 10 marzo 1940, resoconto del colloquio Mussolini-Ribbentrop.

78 A. Petacco, L’archivio segreto di Mussolini, cit., pp. 152-53.

79 Per una retrospettiva di questa visita, cfr. M. Knox, La guerra di Mussolini, cit.

80 O così Ciano credette di aver capito da una conversazione al golf club Acquasanta con il duca Pietro Acquarone, ministro della Real Casa (G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 406).

81 Idem, p. 407.

82 DDI 9a serie, vol. III, 578, 18 marzo 1940, resoconto del colloquio Mussolini-Hitler.

83 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 408.

84 DDI 9a serie, vol. III, 669, 31 marzo 1940, Mussolini a Vittorio Emanuele III e ad altri. Si trova anche in Opera omnia, vol. XXIX, pp. 364-67.

85 DDI 9a serie, vol. IV, 16, 9 aprile; Idem, 31, 10 aprile; Idem, 130, 18 aprile; Idem, 218, 26 aprile 1940, Hitler a Mussolini.

86 Idem, vol. III, 700, 4 aprile, e 726, 8 aprile 1940, Mussolini a Franco.

87 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 417-18.

88 DDI 9a serie, vol. IV, 37, 11 aprile 1940, Mussolini a Hitler.

89 A. Grandi, Gli eroi di Mussolini. Niccolò Giani e la Scuola di Mistica fascista, Milano, Rizzoli, 2004, p. 110.

90 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 416.

91 Idem, p. 326.

92 Idem, p. 419.

93 Idem, p. 421.

94 E. Ortona, Diplomazia di guerra, cit., p. 83.

95 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 187.

96 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 426.

97 DDI 9a serie, vol. IV, 348, 9 maggio 1940, Hitler a Mussolini. Cfr. anche Idem, 353, 10 maggio 1940, Mussolini a Hitler: il Duce insisteva nel sostenere che solo la marina italiana era realmente pronta.

98 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 428-29.

99 Idem, pp. 429-30. Cfr. anche DDI 9a serie, vol. IV, 189, 24 aprile 1940, Pio XII a Mussolini; Idem, 232, 28 aprile 1940, Mussolini a Pio XII; il papa cercava ancora qualche forma di compromesso pacifico.

100 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 432.

101 Opera omnia, vol. XXIX, pp. 393-95. All’inizio di maggio, Mussolini aveva rimproverato il suo prefetto di Cremona (e, senza dubbio, Farinacci), lamentando la lenta crescita demografica che lasciava l’Italia con i suoi «scarsi 45 milioni» di abitanti contro i «250 milioni di slavi» e «100 milioni di tedeschi». Il commento dimostra tanto l’abituale imprecisione statistica del Duce quanto il suo timore che l’epicentro della guerra non fosse nel Mediterraneo (cfr. Idem, vol. XLIII, 3 maggio 1940, p. 33, Mussolini al prefetto di Cremona).

102 Riferì che ai collaboratori albanesi piaceva l’idea della guerra, perché pensavano di ottenerne il Kosovo e aree della Grecia settentrionale (cfr. G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 433).

103 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 191.

104 P. Badoglio, L’Italia nella seconda guerra mondiale. Memorie e documenti, Mondadori, Milano, 1946, p. 37. Badoglio affermava di aver ammonito che equivaleva a un «suicidio».

105 DDI 9a serie, vol. IV, 642, 29 maggio 1940, relazione dell’incontro di Mussolini con i comandanti militari. Si trova anche in Opera omnia, vol. XXIX, pp. 396-98.

106 DDI 9a serie, vol. IV, 646, 30 maggio 1940, Mussolini a Hitler.

107 Cfr. Idem, 694, 1° giugno 1940, Badoglio a Mussolini, e 829, 9 giugno 1940, Favagrossa a Mussolini.

108 R. De Felice, Mussolini il duce, vol. I, cit., p. 839.

109 Opera omnia, vol. XXIX, pp. 403-05.

110 DDI 9a serie, vol. IV, 847, 10 giugno 1940, Franco a Mussolini.

111 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 442.

112 D. Varè, The Two Imposters, London, 1949, p. 217.

113 Cfr. R. De Felice, Mussolini il duce, vol. II, cit., pp. 843-44.

114 Per un rapporto dell’opinione di Milanese a conferma di questo punto di vista, cfr. P. Melograni, Rapporti segreti della polizia fascista, cit., pp. 65-92. Più in generale, cfr. le conclusioni di S. Colarizi, L’opinione degli italiani sotto il regime, cit., pp. 336-38, che individuano un cambiamento generale a «metà maggio». Cfr. anche A. Padrone, Le reazioni dell’opinione pubblica italiana all’intervento nella seconda guerra mondiale, in «Rivista di storia della storiografia moderna», 6, 1985; egli affermò nel dopoguerra che, il 29 maggio «il momento per entrare in guerra, visto sul piano storico, non poteva essere più favorevole» e che la grande maggioranza degli italiani a quel punto erano pronti e disposti a seguire il loro Duce (cfr. A. Tamaro, Venti anni di storia, 1922-1943, Roma, Tiber, 1953, vol. III, p. 409).

115 A. Padrone, Le reazioni dell’opinione pubblica italiana, cit., pp. 83-86.

116 Fra i combattenti «minori» occorre naturalmente aggiungere la comunista, o meglio serba, Iugoslavia, uno Stato che avrebbe imparato a proprie spese che i cavilli della storia non garantiscono successi duraturi.

117 F.H. Hinsley, British Intelligence in the Second World War. Its Influence on Strategy and Operations, London, 1979, pp. 200-05.

118 P. Melograni, Rapporti segreti della polizia fascista, cit., pp. 101, 122.

119 Idem, pp. 102-03.

120 M. Knox, La guerra di Mussolini, cit., pp. 195-201.

121 Cfr. C.G. Segrè, Italo Balbo, cit.

122 N. D’Aroma, Mussolini segreto, cit., p. 229.

123 Per un’introduzione, cfr. G. Rochat, Qualche dato sugli ufficiali di complemento dell’esercito nel 1940, in «Ricerche storiche», 23, 1993, pp. 607-35.

124 F. Rossi, Mussolini e lo stato maggiore. Avvenimenti del 1940, Roma, Regionale, 1951, p. 9.

125 L. Sorrentino, Da Bel Ami a Lili Marlene. Quello che il corrispondente di guerra non scrisse, Milano, Bompiani, 1980, p. 50. Fra le categorie esonerate c’erano gli sportivi e gli attori.

