Sonetto
1. Fonte caballino: il fonte di Ippocrene, fatto scaturire con un calcio, secondo il mito, dal cavallo alato Pegaso, ai piedi dell’Elicona, il monte sacro alle Muse; le sue acque davano l’ispirazione poetica. Gli abbeverati al fonte caballino sono, quindi, i poeti.
2. tettate di muse da mamma: succhiate il latte dalle mammelle delle Muse.
3. natate: nuotate.
4. musso: labbro. Tutti questi primi tre versi contengono scherzose circonlocuzioni per indicare i poeti.
5. in poppa over in proda: davanti o dietro, cioè all’inizio o alla fine della commedia.
6. tata: babbo.
7. Bia: Biante, uno dei sette savi dell’antica Grecia, che andava in giro nudo dicendo «Omnia mea mecum porto».
8. gramo: infelice.
9. zero: deretano.
10. menchia: il membro virile.
11. cavalli: il cavallo era una punizione corporale in uso nelle scuole, consistente nello sferzare i ragazzi fatti spogliare nudi e posti a cavalcioni di un compagno. L’intero sonetto è una scherzosa invocazione ai poeti, da parte dell’opera che parla in proprio, di darle una presentazione autorevole e di non lasciarla oscenamente andare in giro nuda, tanto piú che, in un tempo dominato dai pedanti, c’è il pericolo di subire qualche punizione corporale (qualche critica ingiusta e troppo severa).
Dedica
1. Signora Morgana B.: forse una donna di Nola, conosciuta dal Bruno negli anni giovanili.
2. intitoli: dedichi.
3. paranimfo: ruffiano (perché dovrà servire ad acquistare al Bruno le grazie della signora Morgana).
4. Corifeo: propriamente, colui che guidava il coro dell’antica tragedia greca; qui, in senso figurato, significa l’opera che porta i complimenti e le lodi del Bruno alla signora Morgana.
5. sirio: Sirio è la stella principale della costellazione del Cane maggiore, in cui il sole resta dal 2 luglio al 2 agosto (qui la parola è usata come aggettivo: sirio influsso, l’influsso che viene dalla stella Sirio). La lettera dedicatoria è stata scritta, evidentemente, fra luglio e agosto (nel 1582).
6. lambiccanti: che fanno sudare copiosamente («lambiccare», propriamente, vale distillare attraverso l’alambicco).
7. le stelle fisse: secondo il sistema tolemaico, le stelle erano fisse nel cielo.
8. le vaghe lucciole: i corpi celesti (come le comete) mobili per il cielo.
9. mi han crivellato sopra: «crivellare» vuol dire, propriamente, passare al crivello, setacciare la farina, separandone il fiore dalla crusca; qui l’espressione del Bruno significa, quindi, che gli astri gli hanno inviato preziosi, rarissimi influssi celesti.
10. il decano de’ dudici segni: secondo gli astrologi, i decani erano le tre parti in cui era diviso ciascuno dei dodici segni dello Zodiaco (e a ogni decano era preposta una divinità).
11. balestrato in capo: messo in capo, ispirato.
12. orecchie interne: quelle dell’anima a cui è rivolta l’ispirazione (il «soffio»).
13. i sette lumi erranti: i sette pianeti, che nell’astronomia tolemaica giravano intorno alla terra, ciascuno col suo cielo.
14. candela: Bruno gioca sul titolo della commedia (e c’è forse nella parola un’intenzione oscena).
15. offertorio: allusione blasfema alla liturgia della Messa.
16. cabinetto: stanza riservata, intima.
17. attrite le glebe: sminuzzate le zolle (per rendere possibile la coltivazione).
18. posseamo: potevamo.
19. Forse componimenti poetici giovanili del Bruno, oggi perduti.
20. Allusione irriverente alla parabola di Lazzaro che dal paradiso (nel linguaggio biblico, il seno d’Abramo) vede il ricco Epulone che si torce nelle fiamme e chiede a lui una goccia di refrigerio.
21. ostaggio: pegno.
22. presente: dono.
23. per farvi… dispetto: il Bruno è esule e lontano, ma il suo amore supera ogni difficoltà e distanza (il caos).
24. in questo paese: il Bruno era in Francia.
25. Ombre delle idee: De umbris idearum è il titolo dell’opera mnemonica in latino del Bruno, uscita a Parigi nel 1582.
26. Allusione ai diavoli di Dante, Inferno, XXI, dai quali cercano di nascondersi i barattieri immersi nella pece bollente; allo stesso modo gli ignoranti e i pedanti tentano di nascondersi dalla verità esposta dal Bruno nel suo libro.
27. smesso: decaduto.
28. È il personaggio reale che ha ispirato il protagonista della commedia: forse un confratello del Bruno nel convento di San Domenico Maggiore a Napoli.
29. «Non erediteranno il regno dei cieli»: citazione di Paolo, I Cor., 6-9.
30. Abiit in regionem longiquam: «Se ne andò in una regione lontana»: citazione di Luc., 15-1 (nella parabola del figliuol prodigo che lascia la casa paterna).
31. Surgam et ibo: «Mi alzerò e andrò»: citazione di Luc., 15-1 (nella stessa parabola, sono le parole che il figliuol prodigo dice quando decide di ritornare dal padre).
32. saginato: ingrassato (in Luc., 15-2 il vitello saginato è fatto uccidere dal padre nel banchetto per il ritorno del figliuol prodigo).
33. Allusione alla metempsicosi, in cui il Bruno credeva: il Bruno spera di recuperare (ricovrare) con guadagno (il lardo) quello che ha perduto, anche in un’altra forma (sotto un altro mantello) o in un’altra vita.
34. un solo: Dio.
35. aggrandisse: ingrandisce, esalta.
Argumento ed ordine della comedia
1. artificiosa testura: intreccio complesso.
2. reciprocarsi l’amore: ottenere di essere riamato.
3. fiori di barbe e frutti di borse: gioventú e denaro.
4. ordir qualche tela: preparare qualche inganno, qualche imbroglio.
5. notomia: anatomia (cioè esamina minuziosamente il regalo di Bonifacio).
6. prenderne la decima: sottrarre per sé una parte.
7. di nova cola: di nuova invenzione.
8. pappolate: discorsi sciocchi.
9. accapar: conseguire.
10. premer vino da questa pumice e cavar oglio da questo subere: le due donne sperano di riuscire a ottenere denaro e doni dall’avarissimo Bonifacio (paragonato all’aridissima pomice e al non meno arido subere: sughero).
11. fallendo: venendo meno.
12. incantar: mettere all’asta.
13. iuxta illud: «Et iam facta vetus, fit rufiana Venus»: secondo il celebre verso «E ormai invecchiata, Venere diventa ruffiana». È una citazione del Folengo, Moscheidos, libro III, 8.
14. panferlich: dolce popolare napoletano.
15. gli cascò il lisagno dentr’al formaggio: gli venne un’occasione estremamente favorevole.
16. conto: denaro pattuito.
17. col fingere di quella: fingendo che quella fosse a sua volta innamorata di Bonifacio.
18. graffar: arraffare, sottrarre.
19. venturieri: gente di malaffare.
20. inanimata: ben decisa.
21. insapore: dispetto, dispiacere.
22. instrutta: ammaestrata.
23. fattura: incanto, incantesimo.
24. si berteggia: scherza.
25. mascheraro: colui che affittava le maschere.
26. S. Cresconio: santo venerato a Napoli, la cui statua lo mostrava avvolto in panni sgargianti.
27. allisciamenti: blandimenti, carezze.
28. baston: metafora oscena per membro virile.
29. mariolava: compiva le sue imprese furfantesche.
30. disgusti: rimbrotti.
31. gruppo da scardare: nodo, difficoltà da sciogliere.
32. dibatti: dibattiti, contrasti.
33. ordinario: ordine.
34. spediti: compiuti.
35. griffe: grinfie, mani.
36. insolita a mangiar piú d’una minestra: Carubina era sempre rimasta fedele al marito.
37. orloggio: orologio.
38. specie: pretesto.
39. sottomano: mancia, donativo fatto di nascosto per comprare il falso sbirro.
40. novizio: novellino, principiante.
41. onta la mano: dato denaro, corrotto con denaro.
42. Atteone: mitico cacciatore emulo di Artemide, che fu mutato in cervo dalla dea, sdegnata per essere stata sorpresa da lui mentre si bagnava, e venne sbranato dai suoi stessi cani.
43. altre due dame: l’oro e l’argento, che sono gli amori di Bartolomeo.
44. barro: truffatore.
45. facea la bucata ed insaponava i drappi: metafora oscena.
46. de minerabilibus: «intorno ai minerali».
47. pulvis Christi: polvere alchimistica dotata del potere di trasformare le sostanze vili in oro.
48. Onus leve: «peso leggero».
49. arte di giostrare: l’arte di amare.
50. dottrina da cavalcare: altra metafora oscena per indicare le arti erotiche.
51. andata in chiasso: andata in fumo, finita in niente.
52. in guisa: negli abiti, nel travestimento.
53. le: li.
54. arrivare: raggiungere.
55. altitonare: parlare con molta presunzione.
56. pecora da pastura: uomo sciocco.
57. il fatto suo: i suoi denari.
58. furbo: ladro.
59. ricovrare il furto: recuperare la refurtiva.
60. vestimenta talari: l’abito lungo fino ai piedi, proprio di chi esercitava professioni liberali.
61. pileo: il cappello dottorale.
62. specie: pretesto.
63. elezione: scelta.
64. bona strena: mancia.
65. spalmate: punizione corporale in uso nelle scuole, consistente nel colpire il ragazzo punito sulla mano aperta con una bacchetta.
66. giornea: borsa per tenervi i denari.
67. posto in arnese con don Paulino: modo di dire proverbiale, che vale «deluso e beffato».
68. Plaudite: parola latina, che significa «applaudite» e con cui l’attore della commedia romana annunciava la fine dello spettacolo, invitando gli spettatori all’applauso.
Antiprologo
1. bagassa: bagascia, prostituta.
2. ordinata: incaricata.
3. mal di madre: malattia dell’utero.
