NOTE

Nota biografica

1 - Cfr. Cesare Panizza, Nicola Chiaromonte. Una biografia, Donzelli, Roma 2017, p. 184.

2 - Hannah Arendt, Mary McCarthy, Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy, 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999, p. 533.

Introduzione

1 - Così Maurice Naudeau, cit. in Panizza, Nicola Chiaromonte. Una biografia, cit., dove l’autore insiste sulla centralità della figura dell’esilio – subìto ma anche perseguito ostinatamente – e, di conseguenza, sul sottrarsi di Chiaromonte a qualsiasi ruolo pubblico troppo in vista.

2 - Nicola Chiaromonte, Scritti sul teatro, Einaudi, Torino 1976, p. 115.

3 - Id., Il tarlo della coscienza, il Mulino, Bologna 1992, p. 140.

4 - Id., Silenzio e parole, Rizzoli, Milano 1978, p. 68.

5 - Id., Fra me e te la verità. Lettere a Muska, Una città, Forlì 2013, p. 150.

6 - Id., Che cosa rimane: taccuini 1955-1971, il Mulino, Bologna 1995, p. 239.

7 - Id., Fra me e te la verità, cit., p. 183.

8 - Ibid., p. 169.

9 - Ibid., p. 173.

10 - Chiaromonte, Silenzio e parole, cit., p. 141.

11 - In un articolo apparso su Tempo presente nel giugno 1960, poi in Silenzio e parole, cit., pp. 123-126: in verità dissente dai criteri “angusti e sfocati” di Moravia, e ritiene sbagliato parlare di propaganda cattolica a proposito dei Promessi sposi, però ritiene anche che Manzoni “non può essere certo annoverato fra i sommi scrittori europei del suo tempo, dai quali lo separava l’ordine in cui s’era rinchiuso”.

12 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit., p. 71.

13 - Ibid.

14 - Ibid., p. 188.

15 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 177.

16 - Id., Che cosa rimane, cit., p. 91.

17 - Oggi i social hanno ricollocato l’ego al centro dell’universo: perfino un’opera d’arte vale se ci metto la mia faccia da postare! Ora, negli anni settanta l’io sembrava sostituito dal noi, però dietro le apparenze già si intravede l’ossessione di essere protagonisti, il bisogno febbrile di autorealizzazione (che nel ’77 diventa smania di “autovalorizzazione”).

18 - Ibid., p. 201.

19 - Ibid., p. 239.

20 - Cfr. Panizza, Nicola Chiaromonte. Una biografia, cit., p. 56, dove l’autore ricorda un articolo di Chiaromonte, uscito su Oggi, 23 luglio 1933, in cui si riflette sul cinematografo come costume di massa.

21 - Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 227.

22 - Ibid., p. 77.

23 - Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 10.

24 - Id., Silenzio e parole, cit., p. 154.

25 - “Talor, mentre cammino sotto al sole” (Camillo Sbarbaro, Pianissimo, Libreria della Voce, Firenze 1914).

26 - Chiaromonte non ha mai scritto di Sbarbaro (almeno a mia conoscenza): ma l’amore del poeta ligure per i licheni, per una forma così irrilevante, negletta, per “tutto quello che non è vistoso”, mi appare contiguo alla sua sollecitudine per ciò che è escluso dalla Storia e che resta in disparte.

1. La passeggiata di Nicola

1 - Sostituisce all’Espresso Sandro De Feo nella rubrica teatrale a partire dal 3 novembre 1968. Così commenta: “Il giornale non mi piace – ma era difficile rifiutare: ho accettato”, in Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., nota a p. 154.

2 - Ibid., p. 193.

3 - Ibid., p. 75.

4 - Ibid., p. 223.

5 - Ibid., p. 104.

6 - Simone Weil, André Weil, L’arte della matematica, Adelphi, Milano 2018.

7 - Constantin Noica, Sei malattie dello spirito contemporaneo, il Mulino, Bologna 1993.

8 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 106.

9 - Ibid., p. 144.

10 - Walter Binni, uno dei maggiori interpreti del poeta, in Giacomo Leopardi. Tutte le opere, Sansoni, Firenze 1969.

11 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 76.

12 - Ibid., p. 229.

13 - Ibid., p. 92.

14 - Ibid., p. 95.

15 - Ibid., p. 227.

16 - Ibid., p. 243.