126 M. Knox, La guerra di Mussolini, cit.

127 Cfr. R.J.B. Bosworth, Italy and the Wider World 1860-1960, cit., p. 71.

128 M. Knox, Alleati di Hitler, cit.

129 R. Graziani, Ho difeso la patria, cit., p. 283.

130 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., pp. 215, 275.

131 M. Legnani, Guerra e governo delle risorse, in cit., p. 245.

132 C. Favagrossa, Perché perdemmo la guerra. Mussolini e la produzione bellica, Milano, Rizzoli, 1946, p. 69.

133 G. Pini e D. Susmel, Mussolini. L’Uomo e l’Opera, vol. IV, cit., p. 159.

134 Per un esempio tipico, cfr. PRO, GFM 36/6, incontro del 1° ottobre 1942.

135 F. Anfuso, Roma Berlino Salò, cit., p. 146.

136 M. Legnani, Guerra e governo delle risorse, in cit., p. 240.

137 A. Cassels, Fascist Italy, London, 1969, p. 99.

138 V. Ronchi, Guerra e crisi alimentare in Italia, 1940-1950. Ricordi ed esperienze, Roma, V. Ronchi, 1977, pp. 26-27.

139 Idem, p. 51.

140 M. Clark, Modern Italy 1871-1982, London, 1984, p. 288.

141 A.S. Milward, Guerra, economia e società, 1939-1945, Milano, Etas Libri, 1983.

142 B. Mantelli, «Camerati del lavoro», cit., p. 43.

143 M. Knox, Alleati di Hitler, cit., presenta un quadro sconvolgente delle manchevolezze italiane a questo proposito ed è particolarmente sarcastico su quella che chiama la «tankette» dell’Italia. Cfr. anche le memorie di Nuto Revelli, che sarebbe diventato uno straordinario narratore degli orrori compiuti dalle armate italiane sul fronte orientale. Ammesso al corso allievi ufficiali nel 1939, quando era ancora un fascista convinto, Revelli dice che durante tutto l’addestramento non vide mai un carro armato (N. Revelli, La guerra dei poveri, Torino, Einaudi, 1962, p. 5).

144 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 220.

145 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 98-99.

146 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 211.

147 Q. Armellini, Diario di guerra. Nove mesi al Comando Supremo, Milano, Garzanti, 1946, p. 52.

148 R. e E. Packard, Balcony Empire: Fascist Italy at War, London, 1943, pp. 100-02.

149 Idem, p. 103. Cfr. una descrizione simile in R.G. Massock, Italy from within, London, 1943, p. 208, che sottolinea l’improprietà dell’abbigliamento e il servizio dal basso eseguito nella parte avanzata del campo.

150 Come il comando dell’esercito italiano non smise mai di lamentare (F. Pricolo, Ignavia contro eroismo, cit., pp. 7-8).

151 J. Steinberg, Tutto o niente, cit.

152 F. Pricolo, Ignavia contro eroismo, cit., pp. 38-43.

153 Idem, p. 80.

154 Per un’amara cronaca della superficialità della diplomazia italiana in materia, cfr. E. Grazzi, Il principio della fine. L’impresa di Grecia, Roma, Faro, 1945.

155 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 458.

156 Cfr., per esempio, DDI 9a serie, vol. V, 200, 7 luglio 1940, Ciano a Mussolini.

157 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 302-03.

158 DDI 9a serie, vol. V, 65, 19 giugno 1940, Ciano a Mussolini.

159 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 223-68.

160 Cfr., per esempio, DDI 9a serie, vol. V, 467, 22 luglio 1940, direttiva di Mussolini e 753, 19 ottobre 1940, Mussolini a Hitler, in cui il Duce dichiarò generosamente di essere disposto a rinunciare a Gibuti perché era soltanto «un deserto». Osservò pure, con superficialità, che non c’era bisogno di preoccuparsi degli USA, poiché gli americani stavano già facendo tutto il possibile per aiutare i loro alleati de facto (cfr. Idem, 677, 4 ottobre 1940, resoconto del colloquio Mussolini-Hitler).

161 Idem, 728, 15 ottobre 1940, resoconto della riunione di Mussolini con Ciano, Jacomoni e i comandanti militari.

162 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 470.

163 M. Knox, La guerra di Mussolini, cit., p. 393.

164 Cfr., per esempio, DDI 9a serie, vol. V, 516, 29 agosto 1940, Ciano a Mussolini, per trasmettergli le congratulazioni di Hitler.

165 Cfr. Idem, vol. VI, 107, 14-5 novembre 1940, conversazione Badoglio-Keitel, in cui il maresciallo disse ai colleghi tedeschi che non nutriva preoccupazioni per la situazione laggiù.

166 A. Sbacchi, Ethiopia under Mussolini, cit., p. 215.

167 SPDCR 44, 9 novembre 1940, Farinacci a Mussolini.

168 Per un esempio delle accuse di corruzione dirette a lui, cfr. SPDCR 67, 10 gennaio 1942, memorandum.

169 U. Cavallero, Comando supremo. Diario 1940-1943 del Capo di S.M.G., Bologna, Cappelli, 1948, p. 8.

170 Q. Armellini, Diario di guerra, cit., pp. 8-12.

171 Idem, p. 183.

172 Tuttavia, alcuni intellettuali in difficoltà erano ancora pronti a adattare ai tempi la loro opera (cfr., per esempio, L. Meneghello, Razza e costume nella formazione della coscienza fascista, in «Gerarchia», 19, giugno 1940, pp. 311-13). Nello stesso numero, il Littoriale Mario Capuana si diffuse sul tema Il contributo dell’impero all’autarchia nazionale.

173 [G. Bottai], Verità universale del fascismo, in «Critica Fascista», 18, 1° aprile 1940, pp. 178-79; Id., Guerra di principi, in «Critica Fascista», 18, 1° giugno 1940, pp. 242-43.

174 SPDCR 47, 31 ottobre 1940, rapporto su Muti.

175 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., p. 969.

176 Idem, p. 973.

177 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 499-500.

178 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 246.

179 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., p. 369.

180 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 245.

181 Come ammesso da R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 536-37.

182 D. Rodogno, Il nuovo ordine mediterraneo. Le politiche di occupazione dell’Italia fascista in Europa (1940-1943), Torino, Bollati Boringhieri, 2003, p. 114.

183 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 526-27. Quando Hitler, ai primi di luglio, annunciò al suo collega il probabile futuro, Mussolini aveva replicato, con la tipica invidia, che sperava che i tedeschi perdessero là «molte penne» (Idem, p. 522). Nel caos dell’effettiva invasione, Rosso, ambasciatore italiano che aveva sentito le notizie della guerra ascoltando la radio, passò una settimana chiuso a chiave in un treno alla frontiera (cfr. M. Toscano, L’intervento dell’Italia contro l’Unione Sovietica nel 1941 visto dalla nostra Ambasciata a Mosca, con documenti inediti, in «Nuova Antologia», f. 1935-36, marzo-aprile 1962, pp. 299-312, 445-62).