4. rimieri: rematori, battellieri.
5. parpaglioni: farfalle notturne.
6. sia, voga; voga, sia: «siare» significa spingere indietro e «vogare» spingere avanti la barca. Tutte le parole riferite dell’attore ubriaco vogliono significare il suo stato di completa dissoluzione mentale in mezzo ai fumi del vino.
7. intricato ed indiavolato: complicato e difficile, come se a renderlo oscuro avesse dato una mano il diavolo.
8. trombetti: suonatori di tromba, araldi.
9. Elicona: il monte della Beozia sede mitica delle Muse.
10. una pagliusca: una briciola, una quantità minima.
11. dismesso: fuori uso.
12. scasciato: sconnesso.
13. mal’ impeciato: male spalmato di pece.
14. crocchi: ganci, uncini.
15. arpagoni: arpioni.
16. spalmato: di pece.
17. porto del Mantracchio: porto minore di Napoli.
18. Molo del silenzio: porto maggiore di Napoli. Tutte queste metafore si riferiscono alla commedia che sta per avere inizio.
19. alla pressa come le barrette: il feltro con cui vengono fatti i cappelli è sottoposto all’operazione di pressa o follatura, che consiste nel far bollire in un’acqua appositamente preparata e nel premere e rassodare successivamente il feltro stesso.
20. fastidito: pieno di noia, di fastidio.
21. spellicciate: bastonate che gli hanno levato il pelo.
22. pasciuto di cipolla: la cipolla, notoriamente, fa piangere.
23. al sangue: imprecazione.
24. vomire: vomitare.
25. appiccato: impiccato.
Proprologo
1. seggio di Nilo: uno dei cinque quartieri in cui era divisa Napoli.
2. barri: furfanti.
3. rete: plurale, per «reti».
4. zara a chi tocca: a chi tocca, suo danno.
5. necromanto: negromante, mago.
6. Magister: «maestro».
7. scolare da inchiostro nero e bianco: allusione oscena alla pederastia tradizionale di cui sono accusati i pedanti nei confronti dei loro scolari.
8. servitore da sole e da candela: altra allusione oscena, questa volta alla pederastia di Bonifacio.
9. mariolesca disciplina: il mondo dei furfanti.
10. alchimici: plurale femminile.
11. barrarie: truffe, imbrogli.
12. Secondo la tradizionale distinzione fra i due antichi filosofi greci, Eraclito sarebbe stato il pessimista assoluto, Democrito l’ottimista convinto.
13. orditure: piani, disegni.
14. scoppiamenti di petto: esplosioni d’amore.
15. scoverture di corde: rivelazioni di sentimenti.
16. presuppositi: supposizioni.
17. somenze: semi, inizi (di pazzia).
18. sbadacchiamenti: sbadigli.
19. colere: collere.
20. alla ritretta: al rifugio.
21. omei: lamenti.
22. folli: mantici.
23. archiero faretrato, cieco e ignudo: Cupido, il dio Amore.
24. versaglio: bersaglio.
25. In tutto questo passo il Bruno raccoglie satiricamente un catalogo di formule e frasi del Petrarca e del petrarchismo contemporaneo.
26. L’espressione significa che la donna non è vergine.
27. mica: scintilla.
28. repentite: convertite (con allusioni ai monasteri dove venivano accolte le donne traviate che si erano pentite).
29. dolente come l’asino che porta il vino: allusione al proverbio dell’asino che trasporta il vino e beve l’acqua.
30. referendaria: relatrice.
31. novellera: narratrice.
32. fattrice: chi provvede a tutto.
33. strica: districa.
34. volta: dirige.
35. orizonte che gionge gli emisferi: propriamente, il cerchio metallico che univa, negli antichi mappamondi in uso al tempo del Bruno, circondati dai cieli secondo l’astronomia tolemaica, i due emisferi celesti (e, nell’immagine, allude all’opera della ruffiana).
36. bazzane: la bazzana era una pelle di capretto usata per rilegare libri; qui vuol significare scritto, messaggio.
37. panzanate: bugie, fandonie.
38. singulti che si muoiono di freddo: perché sono falsi, non nascono da autentico dolore e sentimento.
39. berte: beffe, inganni.
40. baie illuminate: beffe geniali.
41. volpine: abili, astute.
42. lupine: furiose, accanite.
43. muion: muoiono.
44. masculini generis: «di genere maschile».
45. suavioli: baci.
46. Lazio: latino.
47. emulator demostenico: emulo di Demostene, il celebre autore greco.
48. concinitor: cantore.
49. gricciar: arricciare.
50. additori: coloro che compiono aggiunte e chiarimenti a un testo.
51. scoliatori: commentatori.
52. compendiarii: autori di compendi, di riassunti.
53. dialetticarii: dialettici.
54. apparitori: imbonitori, banditori.
55. lexicon: dizionario.
56. varia lectio: «variante» (nel linguaggio filologico).
57. in fronte libri: nel frontespizio.
58. L’allusione alla lux perpetua e ai saecula saeculorum che vengono a prosternarsi al pedante vuole significare che, con tutta la sua inutile dottrina, è un morto, non un vivo.
59. schiassi: rumore, chiasso.
60. margarite: perle.
61. le nove damigelle di Pallade: le Muse.
62. un cornucopia: un’immensa abbondanza.
63. la pia e dura matre: le due membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale.
64. gravigrado: a passi lenti, misurati.
65. circumspezione: sguardo dato all’intorno, dall’alto al basso.
66. olface: odora, fiuta.
67. lunatici: sublimi.
68. farne la credenza: assaggiare i cibi e le bevande da parte dei coppieri e degli scalchi prima che fossero date al signore, per assicurarsi che non fossero avvelenate.
69. pubercola: educatore di ragazzi.
70. sinonimico, epitetico, appositorio, suppositorio: voci derivate da categorie grammaticali, che alludono alla pedanteria scolastica di Manfurio.
71. amostante: titolo di governatore presso gli Arabi.
72. dolfino: delfino, principe ereditario.
73. polledresco: cioè degli animali.
74. voci di testa e non di petto: parole insincere, ingannevoli.
75. baccellieri: aggettivo scherzosamente equivoco, che può derivare sia da baccello = sciocco, sia dal grado accademico, a precisare di quale genere siano gli spropositi (intoppi).
76. granchiate: granchi, svarioni, errori madornali.
Bidello
1. mal’an: malanno.
2. eteroclito: strano, straordinario.
3. una bestia tropologica, un asino amagogico: allusione ironica alla topologia e all’anagogia, due sensi morali o tipi di allegoria.
4. come questo: come il Candelaio.
5. connestable: alto grado militare nelle antiche monarchie.
ATTO PRIMO
Scena prima
1. Sat cito, si sat bene: motto di Catone: «Abbastanza in fretta se abbastanza bene».
2. in nome… Genoesi: allusione alla reliquia venerata a Genova, che si diceva essere dell’asina con cui Gesú fece il suo ingresso in Gerusalemme.
Scena seconda
1. intonar: parlare.
2. proibir: fermare.
3. despiccar: staccare dal cielo, far scendere dal cielo.
4. Academico di nulla academia: titolo con cui il Bruno indica se stesso.
5. despiuma: in senso figurato, cambiare, mutare.
6. vedo… corna: vedo uno che ha fama di adultero.
Scena terza
1. propinquo: parente.
2. corte: tribunale.
3. in cimbalis male sonantibus: «nei cembali che suonano male»: parodia del Salmo 150 5 «in cymbalis benesonantibus».
4. cupidinesco: amoroso.
5. tossicoso: velenoso.
6. sgrignuta: gobba.
7. con mulieribus non sum coinquinato: «non mi sono imbrattato con donne» (citazione dell’Apocalissi, 15 4).
8. Pusilipo: Posillipo.
9. versaglio: bersaglio.
10. Argenteria… Orelia: allusione scherzosa all’argento e all’oro, che costituiscono gli oggetti dell’amore di Bartolomeo.
Scena quarta
1. gli sii donato il pan co la balestra: imprecazione, che significa «sia trattato male, vada in malora».
2. buffalo… Arpaia: ingiurie popolaresche; gli asini della terra di Otranto erano famosi; gli abitanti di Avella, presso Nola, e Arpaia, presso Benevento, erano proverbialmente derisi per la loro semplicità.
3. fanfalucco: bugiardo, inventore di menzogne, di fole.
4. Do mine, labia mea aperies: «Signore, aprimi le labbra», è la preghiera con cui il sacerdote dà inizio alla recita del breviario.
5. Chi pecca et emenda salvo este: deformazione di latino pseudobiblico, la frase non si trova nella Scrittura.
Scena quinta
1. Bene… ut vales?: «Ben trovato, giovane di buona, migliore, ottima indole: come va?, come stai?»
2. Gaudeo… valeo: «Ne sono molto lieto e mi rallegro vivamente, se tu stai bene anch’io sto bene».
3. marcitulliana: di Marco Tullio Cicerone.
4. excerpendoli: traendoli fuori.
5. acumine: acutezza.
6. Marte: forza, capacità.
7. exarare: «scrivere» (attramento: «inchiostro»).
8. incassum: «invano».
9. eorum servata ratione: «messo in serbo il loro senso».
10. apud omnes, etiam barbaras, nationes: «presso tutti i popoli, anche barbari».
11. sciscita: interroga.
12. etiam dum: «ancor ora».
13. commercio bestiis similitudinario: «pratica da bestie».
14. abdicaris a theatro literarum: «rinunci al mondo delle lettere».
15. baila: balia.
16. et obstetrice in incunabulis: «e dall’ostetrica nella culla».
17. hai susceputi: hai ricevuto.
18. vel, ut melius dicam: «o, per meglio dire».
19. dispuerascere: neologismo latino coniato dal Bruno: uscire dalla fanciullezza, cessare d’essere fanciullo.
20. grammuffo: grammatica, per deformazione scherzosa.
21. catacumbaro: oscuro, come sono le catacombe.
22. delegante e latrinesco: deformazione scherzosa di «elegante e latinesco».
23. megalocosmo: l’universo.