17 - Ibid., p. 199.

18 - La frase di Tolstoj è citata da Chiaromonte in un articolo del gennaio 1960 sul Mondo, poi nel suo Scritti sul teatro, cit., p. 111.

2. Contro i miti della modernità (una Terza Forza inconciliata)

1 - Yuval Noah Harari, Homo deus, Bompiani, Milano 2017, p. 26.

2 - Ibid., p. 29.

3 - Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 106.

4 - Pietro Adamo, “Nicola Chiaromonte e la tradizione libertaria”, in Cosa rimane, “Quaderni dell’altra tradizione”, Una città, Forlì 2006, p. 56.

5 - Alfonso Berardinelli, in un saggio apparso su Diario, a. I, n. 2, 1985, in cui svolge una critica solitaria dell’ideologia e del ruolo di Repubblica nella modernizzazione degli italiani, e nel convincere i propri elettori di essere la nuova élite di dirigenti o aspiranti dirigenti: un giornale in cui gli “intellettuali di sinistra, questa categoria ormai fantomatica e farisaica, hanno trovato il loro emblema”.

6 - Nicola Chiaromonte, La rivolta conformista. Scritti sui giovani e il ’68, Una città, Forlì 2009, p. 130.

7 - “Appartiene veramente al suo tempo, è veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con esso né si adegua alle pretese, ed è perciò in questo senso inattuale; ma, proprio per questo, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo” (Giorgio Agamben, Nudità, Nottetempo, Roma 2009, p. 20).

8 - Id., Fra me e te la verità, cit., p. 189.

9 - Id., Silenzio e parole, cit., p. 28.

10 - Ibid.

11 - Ibid., p. 35.

12 - Ibid., p. 43.

13 - Da un inedito consegnato a Gino Bianco, ora in Dedicato a Nicola Chiaromonte nel trentennale della morte, “Quaderni dell’altra tradizione”, Una città, Forlì 2002, p. 44.

14 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 236.

15 - Silvio Lanaro, L’Italia nuova, Einaudi, Torino 1988, pp. 231-232.

16 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 214.

17 - Id., Il tarlo della coscienza, cit., p. 200.

18 - Ibid., p. 205.

19 - Ibid., p. 208.

20 - Ibid., p. 204.

21 - Chiaromonte, Silenzio e parole, cit., p. 129.

22 - Ibid.

23 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 224.

24 - Id., Silenzio e parole, cit., p. 139.

25 - Ibid., p. 142.

26 - Ibid., p. 147.

27 - Chiaromonte, Il tarlo della coscienza, cit., p. 272.

28 - Ibid., p. 276.

29 - Ibid., p. 278.

30 - Ibid., p. 264.

3. Distanti. Una storia d’amore

1 - Panizza, Nicola Chiaromonte. Una biografia, cit.

2 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 13.

3 - Ibid., p. 116.

4 - Ibid., p. 161.

5 - Ibid., p. 130.

6 - Ibid., p. 20.

7 - Cfr. la conferenza di Zygmunt Bauman del 27 gennaio 2000 (disponibile in rete) C’è vita dopo l’immortalità, in cui dice tra l’altro che “chiamiamo cultura il tipo di attività umana che in ultima istanza consiste nel rendere solido ciò che è volatile”.

8 - Ibid., pp. 194-195.

9 - Ibid., p. 160.

10 - Si veda in proposito la terza enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate, dove si riafferma che la carità deve stare dentro la verità, altrimenti scivolerebbe nel sentimentalismo, confinata nella sfera privata.

11 - Ibid., p. 201.

12 - Ibid., p. 134.

13 - Ibid.

4. L’equivoco su Manzoni (un dissenso)

1 - Chiaromonte, Silenzio e parole, cit., p. 125.

2 - Ibid., p. 182.

3 - Ibid., p. 183.

4 - Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., pp. 134-135.

5 - Faremo riferimento alla eccellente edizione critica dei Promessi sposi a cura di Romano Luperini e Daniela Brogi, Einaudi scuola, Torino 1998. Di Daniela Brogi raccomando anche il recente Un romanzo per gli occhi. Manzoni, Caravaggio e la fabbrica del realismo, Carocci, Roma 2019, dove ha ripreso il tema del realismo popolare, attraverso un originale confronto fra Manzoni e Caravaggio: la rappresentazione della moltitudine anonima, dell’umanità che passa sulla terra senza lasciare traccia, inosservata. Un tema che sarebbe stato congeniale a Chiaromonte.