184 M. Knox, Alleati di Hitler, cit.

185 De Felice sostiene strenuamente questo caso in Mussolini l’alleato, vol. I, cit., ma ne riduce la credibilità con la sua assurda conferma del persistente desiderio mussoliniano e italiano che la guerra trovasse il proprio epicentro nel Mediterraneo. Forse per qualche mese del 1940 fu possibile pensare di ottenere la vittoria grazie all’espulsione dell’Inghilterra dal Mediterraneo, ma, già allora, la «vera» guerra dei nazisti era diretta a est, non a sud o a ovest.

186 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., p. 566.

187 J. Goebbels, I diari di Goebbels 1939-1941, a cura di F. Taylor, trad. it. Milano, Sperling&Kupfer, 1984, p. 486. Poco prima, una lettera sul Sud Tirolo gli aveva fatto «salire il sangue alla testa» (Idem, p. 256).

188 Per un esempio della situazione in Grecia, cfr. S. Pelagalli, Le relazioni militari italo-germaniche nelle carte del generale Marras, addetto militare a Berlino (giugno-settembre 1943), in «Storia contemporanea», 21, 1990, p. 30.

189 Le parole sono del feldmaresciallo Albert Kesselring, citate da J.J. Sadkovitch, Of Myths and Men: Rommel and the Italians in North Africa, 1940-1942, in «International History Review», 13, 1991, p. 311.

190 J. Goebbels, I diari di Goebbels 1939-1941, cit., p. 205.

191 Idem, p. 236.

192 Cfr., per esempio, le relazioni dell’incontro al Berghof nel gennaio 1941 in DDI 9a serie, vol. VI, 471, e 473, 19 e 20 gennaio 1941. Cfr. Idem, vol. VII, 503, 25 agosto, 511, 26 agosto 1941, riunione sul rallentamento dell’avanzata nell’URSS, dove Mussolini praticamente non aggiunse una parola, ma a Hitler vennero le lacrime agli occhi al pensiero che, appena conseguita la vittoria, si sarebbe potuto ritirare a Firenze.

193 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 529, 531.

194 Cfr., per esempio, DDI 9a serie, vol. VI, 935, 18 aprile 1941, Pavelić a Mussolini.

195 N. D’Aroma, Mussolini segreto, cit., p. 224.

196 G.N. Amoretti, La vicenda italo-croata nei documenti di Aimone di Savoia (1941-1943), Rapallo, Ipotesi, 1979, p. 4.

197 S.K. Pavlowitch, The King Who Never Was: An Instance of Italian Involvement in Croatia, 1941-43, in «European Studies Review», 8, 1978, pp. 465-87.

198 U. Cavallero, Comando supremo, cit., p. 239.

199 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 555.

200 Cfr. DDI 9a serie, vol. VI, 18, 30 ottobre 1940, Franco a Mussolini, per la relazione spagnola sull’«amicizia» conservata.

201 Idem, 568, 12 febbraio 1941, resoconto del colloquio Mussolini-Franco-Serrano Suñer.

202 Idem, vol. VII, 288, 21 giugno 1941, Hitler a Mussolini.

203 Cfr., per esempio, R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 749-56.

204 DDI 9a serie, vol. VII, 299, 23 giugno 1942, Mussolini a Hitler.

205 Idem, 722, 6 novembre 1941, Mussolini a Hitler.

206 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 538-39.

207 Cfr., per esempio, DDI 9a serie, vol. VII, 808, 3 dicembre 1941, resoconto del colloquio Mussolini-Horikiri.

208 Secondo Ciano, anche il re accettò di buon grado l’attacco (G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 564).

209 Idem, p. 517.

XVII. Prima caduta e breve risurrezione (1942-1943)

1 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 595.

2 Per il retroscena di questo evento, che indusse dei cambiamenti nella posizione di Hitler, cfr. I. Kershaw, Hitler 1936-1945, cit., pp. 691-93.

3 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 569.

4 Idem, p. 570.

5 Idem, p. 571.

6 Per i suoi servili sforzi di propagandare gli impegni bellici e il legame con la Germania, cfr. G. Volpi di Misurata, L’industria e la guerra, in «Civiltà Fascista», 9, gennaio 1942 (anche pubblicato in «Nuova Antologia», f. 1677, 1° febbraio 1942). Volpi predicava la teoria darwiniana secondo la quale, in guerra, certe forze erano destinate a vincere e le altre a soccombere.

7 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 572.

8 Idem, p. 578.

9 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., p. 1011.

10 Ma Cianetti ricordava che ne avesse venticinque e in pari tempo vedeva in quella nomina il profondo disprezzo di Mussolini per tutto il suo entourage (cfr. T. Cianetti, Memorie dal carcere di Verona, cit., p. 349).

11 Opera omnia, vol. XXX, pp. 152-57.

12 Infine, nel novembre 1942, Farinacci mandò al suo capo una lunga lettera in cui lo metteva in guardia contro il malcontento pubblico e sollecitava un’azione drastica. «Il Partito» aggiunse «è completamente assente nell’opera di disinfezione»; Vidussoni «è un bravo ragazzo, ma è un ragazzo» (SPDCR 44, 19 novembre 1942, Farinacci a Mussolini).

13 Ciano si sentì particolarmente offeso quando Vidussoni ventilò in tono polemico la chiusura dei campi da golf per tutta la durata della guerra, annotando con disgusto che il giovane parlava come un fanatico socialista del 1920-21 (G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 617-18). Il genero del Duce era altrettanto spaventato dalle annunciate drastiche sanzioni penali per gli evasori fiscali (Idem, p. 628).

14 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 305, afferma che Vidussoni si faceva prendere dal panico mentre leggeva i propri interventi alle riunioni di partito.

15 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 1014-15.

16 C. Senise, Quando ero capo della polizia, cit., p. 97.

17 SPDCR 50, 16 febbraio 1943, A. Caruso a Mussolini.

18 Opera omnia, vol. XXX, p. 153.

19 Il giornale di Bottai plaudiva a Vidussoni in modo alquanto enigmatico come alla personificazione del «più giovane» (cfr. «Critica Fascista», 20, 1° gennaio 1942).

20 E. Sulis (a cura di), Mussolini e il fascismo, cit., p. IX.

21 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., pp. 327-28.