24. scelesto: scellerato.
25. referto e confarcito: ricolmo e ripieno.
26. di cosmo celesta e de urbano: Sanguino equivoca sulle parole dotte pronunciate da Manfurio.
27. Vade… Hercule!: «Va’ dunque sull’infausta e nefasta croce, in malora».
28. dedignano: disdegnano.
29. contubernio: compagnia.
30. vel haram colloquii vestri: «ovvero porcile della vostra compagnia».
31. scelesto: malvagio.
32. appositorie fructus eruditionum mearum: «per modo di apposizione, frutto delle mie erudizioni».
33. ne te moveant modo a nobis dicta: «non ti turbino dunque le parole che ho detto».
34. particulae causae redditivae: «particelle causali».
35. lepidissime eloquentissimeque: «con estrema eleganza ed eloquenza».
36. obiurgazioni: rimproveri.
37. posthac, deinceps: «in seguito».
38. Celicoli: gli dei.
39. erudiendi: che devono essere ammaestrati.
40. debuisses… ocium: «Avresti dovuto dire, o, per esprimermi con maggior eleganza – facendo precedere l’infinito al congiuntivo – dire avresti dovuto: “Dalla tua eccellenza, dalla tua erudizione, non è dato, non è concesso indugiarmi con le tre dolcissime muse”».
41. vel ethruscius: «o in modo piú toscano».
42. nec… urbane: «non è ben detto in latino quando è riferito a una sola persona, né in modo gentile».
43. gimnasiarchi: maestri di scuola.
44. rimagno fuori come catenaccio: sono escluso dalla conversazione.
45. Nil mihi vobiscum: «non ho nulla a che fare con voi».
46. Et con spiritu to: Sanguino equivoca sulle parole di Manfurio, e riconoscendo in esse qualcosa della formula liturgica Dominus vobiscum, dà, con popolaresca deformazione, la risposta consueta nella liturgia.
47. Brutto: altro equivoco di Sanguino.
48. disciplinabile: che può essere educato, ammaestrato.
49. inmorigerato: rozzo, grossolano.
50. Sed… nequam: «eppure al principio ti sembrava uomo malvagio».
51. sacre pagine: la Bibbia.
52. dictio ciceroniana: «espressione ciceroniana».
53. Tu… peritos: «nella vita segui i buoni, nello scrivere gli esperti».
54. Jean Despautères o Van Pauteren, grammatico belga, nato a Ninove nel Brabante (da cui l’altro nome, con cui è noto, di Jean le Ninivite: il Ninivita) nel 146 e morto nel 152 a Comines, autore dei Commentarii grammatici; Manfurio confonde e storpia i nomi di due grammatici napoletani, Luigi Antonio Sompano (detto Sidecino o Sedecino, cioè «Sedere» per un gioco equivoco di parole derivato da un’infelice frase contenuta in un suo scritto), e Sergio Sarmento Solano, che scrissero varie opere in collaborazione.
55. Lucio Giovanni Scoppa, altro grammatico napoletano, morto nel 1549.
56. ex voluntate heredis: «per la volontà degli eredi» dello Scoppa, che cedettero probabilmente i locali del maestro defunto al celebre Sompano.
57. Dicas… principio: «dirai infatti: “Non è giusto” con la prima sillaba della parola dittongata, a differenza della quadrupede sostanza animale sensitiva, che non contiene un dittongo all’inizio» (cioè il «cavallo», in latino equus).
58. co i fausti volatili: traduce la formula latina di saluto Ite bonis avibus, ma la traduzione nel linguaggio pedantesco ha un effetto irresistibilmente comico.
59. calatho in brachiis: «canestro al braccio».
60. obvia: «incontro».
61. muliercula… posita: «una donnetta, cioè, secondo l’etimologia, un molle Ercole, mettendo insieme gli opposti».
62. di mio proprio Marte: dal mio ingegno.
63. deprompta: cavata fuori.
64. propriam versus [domum]: «verso la mia casa».
65. gresso: passo.
66. maioribus literis: «a grandi lettere».
67. propriarum elucubrationum libro: «il libro dei miei pensieri originali».
68. Nulla dies sine linea: «non un giorno senza una linea»: è il celebre motto che Plinio riferisce essere stato di Apelle.
Scena sesta
1. pignata: minestra di cavoli condita con prosciutto e lardo (poi la pentola in cui veniva cotta: pignatta).
2. sono come il rognone… magra in mezzo al sevo: il rene è avvolto da un involucro di grasso.
3. gravioli: forme di pan di Spagna ripiene.
4. targhe di zuccaro: pani di zucchero caramellato.
5. mustaccioli di S. Bastiano: pasta di farina, zucchero, mandorle, di cui avevano la specialità le monache di San Bastiano.
6. policia: polizza, biglietto.
7. Spento: spinto.
8. Smenticato: dimentico.
9. sore: sorelle.
Scena ottava
1. fazione: lavoro, azione.
2. questo sí: è possibile.
3. bisognasse: bisognerebbe.
4. Da candelaio volete doventar orefice: l’espressione, molto oscura, pare significare che Bonifacio ha abbandonato l’omosessualità per l’amore normale.
Scena nona
1. guazzarsi: mettere a bagno.
2. parabole: allusioni.
Scena decima
1. Signum affecti animi: «indizi del turbamento dell’animo».
2. Venus… gradu: «Venere retrograda nel segno maschile; e questo forse nei Gemelli nel grado ventisettesimo». Scaramuré parla un linguaggio astrologico pieno di errori e svarioni (Geminibus per Geminis) e privo di senso.
3. et in communi: «in generale».
4. fustivo: «voi foste».
5. Arduo opere nanciscenda: «difficile da trovare».
6. Oportet advocare septentrionales: «bisogna invocare gli spiriti settentrionali».
7. accape il negocio: raggiunga lo scopo.
8. afficere: perturbare.
9. geno: genere.
10. accopula: unisce.
11. Averte, averte oculos tuos: «distogli, distogli i tuoi occhi». È citazione del Cantico dei Cantici, VI, 4.
12. butto: scopo.
Scena undicesima
1. Ermete: Ermete detto Trismegisto, mitico personaggio, a cui si attribuirono nel medioevo opere di magia e di occultismo.
2. Geber: Geber o Giaber o Gebber, il cui nome fu Abu Mussah Djafar al-Sofi, fu un alchimista arabo del VII secolo, autore di un gran numero di opere magiche.
3. solfro: zolfo.
4. Avicenna: il celebre medico e filosofo arabo, vissuto fra il 98 e il 1037.
5. Hazez: Hazen o Hazem, cioè Abu Ali al-Hassanben, matematico arabo, morto nel 1038.
6. Alberto Magno: il grande filosofo e scienziato domenicano, maestro di Tommaso d’Aquino, nato alla fine del XII secolo, morto a Colonia nel 1280.
7. acquaforte: acido nitrico.
8. Gilgile: un alchimista citato da Alberto Magno nel Liber animalium.
9. metallorum materiam esse cinerem infusum: «la sostanza dei metalli è la cenere infusa dentro di essi».
10. cinis liquatur in vitrum et congelatur frigido: «la cenere si scioglie in vetro e viene congelata dal freddo».
11. meglior vestito: vestito meglio.
12. bosco di Cancello: fra Caserta e Nola; Airola: presso Benevento.
13. semplici: nell’antica medicina le erbe medicinali.
14. Dovevi ponerti in pegno e securtà: dovevi prenderti garanzie.
15. speciale: speziale, farmacista.
16. putto: ragazzo, servo.
17. cucurbita: un tipo di alambicco.
18. luto sapientiae: «con l’argilla della sapienza».
19. Luto: fango.
20. Piedigrotta: la celebre località presso Napoli dove si trovava un santuario alla Vergine, meta di grandi pellegrinaggi.
21. barette: berrette.
22. l’hai tu attaccata: l’hai ingannato.
23. come l’attaccò il Gigio al Perrotino: allusione a un fatto o a una novella molto nota ai tempi del Bruno.
24. pregnante: pieno d’oro.
25. a tutta passata: del tutto, completamente.
26. Caifasso: allusione a quanto dice di Caifa Johan., XI, 51-52.
Scena dodicesima
1. Regno: di Napoli.
2. balice: valigia.
3. pulvis Christi: la polvere che avrebbe dovuto mutare i metalli vili in oro.
4. imbottato: con gli stivali per il viaggio.
Scena tredicesima
1. Sautanasso, Barsabucco: deformazioni popolaresche di Satanasso, Beelzebub.
2. quegli che squagliano: quelli che spariscono prodigiosamente sono i diavoli.
3. Scarvaita, Cicala: località presso Nola.
4. Luciferre: altra deformazione popolaresca per Lucifero.
5. bozzole: storte.
6. mi fa sovvenire dell’asino: allusione al proverbio asinus ad lyram, ad tibiam, contenuto negli Adagi di Erasmo.
7. rima: fessura.
8. intempiatura: volta, soffitto.
9. casce: casse.
10. doppioni: monete d’oro spagnole.
Scena quattordicesima
1. caldare: caldaie.
2. tacconeggia: racconcia, aggiusta, mette pezze.
3. frissore: padelle.
4. salciche: salsicce.
5. mesesca di botracone: carne affumicata di grossa pecora o castrato.
6. guardati… fumo: allusione oscena.
ATTO SECONDO
Scena prima
1. Magister… adiaphoron: «insegnante delle arti liberali, educatore di fanciulli, di teneri possessori di piccole unghie, di guance lisce, di puberi, di ragazzini; di coloro che, essendo ancora in stelo, possono essere fatti crescere, piegati e guidati dove si vuole, che hanno la prima voce infantile, adatti al soprano, con i dentini non ancora limati, con le carni ritondette, di giovane natura, privi di rughe, con l’alito che sa di latte, con le labbruzze rosse, con le carezzevoli linguette, ingenui in modo dolce come il miele, che sono in fiore, non in seme, che hanno gli occhietti chiari, non differenti dalle fanciulle».
2. architriclino: maggiordomo.
3. pincerna: coppiere.
4. coro apollinesco: il coro delle Muse.