6 - Geno Pampaloni, in Alessandro Manzoni, I promessi sposi, a cura di Romano Luperini e Daniela Brogi, Einaudi scuola, Torino 1998, pp. 759-760.

7 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit., p. 262.

8 - Ibid., p. 163.

9 - Ibid.

10 - Cfr. Giorgio Toschi, Storia della letteratura italiana, vol. III, a cura di F. Brioschi e C. Di Girolamo, Loescher, Torino 1966, p. 446.

11 - Ibid., p. 425.

12 - Ibid., p. 441.

13 - Ibid., p. 448.

5. Essere se stessi: autenticità/sincerità

1 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit., p. 23.

2 - “Il gesuita”, sulla Partisan Review del febbraio 1948, ora in Chiaromonte, Il tarlo della coscienza, cit., p. 83.

3 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit., p. 69.

4 - Id., Fra me e te la verità, cit., p. 44.

5 - Ibid., p. 115.

6 - Ibid., p. 99.

7 - Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 72.

8 - Lionel Trilling, The Liberal Imagination. Essays in Literature and Society, New York Review of Books, New York 1978, p. XXI.

9 - Pubblicato in Italia solo recentemente: Lionel Trilling, Sincerità e autenticità, introduzione di A. Tagliapietra, trad. it. e postfazione di R. Ariano, Moretti & Vitali, Bergamo 2018.

10 - Su questo tema cfr. l’eccellente saggio di Raffaele Ariano, Filosofia dell’individuo e romanzo moderno. Lionel Trilling, tra critica letteraria e storia delle idee, Edizioni di storia e letteratura, Roma 2019.

11 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit., p. 115.

12 - Cfr. Id., Silenzio e parole, cit., p. 57. “Così la neve al sol si disigilla; / così al vento ne le foglie lievi / si perdea la sentenza di Sibilla” (Paradiso, XXXIII, vv. 64-66).

13 - Id., Che cosa rimane, cit., p. 21.

6. Laici aperti al sacro: un parallelismo con Pasolini

1 - Geno Pampaloni, Il critico giornaliero, Bollati Boringhieri, Torino 1991, p. 423.

2 - Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus e Quaderni 1914-1916, Einaudi, Torino 1974, 6.52.

3 - Mi limito a citare un prezioso volume su Husserl di Leszek Kołakowski, La ricerca della certezza, Laterza, Roma-Bari 1978. Sono tre conferenze tenute nel 1974 dove tra l’altro si dice che il tentativo di Husserl di sconfiggere il relativismo e di trovare un fondamento incontestabile della conoscenza ha fallito, però senza questo grandioso fallimento la nostra cultura sarebbe una povera cosa.

4 - Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 241.

5 - Ibid., p. 242.

6 - Ibid., p. 245.

7 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit., p. 242.

8 - Ibid., p. 46.

9 - Nicola Chiaromonte, Credere e non credere, il Mulino, Bologna 1993, p. 183.

10 - Adriano Tilgher, La filosofia di Leopardi, Aragno, Torino 2018, a cura di R. Bruni, pp. 132-133.

11 - Intervista ora disponibile su YouTube.

12 - Pier Paolo Pasolini, Saggi sulla letteratura e sull’arte, “Meridiani” Mondadori, Milano 1999.

13 - Giorgio Manganelli, Circolazione a più cuori. Lettere familiari, Aragno, Torino 2008, p. 175.

14 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 205.

15 - Pasolini, Saggi sulla letteratura e sull’arte, cit., tomo II, p. 1732.

16 - Ibid.

17 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 46.

18 - Ibid., p. 111.

19 - Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane, in Id., Saggi sulla politica e sulla società, “Meridiani” Mondadori, Milano 1999, p. 551.

20 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit., p. 191.

21 - Ibid., p. 207.

22 - Intervista disponibile in Rete.

23 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 170.

24 - Ibid., p. 179.

25 - Ibid., p. 95.

26 - Ibid., p. 62.

27 - Ibid., p. 167.

28 - Cfr. Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto, Ponte alle Grazie, Milano 2012.

29 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 195.

30 - Ibid., p. 217.

31 - Ibid., p. 232.