22 Per un riesame di questi argomenti, cfr. R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., p. 1077-86.

23 Idem, pp. 1076-78.

24 SPDCR 110, agosto 1941, relazione.

25 F. Anfuso, Roma Berlino Salò, cit., p. 234.

26 Lo si può trovare in Opera omnia, vol. XXXIV, pp. 193-269.

27 N. D’Aroma, Mussolini segreto, cit., p. 350.

28 La frase fu debitamente registrata in un’intercettazione telefonica messa a disposizione di Mussolini (cfr. U. Guspini, L’orecchio del regime, cit., p. 190).

29 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 641.

30 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., p. 1537.

31 Idem p. 189.

32 P. Milza, Mussolini, cit.

33 A. Petacco, L’archivio segreto di Mussolini, cit., p. 156. L’argomento venne considerato pretestuoso da quando Francesco Saverio Petacci, padre di Claretta e medico del papa, pubblicò sul «Messaggero» un articolo tipicamente pomposo in cui plaudiva al fascismo per come aveva purificato spiritualmente e fisicamente le giovani donne italiane (cfr. SPDCR 104, articolo del 16 novembre 1937).

34 G. Zachariae, Mussolini si confessa, cit., p. 36.

35 SPDCR 103, 1942, relazione.

36 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 632-34.

37 SPDCR 103, 21 febbraio 1943, progetto Petacci.

38 F. Bandini, Claretta, cit., pp. 103-11. Tuttavia, la relazione che fece più scalpore durante il fascismo fu quella di Alessandro Pavolini con la famosa e scandalosa attrice cinematografica Doris Duranti. La diva era fiera di essere stata la prima a esibire il seno nudo in un film (benché questa affermazione sia stata contestata). Cfr. SPDCR 48, 4 e 25 marzo 1942, resoconti, e 26 maggio 1942, pro-memoria di Pavolini. Cfr. la versione di lei: D. Duranti, Il romanzo della mia vita, a cura di G.F. Venè, Milano, Mondadori, 1987; più scettico, A. Petacco, Il superfascista, cit.

39 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 337.

40 SPDCR 117 contiene una raccolta di lettere che Mussolini e Angela Curti, madre di Elena, si scambiarono.

41 SPDCR 117, 7 agosto 1941, E. Curti a Mussolini.

42 A. Pozzi, Come li ho visti io. Dal diario di un medico, Milano, Mondadori, 1947, p. 116.

43 SPDCR 103, 14 febbraio 1943, Paolucci di Calboli a Mussolini.

44 A. Pozzi, Come li ho visti io, cit., pp. 118-19.

45 Idem, p. 164.

46 Idem, p. 115.

47 E. Ortona, Diplomazia di guerra, cit., pp. 182.

48 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 376.

49 Idem, p. 340.

50 SPDCR 104, 29 novembre 1942, Frugoni a De Cesare.

51 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 1083-84.

52 Idem, p. 1085.

53 G. Pini e D. Susmel, Mussolini. L’Uomo e l’Opera, vol. IV, cit., p. 221.

54 N. Kalláy, Hungarian Premier: A Personal Account of a Nation’s Struggle in the Second World War, London, 1954, p. 146.

55 G. Pini e D. Susmel, Mussolini. L’Uomo e l’Opera, vol. IV, cit., pp. 227-28.

56 Idem, vol. IV, p. 227.

57 De Felice, nel consueto sforzo di essere positivo nei confronti del Duce, sostiene che la sua salute era veramente in ripresa nel luglio 1943 e aggiunge che il miglioramento dimostra che la causa non era psicosomatica (R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., p. 1086). La medicina moderna ha identificato come causa dell’ulcera un batterio chiamato Helicobacter pylori e nutre dubbi sul valore terapeutico della cosiddetta dieta SIPPI, a base di cibi bolliti, latte e derivati, che sembra essere stata prescritta a Mussolini. Lo stress non è più considerato la causa diretta dell’ulcera, ma l’esaurimento nervoso rende più difficile per il paziente controllare i sintomi. Gli altri disturbi lamentati da Mussolini possono far pensare che soffrisse di una leggera forma di epatite C, patologia diffusa in Italia. Anche il processo d’invecchiamento, molto probabilmente, aveva fatto sì che la sua ulcera duodenale si propagasse allo stomaco. Infine, l’evidente depressione può aver peggiorato le sue condizioni generali. Sono debitore di queste informazioni a Barry J. Marshall dell’Australian National Health and Medical Research Council Laboratory, collegato alla University of Western Australia.

58 Cfr., per esempio, DDI 9a serie, vol. X, 31, 16 febbraio 1943, Hitler a Mussolini; Idem, 95, 9 marzo 1943, Mussolini a Hitler. In questa occasione il Duce minimizzò il danno attribuito alla «tensione nervosa» accumulata in «43 anni» di attività politica, assicurando al Führer: «Le piccole infermità personali sono episodi insignificanti di fronte alle infermità che le demo-plutocrazie e il giudaismo hanno inflitto al genere umano, infermità che il ferro e il fuoco guariranno».

59 Opera omnia, vol. XLIV, pp. 268-69.

60 Idem, vol. XXXI, p. 5.

61 Idem, pp. 16, 21.

62 Idem, vol. XXXVII, p. 477.

63 Idem, vol. XXXI, pp. 23-26.

64 Idem, pp. 32-34. Mussolini raffreddò alquanto l’enfasi su un’unità ottenuta grazie al patriottismo locale, dicendo al suo pubblico che la gente della regione che aveva dato i natali ai Mussolini «ha avuto sempre un’importanza decisiva nella storia d’Italia» (Idem, p. 33).

65 Idem, pp. 71-76.

66 A. Pirelli, Taccuini, cit., p. 348.

67 Opera omnia, vol. XLIV, p. 284.

68 DDI 9a serie, vol. VIII, 26, 15 dicembre 1941, rapporto del colloquio Ciano-Pavelić. Cfr. anche Idem, 195, 23 gennaio 1942, Ambrosio a Cavallero, in cui il capo di stato maggiore generale fu informato dei «crimini» degli ustascia; Idem, 536, 12 maggio 1942, Giustiniani a Ciano, dichiarava che soltanto 6000 degli originari 40.000 ebrei erano ancora in vita sotto il governo degli ustascia.

69 Idem, 29, 16 dicembre 1941, Lanza d’Ajeta a Farace.

70 Idem, vol. X, 24, 15 febbraio 1943, Casertano a Bastianini.

71 Cfr., per esempio, Idem, vol. VIII, 79, 29 dicembre 1941, Mussolini a Hitler.

72 Idem, 368, 14 marzo 1942, Luciolli a Lanza d’Ajeta. Luciolli passò poi ad attaccare le politiche tedesche in generale, sia durante la guerra sia in qualsiasi pace futura. Il messaggio che Ciano trasse dai rapporti di Luciolli fu che un giorno «un piccolo ma solido esercito alla mano» (come quello italiano) avrebbe potuto decidere «i destini dell’Europa», alludendo a una breve, decisa campagna contro i nazisti (cfr. G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 602-03).