5. Melius diceretur: «si potrebbe dir meglio».
6. Ch’ambrosia e nectar non invidio a Giove: citazione del Petrarca, 193-2.
7. Addam… adnupturiant: «aggiungerò molte altre cose ancora: proprio sulla soglia della vita, proprio all’inizio dell’esistenza, proprio nei primi rudimenti delle esperienze di questo congegno dell’universo, nell’atrio, nella primavera della vita, come coloro che aspirano alle nozze».
8. Ne in apiis quidem: espressione oscura.
9. Silebo igitur, quia opprimitur a gloria maiestatis: «tacerò dunque, perché si resta oppressi dalla gloria della maestà».
10. quella meschina: Semele, che per aver voluto vedere Giove nella sua potenza, ne rimase incenerita.
11. Cogor morem gerere: «sono costretto a fare a modo vostro».
12. In ecstasim… haesit: «l’ammirazione profonda lo conduce all’estasi. Tacerò dunque di queste cose a questo punto, non aggiungerò nulla, sarò come i muti pesci, tanto avendo parlato, la voce si spense nella gola». L’ultima espressione (vox faucibus haesit) è citazione di Virgilio, Aen., III, 48.
13. Tranquillitas maris, serenitas aëris: «la tranquillità è del mare, la serenità è dell’aria»: Manfurio pedantescamente corregge le espressioni di Ottaviano.
14. in toto vitae curriculo: «in tutto il corso della vita».
15. carmini: composizioni poetiche.
16. calisimetria: bella simmetria.
17. i[dest]: cioè.
18. exarati: cavati fuori.
19. Litterae… remotae: «lettere, sillabe, espressione, colorito retorico, parti vicine e remote». Manfurio prende con pedantesca stoltezza alla lettera le domande di Ottaviano e gli espone le parti materiali e grammaticali di cui constano i versi, invece dell’argomento.
20. de quo agitur? materia de qua? circa quam?: «di che si tratta? di quale argomento? intorno a che cosa?»
21. ingluvie: ingordigia.
22. gastrimargia: immensità del ventre.
23. lurcone: ghiottone.
24. Filosseno: poeta greco del IV secolo a. C., autore di ditirambi in cui celebrava i piaceri della mensa.
25. qui collum gruis exoptabat: «che bramava avere il collo della gru» (per poter assaporare piú a lungo il cibo).
26. socii: amici.
27. Lubentissime… digitis: «Molto volentieri. Non bisogna nascondere i segreti ai dotti: ecco, io apro il foglio scritto secondo le regole dell’arte proprio con le mie mani».
28. pernotiate: notiate con cura (seguo qui la lezione della prima edizione, rifiutando come non necessaria la correzione prenotiate proposta dallo Spampanato).
29. Sulmo mihi patria est: «Sulmona è la mia patria» (Ovidio, Trist., IV, 10 3).
30. apro calidonio: il cinghiale calidonio, il mostruoso animale mitico che Artemide inviò a devastare il territorio di Calidone e che fu ucciso da Meleagro con l’aiuto di numerosi eroi e semidei.
31. Fiat… affectu: «Sia fatto. Chi dà presto, dà due volte. L’inizio dipende dalla disposizione di chi ascolta».
32. gruito: grugnito.
33. acquirere: procacciarti.
34. axungia: grasso.
35. absorpta: inghiottita.
36. brodulario: truogolo.
37. coquinario: cuoco.
38. canal emissario: esofago.
39. pinguefarti: ingrassarti.
40. cubiculo: stanza.
41. Post haec: «dopo questi versi».
42. volutabro: voltolamento.
43. di Pleiade il puteo: il pozzo delle Pleiadi, figlie di Atlante, che, secondo il mito, morirono struggendosi in lacrime per il dolore della morte delle sorelle Iadi.
44. incola luteo: abitatore del fango.
45. gutture: gola.
46. di Tizio vulture: secondo il mito, il gigante Tizio, per aver cercato di violentare Latona, fu ucciso da Artemide e Apollo, e, nel Tartaro, sta inchiodato al suolo mentre un avvoltoio gli rode il cuore che continuamente ricresce.
47. vulva cupida: allusione al passo dei Proverbi, in cui si parla delle quattro cose che non dicono mai «basta».
48. Orficio protenso: orificio, bocca protesa.
49. putida: puzzolente.
50. Speculator terreo: che guarda sempre a terra.
51. L’anima… putissi: motto del filosofo stoico Crisippo (citato da Cicerone), secondo il quale l’animo, nello sciocco, è soltanto il sale per conservare il corpo.
52. Sine conditione et absolute: «senza condizione e assolutamente».
53. perscrutazion: investigazione accurata.
54. eliconio monte: l’Elicona, la sede delle Muse.
55. parnasio fonte: la fonte d’Ippocrene.
56. Minime: «per nulla».
57. Nequaquam: «niente affatto».
58. Haudquaquam: per nulla.
59. Minime gentium: non opus erat: «niente affatto, non era necessario».
60. mariolati: rubati.
61. Neutiquam… Superi: «certo che no, sia detto senza offendere alcuno, che gli dei liberino da una tal cosa, che i Superi non lo permettano».
62. de cerebro nata Iovis: «nata dal cervello di Giove».
63. minus foeliciter: «meno felicemente».
64. fusse: fossi.
65. ad… asserentis: «a fare il catalogo delle particelle affermative».
66. Sic… mediusfidius: Manfurio fa un ricco elenco degli avverbi affermativi in latino.
67. cacocephaton: deformazione di cacophaton o cacepheton, termine grammaticale, che Manfurio stesso spiega con prava elocuzione.
68. factae… unitas: «una volta conclusa l’enumerazione non bisogna farvi neppure un’aggiunta».
69. in… menti: «nella lingua etrusca o toscana, e mi sta infisso in mente».
70. est mihi cordi: «mi piace».
71. Duae negationes affirmant: «due negazioni affermano» (in latino).
72. di mio Marte e di mia Minerva: delle mie forze e del mio ingegno.
73. nostra dicendi copia: «nostra eloquenza».
74. ipso lectionis progressu: «nello svolgimento del discorso».
75. metomorfita: forma corrotta per «metamorfita» = mutata, trasformata.
76. exercitationis gratia: «a scopo di esercizio».
77. Dicas… fuco: «parla dunque, senza infingimenti e trucco».
78. crassizie: grossolanità.
79. rudità: ignoranza.
80. numeri: versi.
Scena seconda
1. Vade, vade. Adesdum: «va’, va’. Orsú, vieni».
2. absentato: allontanato.
3. melius… aliud: «meglio che altri si direbbe alii, perché alii significa una differenza qualitativa fra soggetti della stessa specie».
4. De iis… haec: «basta cosí, lasciamo perdere queste cose».
5. amasia: la donna amata.
6. incentiva: introduttiva all’incontro amoroso.
7. implicito: occupato.
8. ludo literario: la scuola.
9. Ego… referam: «anch’io di qui mi allontanerò».
10. appropiare: avvicinarsi.
11. de… me: «alle quali si riferisce quel detto: “Allontanale da me”» (citazione dei Proverbi, 5-8 in cui si descrivono le arti delle meretrici).
12. Salve, domine praeceptor: «salve, signor professore».
13. Faustum iter dicitur: vale: «buon viaggio si augura con vale». È un’altra pedanteria di Manfurio.
Scena terza
1. dii di botto: dia sfogo.
2. Lascia la cura a me, disse Gradasso: allusione ad Ariosto, Orlando furioso, XXVII, 66.
Scena quarta
1. di vergini, altre son dette sciocche, altre prudenti: allusione blasfema alla parabola delle vergini in Matth., 25 1-13.
2. insieme insieme: subito.
3. caccia: selvaggina.
4. suo danno: peggio per lui.
5. Porzia: secondo nome della signora Vittoria.
6. n’abbiamo: non abbiamo.
Scena quinta
1. Basovi: vi bacio.
2. senzeverata: sorta di dolce fatto con farina e melassa, e contenente molto zenzero.
3. le catene di santo Leonardo: santo eremita vissuto nella prima metà del VI secolo, invocato per la liberazione dei prigionieri.
4. si tranassero a vicenna: si trasportassero vicendevolmente a nuoto.
5. scafa: barca.
6. indurasse: pazientasse.
7. Omnio rero vecissitudo este: Sanguino deforma il proverbio latino Omnium rerum vicissitudo est: «c’è continuo mutamento nelle cose».
Scena sesta
1. liompardo: leopardo.
2. zingani: zingari.
3. cocchiara: cucchiaio; ma qui allude al mento sporgente, alla bazza.
4. subvertendo: corrompendo.
5. una sorte: una sola sorte.
6. suberi: sugheri.
7. al sangue… vecchissime: imprecazione.
8. in questo viaggio passaremo qualche fiume: allusione oscena.
9. dansare a tre piè: immagine oscena.
10. ricercatore: tentatore, corruttore.
11. cubiculario: adultero.
12. S. Sparagorio: san Paragorio, rappresentato come un gigante nell’iconografia popolare.
13. fuoco di Santo Antonio: herpes zoster, erisipela.
14. a dietro via: dietro.
15. mula d’Alcionio: l’Alcionio, nato a Venezia alla fine del secolo xv e morto nel sacco di Roma, fu prima correttore di stampa presso Aldo Manuzio, poi insegnò greco allo Studio fiorentino. Fu molto fedele ad Aristotele: di qui il disprezzo del Bruno. L’allusione alla mula d’Alcionio dipende da un sonetto del Berni.
16. s’ell’avesse… miglia: allusione oscena.
17. spunzonava: stuzzicava.
18. spontoneggi: ecciti.
19. molti giorni fa non avea celebrato: allusione oscena.
Scena settima
1. Luccus: Allocco (con gioco scherzoso al cognome di Bonifacio).
2. S.P.D.: salutem plurimam dicit «invia molti saluti».
3. concupiscibile: l’anima concupiscibile degli aristotelici.
4. exilarante: che rallegra, che dà gioia.
5. nemo scilicet miretur, nemini dubium sit: «nessuno certo si meraviglierebbe, nessuno dubiterebbe».