32 - Ibid., p. 232.

33 - Ibid., p. 133.

34 - Daniele Gallo, docente al CIELS di Padova, conferenza tenuta il 14 marzo 2014 al Centro Pasolini di Casarsa, ora disponibile in Rete: http://www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it/molteniblog/che-cosa-sono-le-nuvole-unanalisi-di-daniele-gallo/.

35 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 187.

36 - Ibid., p. 188.

37 - Ibid., p. 204.

38 - Ibid., p. 168.

39 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit., p. 9.

40 - “Nous sommes tous des assassins”, in ibid., p. 10.

41 - Chiaromonte, Silenzio e parole, cit., p. 193.

42 - Ibid.

43 - Ibid.

44 - Ibid.

7. Il Sessantotto e la politica

1 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 64.

2 - Ibid.

3 - Chiaromonte, Silenzio e parole, cit., p. 215.

4 - Id., Il tempo della malafede e altri scritti, Edizioni dell’Asino, Roma 2013, p. 201.

5 - Einaudi, Torino 1969.

6 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 88.

7 - Ibid., p. 89.

8 - Ibid., p. 101.

9 - Ibid., p. 96.

10 - Chiaromonte, La rivolta conformista, cit., p. 144.

11 - Id., Fra me e te la verità, cit., p. 96.

12 - Ibid., p. 219.

13 - Luigi Bobbio, Il ’68, prima e dopo, a cura di S. Mobiglia, Edizioni dell’Asino, Roma 2018.

14 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 179.

15 - Cfr. Violenza o nonviolenza: 1878-1987, Linea d’ombra, Milano 1991, p. 162: il saggio della Arendt, tratto da Politica e menzogna, prova a separare il culto della violenza dai classici del marxismo, denuncia la irresponsabile prefazione di Sartre ai Dannati della terra di Frantz Fanon, e spiega come a risultare affascinante sia soprattutto la violenza collettiva, quella strana “coerenza di gruppo”, quel forte legame che nasce nella comunità illegale, criminale o politica, in cui sparisce l’individualismo.

16 - Ibid., p. 180.

17 - Chiaromonte, La rivolta conformista, cit., pp. 150-151.

18 - Gino Bianco, Nicola Chiaromonte e il tempo della malafede, Lacaita, Manduria 1999, p. 123.

19 - Chiaromonte, La rivolta conformista, cit., p. 61.

20 - Id., Le verità inutili, L’ancora del Mediterraneo, Napoli 2001, p. 88.

21 - Da una lettera del marzo 1966 a Gino Bianco, in Bianco, Nicola Chiaromonte e il tempo della malafede, cit., p. 135.

22 - Cfr. Panizza, Nicola Chiaromonte. Una biografia, cit., l’intero capitolo VIII, “Roma II”.

23 - In Bianco, Nicola Chiaromonte e il tempo della malafede, cit., p. 142.

24 - Da una lettera di Chiaromonte ad Andrea Caffi del 10 aprile 1946, in Dedicato a Nicola Chiaromonte nel trentennale della morte, “Quaderni dell’altra tradizione”, Una città, Forlì 2002.

25 - La “gang” era il gruppo dei cosiddetti “novatori” – Chiaromonte, Mario Levi e Renzo Giua – raccolti intorno ad Andrea Caffi, che nel 1935 all’interno di Giustizia e Libertà vollero rompere con Rosselli per ragioni intellettuali e politiche, oltre che temperamentali (cfr. Panizza, Nicola Chiaromonte. Una biografia, cit., pp. 105-120).

26 - Mario Tronti, Andrea Bianchi, Il popolo perduto: per una critica della sinistra, Nutrimenti, Roma 2019.

27 - Chiaromonte, Il tempo della malafede e altri scritti, cit., p. 179.

28 - Id., La rivolta conformista, cit., p. 91.

29 - Ibid., p. 92.

8. Italiano e antitaliano

1 - Chiaromonte, Il tarlo della coscienza, cit., p. 39.

2 - Ibid.

3 - Ibid.

4 - Un’ottima ricostruzione dell’idea di patria, di identità nazionale e di carattere degli italiani si trova in Giovanni Aliberti, La resa di Cavour: il carattere nazionale italiano tra mito e cronaca, Le Monnier, Firenze 2000.