73 G. Miccoli, I dilemmi e i silenzi di Pio XII, Milano, Rizzoli, 2000, pp. 6-13.

74 Idem, p. 64.

75 Per esempio, si veda un tentativo di salvare gli ebrei italiani negli Stati baltici (DDI 9a serie, vol. X, 20, 14 febbraio 1943, Bastianini ad Alfieri).

76 Per notizie più dettagliate e recenti, cfr. J. Steinberg, Tutto o niente, cit.; D. Carpi, Between Mussolini and Hitler: The Jews and the Italian Authorities in France and Tunisia, Hanover, 1994.

77 G. Preziosi, Per la soluzione del problema ebraico, in «La Vita Italiana», 15 settembre 1942, pp. 221-24.

78 R. Farinacci, Il problema giudaico da un punto di vista storico-politico, in «La Vita Italiana», 15 luglio 1942, pp. 3-14.

79 E. Canevari, All’inizio dell’anno nuovo, in «La Vita Italiana», 15 gennaio 1943, pp. 3-9; cfr., per esempio, L. Villari, I profittatori della guerra americana, in «La Vita Italiana», 15 marzo 1943, pp. 228-34; Id., La delinquenza negli Stati Uniti, in «La Vita Italiana», 15 maggio 1943, pp. 445-51. Cfr., anche il giornale «La Svastica», dal maggio 1941 pubblicazione congiunta dei ministeri della Propaganda dell’Asse.

80 G. Mastrojanni, Marte e Israele. Perché si combatte, Bologna, Cappelli, 1943, pp. 276-78.

81 Cfr., per esempio, R. Pavese, Il problema ebraico in Italia, in «Gerarchia», 21, giugno 1942, pp. 256-58.

82 M. Michaelis, Mussolini e la questione ebraica, cit.

83 Per un esempio del modo di riferire questi sentimenti, cfr. DDI 9a serie, vol. VIII, 307, 23 febbraio 1942, Alfieri a Ciano.

84 Per il testo, cfr. J. Steinberg, Tutto o niente, cit.

85 Opera omnia, vol. XLIV, 11 ottobre 1942.

86 SPDCR 50, 24 ottobre 1942, Vidussoni a Mussolini.

87 A. Pirelli, Taccuini, cit., p. 364.

88 Opera omnia, vol. XXXI, p. 130.

89 Secondo Kershaw, i tedeschi persero subito circa 100.000 uomini, mentre 113.000 furono fatti prigionieri, e di questi solo alcune migliaia fecero ritorno a casa (cfr. I. Kershaw, Hitler 1936-1945, cit., p. 842).

90 Come per coprire la differenza, Bottai aveva scritto a lungo sul primato del contributo italiano all’aspetto sociale e ideologico dell’Asse. «Certi caratteri della razza», dichiarò, garantivano che «le insegne vittoriose d’Italia non avviliscono i popoli vinti, ma li associano al destino del nostro Impero» (G. Bottai, Contributi dell’Italia fascista al «nuovo ordine», in «Civiltà Fascista», 8, dicembre 1941, pp. 6-25).

91 I. Kershaw, Hitler 1936-1945, cit., p. 841.

92 Cfr., per esempio, DDI 9a serie, vol. VIII, 429, 4 aprile 1942, Scorza a De Cesare.

93 B. Mantelli, «Camerati del lavoro», cit., p. 33.

94 E.L. Homze, Foreign Labor in Nazi Germany, Princeton, 1967, pp. 61-62, 242.

95 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 606.

96 DDI 9a serie, vol. VIII, 492, 29 aprile 1942, resoconto del colloquio Mussolini-Hitler.

97 Idem, 495, 30 aprile 1942, resoconto del colloquio Mussolini-Hitler. Cfr. anche Idem, 638, 20 giugno 1942, resoconto del colloquio Mussolini-Hitler.

98 Idem, 633, 15-19 giugno 1942, resoconto del colloquio Ciano-Serrano Suñer.

99 Idem, vol. X, 21, 14 febbraio 1943, Mussolini a Franco.

100 Per un esempio, cfr. Idem, 95, 9 marzo 1943, Mussolini a Hitler; Idem, 159, 26 marzo 1943, Mussolini a Hitler.

101 G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 696.

102 G. Bottai, Diario 1935-1944, cit., p. 361. Cfr. la tortuosa difesa del proprio ruolo di «fascista critico» (G. Bottai, Funzione rivoluzionaria della critica: nostri vent’anni, in «Critica Fascista», 21, 15 maggio 1943, pp. 169-75).

103 Sugli sviluppi di questi rapporti, cfr. O. Chadwick, Bastianini and the Weakening of the Fascist Will to Fight the Second World War, in T.C.W. Blanning e David Cannadine (a cura di), History and Biography: Essays in Honour of Derek Beales, Cambridge University Press, 1996, pp. 227-42.

104 DDI 9a serie, vol. X, 198, 6 aprile 1943, Bastianini a Mussolini.

105 Idem, 185, 3 aprile 1943, Bastianini a Mussolini.

106 Y. De Begnac, Taccuini mussoliniani, cit., p. 551.

107 Per una parte delle sue spiegazioni del fascismo, cfr. C. Scorza, Il segreto di Mussolini, cit. Più tardi descrisse gli avvenimenti che accompagnarono la caduta del Duce (C. Scorza, La notte del Gran Consiglio, Milano, Palazzi, 1968).

108 SPDCR 50, 9 febbraio 1943, promemoria. L’obbligo di stampare la parola DUCE in lettere maiuscole era stato un’idea di Starace.

109 N. D’Aroma, Mussolini segreto, cit., p. 272.

110 SPDCR 49, 7 giugno 1943, Scorza a Mussolini.

111 SPDCR 115, [maggio 1943], Edda a Mussolini.

112 Opera omnia, vol. XXXI, pp. 185-97.

113 Nella sua successiva autogiustificazione, Mussolini scrisse che era particolarmente disgustato da quell’insuccesso militare (B. Mussolini, Storia di un anno, cit.).

114 J.M. Kenworthy (Lord Strabolgi), The conquest of Italy, London, 1944, p. 30.

115 Cfr., per esempio, DDI 9a serie, vol. X, 499, 12 luglio 1943, Mussolini a Hitler; Idem, 505, 13 luglio 1943, Hitler a Mussolini.