6. per gramatico: in latino.
7. l’arcifero puerulo: Cupido.
8. Divum pater atque hominum rex: «padre degli dei e re degli uomini».
9. quadrello: freccia.
10. inviolando: inviolabile.
11. cifre: espressioni incomprensibili.
12. modorro: sciocco, stolto.
13. battiporta: mezzo per ingraziarsi la donna.
14. carlini: monete d’argento.
15. il ritratto de lo Re: sulle monete d’argento era impresso il ritratto di Filippo II.
ATTO TERZO
Scena prima
1. bestia da campana: capo dell’armento.
2. virtú: virtú magica.
3. in verbis, in herbis et in lapidibus: «nelle parole, nelle erbe e nelle pietre».
4. mal di S. Lazaro: lebbra.
5. accapa: si porta a compimento.
6. se per ciò non è stato introdutto: tranne che non sia stato introdotto.
7. pecuniosi: ricchi.
8. baiare: abbaiare.
9. cascia: madia.
10. in verbis sunt virtutes: «le virtú magiche sono nelle parole».
11. quattro: quattro elementi.
12. privar la borsa dell’anima sua: l’anima della borsa è il denaro.
13. Si bene feceris, vide cui: «se vorrai fare del bene, bada a chi lo farai». È una delle sentenze attribuite a Catone il Vecchio.
14. tornesi: moneta francese. Al carlino, moneta spagnola, era imposto, a Napoli, un cambio forzoso col tornese, moneta francese.
15. interim: «frattanto».
Scena terza
1. aguglie: aghi.
2. Poi: poiché.
3. Aurum thus: «oro incenso» (allusione a Matth., 2-11 dove sono descritti i doni dei Magi a Gesú).
4. Sine quo nihil: «senza il quale nulla» (ed è parte di formula liturgica).
5. oscitarete: sbadiglierete.
6. Zalarath… Vittoriae: insieme di parole magiche, ebraiche, greche, latine, che vorrebbe dire: «O potenza, o potenza che stringi i lacci, capta per me il gran corpo di Vittoria».
7. cartolina: biglietto.
8. Felapthon… omorum: sono le formule mnemoniche dei vari tipi di sillogismo, variamente deformate.
9. locarrete: porrete.
10. onger: ungere.
11. Cancaro a Venere, e…: imprecazione.
Scena quarta
1. a complir poi del resto: a soddisfarmi poi del resto.
2. S. Maria delle Catenelle: una Santa Maria della Catena aveva una chiesa a Napoli.
3. l’ottava del giorno del Giudizio: cioè un giorno che non verrà mai.
Scena quinta
1. mi castroneggia un castrone: mi lascio gabbare da uno sciocco.
2. babuino: stolto.
Scena sesta
1. Adesdum, paucis te volo: «vieni, ti voglio dire due parole» (citazione di Terenzio, Andr., I, 1 e 2).
2. Dictum puta: «Tientelo per detto».
3. ut eo redeat unde egressa est oratio: «affinché il discorso ritorni là donde è partito».
4. raggione: ritmo.
5. digradirli: degradarli, abbassarli.
6. arrige aures, Pamphile: «Drizza le orecchie, Panfilo» (citazione di Terenzio, Andr., V, 4 30).
7. di rude e di crassa Minerva: di tardo e grosso ingegno.
8. fruge: utilità.
9. lugge: sta in gramaglie, è in lutto.
10. Lusco: orbo.
11. obcecato: cieco.
12. Bacellone di cinque: grosso sciocco.
13. Tronco discorso: lo stolto non sa parlare a lungo.
14. exosa: odioso.
15. pondere: peso.
16. Erebo denso: l’Erebo è l’inferno pagano, quindi la metafora significa «oscurità profonda».
17. Asello: asinello.
18. auriculato: dalle lunghe orecchie.
19. cocchiaron: grande mangiatore.
20. maccarone: sciocco.
21. Cogitato disperso: pensiero svagato.
22. astimo losco: giudizio cieco, erroneo.
23. fium leteo: il Lete è il fiume infernale le cui acque davano l’oblio, quindi la metafora significa «persona che ha bevuto tutta l’acqua del Lete, che non ricorda nulla».
24. Averno fosco: l’Averno è altro nome dell’inferno pagano e la metafora ha lo stesso significato di Erebo denso.
25. tenelli unguicoli e incunabili: teneri fanciulli ancora nella culla, che hanno le unghie piccole.
26. inezia: la semplicità.
27. senio: la vecchiaia.
28. perdita: depravata.
29. sperdita: vacillante, sperduta.
30. inerudito: ignorante.
31. imbibito: imbevuto, ripieno.
32. mandrone: montone.
33. decade: le strofe di Manfurio sono di dieci versi.
34. quattrini: quartine.
35. idest… ut puta: tutte particelle che significano «cioè».
36. cotello: colui.
37. properante: che si affretta.
Scena settima
1. Bene veniat ille: «ben venuto».
2. Zeusi… Polignoto: Manfurio fa un elenco di celebri pittori greci, ma fa confusione fra Timagora, uomo politico ateniese, e il pittore di nome Timante.
3. pignato: zuppa grassa. Giovan Bernardo equivoca con Polignoto.
4. bocale: di vino.
5. vi fa parlar di varie lingue: allusione irriverente all’episodio della capacità di parlare in varie lingue per dono dello Spirito Santo narrato negli Atti degli Apostoli, 2-4.
6. Bacchus… arista: «Tu Bacco e alma Cerere, se per grazia vostra la terra passò dalla ghianda caonia alla pingue spiga» (citazione di Virgilio, Georg., I, 7-8).
7. more poetico: «secondo la consuetudine poetica».
8. Hoc est magis ter, tre volte maggiore: una delle assurde e ridicole etimologie di Manfurio.
9. Pauci,… virtus: «i pochi, che il giusto Giove amò, o che l’ardente virtù innalzò al cielo» (citazione di Virgilio, Aen., VI, 129-30).
10. Lubentissime: «molto volentieri».
11. palam farvelo: rivelarvelo.
12. particula… apposita: «posta la congiunzione accanto all’ultima parola».
13. enuclearvelo: sviscerarvelo.
14. sicut… enucleavi: «come, a quel modo che sviscerai per filo e per segno la “Noce” ovidiana davanti ai miei scolari, affinché possano piú facilmente mangiarne il nocciolo». Il Liber nucis è un’operetta pseudo-ovidiana.
15. incesso prosequitivo: passo che fa progredire.
16. vel… thesauros: «o secondo un’etimologia piú concisa e profonda: Pe, perfetti, dan, dante, te, tesori».
17. alia… prolata: «quando avrete apportato un’altra etimologia migliore».
18. Nil… credideris: «Non mentire e non credere alla leggera».
19. Contra… noli: «non contendere a parole contro i chiacchieroni» (è un’altra massima catoniana).
20. angeli de la faccia cotta: sono i diavoli.
21. vosco: con voi.
22. [Questo]… orgoglio: citazione del Petrarca, Trionfo d’Amore, I, 17-18.
23. properiamo: affrettiamoci.
24. lectio repetita placebit: «la lettura ripetuta piacerà» (citazione di Orazio, Ars poet., 365); ma qui Manfurio vuol dire che la lezione ripetuta sarà di vantaggio al suo scolaro.
25. Gutta… legendo: «la goccia scava la pietra cadendo non una o due, ma infinite volte; allo stesso modo l’uomo diviene dotto facendo non una o due, ma infinite lettere». Il primo emistichio è ricavato da Ovidio, Ex Ponto, IV, 10 5 il resto è un’aggiunta medievale.
26. in foro et in platea: «per le piazze».
27. in privatis aedibus: «in casa privata».
Scena ottava
1. osteria del Cerriglio: osteria di Napoli, frequentata, a quanto appare da testimonianze contemporanee, da cortigiani, mercanti, soldati, malfattori, ecc.
2. fusticelli: chiodi di garofano.
3. cocozzate: zucche condite.
4. cotugnate: marmellata di cotogne.
5. debilità: deliquio.
6. acqua namfa: essenza odorosa distillata di fiori d’arancio.
7. cetrangoli: melarance.
8. malvasia di Candia: vino dolce di Creta.
9. rinegasse: bestemmiasse.
10. acciaffaimo: afferrammo.
11. provisione: il cibo.
12. partesanone: grossa picca.
13. rugginenti: rugginose.
14. lavezzi: laveggi, conche.
15. fu certo… caldaie: qualche influsso celeste vi fece mobilitare gli arnesi di cucina…
16. Cesare da Siena: persona non altrimenti nota.
17. Scazzolla: altra persona ignota.
18. aggiuto: aiuto.
19. fuggivimo: fuggimmo.
20. Carmini: contrada della parte orientale di Napoli, dove era il convento e la chiesa dei carmelitani.
21. Pumigliano: Pomigliano d’Arco, oggi grosso comune a mezza strada fra Napoli e Nola.
22. tavole: gioco che si fa su una scacchiera con dadi e pedine per la dama (detto anche trictrac o sbaraglino).
23. gli venne il senapo in testa: gli venne la mosca al naso, montò su tutte le furie.
24. stracquare: faticare, sudare.
25. pall’ e maglio: pallamaglio, gioco che si faceva con una palla di legno, che veniva fatta correre buttandola con un maglio (ed è analogo al cricket).
26. mirella: gioco poco noto, in uso a Roma.
27. cinque dadi: forse è un’oscura allusione oscena.
28. tre dadi: zara.
29. spaccastrommola: gioco fanciullesco, che si faceva con la trottola.
30. Al sangue dell’Intemerata: imprecazione alla Madonna.
31. E che: e se.
32. guattari: sguatteri.
33. la tremenda piaga di S. Rocco: san Rocco è rappresentato, nell’iconografia, con una profonda piaga sulla coscia.
Scena nona
1. attraparemo: ghermiremo, afferreremo.
2. Vicaria: il Tribunale.
3. priggione: prigioniero.
4. daremo una volta: faremo un giro.