5 - Raffaele La Capria, Esercizi superficiali. 2012-2014, in Id., Opere, “Meridiani” Mondadori, Milano 2014, tomo II, p. 2098.

6 - Su questo cfr. Daniele Balicco (a cura di), Made in Italy e cultura. Indagine sull’identità italiana contemporanea, Palumbo, Palermo 2016.

7 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 86.

8 - Roberto Deidier, dalle risposte a un questionario sull’essere italiani della rivista Nuovi argomenti (“Là dove il sì suona”), numero del gennaio-marzo 2011.

9 - Ibid., Michela Murgia.

10 - Umberto Saba, Scorciatoie e raccontini, n. 33, in Id., Prose scelte, a cura di Giovanni Giudici, Oscar Mondadori, Milano 1976, p. 84.

11 - In Panizza, Nicola Chiaromonte. Una biografia, cit., p. 178.

12 - Cfr. Carlo Cattaneo, “Vita di Dante di Cesare Balbo”, in Politecnico, I, 1839, cit. in Aliberti, La resa di Cavour, cit., p. 13.

13 - Chiaromonte, Fra me e te la verità, cit., p. 139.

9. Il bene resta bene e il male male

1 - Cfr. Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 95.

2 - Id., Il tarlo della coscienza, cit., p. 35.

3 - Ibid.

4 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit., p. 174.

5 - Id., Le verità inutili, cit., p. 76.

6 - Albert Camus, L’uomo in rivolta, in Id., Opere, Bompiani, Milano 2000, p. 925.

7 - Ibid., p. 926.

8 - A proposito della bomba di Hiroshima, Chiaromonte ebbe a scrivere che nessuno riuscì a vedere oltre la situazione presente: Truman dovette seguire i generali, questi una logica dell’efficacia immediata, gli scienziati una logica conseguente alle loro ricerche. E probabilmente a Truman sarebbe bastato un ultimatum (cfr. Chiaromonte, Le verità inutili, cit., p. 56).

9 - Ibid., p. 76.

10. L’unica utopia accettabile: il gratuito

1 - Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 51.

2 - Ernesto Buonaiuti, Pellegrino di Roma: la generazione dell’esodo, Gaffi, Roma 2008, p. 546.

3 - Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 239.

4 - Ibid.

5 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit., p. 187.

6 - Ibid., p. 182.

7 - Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 171.

8 - Cfr. Id., Silenzio e parole, cit., p. 235.

9 - Ibid., p. 209.

10 - Ibid., p. 210.

11 - Per una minuziosa mappatura degli oggetti-spazzatura nell’immaginario narrativo occidentale cfr. Francesco Orlando, Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura, Einaudi, Torino 1993.

12 - Chiaromonte, Scritti sul teatro, cit.

13 - Id., Fra me e te la verità, cit., p. 96.

14 - Ibid., p. 21.

15 - Ibid.

16 - Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 119.

17 - Ibid.

18 - Queste considerazioni di Chiaromonte non sono lontane dallo spirito di una conferenza del 1930 di J.M. Keynes – Prospettive economiche per i nostri nipoti (in Esortazioni e profezie, il Saggiatore, Milano 2011) – in cui si preannuncia un’umanità futura liberata dal lavoro e dallo stesso problema economico (la scarsità), grazie alla tecnologia. Il testo di Keynes prevede una pianificazione economica mondiale non semplice da immaginare, sottovaluta l’insaziabilità dei bisogni legati al consumo, e non considera il conflitto per la distribuzione della ricchezza sociale. Però è singolare come nella società da lui auspicata, dove ciascuno lavorerà solo tre ore al giorno, il “vivere bene” viene prima dell’utile, mentre le attività ludico-artistiche prevalgono sull’accumulare denaro.

19 - In una pagina del diario annota che solo l’uomo che vive disinteressatamente, “per l’aldilà delle cose” (non un aldilà religioso ma per ciò che dura e può durare, per un senso che intravede nelle cose) e non per un vantaggio pratico, fa “positivamente del bene” (Chiaromonte, Che cosa rimane, cit., p. 21).

20 - Si pensi ai drammi desolati di Beckett – che Chiaromonte conosceva bene – nei quali non vi è propriamente tragedia. Il turbinio di gag e di parole vane dei suoi “fantocci spaventosi” impedisce che sia presa sul serio qualsiasi profondità. Non distinguiamo più fra essenziale e irrilevante.