116 Idem, 509, 14 luglio 1943, Mussolini ad Ambrosio.

117 PRO FO 954/13B/It/43-1, Eden papers, 14 gennaio 1943, promemoria.

118 E. Ortona, Diplomazia di guerra, cit., p. 196.

119 Cfr, per esempio, DDI 9a serie, vol. X, 406, 9 giugno 1943, resoconto del colloquio Vitetti-Acquarone.

120 Cfr., per esempio, Idem, 310, 12 maggio 1943, Ciano a Mussolini; Idem, 382, 1° giugno 1943, Ciano a Mussolini (in questo caso con la notizia che il cardinale Montini, il futuro Paolo VI, aveva avvisato che gli Alleati avrebbero bombardato Roma se non si fosse fatto qualcosa al più presto).

121 G. Frediani, La pace separata di Ciano, Roma, Bonacci, 1990, p. 127. Per il caso specifico di Pirelli, cfr. G. Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 687.

122 C. Senise, Quando ero capo della polizia, cit., p. 141.

123 Cfr. T. Mason, The Turin Strikes of March 1943, in T. Mason (a cura di), Nazism, Fascism and the Working Class, Cambridge, 1995, pp. 274-94.

124 C. Senise, Quando ero capo della polizia, cit., pp. 171-72.

125 E. Ortona, Diplomazia di guerra, cit., p. 211.

126 Idem, p. 237. De Felice sostiene che Mussolini sentiva profondamente le proprie responsabilità verso la sua gente. I tedeschi, ne era convinto, non avrebbero mai potuto accettare una defezione italiana (R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 1130, 1304).

127 DDI 9a serie, vol. X, 516, 16 luglio 1943, Bastianini a Mussolini.

128 Idem, 531, 19 luglio 1943, resoconto del colloquio Mussolini-Hitler.

129 G. Bonacina, Obiettivo Italia. I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1940 al 1945, Milano, Club degli Editori, 1970, p. 213.

130 S. Hood, Carlino, Manchester, 1985, p. 26.

131 Per un resoconto più completo, cfr. R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 1089 sgg.

132 C. Scorza, La notte del Gran Consiglio, cit., p. 148.

133 E. Galbiati, Il 25 luglio e la MVSN, Milano, Bernabò, 1950, p. 219.

134 P. Milza, Mussolini, cit.

135 E. Galbiati, Il 25 luglio e la MVSN, cit., p. 219.

136 C. Scorza, La notte del Gran Consiglio, cit., p. 23.

137 Idem, pp. 72-73.

138 Idem, p. 107.

139 Per l’elenco completo dei votanti, cfr. R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., p. 1382.

140 Considerava questi eventi «un fulmine politico» (E. Galbiati, Il 25 luglio e la MVSN, cit., p. 9).

141 Idem, p. 236.

142 DDI 9a serie, vol. X, 551, 25 luglio 1943, resoconto del colloquio Mussolini-Hidaka.

143 G. Pini e D. Susmel, Mussolini. L’Uomo e l’Opera, vol. IV, cit., p. 260.

144 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. I, cit., pp. 1397-1400.

145 Per il racconto personale di Mussolini su questi avvenimenti e su quelli che seguirono, cfr. la sua Storia di un anno, cit.

146 G. Pini e D. Susmel, Mussolini. L’Uomo e l’Opera, vol. IV, cit., p. 262.

147 F. Maugeri, From the ashes of disgrace, cit., p. 129.

148 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol II, cit., p. 14.

149 Cfr. qui cap. XVIII.

150 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. II, cit., p. 7.

151 Opera omnia, vol. XXXIV, p. 361.

152 Idem, p. 364.

153 Idem, vol. XXXI, p. 264.

154 Idem, p. 265.

155 Idem, pp. 267-68.

156 G. Pini e D. Susmel, Mussolini. L’Uomo e l’Opera, vol. IV, cit., p. 284.

157 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. II, cit., p. 19.

158 Idem, p. 21.

159 F. Iurato, Con Mussolini a Campo Imperatore, in B. Mussolini, Storia di un anno, cit.

160 R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. II, cit., p. 26. Cfr. anche A. Tamaro, Due anni di storia, Roma, G. Volpe, 1981, vol. I, p. 592.

161 Un giornalista fascista affermò che, verso la fine del 1944, Mussolini considerò di nuovo il suicidio (cfr. E. Amicucci, I 600 giorni di Mussolini, cit., p. 729).

162 Questo avvenimento è stato molto dibattuto in Italia, particolarmente negli ultimi anni: i seguaci di De Felice sostengono che sia stato il momento peggiore nella storia italiana in tempo di guerra. Per un racconto patriottico, cfr. E. Aga-Rossi, Una nazione allo sbando. L’armistizio italiano del settembre 1943, Bologna, il Mulino, 1993.

163 Per il suo racconto, cfr. O. Skorzeny, Missioni segrete, trad. it. Milano, Garzanti, 1950. Skorzeny scrisse che personalmente non aveva mai perdonato agli italiani il furto del Sud Tirolo. Dopo il successo della sua missione, gli fu accordato l’onore di un invito al tè di mezzanotte con il Führer.

164 Opera omnia, vol. XXXII, pp. 1-5.

165 Idem, vol. XXXIV, p. 437.

166 Per un esempio, cfr. L. Villari, Affari esteri 1943-1945, Roma, Magi-Spinetti, 1948, p. 35. Villari sostiene che Mussolini gli ordinò di aiutarlo a «salvare il salvabile».

167 Cfr. le memorie di uno dei domestici che usò esattamente questo titolo (P. Pisenti, Una repubblica necessaria, cit.).

168 Per un approfondimento di questa interpretazione, cfr. R.J.B. Bosworth, The Italian Dictatorship, cit., pp. 180-204.

169 Cfr. G. Dolfin, Con Mussolini nella tragedia, cit., p. 24.

170 A. Tamaro, Due anni di storia, vol. I, cit., p. 591.

171 G. Zachariae, Mussolini si confessa, cit., pp. 11-12.

172 G. Dolfin, Con Mussolini nella tragedia, cit., p. 34. A scopo scenografico, nel suo ufficio figuravano sempre le opere di Platone aperte sulla scrivania.

173 G. Zachariae, Mussolini si confessa, cit., p. 17.

174 Idem, pp. 17-19.

175 Idem, pp 21-22.

176 Idem, p. 57.

177 Idem, p. 123.

178 Idem, pp. 23-28.

179 Idem, p. 20.

180 SPDCR 105, 19 dicembre 1943, Dolfin a Rachele; 2 gennaio 1944, Dolfin al consigliere tedesco; 20 gennaio 1944, nota di Dolfin; 4 agosto 1944, Dolfin alla ditta Capretti Fausto di Brescia.