Scena decima
1. Al sangue de mi…: imprecazione interrotta, perché essendo travestito da birro, ricorda che deve far osservare le leggi contro i bestemmiatori.
2. venir a qualche dissegno: venire a capo di qualche piano.
3. la nostra: occasione.
Scena undicesima
1. a la mira: appostato, in agguato.
2. dubbito: sospetto.
3. inbottonata d’oro: fornita di bottoni, di fibbie d’oro.
4. strena: mancia.
5. la sua: il momento propizio.
6. Cappa cuius generis? ablativi: «la cappa a quale genere appartiene? All’ablativo».
7. dativus… auferendo: «dativo del dare, ablativo del portar via».
8. avessivo: aveste voi.
9. fussivo: foste voi; arestivo, avreste voi.
10. idiota: incolto, privo di studi.
11. avevate Minerva in ascendente: quando un pianeta è in ascendente, allora il suo influsso è massimo.
12. scopetta: spazzola.
13. onori e castella: di questi lussi, di questo fasto.
14. per: a causa di.
15. subest Mercurio: «è sottoposto a Mercurio».
16. furi: ladri.
17. giornea: borsa.
18. pectine: pube.
19. poscia: poiché.
20. Hoc… eruo: «ciò non è nascosto al mio Mecenate, i cui figlioletti io erudisco, ovvero pongo fuori dell’ignoranza, ossia traggo fuori dall’ignoranza».
21. decernere: riconoscere.
22. liberar la elargienda pecunia: pagare il prezzo dovuto.
23. buono: bene.
24. Oeconomia est domestica gubernatio: «l’economia è governo della casa».
25. coriacea e vellutacea: di cuoio e di velluto.
26. riserbo: custodisco.
27. doppioni: moneta d’oro spagnola, del valore di due doppie.
28. Banchi: i banchi dei cambiavalute e la strada dove si trovano.
29. sparmiarò: risparmierò.
30. grani: moneta d’oro di poco valore, sottomultiplo della doppia.
31. lucri… abibo: «per guadagno, secondo quel precetto: “Date a prestito senza aspettarne interesse”, ma per gentilezza e cortesia; tralascio che, inoltre, me ne andrò di qui piú leggiero». Il precetto è evangelico: Luca, 6-35.
32. cianfroni: moneta d’argento che valeva cinque carlini, cioè mezzo ducato.
33. aurei di Francia: mezzo scudo d’oro di Francia.
Scena dodicesima
1. Al involatore, al surreptore: al ladro, al rapinatore.
2. amputator di marsupii ed incisor di crumene: strappatore di borse e rapitore di portafogli.
3. aurei solari: il mezzo scudo d’oro di Francia era chiamato demi écu au soleil perché aveva sopra la figura del sole.
4. Intemerata: Madonna Immacolata.
5. Latro… latet: «latro è assassino di strada, nella quale ovvero presso la quale sta in agguato».
6. Fur… rependo: «furo è chi opera furtivamente e subdolamente… e si chiama anche rapinatore dal fatto che rapisce dal di sotto o forse dal fatto che va quasi strisciando».
7. specimine: apparenza.
8. decepto: ingannato.
9. latrino e trusco: equivoco scherzoso di Marca sulle parole «latino ed etrusco» dette da Manfurio.
10. parlassivo: parlaste voi.
11. gresso: passo.
12. si… pedetentim: «se è esatto chiamarlo adagio: “Affrettati lentamente”, e ugualmente anche quell’altro: “A grado a grado, a poco a poco, a passo a passo”».
13. ruota: della tortura.
14. attrite: schiacciate, pestate.
15. involati: rubati.
16. Mecena: Manfurio chiama «suo Mecenate» il gentiluomo dei cui figli è precettore.
17. secundo… intentionem: «nel secondo libro della Fisica, ovvero Intorno all’udito “Il caso si riferisce a quegli eventi che accadono in casi eccezionali, e al di fuori di ogni intenzionalità”».
18. moderatori di giustizia: i birri, nel linguaggio pedantesco di Manfurio.
Scena tredicesima
1. capitan Mancino: celebre capo di birri.
2. Veniamus ad rem: «veniamo al fatto».
3. Dii… utinam: «lo vogliano gli Dei, che i Superi me lo concedano, voglia il cielo!»
4. Vos fidelissimi testes: «voi siete fidatissimi testimoni».
5. Urget praesentia Turni: «urge la presenza di Turno» (citazione di Virgilio, Aen., II, 73).
6. rima: fessura.
7. Me tibi offero: «mi metto a tua disposizione».
8. Nisi… nihilominus: «tranne il caso di urgente necessità, non è bene lasciare il proprio abito; tuttavia, ciononostante».
9. quia ita videtur: «poiché cosí par bene».
10. Patroclo… Achille: allude al celebre episodio dell’Iliade, quando Patroclo ottiene le armi da Achille per rianimare i Greci sconfitti e spaventare i Troiani, dando a credere che Achille stesso sia ritornato a combattere.
11. Corebo… Androgeo: allusione a un episodio dell’Eneide, quando, durante l’ultima notte di Troia, il troiano Corebo veste le armi del greco Androgeo appena ucciso, sperando cosí di portare confusione negli assalitori e farne strage.
12. poetarum testimonio: «per testimonianza dei poeti».
13. dedignarrò: rifiuterò.
14. optimo… fine: «proponendomi l’ottimo fine».
15. animadvertere contra: punire.
16. ricovrati: recuperati.
17. Eamus dextro Hercule: «andiamo col favore di Ercole».
ATTO QUARTO
Scena prima
1. affatturarmi: farmi il maleficio, conquistarmi per forza di magia.
2. de quibus: il denaro.
3. sparati: senza parati, senza ornamenti.
Scena seconda
1. comodità: occasione.
2. di gran punti d’avantaggio: molto di piú.
3. improntiate: imprestiate.
4. secondo la vostra consuetudine: alle meretrici erano imposti particolari segni che le distinguessero; a Napoli, evidentemente, dovevano andare col volto coperto.
5. far: in senso osceno.
Scena terza
1. portanovelle, accordaliuto: allusione al fatto che Lucia fa la ruffiana.
2. quelli: gli angeli (che non sono affabili con gli uomini perché il mondo è pieno di persone come Lucia).
Scena quarta
1. aragne: ragni.
2. ispedito: rapido, leggero.
3. arrà scrollata la borsa e la schena: avrà vuotato il portafoglio per fare l’amore.
4. grave: malcontento.
Scena quinta
1. mi s’è tanto… brache: allusioni oscene.
2. nominativi: nomi (tutta la frase vuol dire che diversi sono gli oggetti delle passioni che infiammano i due personaggi).
3. bardascio sfondato: bardassa, effeminato, che si dà a tutti.
4. porco selvatico: cinghiale.
5. compassato: concluso.
6. barbiferi: barbuti.
7. mascalzon: malandrino, masnadiero.
8. Il gran consiglio pariggino: la saggezza francese.
9. La furia francesa: l’impeto cieco e non sempre ragionevole dei Francesi.
10. conseglio di Spagna: gli Spagnoli avevano fama di abilità diplomatica e di grande prudenza politica.
11. l’alta e lunga spagnola: allusione probabile all’alterezza e alla boria spagnola.
12. Il maturo conseglio vineziano: anche Venezia aveva nome di consumata abilità diplomatica e di grande astuzia politica.
13. Chi ha perso Cipri: Cipro era stata conquistata dai Turchi nel 157 (e l’episodio fu considerato un segno di decadenza di Venezia).
14. Magnifici: patrizi veneziani.
15. Pantaloni: soprannome dei Veneziani, dal nome della loro maschera.
16. Ventura dio, niente senno basta: se si ha la fortuna favorevole, non è necessaria nessuna abilità o saggezza.
Scena sesta
1. Il mal de la borsa: la brama del denaro (e c’è anche un’allusione oscena).
2. un Santo Padre: è una battuta scherzosa di Bonifacio, che attribuisce a un’autorità una massima lapalissiana.
3. mal’ora: sventura.
4. udivi: udii.
5. coscino: cuscino.
6. amastivo: amaste voi.
7. Folla: pazza.
8. l’evangelio: una verità indiscutibile.
9. sarrà… un Bresciano uomo cortese: il Bruno era stato a Brescia, e forse questa battuta nasce da un ricordo autobiografico.
10. cargata: carica.
11. facendola: faccenduola.
12. solaggiar: consolare, sollevare.
13. biscappa: cappa molto ampia.
14. mascheraro: venditore o affittatore di maschere.
Scena ottava
1. Buon in faccia: buono solo in apparenza.
2. notomia: anatomia.
3. Si volete… Nova: i frati di Santa Maria Nova distribuivano giornalmente la minestra ai poveri. Ma qui tutto il discorso è osceno.
4. io son cosa da frati: proverbialmente, i frati erano dipinti di gusti grossolani in fatto di amori.
5. scarrupato: rovinato, diroccato.
6. a scrigno… sacco: metafora oscena.
7. va’ le apicchi: valle ad appendere.
8. stasonar: stagionare.
9. Davitte: secondo il racconto biblico (Reg., III, I, 5 il re Davide, in vecchiaia, per scaldarsi dormiva con una fanciulla.
10. un certo Padre Santo: secondo un racconto molto diffuso, papa Innocenzo VIII sarebbe vissuto gli ultimi mesi nutrendosi solo di latte di donna. Il fatto è qui interpretato in senso osceno, come appare dalle parole fatte dire al Papa in un dialetto franco-italiano, e dal successivo commento.
11. morse: morí.
12. puose troppo pepe al cardo: altra allusione oscena.
13. sorece: sorcio, topo.
14. patire: in senso osceno.
15. vianda: carne.
16. mi mantenga dritto sul destriero: allusione oscena.
17. ad… potum: nel latino alquanto approssimato di Marta, vuol dire: «frega quanto basta, mescola e fanne una pozione».
18. statevi… culo: tutto questo discorso è osceno.
Scena nona
1. Nez couppé n’ha faute de lunettes: proverbio francese che significa: «A naso mozzo non sono necessari occhiali».
2. Gianni di Brettagna: persona non altrimenti nota.
3. benedetta… mezzo: Marta allude alla propria.
4. Prencipe di Conca: Giulio Cesare di Capua fu il primo principe di Conca, al tempo del Bruno, ed ebbe fama di grande parsimonia: Conca è una località in provincia di Caserta.
5. conti d’oro: dallo spagnuolo cuento, che significa «milione».
6. zarrabuino: babbuino, sciocco.
7. giocavamo… buchetto: sono tutte allusioni oscene, che si riferiscono alla professione di meretrice di Marta (sorecillo: propriamente «topolino»; pertosa: «pertugi»).
8. in seno di Abrammo: nel seno di Abramo riposano le anime dei giusti.
9. sbozza e imbozza: toglie e mette nelle bottiglie.
10. non me ci ho piovuto: allusione oscena.
11. feci dir la messa di s[ant’]Elia contro la siccità: il profeta Elia annunciò la pioggia dopo il flagello della siccità durato tre anni (Reg., III, 17). Marta continua la metafora oscena.
12. grana: moneta di piccolissimo valore (lo stesso che grano).
Scena decima
1. Santa Maria Appareta: Santa Maria a Parete, venerata in un santuario presso Nola.
2. Scafata: Scafati, grosso paese in provincia di Salerno.
3. fuia: fugga.
4. sfiglia: cammina.
5. Giesu… mi batte: corruzione popolaresca di un passo di Luc., 4 30 Ipse autem, transiens per medium illorum, ibat («ma, egli passando in mezzo a loro, se ne andava»).
Scena undicesima
1. gli adagiani: sono un’opera di Erasmo da Rotterdam.
2. A toga ad pallium: «dalla toga al mantello» (e il proverbio indicava il passaggio da una condizione superiore a una inferiore).
3. in me ipso: «proprio in me».
4. nigro signandus lapillo: «da segnarsi con una pietruzza nera» (a indicare che è giorno sfortunato).
5. O caelum, o terra, o maria Neptuni!: «o cielo, o terra, o mari di Nettuno!»
6. ufficiosi: cortesi.
7. non… quadam: «non dico con atto destro, ma con atto sinistro».
8. depilato: spelacchiato.
9. palliolo: mantello corto e di poco valore.
10. proque capitis operculo: «e per coprire il capo».
11. capitiolo: piccolo copricapo.
12. versus… densitudine: «verso il centro e nel mezzo, per lo spessore del troppo sudore».
13. inpiceato: come se si fosse attaccata pece.
14. coriceato: divenuto spesso e duro come cuoio.
15. pileo: berretto.
16. Proh deûm atque hominum fidem: «o fede degli dei e degli uomini».
17. a patella ad prunas: «dalla padella nella brace».
18. nosco: con noi.
19. bona fide: «in buona fede».
20. ut facile crediderim: «facile supposizione».
21. excandescentia: scandalo, clamore.
22. quod ad restitutionem attinet: «ciò che si riferisce alla restituzione».
23. deambulando: «passeggiando».
24. tandem: «infine».
25. cubicolo: stanza.
26. Aliquantolum progressus: «andato un poco avanti».
27. abitaculo: abitazione.
28. stanza: edificio.
29. vetula: vecchietta.
30. minime contemnendae iuvenculae: «ragazzine per nulla da disprezzare».
31. ulterius progressus: «andato ancora oltre».
32. de necessitate consequentiae: «necessariamente dall’effetto».
33. Ergo forte: «dunque forse».
34. deceputo: ingannato.
35. domus… ingressu: «questa casa possiede due uscite ed entrate».
36. percunctatus sum: «ho indugiato».
37. receptaculo: nascondiglio.
38. congregati: riuniti.
39. Tunc statim: «allora, subito».
40. preteriti: precedenti.
41. del pitagorico simbolo la sentenza: allude a quattro versi del Carme aureo attribuito a Pitagora, nei quali si consiglia di sopportare con animo tranquillo le disgrazie, pur cercando un rimedio contro di esse.
42. diverticoli: viuzze laterali.
43. Quandoquidem: «poiché».
44. eunti e redeunti: la gente che va e viene.
45. incidere: «imbattermi».
46. expedit: «è bene».
Scena dodicesima
1. verde: fresca, giovane.
2. Fate… bisaccia: metafora oscena.
3. Pollonia: Apollonia.
4. attolite porta… introibi Re gloria: Carubina storpia, recandole a senso osceno, le parole dell’officio nella prima domenica d’Avvento: «Tollite portas, principes, vestras et introibit rex gloriae» («Aprite le vostre porte, o principi, ed entrerà il re della gloria»).
5. torcesse: torcessi.
6. Erculesso: Ercole.
7. strento: stretto.
8. S[anta] Lucia: che è invocata dal popolo come protettrice della vista.
Scena tredicesima
1. Pasca: Pasqua.
2. A fé di Santa Temporina: esclamazione popolaresca per dire che si incontra proprio la persona che si cerca.
Scena quattordicesima
1. le: li.
2. morsello: boccone.
3. Liberamus domino: corruzione popolaresca della litania Libera nos, Domine.
4. donna da maneggi: ruffiana.
Scena quindicesima
1. deambulatorio: strada.
2. lupa: «prostituta».
3. lupanar: «lupanare».
4. lena: «ruffiana».
5. habet lenocinii specimen: «ha l’aspetto del lenocinio».
6. fornicario: frequentatore di meretrici.
7. Ergo, sequitur conclusio: «quindi, deriva la conclusione».
8. caterva: gruppo di persone.
9. iterum: «di nuovo».
Scena sedicesima
1. Mamphurius… alienam: «Manfurio, professore. Non sono un malfattore, non un ladro, non un adultero, non un falso testimone: non desidero la donna né la roba di altri».
2. ore: le varie parti in cui è diviso l’ufficio divino che deve essere recitato dai sacerdoti.
3. Settenzalmo o officio defontoro: i sette salmi, o l’ufficio dei defunti.
4. casa reggia: la prigione, che è «casa del re» in quanto edificio dello stato.
5. corte: la polizia.
6. Quaeso: «per favore».
7. verberate: picchiate.
8. famegli: sergenti, sbirri.
9. Collaio: collare.
10. San Manganello: esclamazione scherzosa con personificazione e canonizzazione popolaresca del bastone.
11. scelesti: malvagi.
12. ut more vestro loquar: «per parlare secondo il vostro costume».
13. Vergini: borgo di Napoli, che prendeva nome dalla chiesa di Santa Maria dei Vergini.
14. improperio: offesa.
15. afficere: «colpire».
16. Domine… fabbas: la frase scherzosa ha senso osceno.
17. Non sum homo ecclesiasticus: «non sono sacerdote».
18. Hoc est calvitium: «è la calvizie».
19. Dixi… vitium: «ho detto calvizie, quasi vizio del cranio». È un’altra delle assurde etimologie di Manfurio.
20. quia conquerar: «perché mi lamenterò».
21. aut per capita: «o per i versi iniziali».
22. Varo: secondo alcuni critici antichi i primi versi dell’Eneide, con l’esposizione sintetica del tema del poema, non sarebbero opera di Virgilio, ma dell’amico Varo, che curò, con Tucca, la prima edizione dell’opera.
23. Conticuere omnes: in realtà Manfurio fa un po’ di confusione, sbagliando l’inizio del quinto e del sesto libro dell’Eneide.
24. Cennera… sunt: deformazione popolaresca della domanda grammaticale: «Genera nominum quot sunt» («quanti sono i generi dei nomi»).
25. tirumculi: ragazzini inesperti.
26. isagogici: alunni principianti.
27. et… labellis: «e di coloro che bevono con le labbra appena i primi rudimenti».
28. Quae… epicoena: «quelle cose che non possono essere maschili o femminili si chiamano comuni».
29. geno: genere.
30. proprie et ut pars: «in modo specifico e come parte».
31. ut portio… applicative: «come una relazione, come qualcosa che si attribuisce e si applica loro».
32. è de l’arte de spellechiar capretti: metafora oscena con cui si allude alla pederastia.
33. O… noctem!: «O me infelice! le parole non servono a nulla. O giorno e notte infausta!»
ATTO QUINTO
Scena prima
1. ho: oh!
2. passano: accadono.
3. mittà: metà.
4. quel Santo… Dio: San Martino, che in un giorno di gran gelo divise a metà il suo mantello con un mendico seminudo.
5. Non… Dio: allusione oscura alla vicenda di Onan, maledetto da Dio (Gen., 38-9 perché «semen fundebat in terram».
Scena seconda
1. litargirio: ossido di piombo.
2. sale armoniaco: cloruro di ammonio.
3. ordinario: fornitore.
4. come si pensa: come egli immagina.
5. Da tutte bande: da tutte le parti, ovunque.
6. mi avete piantato il porro dietro: metafora oscena.
7. mentita: menzogna.
8. appiccarò: impiccherò.
9. barro: truffatore.
10. spaccatornese: spilorcio, avaraccio.
Scena quarta
1. autem genuit… signati: allusione alla genealogia di Cristo (Matth., I, 1-16 che il sacerdote legge nella Messa alla vigilia della festa dell’Immacolata Concezione, e a un passo dell’Apocalissi, 7 5-6 che viene letto nella Messa della festa di Tutti i Santi.
2. cereggia: ciliegia.
3. bozzole: storte.
4. speciale: speziale.
5. bastaggio: facchino.
Scena quinta
1. marranchini: diminutivo (con intenzione spregiativa) di marrani.
2. zaffi: guardie.
Scena sesta
1. frappone: ciurmatore, ingannatore.
2. cappeggianti: mariuoli.
3. avrà spedito l’…: Giovan Bernardo interrompe il monologo udendo avvicinarsi un gruppo di persone in cui non ha ancora riconosciuto Sanguino e i compagni.
Scena settima
1. Cola Perillo: personaggio napoletano o nolano non altrimenti noto.
2. cappello paga tutto: proverbio che significa: tocca a me pagare.
Scena ottava
1. papa Adriano: Adriano VI, che fu papa dal 152 al 1524 olandese, famoso per l’austerità dei costumi.