181 E. Amicucci, I 600 giorni di Mussolini, cit., p. 81.

182 SPDCR 112, 5 novembre 1942, relazione.

183 F. Anfuso, Da Palazzo Venezia al Lago di Garda, cit., p. 350.

184 N. D’Aroma, Mussolini segreto, cit., p. 278.

185 Elenchi di queste sono conservati in SPDCR RSI.

186 R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, cit., p. 524. Per ulteriori dati sull’antisemitismo di Salò e le attività, per esempio, di Giovanni Preziosi, nel marzo 1944 nominato capo dell’Ispettorato generale per la razza, cfr. L. Ganapini, La repubblica delle camicie nere, cit., pp. 132-56.

187 Il testo integrale del «Manifesto di Verona» è reperibile in R. De Felice, Mussolini l’alleato, vol. II, cit., pp. 610-13.

188 L. Ganapini, La repubblica delle camicie nere, cit., p. 136.

189 B. Spampanato, Contromemoriale, vol. II, cit., p. 33.

190 Ibidem.

191 Y. De Begnac, Palazzo Venezia, cit., p. 392.

192 L. Ganapini, La repubblica delle camicie nere, cit., p. 453.

193 Per un resoconto su alcune delle donne che amarono appassionatamente il Duce, cfr. M. Fraddosio, The Fallen Hero: The Myth of Mussolini and Fascist Women in the Italian Social Republic (1943-45), in «Journal of Contemporary History», 31, 1996, pp. 99-124.

194 N. Revelli, La guerra dei poveri, cit., p. 118.

195 B. Spampanato, Contromemoriale, vol. II, cit., p. 130.

196 I. Kershaw, Hitler 1936-1945, cit., pp. 916, 919.

197 V. Cersosimo, Dall’istruttoria alla fucilazione, cit., p. 189.

198 G. Pini, Itinerario tragico, cit., p. 164. Un analogo tentativo di riconciliazione con Arpinati era fallito (Idem, p. 36).

199 G. Dolfin, Con Mussolini nella tragedia, cit., p. 29.

200 A. Gravelli, Mussolini aneddotico, cit., p. 283.

201 G. Dolfin, Con Mussolini nella tragedia, cit., p. VII.

XVIII. Lo spettro di Benito Mussolini (1945-2010)

1 S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., p. 57.

2 Per la sua fine, cfr. H. Fornari, La suocera del regime. Roberto Farinacci, cit.

3 R.J.B. Bosworth, Per necessità famigliare: Hypocrisy and Corruption in Fascist Italy, in «European History Quarterly», 30, 2000, pp. 364-65.

4 V. Costa, L’ultimo federale, cit., p. 109.

5 Cit. da S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., p. 61.

6 Idem, pp. 63-64.

7 Idem, p. 57.

8 Cfr., per esempio, G. Ansaldo, Diario di prigionia, cit., p. 361.

9 Cfr. B. Spampanato, Contromemoriale, vol. I, cit., p. 338.

10 S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., pp. 57, 70. Con notevole esagerazione retorica, Luzzatto afferma che i fatti di piazzale Loreto riecheggiavano la crocifissione di Cristo (Idem, p. 64) e i sacrifici degli ebrei nell’Olocausto (Idem, p. 84).

11 A. Soffici e G. Prezzolini, Diari 1939-1945, cit., p. 347.

12 S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., pp. 67-68.

13 G. Pisanò, Gli ultimi cinque secondi di Mussolini, cit., pp. 179-83.

14 Cfr. W.C. Langer, Psicanalisi di Hitler. Rapporto segreto del tempo di guerra, Milano, Garzanti, 1973.

15 Cfr. J.P. Diggins, L’America, Mussolini e il fascismo, trad. it. Roma-Bari, Laterza, 1982, p. IX. Nel novembre 2009 comparve su eBay, e venne cancellato poche ore dopo, un annuncio per la vendita di resti del cervello di Mussolini.

16 A. Pensotti, Rachele, cit., p. 200.

17 S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., pp. 84-85.

18 D. Leccisi, Con Mussolini prima e dopo Piazzale Loreto, Roma, Edizioni Settimo Sigillo, 1991, p. 247.

19 Idem, pp. 252-61.

20 Idem, pp. 262-63.

21 S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., pp. 100-01, 103.

22 D. Leccisi, Con Mussolini prima e dopo Piazzale Loreto, cit., pp. 263-65.

23 Idem, p. 266.

24 W.S. McBirnie, What the Bible Says about Mussolini, Norfolk, Va, 1944, pp. 85, 108. McBirnie, altro autore che amava la precisione matematica, sosteneva che il Duce fino ad allora aveva commesso 44 opere dell’Anticristo e nell’ordine esatto. Gliene mancavano 10.

25 S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., pp. 101, 103-04.

26 Idem, p. 105.

27 D. Leccisi, Con Mussolini prima e dopo Piazzale Loreto, cit., p. 294.

28 S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., p. 108.

29 Idem, p. 111.

30 Idem, p. 120. Dopo una breve prigionia, i due sacerdoti furono mandati a lavorare fra gli emigranti in Sudamerica dove, secondo Leccisi, vennero accolti a braccia aperte (cfr. D. Leccisi, Con Mussolini prima e dopo Piazzale Loreto, cit., p. 326).

31 B. D’Agostini, Colloqui con Rachele Mussolini, Roma, OET Edizioni del Secolo, 1946, p. 9. Dopo la guerra, per un certo periodo la famiglia aveva abitato in una villa a Ischia, ma presto era tornata a villa Carpena.

32 V. Emiliani, I tre Mussolini, cit., p. 148.

33 Opera omnia, vol. XXXIII, p. 222.

34 Y. De Begnac, Trent’anni di Mussolini, cit., pp. 265-66.

35 Idem, p. 179.

36 S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., p. 212.

37 PRO FO 371/130456, 9 settembre 1957, Burnett a Selwyn Lloyd.

38 V. Emiliani, Il paese dei Mussolini, cit., pp. 38-39, 99.

39 Idem, pp. 52, 76-77.

40 Nel dopoguerra circolava voce che Arpinati avesse irritato Mussolini osteggiando, nel 1933, le manovre contrattuali di Rachele nella vicina stazione termale di Castrocaro Terme (cfr. A. Iraci, Arpinati, cit., pp. 181-82).

41 G. Dolfin, Con Mussolini nella tragedia, cit., p. 82.

42 V. Emiliani, Il paese dei Mussolini, cit., p. 120.

43 V. Querel, Il paese di Benito. Cronache di Predappio e dintorni, cit, p. 22.

44 Idem, pp. 33, 61.

45 Idem, pp. 38-39.

46 G. Zachariae, Mussolini si confessa, cit., p. 34. Forse, in quella famiglia litigiosa, lei, con la sua modestia e il suo conformismo borghese, gli ricordava Claretta Petacci.

47 V. Querel, Il paese di Benito, cit., p. 74.

48 A. Spinosa, I figli del Duce, cit., p. 239.

49 V. Querel, Il paese di Benito, cit., p. 75.

50 V. Mussolini, Due donne nella tempesta, trad. it. Milano, Mondadori, 1961.

51 L. Baratter, Anna Maria Mussolini. L’ultima figlia del Duce, Milano, Mursia, 2008, pp. 136-39, 159-63; per Padre Pio, cfr. lo splendido S. Luzzatto, Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del Novecento, Torino, Einaudi, 2007.

52 Forse la parte più grave dell’accusa fu il fatto che gli uomini la stavano guardando (cfr. E. Settimelli, Edda contro Benito. Indagine sulla personalità del Duce attraverso un memoriale autografo di Edda Ciano Mussolini qui riprodotto, Roma, Corso, 1952, p. 64).

53 A. Spinosa, I figli del Duce, cit., p. 233.

54 Idem, p. 244.

55 Una carriera che, a quanto si disse, suo padre disapprovava (cfr. G. Zachariae, Mussolini si confessa, cit., p. 34).

56 R. Mussolini, Benito Mussolini. Apologia di mio padre, Bologna, Rivista romana, 1969. Vittorio Mussolini aveva scritto per lui alcune memorie per fargli guadagnare qualcosa (V. Mussolini, Due donne nella tempesta, cit.)

57 A. Spinosa, I figli del Duce, cit., pp. 257-67.

58 R. Mussolini, Il Duce, mio padre, Milano, Rizzoli, 2004.

59 Chiunque fosse interessato può trovare numerosi siti web piuttosto piccanti sulla carriera giovanile di Alessandra Mussolini come modella e sulle sue prodezze successive, vere o false che siano.

60 Uno scrittore di testi pubblicitari per il «Times» di Londra senza dubbio si divertì a intitolare un articolo su di lei Mussolini Declares for Election, in «The Times», 23 novembre 1993.

61 C. Valentini, Il mio duce è il Cavaliere, in «L’Espresso», 24 febbraio 2000.

62 S. Setta, L’Uomo Qualunque (1944-1948), Bari, Laterza, 1975, p. 3.

63 P. Ignazi, Il polo escluso. Profilo del Movimento Sociale Italiano, Bologna, il Mulino, 1989, p. 15.

64 S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., p. 112.

65 G. Salierno, autore di Autobiografia di un picchiatore fascista, Torino, Einaudi, 1976, racconta il proprio pentimento.

66 Per maggiori ragguagli sulla storia di Battistessa prima del 1945, cfr. G. Cresciani, Fascismo, antifascismo e gli italiani in Australia, cit.

67 S. Luzzatto, Il corpo del duce, cit., p. 194. Luzzatto sostiene che a differenza dei quotidiani, generosamente sovvenzionati dallo Stato, i rotocalchi vivevano del mercato e vanno dunque considerati indicativi dei gusti dei loro lettori (Idem, p. 198).

68 C. Baldassini, L’ombra di Mussolini. L’Italia moderata e la memoria del fascismo (1945-1960), Soveria Mannelli, Rubettino, 2008.

69 Cfr., inoltre, R.J.B. Bosworth, The Italian Dictatorship, cit., p. 180.

70 P. Ignazi, Il polo escluso, cit., p. 150, n. 39.

71 A.J. Gregor, Mussolini’s Intellectuals: Fascist Social and Political Thought, Princeton, Princeton University Press, 2005.

72 Idem, p. 152. G. Volpe pubblicò il giornale «teorico» dell’MSI «La Torre» e anche l’appendice di otto volumi delle opere di Mussolini (Opera omnia, voll. XXXVII-XLIV, Roma, 1978-1980).

73 Per le sue memorie, cfr. B. Bottai, Fascismo famigliare, cit.

74 A.J.P. Taylor, Le origini della seconda guerra mondiale, cit., p. 78. Per ulteriori notizie, cfr. R.J.B. Bosworth, The Italian Dictatorship, cit., pp. 82-105.

75 Per un’analisi decostruttivista, cfr. T. Mason, The Great Economic History Show, in «History Workshop», 21, 1986; Id., Italy and Modernization: A Montage, in «History Workshop», 25, 1988.

76 Anche in Inghilterra ci fu il caso curioso di Richard Lamb. Cfr. la sua introduzione elogiativa a B. Mussolini, My rise and fall, New York, 1998, p. XI.

77 Per un esempio tardivo, cfr. R. De Felice, Rosso e nero, cit.

78 Per un esempio tipico della nuova moderazione cfr. P. Milza, Mussolini, cit.

79 Per una replica di sinistra, cfr. S. Corvisieri, La villeggiatura di Mussolini. Il confino da Bocchini a Berlusconi, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2004.

80 Cfr., per esempio, P. Ginsborg, Silvio Berlusconi: Television, Power and Patrimony, London, Verso, 2004.

81 L’immagine è riprodotta in R.J.B. Bosworth, Italian Foreign Policy and its Historiography, in R.J.B. Bosworth e G. Rizzo, Altro polo, cit., p. 66.

82 Cfr. L. Trevisan, Il naso di Mussolini, Milano, Mondadori, 1998. Analogamente, l’attenzione pubblica fu risvegliata da alcuni diari apocrifi di Mussolini. (B. Mussolini, I diari del mistero, Milano, Mondadori, 1994). Già nel 1950 un autore immaginò un Mussolini vittorioso nella seconda guerra mondiale, dopo la scoperta che l’Asse aveva la bomba atomica (M. Ramperti, Benito I Imperatore, Roma, Scirè, 1950). È comunque curioso che la fantasia più commerciale di Robert Harris abbia tratto ispirazione da Hitler e Stalin, ma non da Mussolini.

83 T. Holme, The Devil and the Dolce Vita, New York, 1982.

84 Malgrado il suo debito verso il «revisionismo» contemporaneo, A. Campi, Mussolini, Bologna, il Mulino, 2001, è ancora un po’ turbato dalla possibilità che lo spettro di Mussolini possa affliggere gli italiani.

85 Ma per un’apprezzabile esplorazione della sua complessa identità, in stridente contrasto con la maggior parte dei leader politici, cfr. B. Obama, I sogni di mio padre. Un racconto sulla razza e l’eredità, trad. it. Roma, Nutrimenti, 2007.