2. piú presto… credenza: a basso prezzo piuttosto che a credito. Si allude qui a una delle molte maldicenze sorte intorno al rigido pontefice, poco amato dalla corte romana dopo gli splendori di Leone X.
Scena nona
1. conoscere: possedere carnalmente.
Scena decima
1. gemini: gemelli.
2. Questi tre… una: battuta oscena, con allusione alla Genesi, 2-25 «Erunt duo in carne una» («saranno due in una sola carne»).
3. ad ore quattordici: l’azione della commedia si immagina avvenire verso la metà di aprile, quindi le ore quattordici corrispondono alle nove del mattino, poiché le ore si contavano, al tempo del Bruno, da un tramonto all’altro.
4. mi protesto: mi querelo in giudizio.
5. apprendere: sorprendere.
6. preciaria: garanzia.
Scena undicesima
1. accordar: sistemare.
2. per essa morte: per la morte stessa.
3. tantillo: un pochetto.
Scena dodicesima
1. mo’: ora.
2. coteconaccio: villano ostinato.
3. S. Cuccufato: santo spagnolo, entrato nelle esclamazioni popolari per la bizzarria del nome.
Scena tredicesima
1. travi… pelo: allusione al detto evangelico del trave dell’occhio proprio non visto da chi vede il fuscello nell’occhio altrui (Matth., 7-3).
2. camiso: camicia.
3. imbreachi: ubriachi.
4. perfidiate: spergiurate.
5. fazzone: veste, aspetto.
6. Maiella: la chiesa e il convento di San Pietro a Maiella.
7. svoltorno: legarono dietro.
Scena quattordicesima
1. maneggiare: fare, combinare maneggi, affari complicati.
Scena quindicesima
1. zingano: zingaro.
2. professi, baccalaurei: professo è chi ha fatto professione dei voti religiosi; baccalaureo è il baccelliere, lo scolaro che ha raggiunto il primo grado universitario.
3. de po’: dopo.
4. graffati: sottratti, portati via.
5. vi farrà ogni partito: si adatterà a ogni soluzione.
Scena sedicesima
1. Coppino: finto nome di Barra.
2. Panzuottolo: finto nome di Marca.
Scena diciassettesima
1. Oh, riniego…: bestemmia interrotta.
2. San Cristoforo: che è rappresentato di statura gigantesca.
3. baroni: principali, piú importanti.
4. affrontato: offeso.
5. Apollonio: di Tiana; vissuto nel I secolo d. C., ebbe fama di mago.
6. Merlino e Malaggigi: sono i celebri maghi dei poemi cavallereschi.
7. fargli marcare il volto: la pena dei ruffiani era il marchio di fuoco sul volto.
8. schiricato: spretato.
9. pippata: bambola.
10. son capace del tutto: ho capito tutto l’accaduto.
11. sopra: addosso.
12. duro: insistente.
13. credeno: fanno credito.
Scena diciottesima
1. Signormo: signor mio.
2. claustri: chiostri.
3. professe: religiose, monache.
4. degli quattrocento maggiori o degli quattro Ordini minori: Sanguino fa una gran confusione fra ordini religiosi e il sacramento dell’ordine, e, naturalmente, esagera iperbolicamente sul numero degli ordini esistenti.
5. Piazzetta… Carmino: Scaramuré elenca i quartieri di Napoli dove abitavano le meretrici.
6. nell’anno 1569 in realtà, il provvedimento di Pio V fu preso nel 1566.
7. si fermava: si chiudeva.
8. gabella: ufficio a cui dovevano essere iscritte le meretrici, pagavano una tassa mensile e potevano deferire le loro questioni.
9. Arcinfanfali: persona presuntuosa e ignorante.
10. bezzo: moneta veneziana di poco valore.
11. esempte: esenti.
12. in sudore vultui ti: Scaramuré storpia le parole della Genesi, 3-19 «In sudore vultus tui vesceris» («ti nutrirai col sudore della tua fronte»).
13. prefate: nominate prima, citate piú sopra.
14. faurite: favorite.
15. Si va accostando: al problema, alla questione principale.
16. comprendere: arrestare.
17. parasisimo: il parossismo, un attacco di nervi.
18. Io so: io sono.
19. seggio: quartiere.
20. scalfato: scaldato, irritato.
21. colcato: coricato.
Scena diciannovesima
1. Momo: dio del riso e dei motteggi, che personificava, nella mitologia greca, lo scherzo e la satira.
2. causidico: avvocato.
3. scotta: la manovra corrente o fune che serve per spiegare e distendere le vele (ma tutta la battuta di Momo è oscena).
4. spuntarla: sbottonarla.
5. succede: tiene dietro. Tutta l’espressione significa che solo gli inizi sono difficili, poi le cose vanno avanti da sole, con maggiore agevolezza.
6. Sipion Savolino: zio materno del Bruno.
7. vener: venerdí.
8. Vadde… peccare: Ascanio storpia le parole di Luca, 7-5 e Joan., 8-11 «Vade in pace et noli amplius peccare» («va in pace e non peccare piú»).
9. Non… sii risoluto: non mi sia data via libera.
Scena ventesima
1. Giacopon Tansillo: pare che si tratti di un nolano, morto assassinato.
2. Fastidito: il Bruno.
3. appuntar: attaccare.
4. greffa: occhiello.
5. bracchetta: parte anteriore dei calzoni.
6. gippone: giubbone. Tutta la frase vuol dire che non resta ormai che sistemare le cose per il meglio.
Scena ventiduesima
1. quel l’atro: quell’altro (ma Scaramuré fa un gioco di parole con latro).
2. interesso: interesse.
3. in pena: in pericolo.
4. cangiarla: ingannarla.
5. casocavallo: formaggio tipico dell’Italia meridionale, foggiato a forma di fiaschette che a coppie vengono sospese per mezzo di una funicella a cavallo di un bastone.
6. eccesso: ecceduto.
7. offero: offro.
Scena ventitreesima
1. accappano: incappano.
2. Barrabam: Barabba.
3. Dimas: il nome del buon ladrone.
4. non dar vacuo in natura: la natura non ammette il vuoto, è proposizione filosofica diffusa nelle scuole.
5. infanta: partorisce.
6. mundani: uomini.
7. Honore meom nemini tabbo: Giovan Bernardo storpia il proverbio «Honorem meum nemini dabo» («non cederò a nessuno il mio onore»).
Scena ventiquattresima
1. mustaccio: propriamente volto, qui pelo.
2. Agnus dei: immagine benedetta, raffigurante l’Agnello di Dio.
3. acqua di S. Pietro Martire: il pozzo della chiesa e convento domenicano di San Pietro Martire a Napoli era celebre per l’acqua limpida e fresca.
4. la somenza… S[ant’]Andrea: allusioni irriverenti a reliquie che erano venerate in chiese napoletane.
5. l’oglio… S. Piantorio: metafora oscena.
6. dà tre morsi ad un faggiuolo: è avarissimo.
7. ave un levrier di buona razza: metafora oscena.
8. candelaio: pederasta.
Scena venticinquesima
1. Sansone: proverbialmente citato per la sua abilità nell’interpretare enigmi (con riferimento a Iud., 14-1 sgg.).
2. bona mano: mancia.
3. Minime: «niente affatto».
4. ita… testor: «cosí, per Ercole, per Giove, per l’Altitonante, vi giuro, vi chiamo in testimonio, o stelle».
5. Duobus… princeps: «Di due mali proposti deve essere sopportato il minore, come di due beni si deve scegliere il migliore, dice il principe dei Peripatetici» (cioè Aristotele, Rhetor., 1 6 5).
6. sospette: sospettose.
7. Minus… est: «È meno vergognoso essere colpito sulla mano che lasciarsi accumulare frustate sulle vecchie natiche: questa non è cosa da bambini».
8. spuntagli: sbottonagli, slegagli.
9. Al nome di S[anta] Scoppettella: scherzosa canonizzazione dei birri del tribunale ecclesiastico o, piú probabilmente, delle frustate.
10. in rei veritate: «in verità».
11. strena: mancia.
12. dimittam vobis: «lascerò a voi».
Scena ventiseiesima
1. Ecquis erit modus?: «Quale sarà mai il termine dei miei guai?»
2. Quo melius videam: «per veder meglio».
3. intuito: vista.
4. firmar: rendere piú forte.
5. acie: acutezza.
6. radio: raggio.
7. specie: immagine.
8. oculari: occhiali.
9. Ita sane: «proprio cosí».
10. Omni procul dubio: «senza nessun dubbio».
11. In calce… tendo: «alla conclusione, alla fine: infatti, io non tendo per il riso i fianchi» (ed è rifacimento scherzoso di un verso di Virgilio, Georg., III, 506-7).
12. Plaudite: il segnale degli applausi finali.
13. Quem… Amen: «Troppo male posso applaudire, provato nella mia sopportazione; l’applauso infatti mi è diventato da tempo ragione di pianto, a cagione delle natiche e delle mani e del suono dei quattrini. Cosí sia».
14. Hilari… sequitur: «mi proverò con animo lieto, nel modo seguente».
15. Votaque… Melicertae: citazione di Virgilio, Georg., I, 436-37 «E tratti a salvamento i marinai scioglieranno i voti sul lido a Glauco, Panopea e a Melicerta figlio di Ino».
16. Ego… voluissem: «io, Manfurio, non dico regio, né di gregge, ma egregio, cioè, etimologicamente, scelto dal gregge, professore di lettere greche, latine e volgari, nonché dottore in filosofia, medicina e diritto civile e penale e teologia, purché avessi voluto».
17. erumnosi: pieni di travagli, di affanni.
18. successi: vicende.
19. post hac vota soluturus, – Plaudo: «poi, sul punto di adempiere i voti, do il segnale degli applausi».
20. Proinde: «perciò».
21. quorum… coniectos: «i cui volti e sguardi vedo in me rivolti».
22. supposito: soggetto, materia.
23. corde, tamen, et animo Plaudo: «col cuore, tuttavia, e con l’animo do il segnale degli applausi».
24. meliori hactenus acti fortuna: «guidati fin qui da migliore fortuna».